CHARLES DE FOUCAULD
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
NUM. 232 E 233
MC 12, 28b-34
«Ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutto il tuo spirito, con tutte le tue forze; ecco il primo comandamento»…
Mio Dio, come sei buono di darci per primo, per più importante di tutti i comandamenti, il più dolce che, anche Tu, o mio Dio, nella Tua saggezza e la tua Onnipotenza possa inventare e dare… Permetterci di amarTi, o Essere infinitamente grazioso e amabilità stessa, questo sarebbe già la grazia delle grazie e il favore dei favori; ma ordinarcelo, molto più, ordinarcelo sotto le pene più severe, pene terribili ed eterne, o Gesù, mio amore, è da parte Tua il più grande amore, è da parte Tua ciò che c’é di più sovrumano, di più celeste, di più divino in amore!.. Sí, o Beneamato Gesù, tutto Dio che sei, non potresti trovare niente di più dolce, di più tenero, di più soave, di più pieno di bontà, di più amorevole di farci questo comandamento di amarTi con tutto il nostro essere sotto la pena dei più terribili castighi! Grazie, grazie, grazie, con tutto il mio essere, grazie!
Amiamo Dio con tutto il nostro cuore; cioé: 1° con tutta la nostra volontà vogliamo il bene di Dio; dimentichiamoci radicalmente noi stessi e non vogliamo, non cerchiamo che una cosa al mondo, non agiamo, né pensiamo che in vistq di una cosa al mondo: il bene di Dio (cioé la manifestazione della gloria di Dio); 2 ° come per la volontà di Dio, il desiderio della nostra propria felicità é necessariamente e involontariamente attaccato alla nostra natura, non mettiamo la nostra propria felicità che nella felicità del nostro Beneamato, amiamoLo abbastanza per dimenticarci di noi stessi e trovarci perfettamente felici poiché Dio è perfettamente felice (come i Santi e gli angeli); 3° come per volontà di Dio, il desiderio, il bisogno dell’unione è necessariamente e involontariamente attaccato all’amore, desideriamo sempre di essere uniti a Dio in tutti i modi possibili, e con l’amore del nostro c uore, e con l’amore del Suo per noi (cioè con la grazia santificante, con lo stato di grazia), e con la nostra santificazione (che aumenta il Suo amore per noi e il nostro per Lui), e con la nostra conformità alla Sua volontà, e con la nostra perfetta imitazione della Sua vita interiore ed esteriore (l’imitazione è uno dei gradi dell’unione), e con la nostra obbedienza alla Sua volontà, e con la Sua possessione nella Santa comunione, e con la conoscenza della Sua vita e della Sua dottrina, e con il nostro amore per tutto ciò che ha amato (per tutti gli uomini e per la Chiesa soprattutto), e con la Sua vista nel cielo… Amiamo Dio con tutto il nostro spirito; occupando il nostro spirito continuamente di Lui, contemplandoLo così continuamente quanto ci è possibile (la perfezione in questo è del cielo, non della terra, ma dobbiamo macchiare di noi riconciliando quanto è possibile), e applicando la nostra intelligenza a conoscere e a fare la Sua volontà così perfettamente quanto è possibile, (la Sua volontà è necessariamente «il Suo bene», «la manifestazione della Sua gloria»)…
Amiamo Dio con tutta la nostra anima facendo tutti i nostri sforzi per rendere la nostra anima così conforme quanto possibile alla Sua (ornarla delle stesse virtù, metterci gli stessi sentimenti, gli stessi desideri, le stesse gioie e le stesse pene, riempirla degli stessi pensieri, degli stessi modi di vedere, degli stessi gusti… In una parola rendere la nostra anima, la nostra vita interiore così conforme quanto è possibile a quella del nostro divino Sposo)… Amiamo Dio con tutte le nostre forze; con tutto il nostro essere, con tutte le nostre potenze, con tutto ciò che c’è di forza nella nostra anima e nel nostro corpo (che il nostro corpo lavori alla manifestazione della gloria di Dio come il corpo di Gesù vi ha lavorato; che vi sia unicamente consacrato, che serva unicamente a questo solo fine come il corpo di Gesù è servito a questo solo fine; che digiuni, vegli, soffra, si stanchi, lavori, faccia tutto ciò che glorifica Dio, porti la croce che Dio gli impone, serva in tutti i suoi istanti a glorificare Dio il più possibile)… Infine che il nostro corpo e la nostra anima tutta intiera, il nostro essere tutto intero, non sia impiegato durante tutti gli istanti della sua esistenza che ha questo solo e unico fine di «glorificare Dio il più possibile» (o, ciò che torna allo stesso, di procurare «il bene di Dio», di «compiere la volontà di Dio», di «procurare la manifestazione della gloria di Dio» tanto quanto questo ci è possibile.)
«Ama il prossimo tuo come te stesso»…
Come ci amate, mio Dio, come amate tutti gli uomini! Voi che date come secondo comandamento, come comandamento il più importante dopo quello di amarVi, il comandamento di amare tutti gli uomini!.. Li amate tanto, che la cosa che prescrivete più fortemente, dopo di amare Voi stesso, è di amarli!… Mio Dio, Voi siete il possibile, tutto Dio che siete, di mostrare in un modo più evidente, più forte e più soave quanto amate gli uomini, come non lo fate dichiarando così altamente che dopo il dovere di amarVi, il dovere che ci imponete il più rigorosamente, il più severamente, è di amare tutti gli uomini! Amiamo tutti gli uomini come amiamo noi stessi… In effetti, abbiamo esattamente gli stessi motivi di amare gli altri che di amarci; da questi stessi motivi deve nascere uno stesso effetto…
Ben al di sopra di tutti imotivi di bontà, di bellezza, di perfezione personale che possono farci amare gli uomini, dei motivi di parentela, di conoscenza, di gratitudine, di tutti i motivi provenienti dai sensi, ben più potenti di questi sono i motivi di amare gli uomini che vengono dalle loro relazioni con Dio; e questi ultimi motivi sono la maggior parte gli stessi per tutti gli uomini; tre tra i principali sono: 1° che Dio, Padre di tutti gli uomini, li ama tutti con un amore estremo, e vuole vedere regnare tra tutti loro questa stessa tenerezza, questo stesso affetto, questa pace e questa unione che ogni padre molto tenero vuole vedere regnare tra i suoi figli; 2° che tutti gli uomini sono membra di Cristo, come facenti parte del suo corpo, sia a titolo di materia prossima, sia a titolo di materia elogiata, che, di conseguenza, tutti sono una porzione di Gesù, sono qualcosa di Gesù, sono una parte di Gesù; 3° che Gesù è morto per tutti gli uomini, che ciascuno rappresenta il prezzo del suo sangue, e deve apparirci coperto del suo sangue come di un mantello…
Tutti questi motivi rivestono tutti gli uomini, senza eccezione, di una dignità incomparabile, rendendolo un oggetto sacro, santo, venerabile, degno di un amore estremo, di un religioso rispetto, di un culto veritiero… A fianco di queste relazioni con Dio che ci rendono tutti gli uomini ugualmente sacri, amabili e venerabili, ci sono altre relazioni con Dio che, aggiungendosi ai primi, danno ad alcuni tra essi un carattere ancora più sommo; sono queste che distinguono i cristiani e soprattutto i cattolici, e soprattutto quelli che si accostano spesso al sacramento dell’Eucaristia, e in primo luogo i oreti, e tra tutti il supremo pontefice…
Tutti i battezzati sono fratelli di Gesù e suoi coeredi con un titolo tutto speciale; tutti i cattolici vivono della vita dello Spirito Santo che anima la Chiesa…Quelli che ricevono la Santa Eucarestia sono sacri come dei tabernacoli e dei santi cibori… I preti, i vescovi e soprattutto il Supremo Pontefice sono in un modo tutto particolare i rappresentanti di Dio sulla terra… Dobbiamo amare tutti gli uomini come noi stessi; ma alcuni, come lo si vede, meritano a causa delle loro relazioni particolarmente strette con Dio, più d’amore e di venerazione ancor più degli altri…anche se tutti ne meritano una per così dire infinita, per il secondo motivo che abbiamo indicato, quello che ci fa vedere in tutti delle membra di Gesù, delle parti del Suo Corpo, delle parti di Lui stesso 1.
Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo . Fonte
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 4 novembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Dt 6, 2-6; Sal 17; Eb 7, 23-28; Mc 12, 28-34
Vendi quello che hai e seguimi.
Mc 12, 28-34
Dal Vangelo secondo Marco
28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 04 – 10 Novembre 2018
- Tempo Ordinario XXXI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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