Il commento al Vangelo di domenica 13 Maggio 2018 a cura di p. Ottavio De Bertolis.
Tutto sommato, lโimpressione finale che deriva dalla lettura del Vangelo di oggi รจ un poโ triste: quella โfollaโ, che allโinizio del brano cercava Gesรน con tanta ansia da salire sulle barche e andare โalla ricerca di Gesรนโ, non diventa โChiesaโ, ma rimane โfollaโ, una marea di gente senza coscienza e senza unitร . Ed รจ significativo che questo avvenga in un contesto in cui si parla del โpane di vitaโ: questo pane, prima di essere lโEucaristia, รจ innanzi tutto la sapienza che Dio ha inviato, cioรจ la sua Parola da ascoltare , una Persona, Gesรน stesso, alla quale aderire con tutto se stessi (cioรจ: โcredereโ), poichรฉ su di lui โDio, il Padre, ha posto il suo sigilloโ, la sua garanzia. La folla rimane folla innanzi tutto perchรฉ รจ rimasta ancora โprimaโ della fede, del riconoscimento di Colui che il Padre ha mandato; e quindi รจ ancora โprimaโ dellโEucaristia, del condividere il Pane vivente della sua Parola e della sua reale Persona. Ecco perchรฉ la folla รจ ancora priva di unitร in sรฉ, perchรฉ non crede, e quindi รจ priva anche di quellโunitร che viene da Lui, che รจ il duplice pane della Parola e dellโEucaristia. Infatti รจ lโEucaristia che costruisce, o fa, la Chiesa; ma lโEucaristia รจ possibile solo per mezzo della fede.
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E dunque questa pagine ci interroga sulle nostre Eucaristie, o, per meglio dire, sulla nostra partecipazione ad esse. Si puรฒ ben essere presenti ad una celebrazione, ma rimanendone esterni: quanta gente partecipa a Messe che si celebrano per vari motivi, ma senza fede, ed รจ paragonabile a questa folla che ha visto la moltiplicazione dei pani, ma รจ come se non lโavesse vista, perchรฉ non la ha capita, e la ha confusa con altro. Questa pagina pone perรฒ una domanda anche a noi, che confessiamo la fede retta nella presenza reale del Signore e cerchiamo di ascoltarne la Parola: che cosa cerchiamo, in veritร , cioรจ nella vita nostra reale? Cerchiamo โil pane che perisce o quello che dura per la vita eternaโ? Certo, il Signore stesso ci ha espressamente comandato di cercare il pane quotidiano, il sostentamento di ogni giorno. Eppure รจ vero che piรน cerchiamo le cose che passano, piรน il nostro desiderio si incarna in esse: avrete notato anche voi che se uno cerca, giustamente peraltro, di avere qualche soldo in piรน, quando lo ha ne cercherร ancora, e cosรฌ si immette in una ricerca sempre piรน assoluta di quel cibo che perisce, che non ha fine: la conclusione รจ che non solo ne rimani sempre affamato, ma ne hai sempre piรน fame. Lโappetito cresce, e il pane diminuisce.
Insomma, piรน sei ricco, e piรน aumenta il tuo bisogno di mantenere e aumentare uno stile di vita da ricco; piรน aumenta la paura di perdere quello che hai, e piรน aumenta la necessitร di aumentare il tuo bene. Eโ un poโ come correre dietro allโarcobaleno: ti si sposta sempre avanti, e la vita diventa una ricerca senza gioia della gioia, un correre sempre piรน veloce per non arrivare da nessuna parte. Questo รจ vero per i soldi, ma vale per ogni altro bene, o pane, che cerchiamo per appagare i nostri bisogni. Insomma, non puoi mai dire: adesso sono sazio. Al contrario, Gesรน ci dice che โchi viene a me non avrร fame, e chi crede in me non avrร sete, maiโ. In queste sue parole, il โvenireโ รจ anche il โcredereโ: non si crede โdi testaโ, come si crederebbe ad una dottrina, a una cosa che si legge su di un libro, ma si tratta di unโadesione โdi cuoreโ, dellโintelletto, ma anche degli affetti, ad una Persona, a Gesรน: cioรจ volgiamo i desideri dalla parte giusta, e questi vengono cosรฌ piegati e diretti dalla fede in Colui che solo li sazia, perchรฉ รจ Lui Colui che il Padre ha garantito, mettendo su di Lui il suo sigillo.
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Dunque, pur essendo fisicamente in chiesa, possiamo ben domandarci se siamo โChiesaโ, oppure se siamo ancora rimasti โfollaโ, gente ancora al di qua della fede, ma anche al di qua del pensiero, della sapienza su di sรฉ e sulla propria vita. Infatti il pane della vita nellโAntico Testamento รจ appunto la sapienza: qui non si tratta di fare gli intellettuali o gli accademici, ma piuttosto di elevarci al senso piรน profondo delle nostre scelte, del perchรฉ vivere, del per chi vivere. Si tratta di entrare nella veritร di se stessi, atteso che รจ tristemente facile rimanere appunto come folle, cioรจ gregge non pensante, che รจ quello a cui ci conducono, e ci vogliono condurre, i cattivi pastori. Solo Gesรน รจ il buon Pastore, quello appunto che dร la vita alle sue pecorelle: gli altri, mantenendole nellโottusitร , le usano, le mungono, le tosano e le mangiano. Al contrario, Gesรน dร il cibo, che รจ Lui stesso alle sue pecore.
In questo senso, siamo invitati a vivere non piรน โcome i pagani con i loro vani pensieriโ: parole dโaltri tempi, ma sempre vere, visto che โvanoโ vuol dire qualcosa di fluttuante nel nulla, senza alcuna consistenza, come il fumo delle sigarette. La folla appunto รจ ondivaga, va ora qua ora lร , cercando qualcosa per saziarsi: ma lo cerca nella direzione sbagliata, perchรฉ cerca il cibo che perisce e non quello che dura per la vita eterna, cioรจ la vita dello spirito, che รจ lโintegritร della persona, e non solo il suo stomaco. Cosรฌ nel Vangelo di Giovanni lโespressione โvita eternaโ non significa la vita dellโal di lร , ma quel tipo di vita radicalmente diverso dalla vita โche perisceโ, cioรจ che passa, quella di coloro che non hanno riconosciuto e creduto lโamore che Dio ha per noi e vivono senza speranza e senza amore, perchรฉ senza fede. Vita eterna รจ vivere come Gesรน, entrare con Lui nella sua stessa relazione con il Padre, conoscerlo a tu per tu, vivere โa petto con lโinfinitoโ, nello Spirito di Dio; cioรจ vivere nellโautenticitร di quel per cui siamo stati creati, nella veritร di noi stessi. In altri termini, non come animali, al livello dei quali possiamo abbrutirci, e non solo come creature ragionevoli, quali siamo giร per natura, per poter โseguir virtute e conoscenzaโ, ma, di piรน, come figli di Dio, cioรจ rivestire โlโuomo nuovo creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santitร โ.
Alla doppia mensa della parola e del Pane vivente si offre a noi questa possibilitร , si dischiude questo orizzonte: beati quelli che ne sapranno approfittare.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 5 Agosto 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Es 16, 2-4. 12-15; Sal.77; Ef 4, 17. 20-24; Gv 6, 24-35
Chi viene a me non avrร fame e chi crede in me non avrร sete, mai!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesรน non era piรน lร e nemmeno i suoi discepoli, salรฌ sulle barche e si diresse alla volta di Cafร rnao alla ricerca di Gesรน. Lo trovarono di lร dal mare e gli dissero: ยซRabbรฌ, quando sei venuto qua?ยป.
Gesรน rispose loro: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: voi mi cercate non perchรฉ avete visto dei segni, ma perchรฉ avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dellโuomo vi darร . Perchรฉ su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigilloยป.
Gli dissero allora: ยซChe cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?ยป. Gesรน rispose loro: ยซQuesta รจ lโopera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandatoยป.
Allora gli dissero: ยซQuale segno tu compi perchรฉ vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: โDiede loro da mangiare un pane dal cieloโยป. Rispose loro Gesรน: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: non รจ Mosรจ che vi ha dato il pane dal cielo, ma รจ il Padre mio che vi dร il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio รจ colui che discende dal cielo e dร la vita al mondoยป.
Allora gli dissero: ยซSignore, dacci sempre questo paneยป. Gesรน rispose loro: ยซIo sono il pane della vita; chi viene a me non avrร fame e chi crede in me non avrร sete, mai!ยป.
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
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