IL SUO GIUDIZIO TENERA LUCE SU TE E ME
Giovanni 12,44-50
Io come luce sono venuto nel mondo… se qualcuno non accoglie le mie parole, io non lo condanno, perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Si accende come luce una parola chiave del vangelo, da non dimenticare mai: non sono venuto per condannare il mondo ma per salvarlo.
Il mondo non ha bisogno di giudici, ma di samaritani. La rivoluzione di Gesù: “IO NON CONDANNO, IO SALVO”.
Come luce sono venuto nel mondo, e tu sai che lo scopo della luce non è condannare la notte, ma bucarla e aprirla al giorno e DARE ALLA LUCE LE COSE. Come germoglio nel deserto è venuto, ma al germoglio di palma non interessa condannare sabbia e pietre, ma salvarle dalla sterilità. Al capitano nella tempesta non importa nulla maledire il mare, ma trovare sulle acque la rotta sicura.
Io non condanno. L’amore vero, anche se rifiutato, continua ad amare; anche se non creduto, chi ti ama continua a credere in te.
La condanna di Dio sul mondo che non crede è stato un di più: l’incredibilità della Croce. Su di essa Dio diviene l’amante, che ama fino all’estremo, che non abbandona mai.
“Io non condanno!” Che parola dirompente, da sussurrare settanta volte sette al cuore che trema.
Non ci condannerà, IL SUO GIUDIZIO SARÀ LUCE, FINALMENTE LUCE, fino in fondo al cuore luce.
Io non condanno, io salvo!
Salvezza, parola enorme. Salvare vuol dire conservare. Dio conserva: questo mondo, e te e me, ogni pensiero buono, neppure un capello del vostro capo andrà perduto, neanche un filo d’erba, neanche un filo di bellezza scomparirà nel nulla.
Ogni credente in Gesù sa che: “non va perduta nessuna delle sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d’amore, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola attraverso il mondo come forza di vita” (E G 278).
E porterà frutto. SE NON ORA, IN UN ALTRO GIORNO. Se non qui, in un altro luogo del mondo.
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AUTORE: p. Ermes Ronchi
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