Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 6 Gennaio 2019.
Brilla la Stella, luce per tutti i popoli
Terra di passaggio, oggetto di contese, crocevia di popoli, culture, razze e lingue, la Palestina รจ stata invasa e occupata a turno dai faraoni egiziani e dai principi della Mesopotamia.
Il desiderio di prendersi un giorno la rivincita contro questi oppressori รจ stato coltivato a lungo da Israele (Sal 137,8-9), ma la rivalsa, la ritorsione, la vendetta non entrano nei progetti di Dio. Un profeta anonimo del III secolo a.C. rivela quali sono invece i sogni di Dio. Eccoli: โUn giorno gli egiziani serviranno il Signore insieme con gli assiri. Israele sarร il terzo con lโEgitto e lโAssiria, una benedizione in mezzo alla terra. Li benedirร il Signore dellโuniverso: Benedetto sia lโegiziano mio popolo, lโAssiro opera delle mie mani e Israele mia ereditร โ (Is 19,23-25).
Una profezia sorprendente, inaudita, incredibile: Israele รจ destinato ad essere mediatore di salvezza per i suoi due nemici storici, gli assiri e gli Egiziani.
Un secolo prima un altro profeta aveva annunciato: il Signore condurrร tutti gli stranieri sul suo monte santo e li colmerร di gioia nella sua casa (Is 56,6-7).
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Il sogno di Dio si รจ realizzato quando in Giacobbe รจ spuntata, come il Signore aveva promesso (Nm 24,17), la stella, Cristo Signore. La sua luce dissipa le tenebre create dagli odi ancestrali e convoca tutte le genti in unโunica famiglia.
ร questo il messaggio di speranza dellโEpifania, la festa della luce.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โLa sua luce farร fiorire la giustizia e abbondare la pace, finchรฉ non si spenga la lunaโ.
Prima Lettura (Is 60,1-6)
1 Alzati, rivestiti di luce, perchรฉ viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
2 Poichรฉ, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
3 Cammineranno i popoli alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
4 Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
5 A quella vista sarai raggiante,
palpiterร e si dilaterร il tuo cuore,
perchรฉ le ricchezze del mare si riverseranno su di te,
verranno a te i beni dei popoli.
6 Uno stuolo di cammelli ti invaderร ,
dromedari di Madian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.
Per comprendere questa pagina, una delle piรน poetiche di tutta la Bibbia, sono necessarie due premesse, una storica ed una geografica. Cominciamo dalla prima.
Commentando la prima lettura del giorno di Natale abbiamo accennato agli avvenimenti drammatici che nel 587 a.C. hanno portato alla distruzione di Gerusalemme.
La cittร umiliata, ridotta ad un cumulo di macerie, appare, agli occhi del profeta, come una vedova che siede sola, avvilita, desolata, senza marito e privata anche dei figli che le sono stati rapiti e deportati in terra straniera.
Passano gli anni e le speranze di un ritorno degli esuli da Babilonia si assottigliano sempre piรน. โLa signora delle nazioniโ (Lam 1,1), โil vanto di tutta la terraโ (Is 62,7), colei che, nel momento del suo splendore, era stata paragonata ad una fanciulla affascinante e corteggiata da tutti, ora รจ ridotta a schiava, vecchia e sconsolata.
E ora la premessa geografica: Gerusalemme รจ situata su un monte ai cui fianchi scorrono due valli citate anche nei Vangeli, la Geenna e il Cedron. Il mattino, quando spunta il sole, la cittร viene avvolta da fulgida luce, mentre tuttโattorno le valli continuano nelle tenebre della notte. In ebraico Cedron significa โoscuroโ.
In questo contesto storico e geografico, ecco cosa scorge il profeta.
Eโ lโalba e il primo raggio di sole che spunta dal monte degli Ulivi illumina la cittร . Par di sognare: improvvisamente, Gerusalemme, la vedova avvizzita, diviene raggiante, incantevole, torna la ragazza affascinante di un tempo; un manto di luce la cinge, come un vestito di mille colori. Il profeta si avvicina e invita la cittร a gettare via i segni del lutto, ad alzarsi, ad asciugarsi le lacrime perchรฉ il suo sposo, il Signore, che lโha abbandonata a causa delle sue infedeltร , ora la vuole riprendere (vv.1.4).
Non torna soltanto lo sposo, le vengono restituiti anche i figli portati in esilio. Deve solo alzare gli occhi per vederli (v.4). Tornano da lontano e le figlie sono portate in braccio da coloro che le avevano rapite.
La visione continua. Ora il profeta invita Gerusalemme a volgere lo sguardo verso occidente: allโorizzonte, fra le onde del Mediterraneo, appaiono le navi mercantili della Fenicia, della Grecia, di Tarsis, il mitico paese dove il sole ogni giorno conclude il suo corso. Sono cariche di doni per lei, la benedetta (v.5). Da oriente giunge uno stuolo di cammelli e di dromedari. Portano i prodotti esotici del deserto dโArabia e dei favolosi regni di Saba: spezie, profumi, oro e quanto cโรจ di piรน prezioso.
Qual รจ il senso di questa scena grandiosa e perchรฉ viene proposta per la festa dellโEpifania?
Il profeta aveva in mente un sogno: il ritorno dei deportati da Babilonia e la riunione di tutti i dispersi dโIsraele. Un sogno non facile da realizzare perchรฉ gli israeliti si erano ormai ben sistemati in terra dโesilio e non avevano alcuna intenzione di affrontare nuovi rischi e imprevisti.
Ne convinse alcuni, pochi, i piรน si stabilirono per sempre a Babilonia. Coloro che tornarono rimasero delusi: trovarono Gerusalemme ancora in rovina, non si accese alcuna luce, dal deserto e dal mare vennero sรฌ i popoli, ma per depredareโฆ
Nonostante il comprensibile sconforto e smarrimento, Israele non pensรฒ minimamente che il Signore li avesse ingannati o potesse mancare di parola. Anche nei momenti piรน difficili, la profezia continuรฒ ad essere ripetuta: โAffluiranno qui i tesori di tutti i popoliโ (Ag 2,7); โI re di Tarsis e delle isole porteranno offerte; i re degli arabi e di Saba offriranno tributiโ (Sal 72,10).
Quel giorno giunse e la sorpresa di Dio fu tanto grande che lo stesso profeta โ se ancora fosse stato in vita โ sarebbe rimasto sorpreso e sbalordito.
La luce che รจ uscita da Gerusalemme e ha inondato il mondo รจ quella della Pasqua. Da quel giorno tutti i popoli hanno iniziato il loro pellegrinaggio verso โil monte del Signoreโ, verso quella comunitร eletta, la Chiesa, che รจ stata posta sul monte (Mt 5,14) come segno per tutti gli uomini dellโinizio del regno di pace sulla terra.
Epifania significa โapparizione del Signoreโ. In Oriente, dove รจ nata, questa festa era stata istituita non per ricordare i Magi, ma la nascita di Gesรน, il Natale, lโapparizione della luce. In occidente โ dove il Natale era celebrato il 25 dicembre โ venne accolta nel IV secolo e divenne la festa della โmanifestazione della luce del Signoreโ ai pagani e della chiamata universale di tutti i popoli alla salvezza in Cristo.
Seconda Lettura (Ef 3,2-3.5-6)
Fratelli, 2 penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: 3 come per rivelazione mi รจ stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente. 4 Dalla lettura di ciรฒ che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo.
5 Questo mistero non รจ stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente รจ stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: 6 che i Gentili cioรจ sono chiamati, in Cristo Gesรน, a partecipare alla stessa ereditร , a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo.
Il termine mistero ricorre due volte soltanto nei Vangeli โ nella famosa frase di Gesรน agli apostoli: โA voi รจ dato conoscere i misteri del regno dei cieliโ (Mc 4,11; Mt 13,11) โ ma รจ usato frequentemente nelle lettere di Paolo e nellโApocalisse.
Con questa parola si indicava in Israele il progetto di Dio sul mondo, progetto segreto, inaccessibile, perchรฉ elaborato da lui in cielo. Gli uomini โ si diceva โ non sono in grado di comprenderlo perchรฉ le vie e i pensieri del Signore sono lontani dai nostri come il cielo sovrasta la terra (Is 55,9).
Non riusciremo dunque mai a sapere cosโha in mente Dio, dove ci vuole condurre, qual รจ il fine, lโobiettivo della creazione?
Al tempo di Gesรน si pensava che Dio facesse conoscere i suoi progetti arcani ad alcuni uomini mediante sogni, visioni, rapimenti in cielo.
Nella lettura di oggi, Paolo afferma invece che il modo di giungere alla conoscenza del โmisteroโ รจ diverso.
Incaricati di rivelare i pensieri e i piani del Signore non sono i visionari, ma i predicatori, gli apostoli, i profeti delle comunitร cristiane. Costoro ricevono da Dio il dono di penetrare nella comprensione del suo mistero.
Giungono a capirlo perchรฉ sono attenti a ciรฒ che il Signore realizza in mezzo al suo popolo: contemplano le sue gesta e cosรฌ ricevono la rivelazione di ciรฒ che egli ha in mente da tutta lโeternitร . Paolo include anche se stesso fra le persone elette che hanno scoperto il progetto di Dio e che sono state coinvolte nella sua attuazione.
Nella seconda parte della lettura (vv. 5-6) lโApostolo chiarisce finalmente in che cosa consiste il mistero: รจ la salvezza di tutti gli uomini.
Lโereditร delle promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza non รจ un privilegio esclusivo di Israele, ma รจ condivisa da tutti i popoli. Nelle passate generazioni nemmeno gli uomini piรน attenti avevano intuito questo progetto di Dio.
Essi erano convinti che le nazioni pagane fossero come un nulla davanti a Dio, come niente e vanitร (Is 40,17). Ora, invece, in Cristo, Dio rivela che anche i pagani sono โcoerediโ, โcompartecipiโ delle promesse e formano, con i membri del popolo eletto, โun unico corpoโ (v.6).
Questo mistero di Dio รจ giร stato formulato da Paolo nel capitolo precedente con parole commoventi che vale la pena di rammentare: โRicordatevi โ dice agli efesini โ che eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza dโIsraele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo. Ora invece, in Cristo Gesรน, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti รจ la nostra pace, colui che dei due ha fatto un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, facendo la pace. Egli รจ venuto perciรฒ ad annunziare pace. Pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano viciniโ (Ef 2,12-17).
Il brano di questa lettera si inserisce perfettamente nel tema di questa festa che celebra lโapparizione della luce di Cristo ai pagani.
Vangelo (Mt 2,1-12)
1 Gesรน nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2โDovโรจ il re dei Giudei che รจ nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarloโ. 3 Allโudire queste parole, il re Erode restรฒ turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, sโinformava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5 Gli risposero: โA Betlemme di Giudea, perchรฉ cosรฌ รจ scritto per mezzo del profeta:
6 E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il piรน piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirร infatti un capo
che pascerร il mio popolo, Israeleโ.
7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviรฒ a Betlemme esortandoli: โAndate e informatevi accuratamente del bambino e, quando lโavrete trovato, fatemelo sapere, perchรฉ anchโio venga ad adorarloโ.
9 Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finchรฉ giunse e si fermรฒ sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per unโaltra strada fecero ritorno al loro paese.
Fin dai primi tempi della Chiesa, i Magi hanno suscitato un vivo interesse fra i fedeli. Sono stati uno dei temi preferiti dagli artisti paleocristiani: sui sarcofagi e nei dipinti appaiono molto piรน spesso della stessa scena della nativitร .
I cristiani non si sono accontentati delle scarne notizie che si trovano nel testo evangelico.
Mancano troppi dettagli: da dove venivano? Quanti erano? Come si chiamavano? Quale mezzo di trasporto hanno usato? Cosโhanno fatto dopo essere ritornati ai loro paesi? Dove sono stati sepolti?
Per rispondere a queste domande sono nate molte leggende. Si รจ detto che erano re, che erano tre, che venivano uno dallโAfrica, uno dallโAsia e uno dallโEuropa e che erano uno nero, uno giallo ed uno bianco. Guidati dalla stella, si erano incontrati in uno stesso punto e poi avevano percorso insieme lโultimo tratto di cammino fino a Betlemme; si chiamavano Gaspare (il giovane imberbe e colorito), Melchiorre (il vecchio canuto dalla lunga barba), Baldassarre (lโuomo maturo con barba folta). Erano chiaramente i simboli delle tre etร della vita. Per il viaggio si erano serviti di cammelli e dromedari. Dopo essere tornati a casa, quando giร avevano raggiunto la veneranda etร di 120 anni, un giorno rividero la stella, partirono e si ritrovarono di nuovo insieme in una cittร dellโAnatolia per celebrare la messa di Natale; lo stesso giorno, lieti, morirono. Le loro spoglie fecero il giro del mondo: prima a Costantinopoli, poi a Milano fino al 1162 quando furono trasferite nel duomo di Colonia in Germania.
Si tratta di storie piacevoli e commoventi, ma vanno tenute accuratamente distinte dal racconto evangelico per non compromettere il messaggio che il testo sacro vuole comunicare.
Cominciamo quindi a chiarire alcuni dettagli che nelle nostre menti sono strettamente legati alla figura dei Magi, ma che nulla hanno a che vedere con quanto narra Matteo.
Anzitutto non รจ detto che erano tre, ed erano โmaghiโ, non re. Dovevano appartenere alla categoria dei divinatori, degli astrologi, gente molto nota e apprezzata nellโantichitร per la saggezza, per la capacitร di interpretare i sogni, di prevedere il futuro e di leggere la volontร di Dio attraverso gli avvenimenti normali o straordinari della vita.
Non cโรจ da meravigliarsi che Matteo abbia introdotto i maghi nel suo racconto e li abbia scelti come simbolo di tutti i pagani che, prima degli stessi Giudei, hanno aperto gli occhi alla luce di Cristo.
Riguardo alla stella: era opinione diffusa che la nascita di un grande personaggio fosse accompagnata dallโapparizione in cielo della sua stella โ grande per i ricchi, piccola per i poveri, sfuocata per i deboli. Lโapparire di una cometa si pensava fosse il segno dellโavvento di un nuovo imperatore.
Ma davvero i Magi hanno visto una cometa?
Molti astronomi hanno dedicato tempo ed energie per verificare se, duemila anni fa, sia apparso nei cieli un astro particolarmente luminoso in concomitanza con la nascita di Gesรน. Hanno verificato che nel 12-11 a.C. รจ passata la cometa di Halley, poi nellโanno 7 a.C. si รจ verificata per tre volte la congiunzione di Giove (la stella della regalitร ) con Saturno (la stella dei Giudei โ secondo Tacito).
Ammirevoli per il loro impegno, ma, portata avanti in questo modo, la ricerca della cometa di Betlemme mi ricorda le spedizioni sullโArarat per trovare lโarca di Noรจ.
Leggendo il testo di Matteo gli astronomi dovrebbero facilmente rendersi conto che lโevangelista non allude ad un fenomeno astronomico: i Magi vedono la stella che li precede mentre vanno da Gerusalemme a Betlemme, quindi una stella che vaโฆ da nord a sud. Davvero singolare! Tutti i corpi celesti si muovono da est a ovest.
La stella cui fa riferimento Matteo non va cercata in cielo, ma nella Bibbia.
Lโevangelista scrive per lettori che conoscono bene lโAT e da secoli sono in attesa di veder apparire la stella di cui parla una misteriosa profezia contenuta nel libro dei Numeri.
In Nm 22-24 รจ narrata la curiosa storia di Balaam e della sua asina parlante. Balaam era un indovino, un mago dellโOriente, proprio come quelli di cui ci parla il Vangelo di oggi. Un giorno egli, senza volerlo, fa una profezia: โIo lo vedo, ma non รจ un avvenimento che accadrร fra poco; lo sento, ma non รจ vicino: una stella spunta dalla stirpe di Giacobbe, un regno, nato da Israele, si innalzaโฆ Uno di Giacobbe dominerร i suoi nemiciโ (Nm 24,17.19).
Cosรฌ parlava, circa 1200 anni prima della nascita di Gesรน, Balaam, โlโuomo dallโocchio penetranteโ (Nm 24,3) e da allora gli israeliti hanno cominciato ad attendere con ansia lo spuntare di questa stella che altri non era che lo stesso Messia.
Presentandoci i Magi dellโOriente che vedono la stella, lโevangelista vuole dire ai suoi lettori: dalla stirpe di Giacobbe รจ spuntato lโatteso liberatore, รจ Gesรน. Eโ lui la stella.
Dovremo allora togliere dai nostri presepi la cometa? No! Contempliamo pure quella stella e indichiamola anche ai nostri figli, ma spieghiamo loro che la stella non รจ un astro del cielo, ma รจ Gesรน, รจ lui la luce che illumina ogni uomo (Gv 1,9), รจ lui la fulgida stella del mattino (Ap 22,16).
Matteo scrive negli anni 80 d.C. e cosa verifica? Constata che i pagani sono entrati in massa nella Chiesa, hanno riconosciuto e adorato la stella, mentre i Giudei che da tanti secoli la stavano aspettando, lโhanno rifiutata.
Il racconto dei Magi รจ dunque una โparabolaโ di ciรฒ che sta accadendo nelle comunitร cristiane alla fine del I secolo. I pagani che hanno cercato con onestร e costanza la veritร hanno ricevuto da Dio la luce per trovarla.
A Matteo preme mettere in risalto un altro particolare: i Magi (simbolo dei popoli pagani) non sarebbero mai giunti a Cristo se i Giudei, con le loro Scritture, non avessero indicato loro il cammino. Israele, pur non avendo seguito la stella, ha portato a compimento la sua missione: รจ stato il mediatore della salvezza di tutti i popoli.
Ora proviamo a collegare il Vangelo di oggi con la prima lettura. Il profeta diceva che, quando in Gerusalemme fosse brillata la luce del Signore, tutti i popoli si sarebbero messi in cammino verso questa cittร santa, portando i loro doni. Con il racconto dei Magi, Matteo vuole dirci che si รจ realizzata questa profezia: guidati dalla luce del Messia, i popoli pagani (rappresentati dai Magi) si dirigono verso Gerusalemme, per portare oro, incenso e mirra. La pietร popolare ha applicato a ognuno di questi doni un significato simbolico: lโoro indica il riconoscimento di Gesรน come re, lโincenso rappresenta lโadorazione di fronte alla sua divinitร , la mirra richiama la sua umanitร โ questa resina profumata verrร ricordata durante la passione (Mc 15,23; Gv 19,39).
Anche la storia delle cavalcature non รจ stata inventata dal nulla; รจ ancora la prima lettura di oggi che ci parla di โuno stuolo di cammelli e di dromedariโ che vengono dallโOriente (Is 60,6).
A differenza dei pastori che sono rimasti a contemplare e a gioire di fronte alla salvezza che il Signore aveva loro rivelato, i Magi si sono prostrati in adorazione (v.11). Il loro gesto richiama il cerimoniale di corte โ la prostrazione e il bacio dei piedi del re โ oppure il bacio del suolo davanti allโimmagine della divinitร . I pagani hanno dunque riconosciuto come loro re e loro Dio il bambino di Betlemme e a lui hanno offerto i loro doni.
Essi sono divenuti il simbolo degli uomini di tutto il mondo che si lasciano guidare dalla luce di Cristo. Sono lโimmagine della Chiesa, composta da gente di ogni razza, tribรน, lingua, nazione. Entrare nella chiesa non significa rinunciare alla propria identitร , non vuol dire sottomettersi ad unโingiusta e falsa uniformitร . Ogni persona e ogni popolo mantiene le proprie caratteristiche culturali. Con esse arricchiscono la chiesa universale. Nessuno รจ cosรฌ ricco da non aver bisogno di nulla e nemmeno tanto povero da non aver nulla da offrire.