Commento al Vangelo del 4 febbraio 2018 – p. Roberto Mela scj

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V Per annum: Guarรฌ molti

Davanti a YHWH, Dio della vita, al Padre fonte di ogni bene, la Chiesa oggi presenta la schiera innumerevole dei suoi membri dolenti per la malattia e le ferite della storia. Sono il suo tesoro piรน prezioso, perchรฉ sa che il suo Signore volge su di essi il suo sguardo privilegiato di amore e di compassione.

La Chiesa domanda a lui per tutti loro e per tutta lโ€™umanitร  la salvezza e, se รจ sua volontร  a maggior sua gloria e a vantaggio del Regno, anche il sollievo fisico e psichico, non esclusa la guarigione completa.

Gesรน risorto accoglie tutti nella novitร  della sua carne pasquale, irradiata dallo Spirito. ยซIl primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma lโ€™ultimo Adamo, divenne spirito datore di vita/zลiopoiounยป (1Cor 15,45, cf. Gen 2,7).

Nel dies dominicus la Chiesa invoca per lโ€™umanitร  colpita dalla fragilitร  e dal male lโ€™aiuto potente di Gesรน risorto, speranza e vita di ogni uomo che vive sotto il sole.

Militare e giornaliero

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Dolente la lunga protesta di Giobbe nei confronti di YHWH. Nel primo dei tre interventi dellโ€™โ€œamicoโ€ Elifaz (Gb 4,1โ€“5,27), nellโ€™ambito del primo ciclo di discorsi (Gb 4โ€“14), a Giobbe viene illustrata la sorte dei malvagi, secondo la rigida legge della retribuzione venerata dalla tradizione classica di Israele (ยซRicordalo: quale innocente รจ mai perito e quando mai uomini retti furono distrutti?ยป, 4,7) ma disumana nella sua applicazione meccanicistica (oltrechรฉ scorretta teologicamente, col senno di poiโ€ฆ).

Gb risponde ad Elifaz di Teman lamentandosi con Dio. In una prima protesta/lamento verso Dio (6,1-13) Giobbe esprime tutta la sua nausea della vita; nella seconda (6,14-30) egli dibatte sulla freddezza mostrata dagli โ€œamiciโ€ nei suoi confronti; nella terza (7,1-11) egli denuncia a YHWH la sua vita come quella di uno schiavo; nella quarta (7,12-12) grida a YHWH, domandandogli per quale motivo lโ€™abbia preso a bersaglio puntandogli addosso uno sguardo fisso indagatore e asfissiante.

Schiavo indifeso

Il dolore di Giobbe non lo lascia riposare neanche di notte e gli popola la mente di sogni mostruosi e di incubi ricorrenti. Nella prima strofa della sua risposta (7,1-4) ad Elifaz, Giobbe si sente un uomo oppresso dal peso del โ€œservizio militare/แนฃฤbฤโ€™โ€ โ€“ definizione attuale dellโ€™esercito israeliano e del servizio militare ad esso commesso โ€“, duro lavoro reso obbligatorio da Salomone (1Re 9,19 e 10,26). In esso si attende con ansia il cambio di turno di sentinella (Gb 14,14).

A volte Giobbe si sente invece un โ€œsalariato a giornata /ลกฤkรฎrโ€, un giornaliero, un lavoratore pagato a cottimo. Al livello piรน basso del proletariato, egli era sospeso ยซalle varianti del mercato delle braccia e alle speculazioni degli intermediariยป (G. Ravasi), tanto da dover essere protetto da leggi apposite del Deuteronomio che gli garantissero la consegna della paga la sera stessa della lunga giornata di lavoro (cf. Dt 24,14-15).

Al di sotto del salariato giornaliero, nella scala sociale cโ€™era lo schiavo/โ€˜ebed, ยซun uomo privato della sua libertร , almeno per un certo tempo, acquistato e venduto, possesso di un padrone che lo usa a piacimentoยป (R. de Vaux). Anche lui godeva di qualche legge umanitaria, rispetto a Roma, dove lo schiavo era considerato un instrumentum genus vocale, ยซuna specie di attrezzo dotato di parolaยป (Varrone).

Lavorare dodici ore sotto il sole implacabile del Medio Oriente รจ un supplizio che ben conoscono anche i lavoratori in nero, migranti per disperazione, sfruttati nei campi di pomodori dai โ€œcaporaliโ€ che li prelevano alle tre o alle quattro di notte, pagandoli โ‚ฌ 2,50 allโ€™ora e trattenendo loro le spese per il trasporto. Il giornaliero sospira un momento di riposo allโ€™ombra che, con il caldo secco, si gusta appieno ed รจ veramente una manna che fa rifiatare. Cosรฌ pian piano verrร  sera, il momento della paga, e poi si potrร  tornare a casaโ€ฆ

Come la spola

Ma a Giobbe sono toccati mesi senza paga, mesi di โ€œvacuitร /illusione/ลกฤweโ€™โ€ e notti di โ€œfatica/dolore/pena/afflizione/โ€˜ฤmฤlโ€. Nella notte non cโ€™รจ riposo, ma un agitarsi smanioso nellโ€™attesa del primo filo di luce. ยซLa mattina spero di non arrivare alla sera, e la sera spero di non rivedere il mattinoยป (s. Teresa del Bambino Gesรน, Gli scritti, cit. da G. Ravasi).

Fra Luis de Leรณn โ€“ agostiniano, uno dei piรน grandi scrittori e poeti spagnoli (Belmonte [Cuenca] 1527 โ€“ Madrigal de las Altas Torres 23/8/1591) โ€“ lo applica al combattimento della vita e alla sua conclusione desiderati: ยซCosรฌ deve capire colui che nasce, che nasce assoldato per la pena e il pericoloโ€ฆ Poichรฉ in tutte le ore della vita cโ€™รจ pena: nella fanciullezza da ignoranza e debolezza, nella giovinezza da passioni e ardori, nellโ€™etร  adulta dalle pretese e dalle competizioni, e nella vecchiaia pene causate da essa stessa, e in tutte le ore lโ€™infermitร  aggredisce, la morte regna ed รจ poderoso il disastroโ€ฆยป (cit. da L. Alonso Schรถkel).

Nella seconda strofa (vv. 5-8) della sua risposta allโ€™โ€œamicoโ€ Elifaz (ma in fondo Giobbe si rivolge in lamento contro YHWH), Giobbe applica a sรฉ quello che lโ€™Amico aveva detto dellโ€™empio ma, nello stesso tempo, fa emergere un filo ininterrotto che segna tutta la parte in prosa del libro: la ferrea legge religiosa del retribuzione fa a pugni con lโ€™esperienza vitale concreta delle persone, almeno quella di Giobbe.

Anche se ci fosse stata qualche colpa nella sua vita โ€“ accusa che in genere Giobbe rigetta ma che, a volte, ammette โ€“ bisogna riconoscere che la punizione ricevuta รจ oltremodo sproporzionata e ingiusta da parte di YHWH. La vita di Giobbe รจ totalmente avvolta dallโ€™ansia psicologica e dalla tensione interiore, ma anche il fisico รจ ormai ridotto a brandelli. Le giornate scivolano via tra le mani piรน veloci e leggere della spola nel telaio (cf. Pr 31). Hanno un ยซandirivieni altero e inquietoโ€ฆ aggiungendo ciascuna volta una linea di tela alla vita, senza speranza di finire il disegno, poichรฉ gli taglieranno lโ€™ordito dโ€™un solo colpoยป (L. Alonso Schรถkel).

Ricordati!

โ€œFaโ€™ conto/ricordati/zekลrโ€, grida Giobbe a YHWH, attingendo alle grida dolenti dei salmisti (v. 7; cf. Sal 25,6s; 74,2; 89,51; 119,49; 132,1: 137,7). Ricordati YHWH che la mia vita รจ โ€œsoffio/respiro di un attimo/spirito vitale/rรปaแธฅโ€; รจ un โ€œแธฅebel/soffioโ€, secondo Qohelet, e ยซchi sa se il soffio vitale dellโ€™uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra?ยป (Qo 3,21). Sono convinto, ormai โ€“ grida Giobbe โ€“, che i miei occhi โ€œnon/lลโ€™โ€ torneranno piรน a vedere โ€œil bene/il bello/แนญรดbโ€. Una collana nerastra di โ€œnon/lลโ€™โ€ (vv. 7b.8a.9b.10a.10b.11a) รจ ormai appesa al collo di Giobbe. La vita รจ un fiume che scorre unicamente verso la tomba, la morte.

Tutti noi non vedremo piรน i luoghi a noi familiari, ed essi faranno a meno di noiโ€ฆ Il bene รจ la vita, la luce, il bello, YHWH. Non vedrรฒ piรน YHWH, si lamenta in fondo, dolente, Giobbe.

Non รจ giusto soffrire. Soffrire poi senza il bene, senza YHWH, รจ addirittura tragico.

La casa

Sta per finire per Gesรน la sua lunga โ€œgiornata di Cafarnao (Mc 1,21-34). La sua giornata-tipo, la giornata-ideale trascolora su Gesรน che esce dallโ€™ambito pubblico di studio e di discussione religiosi (la sinagoga) allโ€™ambito privato, raccolto e accogliente, del calore di una โ€œcasa/oikiaโ€. รˆ la casa di Simone e di suo fratello Andrea, che egli ha appena chiamato a seguirlo per diventare โ€œpescatore di uominiยป (vivi, per una vita nuova) (vv. 16-20).

Probabilmente Simone aveva giร  offerto stabilmente una stanza della sua abitazione al suo illustre ospite, il Maestro, il rabbi sceso da Nazaret a Cafarnao, la vivace cittadina di frontiera posta sulla trafficatissima Via maris che dallโ€™Egitto porta a Damasco e nei lontani territori della Mesopotamia.

Nella sinagoga di Cafarnao Gesรน aveva esorcizzato un uomo totalmente preso dal suo male proveniente dal mondo dellโ€™Impuritร  opposto a Dio. Un maniaco religioso รจ dilaniato e spersonalizzato da una molteplicitร  di presenze che si oppongono al Bene che viene a distruggerle definitivamente/escatologicamente (apolesai < apollymi, v. 24).

Nella โ€œcasaโ€, grembo della crescita del popolo messianico rinnovato, radunato e istruito dal Messia, Gesรน incontra il male fisico, la โ€œfebbreโ€ che fa โ€œgiacere in posizione simile a quella della morte/katakeitoโ€ la suocera di Simone.

I presenti immediatamente parlano di lei a Gesรน, intercedendo implicitamente un suo intervento guaritore. Gesรน non prende le distanze dal male e dal malato e non resta indifferente alle situazioni dolorose che toccano la carne delle persone. Non pronuncia alcuna parola. Le parole devono rimanere sempre molto prudenti e vigilate di fronte allโ€™umanitร  ferita e sofferente.

Mano nella mano

Gesรน โ€“ che con i suoi era giร  โ€œentrato/elthon eisโ€ nella casa โ€“ si โ€œavvicina/proselthลnโ€, si rende ancor piรน โ€œprossimoโ€, fa prontamente i passi necessari per mettersi accanto alla persona immobilizzata nel suo letto di sofferenza/morte.

Gesรน โ€œfa risorgere/solleva/rialza/risveglia/ฤ“geirenโ€ la donna โ€œdopo averla afferrata con forza/kratฤ“sasโ€ per mano. Mano nella mano. La mano, implicitamente la destra, il luogo della potenza e dellโ€™abilitร . Una stretta di mano che รจ alleanza, trasmissione di forza, promessa di vicinanza e di custodia. Non sarai mai solo. Io sono con te, esisto solo in quanto sono con te e per te, per liberarti. Io sono il Figlio di YHWH, โ€œSarรฒ Colui che รจ in quanto รจ per te/โ€™ehyeh โ€™ฤƒลกer โ€™ehyehโ€ (Es 3,14) Il figlio รจ colui che fa le stesse cose del padre.

A contatto con la Vita, la โ€œfebbreโ€, alterazione dellโ€™equilibrio vitale, sintomo provvidenziale โ€“ nella sua pesantezza spossante โ€“ della necessitร  del medico, โ€œlasciรฒ/perdonรฒ/aphฤ“kenโ€ immediatamente la donna.

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Risorse e serviva

La Vita fa recedere lโ€™alterazione (mortale) della vita, ridona equilibrio e capacitร  rinnovata di โ€œstare in piediโ€. I racconti paralleli di Mt e di Lc si servono dei due verbi di risurrezione per descrivere lโ€™alzarsi della donna guarita: ฤ“gerthฤ“, Mt 8,15 (cf. detto di Gesรน risorto: Mt 16,21;17,9; 27,63.64; 28,6.7); anastasa, Lc 4,39 (cf. riferito a Gesรน risorto: Lc 18,33; 24,7; 24,46). Marco lo presuppone.

Gesรน rimette in piedi le persone del popolo messianico. Con lui si รจ avvicinato il regno di Dio fino a lambire potentemente la vita degli uomini (cf. Mc 1,14-15). Non รจ ancora il โ€œparadisoโ€ sulla terra, ma alcuni segni della sovranitร  di Dio sugli uomini e sul mondo sono posti con chiarezza.

Il male โ€“ con tutto il suo codazzo di sintomi e di esiti mortali โ€“ non รจ collegato direttamente a una colpa personale (cf. la decisiva affermazione liberante di Gesรน in Gv 9,3, mai pienamente assimilata neanche ai nostri giorni). Esso resta, perรฒ โ€“ male fisico compreso โ€“ย  una spia del fatto che il mondo attuale รจ fratturato, scomposto, non pienamente umano e umanizzante.

Nella casa/comunitร /Chiesa la risurrezione porta immediatamente al โ€œservizio duraturo e ripetuto/diฤ“koneiโ€ dei fratelli, dei discepoli di Gesรน (per poi aprirsi al mondo vasto delle relazioni piรน varie, cf. Mt 25,31-46).

Lโ€™evangelista Matteo concentra il servizio della donna riferendolo al solo Gesรน (Mt 8,15). Nel Maestro si riconosce la fonte della vita rimessa in piedi. Il servizio non tarderร  a scendere su tutti i fratelli che vivono insieme nella dolcezza. Sarร  come olio che scende sulla barba di Aronne (cf. Sal 133,1-2). La sposa sarร  vite feconda nellโ€™intimitร  della casa; i figli saranno virgulti dโ€™ulivo in torno alla mensa (cf. Sal 128[127],3).

Guarรฌ โ€œmoltiโ€

Terminato il giorno di sabato, gli ebrei osservanti portano a Gesรน tutti i loro malati non in pericolo di vita. Nella โ€œcasaโ€ messianica Gesรน aveva giร  guarito la suocera di Simone, facendole gustare in pienezza la gioia del sabato. Esso era stato comandato agli israeliti da YHWH per godere il riposo di Dio a sua immagine e โ€“ tendenzialmente โ€“ a sua somiglianza e per gustare la libertร  proveniente dal Dio dellโ€™esodo, liberatore del suo popolo (cf. Es 20,8-11, Dt 5,12-15). Gesรน guarisce โ€œmoltiโ€ malati, cioรจ tutti quelli che gli venivano portati. Occorre tener presente che il semita non apprezza tanto lโ€™opposizione โ€œgrecaโ€ โ€œunoโ€ / โ€œtuttiโ€, quanto quella fra โ€œpochiโ€ / โ€œtantiโ€.

A Cafarnao, alle prime ombre della sera, calato il sole, nel primo giorno della settimana (cf. Mc 16,2 tฤ“i miai tลn sabbatลn; yรดm rรฎโ€™ลกรดn โ€œprimo giornoโ€ in ebraico moderno), i malati e gli โ€œindemoniatiโ€ appartenenti allโ€™osservanza rigorosa del sabato possono gustare lโ€™interpretazione definitiva e messianica di quel comando dato da YHWH grazie alla persona di Gesรน, alla sua libertร  di Figlio, interprete definitivo e insuperabile della volontร  originaria del Padre.

Il popolo viene liberato. Il popolo cresce nel suo essere stato creato e liberato a immagine e somiglianza di YHWH.

Inizia per โ€œmoltiโ€ la vita guarita dalla pasqua di Cristo.

Le ferite vengono assunte da lui.

Il male di vivere e la protesta di Giobbe non sono tacitate ma accolte e trasfigurate dal Divino Paziente, risorto il primo giorno della settimana (cf. Mc 16,1-2).

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della V Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 4 Febbario 2018 anche qui.

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Mc 1, 29-39
Dal Vangelo secondo Marco
29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinรฒ e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciรฒ ed ella li serviva. 32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la cittร  era riunita davanti alla porta. 34Guarรฌ molti che erano affetti da varie malattie e scacciรฒ molti demรฒni; ma non permetteva ai demรฒni di parlare, perchรฉ lo conoscevano. 35Al mattino presto si alzรฒ quando ancora era buio e, uscito, si ritirรฒ in un luogo deserto, e lร  pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: ยซTutti ti cercano!ยป. 38Egli disse loro: ยซAndiamocene altrove, nei villaggi vicini, perchรฉ io predichi anche lร ; per questo infatti sono venuto!ยป. 39E andรฒ per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demรฒni.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 04 – 10 Febbraio 2018 2018
  • Tempo Ordinario V
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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