12PORTE – V domenica del tempo ordinario.
Mt 5, 13-16
Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Il Vangelo
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Lo abbiamo notato anche la settimana scorsa: il discorso della montagna, prima di essere una esortazione morale, dal contenuto altissimo di civiltà e spiritualità, è anzitutto un “vangelo”, una buona notizia.
Non facciamo quasi mai caso al fatto che Gesù non dice: “Dovete essere come la luce nel mondo, o il sale della terra”. Ma: “Voi SIETE la luce del mondo, voi SIETE il sale della terra”.
Questa non è una esortazione, ma una notizia.
Dio è veramente all’opera nel mondo, veramente inviando il suo Figlio a dare la vita per noi, ha creato qualcosa di nuovo.
Gesù raduna attorno a sé i suoi discepoli non solo con lo scopo di amplificare un messaggio: ma prende un gruppo di povere persone, con i loro limiti, le loro lentezze e perfino con le loro contraddizioni morali e fa di essi la “luce del mondo”, il “sale della terra”.
Viene quasi da sorridere per l’imbarazzo, non solo pensando ai 12 e alla prima generazione di cristiani: la Bibbia li descrive talvolta impietosamente litigiosi, increduli, traditori…
Ma con molto realismo possiamo pensare a noi, che siamo nel 2011 gli apostoli, i discepoli, la Chiesa di Gesù.
Si può dire di noi che SIAMO la luce del mondo, il sale della terra?
Non solo si può, ma — sulla parola di Gesù — si deve dire. È lui che compie questo grande prodigio, veramente una nuova creazione. Per creare il primo uomo, Dio prese del fango. Oggi Dio si serve del fango della nostra miseria e ci fa diventare realmente strumenti di salvezza per il mondo.
Luce, cioè possibilità di vedere, possibilità di distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, la fede autentica rispetto alle false credenze umane.
Sale, cioè sapore, intelligenza divina, presenza misteriosa e discreta, ma capace di trasformare tutta la realtà.
Noi non siamo la comunità dei perfetti, ma la comunità dei chiamati da Dio, testimoni della sua compassione per l’uomo e autentici strumenti di salvezza per il mondo.
Questo non è un alibi per la nostra pigrizia morale, anzi queste parole del Signore, mentre ci riempiono di stupore per l’opera di Dio in noi, urlano contro le nostre contraddizioni.
Quanto può essere stupido accendere una lampadina e nasconderla sotto il letto?
Quanto può essere stupido un cristiano che riceve in dono una dignità soprannaturale e si rifugia pigro pigro sotto il letto della propria immoralità e della scarsa testimonianza.
Essere luce senza brillare non è una questione di incoerenza. È una questione di infelicità, perché nessun uomo, tanto meno un cristiano, può sopportare troppo a lungo di essere stupido come il sale senza sapore.
(mons. Andrea Caniato)