EPIFANIA DEL SIGNORE – 6 Gennaio
La solennità dell’Epifania del Signore ci permette di raggiungere una delle vette simboliche più alte del ciclo natalizio ricordandoci quanto il fatto dell’incarnazione trovi effettiva pienezza nella manifestazione di Cristo all’umanità. Il Verbo fatto carne è ora manifestato a tutti i popoli come promessa universale di salvezza.
Commento al Vangelo
Cercatori di Dio nel creato e nella Parola
Il testo di Mt 2,1-12 è effettivamente alla base della liturgia dell’Epifania. Matteo riprende il genere letterario agiografico in uso negli ambienti giudaici, a proposito dei fatti stupefacenti che accompagnano la nascita dei grandi personaggi biblici come i patriarchi e Mosè, e lo utilizza per raccontare il venire al mondo di Cristo. Nello stesso tempo e in maniera originale, egli riporta la visita dei magi a Gesù, presentandola come una sorta di inchiesta che prima passa per Gerusalemme (vv. 1-8) per raggiungere poi una casa di Betlemme (vv. 9-12).
Nella prima parte del testo (vv. 1-8), i magi, sapienti provenienti da lontano, si sono mossi a motivo dell’apparizione di una stella, per andare ad adorare il re dei Giudei. Essi arrivano dove è normale che nasca il re, nella città regale di Gerusalemme. È l’ambiente dove si può ascoltare e comprendere la Scrittura, ma anche laddove si manifesta il sospetto e l’ostilità per colui che i magi cercano. Non è sufficiente guardare i segni del cielo (la stella) per trovare il messia, è necessario scrutare la Parola di Dio. Tuttavia, proprio coloro che più la conoscono sono i primi a disattendere una tale ricerca.
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L’evangelista contrappone così i vicini (Erode e i capi giudei) ai lontani (i magi) e prefigura già il destino di Cristo, messia rifiutato dal suo popolo, ma accolto dai pagani. Le profezie, che indicano Betlemme come il luogo di nascita del Messia (Mi 5,1), mostrano la fedeltà di Dio alle promesse fatte al betlemmita Davide e alla sua discendenza, ma allo stesso tempo anche la logica del suo agire, secondo il quale egli scarta la grandezza di Gerusalemme per scegliere la piccolezza di un villaggio della Giudea.
Nella seconda parte del brano (vv. 9-12), la stella, che si era eclissata sulla capitale incredula e sospettosa, riappare fino a fermarsi nel luogo dove si trova il re-bambino. Nella debolezza di questo piccolo è presente la regalità: così si manifesta ancora la scelta paradossale di Dio che capovolge le categorie di valore dell’uomo.
La grande gioia dei magi, contrapposta al turbamento di Erode e dei suoi, indica che il loro cammino di ricerca ha raggiunto il suo compimento. Lo scopo per il quale si erano mossi, venire ad adorare il re, si realizza nel prostrarsi davanti al bambino e per mezzo dell’offerta di oro, incenso e mirra. Questo omaggio regale esprime il riconoscimento messianico di tutti i popoli nei confronti del figlio di Maria.
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Pur senza citare nessuno dei testi biblici, Matteo evoca soprattutto le immagini dei Profeti (come ben visto nella prima lettura) e dei Salmi che preannunciano la venuta delle genti lontane per rendere ossequio al re-messia. Il finale del brano accenna al ritorno dei magi al loro paese. Come avevano dimostrato la loro disponibilità nel lasciarlo per cominciare la ricerca e nel cambiare l’itinerario da Gerusalemme a Betlemme, così, seguendo l’invito di Dio nel sogno, vi tornano per un’altra strada.
Il testo di Matteo stimola quindi i credenti a porsi in un sincero atteggiamento di ricerca di Cristo, sull’esempio dei magi, in compagnia degli uomini e delle donne di oggi. Scrutando sia la creazione sia la stessa Scrittura, essi potranno ogni volta trovarlo e sperimentare nell’incontro con lui la vera gioia che cambia l’esistenza personale.
Brano del Vangelo di Mt 2,1-12 semplificato:
TRE RE MAGI VENGONO DALL’ORIENTE PER CERCARE GESÙ BAMBINO E VANNO DAL RE ERODE. I MAGI CHIEDONO AL RE ERODE: «DOVE È GESÙ BAMBINO? ABBIAMO SEGUITO LA STELLA COMETA E SIAMO VENUTI PER PORTARE A GESÙ DEI DONI». IL RE ERODE È PREOCCUPATO E COSÌ CHIAMA I SACERDOTI E GLI SCRIBI PER SAPERE DOVE PUÒ TROVARE IL FIGLIO DI DIO. I SACERDOTI E GLI SCRIBI DICONO LE PAROLE DEL PROFETA MICHEA: «EGLI NASCE A BETLEMME ED È IL RE DEL POPOLO DI ISRAELE». IL RE ERODE DICE AI MAGI: «ANDATE A BETLEMME. TROVATE IL BAMBINO E POI RACCONTATE A ME DOVE È: COSÌ ANCHE IO PORTO A LUI DEI DONI». I MAGI PARTONO, VEDONO ANCORA LA STELLA COMETA E SONO PIENI DI GIOIA. SEGUONO LA STELLA COMETA E LA
STELLA SI FERMA DOVE C’È GESÙ BAMBINO. I MAGI VEDONO GESÙ BAMBINO CON LA SUA MAMMA MARIA. I MAGI SI INGINOCCHIANO E OFFRONO I DONI: ORO, INCENSO, MIRRA. I MAGI FANNO UN SOGNO E NON RITORNANO AD AVVISARE IL RE ERODE, MA VANNO A CASA PER
UN’ALTRA STRADA.
Commento al Vangelo tratto dal sussidio CEI al periodo di Avvento/Natale 2024, scarica il file PDF completo.