Nel secondo giorno del Triduo, il Sabato Santo, “la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione” (MR, pag. 160).
Mentre la celebrazione eucaristica viene sospesa, non cessa la laus perennis attraverso la Liturgia delle Ore che, attraverso antifone, inni, salmi e letture, contribuisce a definire i contorni di questo giorno. È il giorno del grande silenzio, poiché le parole cedono il posto allo stupore della contemplazione dinanzi al mistero ineffabile della redenzione.
Non si trascuri di illustrare in questo giorno il mistero della discesa agli inferi caro alla liturgia orientale ed altresì presente nella lex orandi della Chiesa d’Occidente (cf. anamnesi della Preghiera eucaristica IV, terza antifona e lettura patristica dell’Ufficio delle Letture di questo giorno, terza antifona e quarta invocazione delle Lodi mattutine di questo giorno).