Commento al Vangelo del 4 Agosto 2019 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 4 Agosto 2019.
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Accumulare per sรฉ: una follia!

Per tre volte nel Vangelo di Luca vengono richieste a Gesรน indicazioni riguardo allโ€™ereditร . โ€œCosa devo fare per ereditare la vita eternaโ€ โ€“ chiedono, prima un dottore della legge (Lc 10,25), poi un notabile (Lc 18,18). Ad ambedue Gesรน risponde spiegando dettagliatamente quali sono le condizioni per aver parte a questโ€™ereditร .

In un dialogo con i discepoli egli stesso introduce il discorso sullโ€™ereditร  eterna: โ€œChiunque avrร  lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli o campi per il mio nome, riceverร  cento volte tanto e avrร  in ereditร  la vita eternaโ€ (Mt 19,29).

La terza richiesta รจ quella che viene riferita nel Vangelo di oggi. Due fratelli che non riescono a mettersi dโ€™accordo.

Si noti il fatto curioso: lโ€™ereditร  dovrebbe essere divisa, invece รจ lei a dividere.

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Il tranello in cui il denaro trascina chi non รจ piรน che avveduto รจ subdolo. Ti porta dove vuole, programma al posto tuo, ti separa dagli amici, divide la tua famiglia, ti fa dimenticare anche Dio. Soprattutto ti inganna perchรฉ espelle dalla tua mente il pensiero della morte.

In passato la morte era agitata come uno spauracchio. Oggi siamo in presenza del fenomeno opposto, ma ugualmente deleterio: si cerca di far dimenticare che nel momento stesso in cui si comincia a vivere si comincia anche a morire.

Lโ€™insensatezza, lโ€™ottundimento provocati dal denaro sono facilmente rilevabili nel fatto che, proprio in presenza della morte (la divisione di unโ€™ereditร  ha luogo dopo un decesso), la cupidigia fa rimuovere il pensiero della morte.

Gesรน non ha mai disprezzato i beni di questo mondo, ma ha messo in guardia dal pericolo di divenirne schiavi.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œInsegnaci, Signore, a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuoreโ€.

Prima Lettura (Qo 1,2; 2,21-23)

2 Vanitร  delle vanitร , dice Qoรจlet, vanitร  delle vanitร , tutto รจ vanitร .
2,21 Perchรฉ chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrร  poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo รจ vanitร  e grande sventura.
22 Allora quale profitto cโ€™รจ per lโ€™uomo in tutta la sua fatica e in tutto lโ€™affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole? 23 Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo รจ vanitร !

Attorno al 220 a.C. vive a Gerusalemme un uomo saggio. Viene chiamato Qoรจlet, cioรจ colui che riunisce lโ€™assemblea. Il suo profilo รจ cosรฌ descritto nellโ€™epilogo del libro: โ€œQoรจlet, oltre a essere saggio, istruรฌ continuamente il popolo; ascoltรฒ attentamente e indagรฒ, compose molti proverbi; Qoรจlet cercรฒ di usare parole gradevoli, riuscรฌ a esprimere la veritร โ€ (Qo 12,9-10).

Vive in un tempo caratterizzato dal benessere e dal fiorire di una notevole attivitร  economica. Ovunque si incontrano commercianti stranieri, si trafficano schiavi, bestiame, oro, perle preziose, resine profumate dellโ€™Oriente, lโ€™incenso amaro dellโ€™Arabia. Molti israeliti si lasciano affascinare dalla possibilitร  di arricchire, si appassionano alle nuove mode, aderiscono ai nuovi costumi, non pensano che al denaro e arrivano persino a rinnegare la fede e a dimenticare la pratica religiosa.

รˆ un delirio collettivo, una corsa sfrenata e insensata allโ€™accumulo dei beni.

Il Qoรจlet โ€“ saggio qual รจ โ€“ osserva con attenzione e distacco questo affaccendarsi concitato, riflette e si chiede: ne vale la pena o รจ tutto un โ€œrincorrere il ventoโ€ (Qo 2,11)?

Fin dallโ€™inizio del suo libro enuncia la risposta a questo angosciante interrogativo: โ€œTutto รจ vanitร โ€ (v.2). E ripete questa triste e amara conclusione come un ritornello per 25 volte.

Qoรจlet conosce gli avvenimenti storici accaduti un centinaio di anni prima, avvenimenti che hanno sconvolto il mondo. Dario, il re di Persia, onnipotente e immensamente ricco, รจ stato umiliato da Alessandro. Costui a sua volta, a soli trentatrรจ anni, รจ morto a Babilonia e il corteo funebre che lo ha accompagnato in Occidente ha rifatto in senso inverso la strada che lโ€™invincibile conquistatore aveva percorso trionfalmente solo pochi anni prima. Che รจ rimasto di Alessandro e del suo regno?

Gli uomini cercano i piaceri piรน vari e raffinati, bramano le ricchezze e aspirano alla considerazione sociale, tentano di perpetuare la loro presenza nel mondo attraverso i figli, lottano e uccidono per raggiungere il potere. La conclusione รจ sempre la stessa: alla fine, indistintamente, vengono spogliati di tutto.

La lettura di oggi propone la riflessione del Qoรจlet sullโ€™accumulo dei beni: โ€œChi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrร  poi lasciare i suoi beni ad un altro che non vi ha per nulla faticatoโ€. Non รจ questo vanitร  e grande sventura? (v.21).

Piรน avanti riprenderร  il tema รจ concluderร : โ€œCome รจ uscito dal ventre della madre, nudo, cosรฌ se ne andrร  di nuovo, come รจ venuto; non si porterร  via nulla del lavoro delle sue mani. Anche questo รจ molto doloroso: come รจ venuto cosรฌ se ne andrร . E che vantaggio avrร  chi ha lavorato per il vento?โ€ (Qo 5,14-15).

Che fare allora? Smettere di lavorare, non impegnarsi piรน? Mangiare, bere, divertirsi e non pensare ad altro?

Il Qoรจlet consiglia ai suoi discepoli un sano godimento di quanto la vita offre. Lascia perรฒ sospesi gli interrogativi fondamentali sul senso della vita. La risposta non si trova nel suo libro, ma nel Vangelo. Sarร  Gesรน a spalancare nuovi orizzonti, a insegnare a non agitarsi per le vanitร , per non inseguire il vento.

Seconda Lettura (Col 3,1-5.9-11)

1 Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassรน, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; 2 pensate alle cose di lassรน, non a quelle della terra. 3 Voi infatti siete morti e la vostra vita รจ ormai nascosta con Cristo in Dio! 4 Quando si manifesterร  Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.
5 Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impuritร , passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che รจ idolatria.
9 Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dellโ€™uomo vecchio con le sue azioni 10 e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. 11 Qui non cโ€™รจ piรน greco o giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo รจ tutto in tutti.

โ€œCercate le cose di lassรนโ€ฆ pensate alle cose di lassรน, non a quelle della terraโ€. Sembra un invito a disprezzare questo mondo ed a disinteressarci dei problemi materiali per rivolgerci solo al cielo.

Per capire questa esortazione bisogna tenere presente che Paolo sta parlando del battesimo. Mediante questo sacramento โ€“ dice โ€“ il cristiano รจ morto alla vita antica, รจ risuscitato con Cristo e con lui ha iniziato una vita completamente nuova (vv.1-4). โ€œRinunciare alle cose di quaggiรนโ€ significa farla finita non con la realtร  di questo mondo, ma con quella parte di uomo che appartiene alla terra: โ€œFornicazione, impuritร , passioni, desideri cattivi e quella cupidigia insaziabile che รจ idolatriaโ€ (v.5).

Riprende poi lo stesso pensiero con unโ€™altra immagine: quella del vestito. Il cristiano si รจ spogliato dellโ€™uomo vecchio e si รจ rivestito dellโ€™uomo nuovo (v.10). Come mai allora, anche dopo il battesimo, verifichiamo ancora tante miserie e tante debolezze? Perchรฉ โ€“ continua Paolo โ€“ in noi lโ€™uomo nuovo โ€œsi rinnova, per una piena conoscenza, a immagine del suo Creatoreโ€ (v.10). Che strana espressione: lโ€™uomo nuovo che si rinnova! Che significa?

Nel battesimo il cristiano รจ stato, sรฌ, rivestito dellโ€™uomo nuovo, porta giร  impressa in sรฉ lโ€™immagine del Creatore, ma questa somiglianza non si รจ ancora manifestata pienamente. รˆ ancora ricoperto da tante impuritร  da rendere poco riconoscibile in lui il volto del Padre. Solo quando si sarร  lasciato ripulire dalla sua vita antica, dalle sue abitudini pagane, solo allora apparirร  lโ€™uomo nuovo.

รˆ un invito a non scoraggiarsi. Paolo lo rivolge al cristiano consapevole di essere ancora lontano dalla somiglianza con il Padre. รˆ nuovo, ma โ€œsta ancora rinnovandosiโ€.

Vangelo (Lc 12,13-21)

13 Uno della folla disse a Gesรน: โ€œMaestro, dรฌ a mio fratello che divida con me lโ€™ereditร โ€. 14 Ma egli rispose: โ€œO uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?โ€. 15 E disse loro: โ€œGuardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perchรฉ anche se uno รจ nellโ€™abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beniโ€.
16 Disse poi una parabola:
โ€œLa campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
17 Egli ragionava tra sรฉ: Che farรฒ, poichรฉ non ho dove riporre i miei raccolti? 18 E disse: Farรฒ cosรฌ: demolirรฒ i miei magazzini e ne costruirรฒ di piรน grandi e vi raccoglierรฒ tutto il grano e i miei beni. 19 Poi dirรฒ a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
20 Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarร  richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarร ? 21 Cosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ, e non arricchisce davanti a Dioโ€.

Malgrado qualche bisticcio, tra fratelli, in genere, ci si vuole bene. Fino a quando? Fino al giorno in cui non si รจ chiamati a dividere lโ€™ereditร . Di fronte al denaro e ai beni, anche gli uomini migliori, anche i cristiani finiscono spesso per perdere la testa e per divenire ciechi e sordi: non vedono che il proprio interesse e sono disposti a passare perfino sopra ai sentimenti piรน sacri. A volte, con lโ€™aiuto di qualche amico saggio, le parti riescono a mettersi dโ€™accordo, altre volte invece lโ€™odio si protrae per anni e i fratelli arrivano a non parlare piรน tra loro.

Un giorno Gesรน viene scelto come mediatore per risolvere uno di questi contrasti familiari (v.13). In casi del genere, un suggerimento, un buon consiglio non viene negato a nessuno. Ecco invece la risposta sorprendente del Maestro: โ€œChi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?โ€ (v.14). Probabilmente non siamo dโ€™accordo con lui. Perchรฉ si tira indietro? Vuole forse insegnare a non dare valore alle realtร  di questo mondo? Invita a rifuggire dai problemi concreti della vita? Raccomanda di tollerare le sopraffazioni dei piรน arroganti? Non puรฒ essere. Una scelta simile sarebbe contraria a tutto il resto del Vangelo. Vediamo di capire meglio.

La situazione di fronte alla quale รจ posto si รจ creata perchรฉ uno ha tentato di commettere unโ€™ingiustizia e lโ€™altro sta rischiando di subirla. Che fare?

Si possono adottare varie soluzioni: inventarsi una scusa per sfuggire allโ€™intricata questione, oppure appellarsi alle norme vigenti che, al tempo di Gesรน, sono quelle stabilite in Dt 21,15-17 e in Nm 27,1-11. Non cโ€™รจ che da applicarle al caso concreto, dopo averle filtrate, se necessario, attraverso un minimo di buon senso. Questa sarebbe, probabilmente, la soluzione che noi avremmo adottato. Sembra la piรน logica e la piรน saggia, ma presenta un serio inconveniente: non elimina la causa da cui nascono tutte le discordie, gli odi, le ingiustizie.

Invece di risolvere il singolo caso, Gesรน sceglie di andare alla radice del problema. โ€œAttenti, โ€“ dice a tutti โ€“ tenetevi lontano da ogni cupidigia, perchรฉ anche se uno รจ nellโ€™abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beniโ€ (v.15).

Ecco additata la causa di tutti i mali: la bramosia del denaro, la volontร  di arraffare cose. I dissensi sorgono sempre quando ci si dimentica di una veritร  elementare: i beni di questo mondo non appartengono allโ€™uomo, ma a Dio che li ha destinati a tutti. Chi li accumula per sรฉ, chi se ne accaparra piรน del dovuto, senza pensare agli altri, stravolge il progetto del Creatore. I beni non vengono piรน considerati doni di Dio, ma proprietร  dellโ€™uomo, da oggetti preziosi si trasformano in idoli da adorare.

Qui si nota veramente non il disprezzo di Gesรน per i beni materiali, ma il suo distacco da questo mondo e la superioritร  dei suoi progetti e delle sue proposte. รˆ ben altra lโ€™ereditร  alla quale egli si interessa. Egli ha in mente il Regno che verrร  โ€œereditatoโ€ dai poveri (Mt 5,5), ha in mente โ€“ come dirร  Pietro ai neobattezzati โ€“ lโ€™ereditร  che non si corrompe, non si macchia e non marcisce (1 Pt 1,4).

Per chiarire meglio il suo pensiero racconta una parabola (vv.16-20), la cui parte centrale รจ costituita dal lungo ragionamento che il ricco agricoltore fa con se stesso.

Questโ€™uomo credo che ci risulti simpatico: si impegna, รจ previdente, ottiene ottimi risultati, รจ anche fortunato e benedetto da Dio. Non si dice che si รจ arricchito commettendo ingiustizie e furti: cโ€™รจ da supporre che sia anche onesto. Raggiunto il benessere decide di ritirarsi per un meritato riposo: non progetta bagordi e dissolutezze, desidera solo una vita tranquilla, comoda e beata. Se in questa storia qualcuno si comporta in modo incomprensibile โ€“ direi quasi crudele โ€“ questi sembra essere proprio Dio. Dove ha sbagliato lโ€™agricoltore? Come mai viene chiamato pazzo?

Iย  personaggi della parabola sono solo tre: Dio, lโ€™uomo ricco eโ€ฆ i beni. Questโ€™uomo โ€“ ci chiediamo โ€“ non ha famiglia, moglie, figli? Non ha vicini di casa? Non ha operai? Certo che li ha. Vive in mezzo alla gente, ma non la vede; per le persone non ha tempo, non ha energie da impiegare, non ha pensieri, non ha parole, non ha sentimenti. รˆ interessato solo a chi gli parla di beni e gli suggerisce come accrescerli. Pensa ai raccolti, ai magazzini, al grano. Nella sua mente non cโ€™รจ posto per altro, certo non per Dio. I beni sono lโ€™idolo che gli ha creato il vuoto attorno, che ha disumanizzato tutto. Anche lโ€™agricoltore, in fondo, non รจ piรน un uomo, รจ una cosa: รจ una macchina che produce e fa calcoli, รจ un registro di conti.

Nei suoi confronti sentiamo compassione perchรฉ รจ un poverโ€™uomo, uno sfortunato, un pazzo, come dice Gesรน. Qualcosa in lui si รจ rotto perchรฉ รจ senza equilibrio interiore, ha perso completamente lโ€™orientamento e il senso della vita. Consideriamo il suo monologo: usa cinquantanove parole, di esse ben quattordini sono riferite a โ€œioโ€ e โ€œmioโ€โ€ฆ Tutto รจ suo; esistono solo lui e i suoi beni. รˆ pazzo.

Ma ecco comparire improvvisamente il terzo personaggio: Dio che, in quella stessa notte, gli chiede conto della vita. Non mi si chieda ora perchรฉ il Signore si comporta in questo modo, come mai รจ tanto โ€œcattivoโ€ e โ€œvendicativoโ€.

Si tratta di una storia.

Dio โ€“ sia chiaro! โ€“ non fa queste cose. Gesรน lo introduce nella parabola per mostrare ai suoi ascoltatori quali sono i valori autentici su cui vale la pena puntare nella vita e quali sono invece quelli effimeri e ingannevoli.

Il giudizio di Dio รจ pesante: chi vive per accumulare beni รจ un folle!

La ricchezza รจ dunque un male? Assolutamente no. Gesรน non lโ€™ha mai condannata, non ha mai invitato nessuno a gettarla via, ma ha messo in guardia dai seri pericoli che nasconde.

Lโ€™ideale del cristiano non รจ una vita miserabile.

Alla fine della parabola viene indicato qual รจ lโ€™errore commesso dal ricco agricoltore. Egli non รจ condannato perchรฉ ha prodotto molti beni, perchรฉ ha lavorato, perchรฉ si รจ impegnato, ma perchรฉ โ€œha accumulato per sรฉโ€ e โ€œnon si รจ arricchito agli occhi di Dioโ€ (v.21). Ecco i due guai prodotti dallโ€™accecamento dei beni.

Il primo: arricchire da soli, accumulare beni per sรฉ senza pensare agli altri. La ricchezza deve essere aumentata, ma per tutti, non solo per alcuni. Incompatibili con il Vangelo sono la โ€œcupidigiaโ€, la โ€œbramosia insaziabile del possessoโ€, i sentimenti ed i pensieri folli di chi, come lโ€™agricoltore della parabola, ripete ossessivamente quel maledetto aggettivo: โ€œmioโ€. Quando le energie di tutti gli uomini verranno impegnate per accrescere non il โ€œmioโ€ e il โ€œtuoโ€, ma il nostro, allora saranno eliminate le cause delle guerre, delle discordie, dei problemi di ereditร .

Il secondo guaio: aver escluso Dio dalla propria vita, sostituendolo con un idolo. Questa scelta porta alla โ€œpazziaโ€ e il sintomo piรน evidente รจ la rimozione del pensiero della morte.

Chi idolatra il denaro diviene un paranoico, non vive in un mondo reale, ma in quello che si รจ costruito e che immagina eterno; dimentica โ€œla misura dei suoi giorni e quanto sia breve la vitaโ€, non tiene presente che โ€œsolo un soffio รจ ogni uomo che vive, passa come ombra; รจ solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolgaโ€ (Sal 39,5-7).

Chi non possiede campi e non ha un conto in banca non รจ toccato da questa parabola? Gesรน non mette in guardia chi ha molti beni, ma chiunque accumula per sรฉ. Si possono avere pochi soldi e avere il โ€œcuore da ricchiโ€.

Tutti devono tenere presente che i tesori di questo mondo sono infidi, non accompagnano nellโ€™altra vita.

Fonte – Settimana News