Commento al Vangelo del 6 Maggio 2018 โ€“ p. Roberto Mela scj

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Gioia completa

La missione della Chiesa primitiva

Lโ€™incontro di Pietro e il centurione Cornelio a Cesarea Marittima occupa un ampio spazio nel racconto lucano degli Atti (At 10,1โ€“11,18). Secondo lโ€™esegeta Marguerat, specialista di questo testo, si possono distinguere quattro atti con sette scene.

Primo atto, a Cesarea (10,1-8): Cornelio รจ visitato. Scena 1 (10,1-8): la visione di Cornelio.

Secondo atto, a Joppe (10,9-23): Pietro interpellato. Scena 2 (10,9-16): lโ€™estasi di Pietro; Scena 3 (10,17-23): gli inviati di Cornelio.

Terzo atto, a Cesarea (10,24-48): Pietro e Cornelio si incontrano. Scena 4 (10,24-33): Pietro e Cornelio faccia a faccia; Scena 5 (10,34-43): predicazione di Pietro; Scena 6 (10,44-48): irruzione dello Spirito.

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Quarto atto, a Gerusalemme (11,1-18): Pietro davanti alla comunitร . Scena 7 (11,1-18): apologia di Pietro.

La missione della Chiesa primitiva conosce tre ondate successive: lโ€™esodo forzato dei credenti da Gerusalemme; il battesimo di Cornelio e della sua famiglia; la generalizzazione della missione ad opera di Paolo e Barnaba (At 13โ€“14). Lโ€™evento del battesimo di Cornelio risuonerร  nel sottofondo dellโ€™assemblea cruciale di Gerusalemme (cf. At 15).

Apertura faticosa, nella continuitร 

Per Luca, lโ€™evento di Cornelio ha un ruolo programmatico, uno statuto fondatore. Da pioniere della missione, Pietro ne diventa un iniziatore. Questa svolta nella storia della salvezza non รจ perรฒ opera di unโ€™iniziativa carismatica individuale, ma parte da Dio stesso. Al posto di una sua legittimazione scritturale, Luca inserisce una serie di interventi soprannaturali che ne scandiscono il percorso. La resistenza al cambiamento non proviene dallโ€™esterno della Chiesa, ma dal suo interno.

Un racconto di fondazione della Chiesa di Antiochia รจ stato unito a un altro racconto della tradizione: quello di fondazione della Chiesa composta da giudei e pagani.

 Luca ha un ยซtrattamento episodico della storia, che erige gli episodi particolari in scene emblematicheโ€ฆ In realtร , tutto ci dice che per la cristianitร  nascente lโ€™uscita dal suo spazio originario, il giudaismo, fu un processo lungo, conflittuale e diversificatoโ€ฆ preferisco parlare di scelta storiografica. Luca semplificaโ€ฆ La risposta teologica consiste nel ricordare la forza dellโ€™argomento di continuitร  nella costruzione lucana della storia: una tale novitร  poteva essere assunta solo da un โ€œapostoloโ€ nel senso lucano del termine, cioรจ da un compagno di vita del Nazareno, testimone della risurrezione (1,21-22). La credibilitร  teologica dellโ€™apertura ai pagani esigeva imperativamente la garanzia del maggiore dei Dodici, che collegava la nuova fase della storia della salvezza alla precedenteโ€ฆ Luca ha scelto di sviluppare la nascita del cristianesimo sullโ€™asse Gerusalemme-Antiochia-Roma; perciรฒ il suo racconto abbandonerร  Pietro poco dopo la sorpresa di Cesarea per dedicarsi a colui che, dal suo punto di vista, ha sfruttato meglio la strada aperta dal compagno di Gesรน: Paolo, lโ€™inviato della Chiesa di Antiochia (13,1-3). Per la datazione dellโ€™avvenimento si puรฒ prudentemente proporre il 33-36ยป. (Marguerat).

Inammissibile

La lettura liturgica รจ un puzzle degli eventi e delle parole pronunciate nel fatidico incontro di Pietro, figura apicale del collegio dei Dodici, e il centurione Cornelio, pagano e pio simpatizzante del mondo giudaico. รˆ il momento ufficiale e fondativo dellโ€™apertura missionaria della Chiesa ai pagani, tramite il loro collegamento di simpatia con il mondo giudaico (i cosiddetti โ€œtimorati di Dio/sฤ“bomenoi ton theon/phobumenoi ton theonโ€). Questa รจ stata la via provvidenziale pensata da Dio per lโ€™espandersi missionario della sua Chiesa.

Cornelio va incontro a Pietro che โ€œentra/eiselthenโ€ in casa sua e, caduto a terra ai suoi piedi, โ€œsi prostra in adorazione/venerazione/prosekynฤ“senโ€, come รจ dovuto ad una persona di rango regale-divino.

Solo su ispirazione divina, e dopo vari tentennamenti, Pietro compie un grande passo innovativo, di apertura, che lo pone di fatto in stato di impuritร  rituale secondo il pensiero giudaico di cui tutto il gruppo dei discepoli di Gesรน รจ ancora imbevuto e irretito. Fra lโ€™altro, entra in casa di un militare inquadrato nellโ€™esercito romano di occupazione della terra di Israeleโ€ฆ

Con umiltร  Pietro riconosce subito la sua comune umanitร  con Cornelio, e lo aiuta a rialzarsi/lo fa risorgere/ฤ“geiren, imponendogli, al contempo, di โ€œrialzarsi/risorgere/anastฤ“thiโ€ personalmente dal suo stato in senso concreto (con una connotazione teologica da non escludere).

Pietro ricorda a Cornelio e ai presenti il divieto (โ€œsenza legge, senza regola, criminale/athemitosโ€) di contatti e di prossimitร  con chi non รจ della stessa tribรน e della stessa nazione imposti ai giudei dalla legge di Mosรจ.

Usato solo qui e in 1Pt 4,3 lโ€™aggettivo athemitos รจ applicato allโ€™idolatria e nei testi postesilici indica ciรฒ che viola le leggi rituali o ciรฒ che รจ moralmente inammissibile (cf. 2Mac 6,5; 7,1; 10,34; 3Mac 5,20; Flavio Giuseppe, Bell. I,84.650.659); si oscilla tra il registro legale e il registro morale; riguarda ยซunโ€™azione che sfida lโ€™ordine divino (themis) dellโ€™universo piuttosto che la legge (nomos)ยป (Wilson).

Il separatismo ebraico era praticato e conosciuto anche dai pagani. Di per sรฉ, perรฒ, non รจ oggetto di alcun precetto della Torah. Sarebbe intollerabile per Luca, con il suo ideale di continuitร  nella storia della salvezza, affermare che la Torah รจ (anche parzialmente) abrogata.

Nessuna preferenza di persone

Nel v. 28, non letto nella liturgia, in dieci parole Pietro esprime il principio dellโ€™universalismo cristiano e, ricordando le parole sentite dalla voce (dal cielo) durante la visione della tovaglia calata dallโ€™alto, afferma: ยซA me Dio ha mostrato che nessun profano o impuro dire uomoยป (lett.). Questa rivoluzione mentale รจ stata possibile a Pietro solo per rivelazione divina.

Dopo che Cornelio gli ha raccontato la terza delle quattro versioni della sua visione, nei vv. 34-35, Pietro chiarisce in che modo gli esseri umani trovano il loro posto davanti a questo Dio accogliente.

รˆ il quinto discorso missionario di Pietro raccolto negli Atti. Questo ha la particolaritร  di essere rivolto a un uditorio pagano. Mescolando formulazione bibliche ed espressioni greche, Pietro (= Luca) espone un discorso missionario con uno schema abituale, incentrato sul Cristo e con una forte sottolineatura del tema dellโ€™universalitร  (โ€œtutto = pasโ€ ricorre ben sette volte). A livello retorico e teologico lo schema del suo discorso puรฒ essere cosรฌ descritto: vv. 34-36 Propositio: il Dio di tutti; vv. 37-39a Narratio I: Gesรน inviato a Israele; vv. 39b-42 Narratio II: Kerygma pasquale; v. 43 Peroratio: Gesรน, Signore universale.

Dio non fa preferenze di persone, รจ imparziale (ou prosลponlemptฤ“s). ยซPietro non argomenta in nome di una teologia della creazione, che fonderebbe unโ€™uguaglianza antropologica, ma con la prospettiva del giudizio escatologico, che fissa le condizioni per lโ€™accesso alla salvezza. Per essere ammessi alla salvezza, Dio non guarda allโ€™apparenza, nรฉ allโ€™appartenenza religiosa, nรฉ alla storia della personaยป (Marguerat).

Gradito a Dio

Pietro rivela quindi positivamente ciรฒ che รจ decisivo per la salvezza della persona di fronte a Dio. ยซMa in ogni nazione chi lo teme e pratica la giustizia gli รจ graditoยป. Lโ€™accento di novitร  cade sul primo elemento โ€œin ogni nazione/ethnosโ€). Esser gradito si riferiva nellโ€™AT alle condizioni in base alle quali Dio accetta i sacrifici (Lv 1,3; 19,5; Is 56,7) o le preghiere dei giusti (Pr 15,8), o ancora i fedeli che praticano la giustizia (Pr 11,20; 16,7; 22,11; Gb 33,26; Sir 2,5).

Va ricordato perรฒ โ€“ come fa osservare Bovon, grande esperto della teologia lucana โ€“ che, a ยซdifferenza dellโ€™AT, Luca non comprende la giustizia nel senso di obbedienza integrale alle prescrizioni della Torah, ma come osservanza di una Legge al tempo stesso spiritualizzata nella sua dimensione rituale e incentrata sugli imperativi moraliยป (cit. da Marguerat).

La frase di Pietro ben riassume il precetto di Dt 10,12-13 nella tradizione greca della LXX, ma lโ€™ยซestensione del campo di applicazione a tutti gli uomini รจ veramente rivoluzionaria: essa decreta che, ormai, tutta lโ€™umanitร  puรฒ beneficiare della rivelazione fatta da Dio a Israeleยป (Marguerat). Essa era giร  stata suggerita in 2,29 e 3,25, ma qui รจ fondata su un principio biblico. Non si invalida la prioritร  accordata a Israele nella storia della salvezza, ma se ne annulla lโ€™esclusivismo.

Questa sconvolgente novitร  teologica โ€“ che non rinnega la continuitร  fondamentale con la storia di Israele โ€“ รจ volutamente espressa con termini tratti solamente dalla LXX, la traduzione greca della Bibbia. Cornelio รจ il prototipo del pagano gradito a Dio. At 10,12 lo avevano infatti presentato come ยซuomo giusto e timorato di Dio (dikaios kai phoboumenos ton theon)ยป, qualitร  ribadite dallโ€™angelo in 10,31.

Il seguito della predicazione dirร  che la salvezza รจ un percorso che passa per la fede in Gesรน.

Lo Spirito come a noi

Nel terzo atto, la scena 6 (vv. 44-48) descrive lโ€™irruzione dello Spirito che scende sui presenti e li fa parlare โ€œin lingueโ€. A ciรฒ segue il battesimo di Cornelio e della sua casa nel nome di Gesรน Cristo. Lโ€™ennesima โ€œpiccola Pentecosteโ€ registrata negli Atti viene a sigillare il discorso di Pietro, ciรฒ che egli ยซdoveva direยป (cf. 10,22), ยซtutto ciรฒ che il Signore gli aveva ordinato di direยป (cf. 10,33).

Gli astanti godono della stessa esperienza dellโ€™effusione dello Spirito Santo goduta dai Dodici, da Maria e dai presenti nel Cenacolo durante la festa di Pentecoste (cf. At 2,1-11). Lo Spirito Santo fa parlare in lingue e lodare Dio. Pietro โ€“ assieme ai sei โ€œfratelliโ€ provenienti dal giudaismo che lo avevano accompagnato a Cesarea (sei piรน uno = sette, la pienezza della testimonianza) โ€“ non puรฒ negare il fatto che anche i pagani abbiano ยซricevuto il dono dello Spirito Santoยป; ยซhanno ricevuto lo Spirito Santo come noiยป, precisa Pietro. Dove cโ€™รจ la presenza dellโ€™apostolo, cโ€™รจ lโ€™effusione dello Spirito, secondo lโ€™autore degli Atti degli Apostoli. A prescindere se ciรฒ avvenga prima (qui) o dopo la celebrazione del battesimo che immerge nel campo di possesso/appartenenza del nome/persona di Gesรน Cristo (en onomati Iฤ“sou Christou) (cf. i circa dodici giovanniti battezzati da Paolo a Efeso, At 19,1-7).

Niente puรฒ impedire la conclusione di un processo voluto e diretto da Dio, in continuitร  ampliata con la storia della salvezza incentrata finora su Israele. Paolo vi aveva giรน riflettuto sopra due decenni prima, concludendo nella Lettera ai Romani: ยซDico infatti che Cristo รจ diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltร  di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: Per questo ti loderรฒ fra le genti e canterรฒ inni al tuo nomeยป (Rm 15,8-9, con citazione di Sal 18,50 LXX; 2Sam 22,50).

Un coraggioso e rivoluzionario passo in avanti รจ stato compiuto da Pietro, il capo del collegio dei Dodici, sotto la precisa regia divina.

Un allargamento di cuore onesto e generoso che, alla luce dello Spirito, impone alla Chiesa โ€“ oggi come ieri โ€“ passi di inculturazione e di accoglienza โ€œindiscriminataโ€.

Rimanete nel mio amore

Proseguendo le applicazioni tratte dallโ€™immagine della vite e dei tralci (Gv 15,1), Gesรน comanda lโ€™unica azione da scegliere, e non altre: โ€œrimanete/meinate (imperativo aoristo) nel mio amoreโ€. รˆ lโ€™amore proprio di Gesรน, che ha una fonte trinitaria, la sorgente perenne del seno del Padre. Un amore sorgivo, effusivo, oblativo. Un amore nuovo, divino.

Il โ€œrimanereโ€ รจ perรฒ strettamente collegato e possibile solo unitamente al โ€œcustodire/conservare/attuare/ tฤ“rฤ“sฤ“teโ€ i comandi di Gesรน. Tฤ“reล traduce spesso nella LXX il verbo ebraico โ€œลกฤmar/custodire, osservareโ€, riferito ai comandi (miแนฃwรดt) di YHWH. รˆ interessante perรฒ, a livello spirituale, la necessitร  di โ€œtrattenereโ€ nel cuore e nella volontร  i comandi di Gesรน, meditando sulla loro profonditร , bellezza e veritร . Senza precipitarsi subito sul โ€œfare/ebr. โ€˜ฤล›ฤhโ€, che potrebbe far nascere il pericolo del prassismo e, alla fine, del narcisismo spirituale.

Gesรน per primo โ€œha custoditoโ€ i comandi del Padre (v. 10 tetฤ“rฤ“ka, tempo perfetto, che indica una continuitร  degli effetti fin nel presente di unโ€™azione compiuta nel passato).

Come Gesรน ha ricevuto vari comandi dal Padre (cf. Gv 10,18 โ€œdeporre la vitaโ€; 12,49 cosa dire; 12,50 รจ vita eterna) โ€“ riassumibili perรฒ in uno solo, riassuntivo: โ€œdeporre la vitaโ€), cosรฌ anche Gesรน dร  in effetti un solo comandamento, quello dellโ€™amore reciproco (cf. Gv 13,34; 15,12). Esso รจ โ€œnuovoโ€ perchรฉ รจ stato vissuto per primo da lui, lโ€™Inviato dal Padre, fino al dono totale di sรฉ. Chi custodisce/attua/tฤ“rฤ“sฤ“te i comandi di Gesรน dimostra in concreto di amarlo in veritร  (cf. Gv 14,15.21).

Se si osserva, si rimane. Importante รจ la particella comparativa/modale โ€œkathลs/comeโ€ del v. 10. Essa non esprime perรฒ solo un paragone, ma un fondamento. รˆ โ€œsul fondamento/kathลsโ€ dellโ€™osservanza da parte di Gesรน dei comandi del Padre che noi discepoli di Gesรน potremo custodire/attuare i comandi di Gesรน e in tal modo โ€œrimanereโ€ in lui.

Non ci puรฒ essere solo una pura somiglianza imitativa. In noi discepoli cโ€™รจ una partecipazione allโ€™amore filiale di Gesรน, basata sul fondamento previo della permanenza continua di Gesรน nel Padre โ€“ immanenza reciproca โ€“ grazie allโ€™osservanza spontanea e filiale delle sue prospettive salvifiche, del suo amore per gli uomini (cf. Gv 3,16 ยซCosรฌ infatti amรฒ Dio il mondo, cosรฌ che diede il Figlio Unigenitoโ€ฆยป, lett.).

Gioia โ€œcompiutaโ€

Tutto il parlare rivelativo di Gesรน, dal valore permanente (lelalฤ“ka, perfetto greco), espresso nella sua vita pubblica tramite segni e discorsi, e ora nei โ€œdiscorsi di addioโ€, ha come unica finalitร  la fissazione interiorizzata e stabile della gioia propria di Gesรน (e del Padre, nello Spirito).

La vita divina come gioia! La presenza di Gesรน e della sua parola, anche imperativa, come gioia! รˆ una prospettiva totalmente positiva della vita spirituale, della vita eterna che comincia fin dโ€™ora per il discepolo di Gesรน. Il Figlio non vuole osservanti della Legge, ma fratelli che condividono per dono la sua stessa gioia di vivere da Figlio. Il comando dellโ€™amore non รจ unโ€™imposizione esterna, ma legge di vita umana endogena trasfigurata dalla vita filiale di Gesรน.

Lโ€™amore non รจ legge, รจ vita. Assecondare la vita รจ vita, non รจ osservanza di una legge. La gioia del discepolo di Gesรน non sarร  self made, autocostruita, ma una gioia ยซportata a compimento (hinaโ€ฆ plฤ“rลthฤ“i, โ€œpassivum divinumโ€)ยป dal Dio della gioia. ยซEssere cristiani รจ โ€œgioia nello Spirito Santoโ€ (Rm 14,17), perchรฉ โ€œallโ€™amore di caritร  segue necessariamente la gioia. Poichรฉ chi ama gode sempre dellโ€™unione con lโ€™amatoโ€ฆ Per cui alla caritร  segue sempre la gioiaโ€ยป (papa Francesco, Gaudete et exsultate 122, con cit. di s. Tommaso Dโ€™Aquino, Summa Theologiae, I-II, q. 70, a. 3).

Deporre la vita

Al v. 12, infatti, ritorna il kathลs fondativo, non comparativo-ideale. รˆ โ€œsul fondamento/kathลsโ€ dellโ€™amore preveniente di Gesรน per gli uomini che questi potranno amarsi reciprocamente, mettendo cosรฌ in pratica il โ€œcomandamentoโ€ di Gesรน. Nessuno ha un amore piรน grande di colui che ยซdepone (thฤ“i<tithฤ“mi) la propria vita (tฤ“n psychฤ“n autou) per gli amiciยป. Gesรน la โ€œdeporrร โ€ come ha โ€œdepostoโ€ le sue vesti nella Cena dellโ€™addio (Gv 13,4), vero pastore buono e bello che โ€œdeponeโ€ la vita (Gv 10,11.17.18) per le pecore del suo gregge e delle altre che condurrร  fuori da altri ovili.

Lโ€™amore piรน grande, quello di Gesรน, lui lo vivrร  amando addirittura i nemici e โ€œdeponendoโ€ la propria vita per loro. ยซTutto รจ compiutoยป delle Scritture e del piano di Dio, riconoscerร  Gesรน nel momento in cui egli starร  per consegnare lo Spirito dalla croce (Gv 19,30).

E il torrente di sangue e di acqua che usciranno dal suo costato, il lato destro del tempio del suo corpo, non si fermeranno certo solo alla Madre e al Discepolo Amato, il germoglio della Chiesa. Esso raggiungerร  la valle deserta dellโ€™Araba e risanerร  anche la vita morta del Mar Morto, il Mare del Sale. Le piante che vi cresceranno sulle rive produrranno dodici raccolti allโ€™anno e le loro foglie serviranno da medicina per gli uomini (cf. Ez 47,1-12). Esso raggiungerร  anche i nemici e i confini della terra, sia per salvare โ€œla nazioneโ€ sia per radunare in unitร  i figli di Dio che erano stati e rimangono dispersi (ta tekna tou theou ta dieskorpismena, cf. Gv 11,52).

Amici scelti

Gesรน โ€œdeponeโ€ la propria vita per gli amici e per i nemici. Gli amici sono coloro che mettono in pratica lโ€™unico comandamento che sta a cuore allโ€™Amico, il Maestro, il Signore (cf. Gv 13,13). Sono amici perchรฉ obbediscono alla legge di vita che รจ lโ€™amore oblativo e per questo Gesรน ha con loro una consonanza sia kyriale โ€“ da Signore โ€“ sia amicale.

Gesรน ha aperto loro il proprio cuore facendo noto ad essi (gnลrizล) la sua intimitร  filiale col Padre, ogni dialogo dโ€™amore oblativo che lo Spirito tesse fra lโ€™Eterna Origine e lโ€™Inviato. I discepoli di Gesรน non sono come i discepoli dei rabbi ebrei del tempo. Non loro hanno scelto il proprio maestro, ma รจ stato Gesรน a sceglierli per sรฉ (exelexamฤ“n<aor. medio di eklegomai) fra altri, con criteri a noi sconosciuti.

Innestati nella vite autentica e genuina (Gv 15,1), lo scopo unico della vita degli โ€œamiciโ€ di Gesรน โ€“ coloro che โ€œsanno tuttoโ€ di Gesรน e del Padre, nello Spirito โ€“ รจ quello di โ€œpartirsene/hypageteโ€ (in continuitร , cong. presente) e portare un frutto duraturo, che โ€œrimaneโ€ perchรฉ vero, divino, proveniente dallโ€™alto/nuovo (anล; cf. Gv 8,23: ยซE diceva loro: โ€œVoi siete di quaggiรน [hymeis ek tลn katล este], io sono di lassรน [egล ek tลn anล eimi]; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondoโ€ยป).

Espansione della Trinitร  sulla terra. Lievito trinitario impastato nel corpo ecclesiale e nel mondo degli uomini. La scelta di Gesรน porta i suoi discepoli nel vortice della Trinitร . Il loro frutto sarร  espandere lโ€™unitร  fra i figli di Dio (cf. Gv 11,52). Gli โ€œamiciโ€ di Gesรน saranno messi in grado di ottenere da lui ogni cosa chiesta al Padre in consonanza filiale con lui.

Tutte queste cose il Signore Gesรน, lโ€™Amico, il Maestro e il Signore le comanda per un solo scopo: perchรฉ i discepoli possano amarsi reciprocamente.

Deposizione della vita, ascolto della Parola, consonanza di vita trinitaria, missione dai frutti duraturi, preghiera esaudita.

La linfa vitale fluisce vorticosa nel vitigno DOC.

Sarร  unโ€™annata eccezionale, questโ€™anno.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj โ€“ Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

VI Domenica del Tempo di Pasqua

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 6 Maggio 2018 anche qui.

Gv 15, 9-17
Dal Vangelo secondo Giovanni

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perchรฉ la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12Questo รจ il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore piรน grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciรฒ che io vi comando. 15Non vi chiamo piรน servi, perchรฉ il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal Padre mio lโ€™ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchรฉ andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perchรฉ tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 06 โ€“ 12 Maggio 2018
  • Tempo di Pasqua VI
  • Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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