CHARLES DE FOUCAULD
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
MEDITAZIONE NUM. 445
Gv 6,24-35
«L’opera di Dio è che voi crediate in colui che egli ha mandato».
Come sei buono, mio Dio, tu che ci dai questo principio generale, questo principio di direzione che basta per condurre tutta la nostra vita, questo principio che lo Spirito Santo ha sviluppato poi in quasi tutti i libri di san Paolo: l’opera di Dio, è la fede, la santità è la fede, la volontà di Dio, la perfezione, la gloria di Dio, ciò che piace a Dio, da parte nostra, in modo perfetto, è la fede… La fede dell’anima e la fede nelle opere, l’una e l’altra riunite compongono la vera fede, la fede vivente: una fede senza opere non sarebbe la fede, sarebbe una fede morta, sarebbe una derisione della fede.
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Crediamo, crediamo in ciò che Dio vuole che crediamo, in ciò che la Chiesa ci insegna, in ciò che ci dicono, nel suo nome, quelli a cui ha detto: «Chi ascolta voi, ascolta me»…
Crediamo e facciamo ciò che la fede ci insegna essere la volontà di Dio; questa pratica fa parte della fede; la fede senza di essa non potrebbe piacere a Dio, poiché credere che Dio voglia da noi tale cosa e non farla, lungi dall’essere un onore reso a Dio, è fargli la più grave ingiuria… Credere ciò che Dio ci insegna e non farlo, lungi dall’essere un merito, è un motivo di castigo più grave, secondo questa parola: «Chi ha ignorato la volontà del suo maestro, e non l’ha fatta, sarà punito leggermente; ma chi l’ha conosciuta e non l’ha fatta, sarà punito molto severamente»…
Riportando tutto alla fede, riporti dunque tutto all’obbedienza, questa obbedienza figlia maggiore dell’amore, primo effetto dell’amore, quando l’amore si rivolge ad un Essere infallibile, questa obbedienza indissolubilmente legata all’amore di Dio, sia per la natura stessa dell’amore, sia secondo la parola infallibile di Nostro Signore: «Questi mi ama colui che compie le mie parole».
Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo .
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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
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- Colore liturgico: Verde
- Es 16, 2-4. 12-15; Sal.77; Ef 4, 17. 20-24; Gv 6, 24-35
Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
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