Quando inizia la Messa?

E lโultima cena di Gesรน con i suoi discepoli, che sta alla base del rito della Messa, quando รจ iniziata?
Il racconto dellโultima cena che troviamo nel Vangelo di Marco รจ molto singolare per la distribuzione dei dettagli del racconto. La parte che ricorda le parole di Gesรน sul pane e sul calice di vino, e che รจ il cuore del ricordo che facciamo ogni Messa, รจ molto sintetica, mentre molto piรน spazio viene riservato al racconto della preparazione della cena e anche al tradimento di Giuda (che nel brano letto questa domenica viene saltato). Giustamente noi fermiamo la nostra attenzione e meditazione sulle parole di Gesรน e su quello che Gesรน fa con quel pane e con quel calice. Spezzando il pane il Maestro sintetizza tutta la sua vita e quello che sta per accadere sulla croce: lui ha donato e donerร tutto sรฉ stesso per lโumanitร a iniziare dai suoi amici.
La parola โcorpoโ non indica solamente il corpo fisico di carne, ma tutta la vita della persona, in ogni sua scelta concreta. Come quel pane รจ spezzato, dato e mangiato, cosรฌ va intesa e accolta la vita di Gesรน. Lui รจ venuto per nutrire di amore il mondo, donando il suo tempo, le sue parole, la sua forza, il suo respiro. Sulla croce i discepoli non dovranno vedere una sconfitta, ma al contrario il dono totale dellโamore. Lo stesso vale per il calice di vino che diventa segno del suo sangue. Quando Gesรน parla di โsangue dellโalleanzaโ, si richiama al sacrificio che veniva fatto con animali per ribadire lโalleanza tra Dio e lโuomo, tra il cielo e la terra. Gesรน, morendo sulla croce, rende definitiva lโalleanza tra Dio e lโumanitร . Non serviranno piรน altri sacrifici rituali per legarsi a Dio, perchรฉ Dio stesso ha donato tutto sรฉ stesso allโuomo.
Quando celebriamo la Messa, con le parole sul pane e sul vino che il presbitero pronuncia a nome di tutti, Gesรน รจ di nuovo presente con tutta la sua storia, il suo amore e il suo dono. Fare la comunione, cioรจ mangiare quel pane su cui sono state pronunciate le parole di Gesรน, significa accogliere un dono di cui abbiamo bisogno e di cui diventare poi annunciatori.
Ma come dicevo allโinizio, mi colpisce questa insistenza dellโevangelista nel raccontare i preparativi della cena, con la descrizione dei discepoli che vanno e incontrano lโuomo con la brocca dโacqua e poi il padrone di questa stanza al piano superiore, giร preparata in parteโฆ
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I ricordi dei primi discepoli riguardo lโultima cena, ricordi che lโevangelista Marco riporta nel suo Vangelo, comprendono quei preparativi, quellโandare e cercare la persona giusta, il salire e prendersi cura della stanza che qualcun altro ha iniziato a preparare.
Oggi quella stanza al piano superiore cโรจ ancora, cosรฌ almeno pensano gli archeologi e storici, ma รจ stata trasformata in un museo. Ma la vera stanza che oggi va preparata perchรฉ di nuovo vengano ripetuti i gesti e le parole di Gesรน in ricordo di tutta la sua vita, non รจ un ambiente fisico ma un ambiente umano. Questa โstanzaโ oggi รจ la comunitร cristiana: i due discepoli che vanno, lโuomo con la brocca dโacqua che fa strada, il padrone che mette a disposizione la sua casa, e la stanza stessa, oggi siamo tutti noi. E la Messa, come lโultima cena di allora, non puรฒ svolgersi se non cโรจ la sua stanza comunitaria e umana pronta e sistemata, se non mettiamo a disposizione lo spazio della nostra vita, se non costruiamo dentro di noi lโambiente giusto perchรฉ le parole e i gesti di Gesรน possano ripetersi davvero.
Come in tutte le parrocchie, anche la mia ha un ambiente fisico, la chiesa di mattoni, che accoglie il rito della Messa. E come tutte le parrocchie ci sono persone generose che con fatica e impegno fanno in modo che gli spazi siano puliti e preparati per le Messe feriali e festive. Ma non basta questo perchรฉ tutto si possa svolgere bene. La Messa inizia quando tutti ogni giorno cerchiamo di curare lo spazio vitale in cui anche oggi Gesรน si muove, parla e agisce.
La stanza dellโultima cena oggi siamo noi e la Messa inizia molto prima del suono della campana, ma nel momento in cui apriamo gli occhi e iniziamo a vivere il Vangeloโฆ
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (โin arte don Giobaโ)