RIMANETE NEL MIO AMORE
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 9. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Nella sesta domenica di Pasqua continuiamo a leggere il capitolo 15 del Vangelo di Giovanni. Siamo sempre all’interno dei discorsi di addio di Gesù prima dell’Ultima Cena (dal capitolo 13 al capitolo 16).
Il brano odierno ci presenta l’appello di Cristo a rimanere nel suo amore, ad essere una cosa sola con Lui: solo uniti a Lui avremo la forza di dare la vita agli altri.
L’origine dell’amore è il Padre che ha amato il Figlio. Il Figlio, a sua volta, ama noi.
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Amare gli altri come Cristo ci ha amati vuol dire essere disposti a dare tutto fino all’estremo. Vivere da cristiani non è una passeggiata: è un continuo donarsi, goccia a goccia, per amore di Dio, ai fratelli.
“Come io ho amato voi”: l’amore cristiano trova in Gesù il modello e la fonte. È importante la congiunzione “come” (kathos), perché indica che l’amore di Gesù per il discepoli è la norma, il punto di riferimento, l’esempio del nostro amore fraterno. Il termine kathos, però, può essere anche tradotto con “poiché”: l’amore di Gesù diventa allora la causa, la ragione, il motivo dell’amore fraterno: siccome Gesù ci ha amato per primo, ci è possibile amare i fratelli.
Gesù ci insegna ad amare superando ogni tradimento, ogni delusione, ogni sconfitta, ogni ferita. Solo se faremo il salto di perdonare saremo liberi dai legami negativi che impediscono al nostro cuore di amare veramente.
- Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo
Rimanere nell’amore di Dio significa avere un’unica volontà unita alla sua. L’osservanza di cui si parla in questo versetto non è soltanto un comportamento morale rispondente a delle norme, ma è un’adesione totale alla volontà di Dio, a costo di qualsiasi costo.
- Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia
Siamo chiamati alla gioia futura nella comunione piena con Dio in Paradiso. Fin da ora, però, possiamo pregustarla quando siamo in comunione con Gesù e con il Padre, soprattutto grazie all’Eucaristia.
La gioia che riceviamo si diffonde vicendevolmente: vivere in comunità significa manifestarci reciprocamente la gioia di appartenere al Signore. È questo il primo servizio che siamo chiamati a renderci: testimoniarci la gioia di essere di Gesù!
- Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato
Giovanni, grande teologo, è anche molto concreto nell’indicare come vivere il dono reciproco. Il comandamento per eccellenza è l’amore fraterno: prova dell’amore ricevuto da Gesù, verifica del dono vicendevole. Gesù non ci chiede di amare Lui come risposta al suo amore per noi. Ci chiede di amare gli altri come lui ha amato noi e come Lui ha amato loro. Per ricambiare l’amore a Gesù è necessario che rivolgiamo amore verso gli altri, perché è in noi e negli altri che Lui si nasconde, che continua ad incarnarsi. Se siamo innestati in Lui non possiamo che produrre frutti di benevolenza, di misericordia, di libertà, di generosa donazione all’altro, nella reciprocità. Tutti abbiamo qualcosa da donare, anche chi crede di non avere nulla. Tutti abbiamo bisogno di ricevere amore: siamo fatti per la comunione. Abbiamo bisogno di umiltà per accogliere l’amore e di un cuore libero per poter donare. Ricordiamoci, però, il motivo per cui amiamo: perché siamo amati da Dio.
- Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri
In questo versetto Gesù parla di se stesso: Egli ha dato la suprema testimonianza di amore morendo sulla croce in modo volontario. Gesù ha amato fino alla fine, fino all’estremo (“eis télos” Giovanni 13,1). Il suo amore è insuperabile perché Dio è per sua essenza “Amore” (1 Giovanni 4,8.16). Egli, Figlio di Dio, ha dato la vita per gli amici, intendendo tutta l’umanità, perché siamo tutti suoi e il suo amore è universale: siamo miliardi di figli e di fratelli “unici”.
- Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a
Essere amici è molto più che essere servi (anche se nel linguaggio biblico “essere servo” di un grande padrone è un titolo onorifico). Per essere amici di Gesù siamo chiamati a fare la sua volontà, a vivere un rapporto alla pari con il Signore, che ci eleva alla sua amicizia. Il legame di amore nasce dall’ascolto della Parola che il Signore. Egli ci parla se siamo disposti ad accoglierla. Ciò che Egli comunica viene dal Padre, pertanto abbiamo la garanzia di una comunione trinitaria che riempie la nostra vita.
“Vi ho chiamato amici” (phíloi): Gesù vuole avere con noi un’intimità che è più profonda di quella avuta tra Dio e Abramo (“così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio” Giacomo 2,23) e tra Dio e Mosè (“Or il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico” Esodo 33,11). Gesù ci chiede una comunione costante di amore e di vita.
- Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo
Per essere pienamente fedeli è necessario essere uniti al Signore Gesù compiendo la sua volontà e manifestare l’amore fraterno. Solo comunicando amore noi cristiani saremo in grado di permettere a Gesù di continuare a rendersi presente nel corso della storia.
Uniti al Figlio siamo uniti anche al Padre, ed Egli non può non concedere a noi quello che gli chiediamo in nome del Figlio. Sta a noi avere una fede incrollabile nella potenza della preghiera e della comunione intratrinitaria.
“Io ho scelto voi”: l’elezione con cui Gesù ci ha scelto è libera, è una chiamata irreversibile e piena di amore. Quando Gesù ci sceglie sa quanto è grande la nostra debolezza, ma ha fiducia ugualmente in noi e ci chiede di continuare la sua missione. Se buttiamo in lui ogni nostra preoccupazione diventeremo suoi strumenti di presenza nel mondo.
- Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli
Il versetto si conclude come un’antifona alla fine di un salmo. Ribadisce la centralità del messaggio che Gesù ci vuole rivolgere, a scanso di ogni dimenticanza o di ogni altra interpretazione. Se vogliamo chiamarci veramente cristiani dobbiamo manifestare nell’amore agli altri l’amore che Dio ci dona.
Chiediamo la grazia di attingere alla Fonte, che è Dio, l’amore di cui abbiamo bisogno noi e i nostri fratelli. Chiediamo di accorgerci dell’amore in cui siamo immersi: il pesce non vede il mare, ma vi è immerso, il bimbo nel grembo della madre non vede il suo volto, ma è dentro di lei. Noi non vediamo Dio con questi occhi di carne, ma in lui viviamo, esistiamo, respiriamo, amiamo. La Sua presenza è la nostra gioia. Avventuriamoci alla scoperta dell’amore con il quale siamo amati da Dio.
Suor Emanuela Biasiolo
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VI Domenica del Tempo di Pasqua
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- Colore liturgico: Bianco
- At 10, 25-27. 34-35. 44-48; Sal.97; 1 Gv 4, 7-10; Gv 15, 9-17
Gv 15, 9-17
Dal Vangelo secondo Giovanni
9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 06 – 12 Maggio 2018
- Tempo di Pasqua VI
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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