Frutti di vita, frutti di morte
Ancora una volta una vigna come immagine scelta da Gesรน per la sua parabola. Ancora una volta un padrone che la vuole affidare la coltivazione ad altri per aiutarlo. Questa volta la storia di Gesรน gioca su un forte contrasto che percorre tutto il racconto. Inizia con un uomo che con molta cura (segno di amoreโฆ) crea la propria vigna perchรฉ dia dei frutti. Il frutto รจ possibile solo se prima di tutto il padrone sistema bene il terreno proteggendolo con una siepe e una torre e con un torchio, ma fondamentale sarร il lavoro dei contadini ai quali affida la vigna. Il contrasto nel racconto รจ con lโazione omicida e depredatoria dei contadini. Questi desiderosi di tenersi il terreno ci sono mostrati non in un atteggiamento di cura ma di violenza: bastonano, lapidano, uccidono gli inviati del padrone e persino suo figlio. Alla fine il frutto del loro operato sarร morte e la perdita della fiducia del padrone nonchรฉ essere cacciati.
Da una parte la cura e la fiducia del padrone e dallโaltra violenza e desiderio omicida di possedere tutto a ogni costo.
Anche stavolta la cronaca di questi giorni sembra rispecchiarsi quasi perfettamente nellโantico racconto di Gesรน. Tutti siamo stati colpiti dal terribile fatto di quel giovanissimo ragazzo che invidioso della felicitร di due giovani che conosceva, ha progettato e messo in atto la loro morte. Il frutto della sua mente รจ stata la violenza perchรฉ voleva possedere anche lui quella felicitร che stava crescendo in altri.
Ma anche allargando lo sguardo oltre il singolo fatto di cronaca, se guardiamo bene anche tutto il terribile problema del disastro ecologico si fonda sullโegoismo dellโuomo che con violenza depreda il creato che gli รจ stato affidato da Dio. E anche le guerre tra i popoli e ogni forma di sopraffazione tra nazioni che crea povertร e migrazioni sono sempre frutto della malata visione dellโuomo che pensa di essere felice solo se conquista, possiede, depreda e consuma.
Gesรน ancora una volta con quel padrone della vigna ci vuole parlare di Dio, e nei contadini omicidi vede gli uomini quando stravolgono il loro rapporto con Dio e tra di loro. Gesรน vuole stimolare in coloro che lo ascoltano un profondo esame di coscienza per rendersi conto che nellโatteggiamento di continua conquista, nel possedere ad ogni costo e consumare i beni non sta la felicitร dellโuomo ma la sua distruzione. Il padrone della vigna รจ Dio che invece si fida e affida allโuomo in un atteggiamento di dono e di continua misericordia, ma lโuomo rischia davvero di dimenticarlo e quindi arrivare a distruggere il creato, il fratello e anche sรฉ stesso.
Proprio in questa domenica che cade il 4 ottobre, ricordiamo un uomo che invece ha percorso la strada diametralmente opposta da quella descritta nella parabola. Francesco di Assisi spogliandosi di ogni pretesa di possedere e di ogni desiderio di potere, ha saputo interpretare con la propria vita il Vangelo di Gesรน. San Francesco diventando povero di tutto ha fatto della sua vita un dono ricchissimo di amore che ancora oggi, dopo ben 8 secoli รจ un segno modernissimo di un mondo nuovo. Proprio oggi il papa che porta il nome del Santo di Assisi, Francesco, ha voluto pubblicare una sua lettera enciclica dal titolo fortemente evocativo: โFratelli tuttiโ.
Giร in queste due parole che iniziano la sua Enciclica troviamo il senso positivo della pagina di Vangelo di questa domenica. Siamo tutti fratelli e il mondo non รจ โmioโ ma di โDioโ che come Padre lo affida a tutti. Nessuno รจ proprietario del mondo, ma tutti siamo affidatari perchรฉ il mondo, con i suoi beni e soprattutto con le persone che lo abitano, portino il vero frutto. ร la fraternitร la chiave di lettura del Vangelo, e perchรฉ il Vangelo diventi vita e porti quel frutto per il quale Dio stesso lo ha piantato nella storia attraverso le mani aperte di Gesรน.
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Fonte: il blog di don Giovanni Berti (โin arte don Giobaโ)