Il racconto di Giovanni colloca il dono dello Spirito Santo nel giorno immediatamente successivo alla Pasqua. Al mattino Gesù si era fatto riconoscere da Maria Maddalena, nel giardino presso il sepolcro. I discepoli invece restano ancora chiusi nel cenacolo.
Due di essi, Pietro e Giovanni, avvisati dalla Maddalena che si era recata al sepolcro quando ancora era buio, erano corsi a verificare se, come lei aveva riferito, il sepolcro era davvero vuoto. Giovanni capisce che il corpo di Gesù non è stato trafugato: il Signore da quel luogo se ne è uscito da solo. Senza incontrarlo fanno ritorno entrambi al luogo dove sono radunati gli altri otto: mancavano infatti Giuda per la sua scelta scellerata e Tommaso. Nella stanza c’è aria pesante. Gli eventi degli ultimi giorni li hanno resi timorosi e incapaci d’iniziativa.
La porta è chiusa; dalle finestre filtra solo la luce necessaria; il silenzio è rotto di tanto in tanto da voci basse. Non è un clima di gioia, eppure a Gerusalemme il giorno prima si è consumata la grande festa che proviene dall’antichità: la Pasqua. La città è ancora piena di gente che pian piano riprende la via di casa. Hanno cantato, pregato, festeggiato; hanno lodato Dio per i benefici compiuti per il suo popolo.
All’improvviso, a porte chiuse, Gesù compare in mezzo a loro.
Non è un fantasma, infatti mostra loro le mani e il fianco che ancora portano il segno dei chiodi e la ferita inferta dalla lancia.
La presenza del Signore trasforma la loro paura in gioia. Gesù soffia su di loro e infonde in essi lo Spirito Santo. Da qui il potere per i discepoli di rimettere i peccati, cosa impossibile all’uomo, facoltà riservata a Dio solo. È questa la potenza dello Spirito Santo: sgravare le persone e le situazioni dai pesi insopportabili e renderle nuove. L’uomo, libero dal peccato, ridiventa la bella creatura modellata da Dio e vivificata dal suo spirito. Solo la grazia che viene dal Cristo può far sperimentare la misericordia che ricrea l’alleanza stipulata da Dio con l’uomo fin dagli inizi.
Gioia al posto di tristezza, coraggio al posto di paura, luce al posto di buio, iniziativa al posto di attesa, aria nuova al posto di aria viziata. Gli “evangelizzatori con spirito” e le comunità con spirito vivono tutte queste cose e coinvolgono e trascinano anche gli animi meno coinvolti.
Le nostre parrocchie, associazioni e gruppi sono comunità con Spirito? E noi stessi siamo docili servitori dello Spirito e annunciatori della gioia del Vangelo?
O Gesù, che nella tua infinita bontà
hai avuto compassione dell’uomo e non hai voluto che rimanesse
schiavo della sua debolezza,
infondi ancora il tuo Spirito
su ciascuno di noi e sulle nostre comunità,
perché possiamo sperimentare la gioia di sentirci nuove creature.
Fa’ che, toccando le tue ferite,
possiamo avere compassione dei nostri fratelli e sorelle.
Donaci sempre il tuo Santo Spirito
perché non rimaniamo mai confusi negli affanni e negli intrighi del mondo,
ma sappiamo rispondere al male con il bene.
Manda il tuo spirito Signore e rinnova il cuore di ogni uomo.
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Domenica di Pentecoste
- Colore liturgico: Rosso
- At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3-7.12-13; Gv 20, 19-23
Gv 20, 19-23
Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco.
E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 04 – 10 Giugno 2017
- Tempo di Pasqua VII, Colore – Rosso
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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