Leggendo le letture di oggi mi sono rimaste impresse due espressioni: “tutti insieme”, e poi “su ciascuno di loro”. Sembrano parole che si contraddicono, ma invece danno una visione completa di chi siamo noi uomini. ‘Essere insieme’ evoca il desiderio di festa, di pace, la gioia dell’aiuto reciproco, l’amore che riceviamo e che abbiamo gioia di donare. Essere insieme è il sogno di tutti, adulti e bambini. Siamo fatti per vivere in comunione, perché solo allora la gioia invade il nostro cuore. È nell’insieme che emerge “ciascuno”, che ciascuno è soddisfatto perché si sente amato nella sua singolarità e può esprimere il proprio amore verso gli altri. Gli apostoli sono “tutti insieme nello stesso luogo”, stanno vivendo un tempo di pace e di comunione. È in questa circostanza che, inaspettato, avviene il prodigio atteso da nove giorni, ma avviene per “ciascuno di loro”. Il fuoco che improvvisamente apparve per illuminarli e infiammarli non si limita a far luce a tutti, ma si divide in tante lingue quanti essi sono, e ogni ‘lingua’ si posa “su ciascuno di loro”. Ognuno, conservando la propria identità viene raggiunto dalla ‘lingua’ “come di fuoco” e viene reso nuovo dallo Spirito Santo, che fa svanire la sua paura e apre la sua bocca. Tutti ora hanno qualcosa da dire, e vogliono annunciarla. Tutti vogliono parlare delle opere di Dio, e soprattutto di quell’opera cui essi hanno assistito: la morte e la risurrezione di Gesù! Tutti gli apostoli parlano ora con coraggio e grande sicurezza agli abitanti di Gerusalemme e ai pellegrini venuti da tutto il mondo, ed essi comprendono. È un prodigio il parlare di ognuno dei Dodici, ed è un prodigio il fatto che tutti odano e comprendano, ciascuno nella propria lingua.
[ads2]Sono tutti uniti e ciascuno comincia a collaborare all’unità di tutti. È venuto lo Spirito che rinnova la faccia della terra. È lo Spirito che Gesù aveva alitato sui suoi la prima volta che s’è fatto presente in mezzo a loro, come ci ha detto anche oggi il vangelo. È quello Spirito che dona ai Dodici persino la capacità di perdonare i peccati, in modo che siano davvero perdonati anche in cielo, e che ognuno di coloro che ricevono il perdono inizi a vivere la vita come Dio l’ha consegnata all’uomo nel momento in cui l’ha creato. Lo Spirito Santo rinnova davvero la terra, cominciando col perdonare: chi è perdonato torna a vivere la comunione con Dio Padre, comincia una vita ricca di bontà e di amore, di pace e di fedeltà, di semplicità e di comunione.
Lo Spirito Santo poi, quando arriva operando il perdono nel cuore d’un uomo, gli apre la bocca perché riconosca che Gesù è il Signore, è il re del regno dei cieli, è rivestito dell’autorità di Dio stesso.
Lo Spirito arriva per arricchire chiunque lo riceve. Egli distribuisce doni spirituali, i “carismi”, la capacità di collaborare con gli altri fedeli al “bene comune”. La ricchezza di uno è vantaggio per tutti. E tutti, benché di lingua e di nazionalità o cultura diversa, grazie allo Spirito si ritrovano uniti dal medesimo amore per il Figlio di Dio, per Gesù.
I fedeli hanno continuato ad invocare lo Spirito Santo: senza di esso non possono vivere, perché la loro vita perderebbe significato e valore. Senza di esso sentirebbero la loro vita vuota, schiava degli egoismi, fredda e indesiderabile. I cristiani gridano con tutta la loro voce: Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce! Lo invocano, perché si sono accorti quant’è amabile e preziosa la sua presenza. Sanno, per esperienza quotidiana, che ogni consolazione viene da lui, e che la sua presenza in noi infonde pace e serenità. E ancora sanno che, invocandolo, ogni nostro momento difficile riceve soluzione: “nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto”. È lui infatti che ci fa essere in sintonia continua con il Padre, allontanando da noi il peccato. E se, per la nostra debolezza, questo avesse rovinato i rapporti, è lui che “lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina” e ricongiunge i cuori divisi.
Continuiamo a desiderare la sua presenza, il suo soffio, la sua custodia, la sua forza. La desideriamo per riuscire a pregare, e poi per amare senza ricordare offese ricevute e per svolgere i nostri servizi in modo che siano utili allo sviluppo del regno dei cieli.
Vieni, Spirito Santo! Grazie a te entrerà in me l’amore del Padre e del Figlio, la loro comunione santa, la loro pace duratura. Vieni, Spirito Santo!
A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN
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Domenica di Pentecoste
- Colore liturgico: Rosso
- At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3-7.12-13; Gv 20, 19-23
Gv 20, 19-23
Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco.
E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 04 – 10 Giugno 2017
- Tempo di Pasqua VII, Colore – Rosso
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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