Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
I MAGI
Gloria a Dio nel più alto dei cieli, è il canto degli angeli che annunciano la nascita di Gesù. Perché il cielo è da sempre considerato la dimora di Dio? Intanto perché dall’alto Egli vede ogni cosa e il suo sguardo abbraccia tutto l’universo, ma non solo. La terra è un luogo di confusione e di continuo cambiamento, dovuto alla natura stessa che continuamente modifica e modella il nostro pianeta, e anche a causa dell’uomo che genera e distrugge governi e nazioni, provoca guerre, costruisce e demolisce. Il cielo invece è il luogo della perfezione. Le irraggiungibili stelle che ogni notte trapuntano la volta celeste sono le stesse che vedevano i nostri più antichi progenitori, e il moto di quegli astri è costante e immutabile. Niente disordine, non è caos, ma cosmos. In oriente c’è la Mesopotamia, la patria dei Magi, dove è nata la scienza delle stelle con cui i mistici hanno imparato a leggere negli astri la volontà segreta del Creatore. Questi sapienti non erano ebrei, non conoscevano nulla della storia di Israele, né mai avevano letto le antiche profezie, ma vedono nascere una stella. È un segno talmente straordinario che fa comprendere loro che è nato il Re dei re. Fanno allora un gesto di grande coraggio mettendosi in cammino senza sapere dove la stella li condurrà. La loro ricerca è simbolo del fatto che Dio è più grande di ogni religione e che è il Dio di tutti e non solo d’Israele. Essi riconoscono la presenza di un Creatore guardando il mistero della creazione. Oggi la scienza ci insegna moltissimo sulla bellezza e sull’infinita complessità e fantasia della natura. Come può tutto questo essere frutto del caso? Noi sappiamo per esperienza che dietro ogni grande opera si nasconde l’ingegno e la fatica di chi l’ha prodotta. Michelangelo non ha gettato a caso secchi di colori sulle volte della cappella sistina, né Einstein ha formulato la teoria della relatività scarabocchiando simboli e numeri alla rinfusa. Il creato ci parla del suo Autore, è un segno, e chi è coraggioso e curioso si mette in viaggio, come i Magi, affrontando il deserto e l’ignoto per fare il più grande degli incontri, per scoprire la Luce che fa brillare ogni stella. Dice il salmo 84: Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio. I Magi ci invitano a seguirli nel loro cammino verso Betlemme. Non è necessario avere doti straordinarie, ma solo il grande desiderio di incontrare la Verità.
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Mt 2, 1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.