Commento al Vangelo del 5 giugno 2011 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

SONO CON VOI

Nei quaranta giorni dopo la resurrezione Gesù è apparso varie volte ai suoi discepoli per rassicurarli e provare loro che era veramente vivo. Non tutti però erano persuasi a quanto ci dice l’evangelista Matteo. È lo Spirito Santo che completerà la loro formazione. Si avvicina il momento per gli Apostoli di cominciare la loro missione. Apostolo significa inviato, per questo il Maestro dice loro di andare in tutto il mondo. Nel vangelo di domenica scorsa Gesù afferma che, mentre il mondo non lo vedrà più, i discepoli lo vedranno, perché condividono la sua stessa vita. Dalla sua ascensione in poi, Gesù sarà visibile attraverso di loro. È così anche oggi. Il sacerdote, quando celebra la Messa, è Gesù che spezza il pane per i suoi, e come per i discepoli di Emmaus, noi possiamo riconoscerlo in quel gesto. Ogni credente che ci parla di Lui ce lo rende presente. La sua missione non si è conclusa con l’ascensione, ma continua attraverso le persone che lo seguono. Inoltre, salendo al Padre, il Maestro porta con sé la sua umanità e apre la via che anche noi percorreremo dopo la resurrezione. Egli attira tutti a sé nel suo innalzarsi e ci invita ad andare fino ai confini della terra per coinvolgere con il battesimo tutti gli uomini in questa corrente che collega la terra con il cielo. Gesù è accanto a noi in questa missione evangelizzatrice: ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Il Maestro nel suo mandato non alludeva solo ai confini geografici, ma anche ai confini della storia. La chiesa ci traghetta verso l’eternità attraverso il tempo. Ancora oggi noi continuiamo ad annunciare e a battezzare nel suo nome. Non sono solo i sacerdoti a farlo, ma tutti i credenti. Voi lo realizzate trasmettendo la vostra fede ai figli, vivendo una vita da cristiani, mostrando a tutti che la vostra speranza va oltre la vita. È questo il senso della preghiera di Paolo che invoca per noi uno spirito di sapienza, perché possiamo comprendere a quale speranza ci ha chiamati. Gesù è più grande di tutte le potenze presenti e future. Questi duemila anni hanno visto nascere e cadere regni e imperi, ideologie che pretendevano di orientare tutta la vita degli uomini, ma niente è durato come dura la chiesa e il vangelo. Il Signore sarà con noi fino alla fine del mondo. Noi possiamo comunicare con lui nell’eucarestia e, attraverso quel pane, siamo in comunione con tutta la chiesa, passata, presente e futura, perché attingiamo alla fonte che le dà vita e che ci fa pregustare l’eternità.

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