Commento al Vangelo del 4 luglio 2018 – Monastero di Bose

Basta il solo arrivo di Gesù nel territorio attorno alla città di Gadara per far uscire dai sepolcri due uomini preda del male. I sepolcri sono il luogo che rivela la loro condizione umana, psichica e sociale. Una condizione disumana che li rende violenti e talmente pericolosi che tutti evitano quella strada. Per la paura, nessuno ha il coraggio di passare loro accanto. La paura degli altri fa di loro degli isolati e degli esclusi: sono dei viventi già morti.

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Nei vangeli i demoni, a differenza degli uomini, riconoscono subito che Gesù è Figlio di Dio. Il regno di Dio che viene nel mondo attraverso Gesù vince la potenza del demonio. Questo è il vangelo, la notizia che dà gioia: l’essere umano non è condannato ad abitare da vivo nella tomba, a essere prigioniero del male in eterno. Se vive come Gesù ha vissuto può sconfiggerlo, perché l’amore è più forte del male. I demoni sanno bene che la parola di Gesù è più forte e per questo lo supplicano di mandarli nella mandria di porci i quali, anche loro, raggiunti dal male sono spinti alla morte.

Ma la parte più sconcertante di questa pagina di vangelo è la reazione degli abitanti della città di Gadara. Invece di gioire per gli uomini liberati dal male si preoccupano della mandria di porci che hanno perso. Ecco la seconda verità di questa pagina di vangelo: i Gadarèni non escono dalle tombe dell’indifferenza verso il male. Preferiscono segregare la sofferenza causata dal male ai margini della loro città piuttosto che veder compromessi i loro beni, i loro interessi, i loro guadagni rappresentati da quei maiali. Ai loro occhi i maiali hanno più valore della vita di due persone liberate dal male. La venuta del regno di Dio in Gesù compromette il loro benessere, le sicurezze acquisite, in altre parole la tranquillità della loro esistenze.

Questo vangelo ci pone davanti al nostro rapporto con il male, più esattamente con le persone che soffrono perché vittime del male in tutte le sue forme: il male causato dalla guerra, dall’ingiustizia, dalla violenza, dalla malattia fisica o psichica.

Il male va da noi riconosciuto, denunciato e combattuto in tutte le forme nelle quali prende corpo. Ogni volta che questo avviene il regno di Dio è in mezzo a noi. Alla coscienza degli abitanti di Gadara non faceva scandalo che ai margini della loro città, segregati nei sepolcri, vivessero persone che in preda al male erano privi di ogni dignità umana. Questo avviene quando il male si propaga sulla superficie delle nostre vite, le penetra impercettibilmente fino a diventare senso comune. È la banalità o, peggio ancora, l’ovvietà del male. È il male che non si ha il coraggio di chiamare per nome.

Il vangelo di oggi ci fa prendere coscienza che il male non è solo quello che commettiamo o subiamo ma anche quello verso il quale restiamo indifferenti. Per paura non vogliamo neppure passarci accanto, per questo lo teniamo lontano, al largo dalle nostre vite. Non possiamo meditare questo vangelo senza domandarci chi sono oggi le persone che soffrono perché vittime del male, della sofferenza e dell’esclusione? Chi sono coloro che teniamo lontani costringendoli a vivere ai margini del nostro territorio e che segreghiamo come morti viventi? Che nome hanno i sepolcri dei nostri giorni?

La domanda ultima è allora questa: chi sono i veri indemoniati di Gadara, vittime del male che non vogliono vedere?

fratel Goffredo della comunità monastica di Bose

Mt 8, 28-34
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque.
I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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