Un popolo di profeti
Per il libro dei Numeri, che riporta il percorso seguito da Israele nel deserto al tempo della sua liberazione dalla schiavitรน egiziana, รจ stata suggerita la seguente struttura: I. Organizzazione della comunitร al Sinai (1,1โ10,10); II. Il cammino dal Sinai alle steppe di Moab (10,11โ25,18); III. La formazione della nuova comunitร in Moab (25,19โ36,13). Seguendo il percorso geografico di Israele, la seconda sezione puรฒ essere a sua volta cosรฌ delineata: 1) Dal Sinai al deserto di Paran (10,11โ12,16); 2) Da Qadesh a Qadesh (13,1โ19,22); 3) Marcia da Qadesh a Moab (20,1โ25,18).
Incendio e tombe di ingordi
Dopo aver riportato le vicende accadute durante la marcia (10,11-36), lโinizio della seconda sezione del libro (10,11โ12,16) si sofferma sulle mormorazioni innalzate dal popolo a Taberร /Tabโฤrฤh (โincendio/bฤโฤrฤhโ, cf. 11,3) e a Kibrot-Taavร /Qibrรดt-Hattaโฤwฤh (โi sepolcri di Taavร โ, ma secondo lโeziologia popolare โlร seppellirono coloro che ebbero ingordigia/qฤberรปโฆhammitโฤwwรฎmโ, cf. v. 34). Come ricorda Dinh Anh Nhue Nguyen nel suo commentario, le due localitร sono menzionate ancora in Dt 9,22, ma la prima viene tralasciata nel riassunto dellโitinerario in Nm 33,16 e rimane sconosciuta, anche se si รจ proposto di identificarla con Ruweis el-Ebeirig, un luogo a distanza di tre giorni di cammino (cf. 10,33) a nord-est del Gebel Musa, tradizionalmente identificato con il monte Sinai. In 12,1-6 si presenterร , infine, la figura di Mosรจ, il piรน umile fra gli uomini viventi sulla faccia della terra (v. 6).
Spento lโincendio a Taberร , la gente raccogliticcia, le persone di varia estrazione etnica e religiosa che stava in mezzo al popolo, โรจ presa dallโingordigia/hitโawwรป taโฤwฤhโ e si lamenta di dover mangiare solo la manna, invece dei buoni piatti a disposizione in Egittoโฆ Mosรจ sente il popolo piangere e invocare la carne e si lamenta con YHWH, perchรฉ non รจ stato lui a metterlo al mondo ed รจ troppo pesante per lui portare (lโonere di) tutto questo popolo. Meglio morire che andare avanti cosรฌ (cf. v. 15).
Onere condiviso
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YHWH inizia la sua risposta partendo dal secondo punto. Promette di prendere parte dello โspirito/rรปaแธฅโ che รจ su Mosรจ per โporlo su/weลamtรฎ โฤlรชhemโ (v. 17), cioรจ per โdonarlo a settanta uomini/wayyittฤn โal ลกibโรฎm โรฎลกโ (v. 25) che lo aiuteranno a โportare lโonere del popolo/wenฤลeโรป โittekฤ bemaลลฤโ hฤโฤmโ (v. 17).
Sembrerebbe essere un aiuto che decentralizzi il carico amministrativo e soprattutto giudiziario grazie al principio di sussidiarietร delle istanze giudiziarie inferiori. Questo almeno secondo il racconto parallelo riportato in Es 18,21-26, innescato dal saggio consiglio dato da Ietro al genero Mosรจ, oberato dal peso delle sedute giudiziarie. La versione riportata nel libro dei Numeri sembra perรฒ avere una connotazione diversa.
Quanto alla richiesta di โcarne/bฤลฤrโ (v. 13), YHWH ribatte che ne fornirร al popolo โpiangente/bลkehโ, ognuno davanti alla propria tenda (v. 10), una quantitร tale da farlo nauseare, facendogliela uscire perfino dalle narici (v. 20).
Prima di raccontare il segno del dono provvidenziale delle quaglie che cadono stremate sullโaccampamento degli israeliti a causa del โvento suscitato da YHWH/werรปaโแธฅ nฤsaโ mฤโฤt YHWHโ durante la lunga traversata intrapresa per la migrazione (vv. 31-35), lโautore ricorda โlโimposizione/weลamtรฎ โฤlรชhemโ (v. 17) dello spirito da parte di YHWH, preso in parte da quello di Mosรจ, su settanta anziani scelti fra il popolo.
Spirito per settanta anziani
Secondo i precisi canoni della teologia sacerdotale responsabile della stesura definitiva del testo, YHWH scende โnella nube/beโฤnฤnโ e parla a Mosรจ che aveva radunato i settanta anziani attorno alla โtenda/hฤโลhelโ della testimonianza. Non viene riferito il contenuto della rivelazione, ma si descrive subito lโazione potente di YHWH.
Egli prese โparte/minโ dello spirito che era su Mosรจ e lo โdiede/donรฒ sopra/wayyittฤn โalโ i settanta uomini anziani. Quando lo spirito โsi posรฒ/kenรดaแธฅโ su di loro si ebbe come effetto immediato che essi โsi misero a profetizzare/wayyitnabbeโรปโโ, ma in seguito non lo fecero piรน.
YHWH impartisce lo spirito dimorante in Mosรจ senza diminuire il suo, ma condividendolo ai settanta anziani che, secondo Es 18,20, devono essere integerrimi e timorati di Dio.
Piรน che ad una sapienza pratica di natura religioso-giuridico-morale ricavata dalle norme e dalle istruzioni di YHWH spiegate loro da Mosรจ in vista delle sedute giudiziarie da tenere su vertenze di minore importanza (cf. Es 18,19-23), il dono ricevuto dai settanta anziani si rivela essere di natura estatico-profetica.
Lo spirito/rรปaแธฅ di cui si parla โ afferma Dinh Anh Nhue Nguyen nel suo commentario โ ยซsi riferisce precisamente allo โspirito di YHWHโ o a quello di profezia (cf. vv. 25.29; Nm 24,2; 1Sam 10,10; anche Os 9,7) che Mosรจ possiede in virtรน dellโaccompagnamento costante di Dio (cf. Es 3,12; 4,1-12) [โฆ] in seguito si menziona di frequente lo spirito di Dio che investe i capi carismatici dโIsraele come Giosuรจ (Nm 27,18, [sic; correggi in;] Dt 34,9), i giudici e re (Gdc 3,10; 6,34; 13,25; 14,6; 1Sam 10,6 e 11,6; 1Sam 16,13), i profeti (1Re 22,24; 2Cr 15,1; 20,14; 24,20) e anche sul Messia (Is 11,1-2).
Occorre perรฒ distinguere il profetizzare degli anziani dopo aver ricevuto lo spirito di Dio nel nostro episodio da quello dei profeti (posteriori) che parlano in nome di YHWH, anche se in ambedue i casi il verbo รจ lo stesso nbโ (cf. vv. 25b.26b). Infatti, il contesto del racconto sembra suggerire di vedere nellโazione del profetizzare da parte delle persone elette non un trasmettere qualche messaggio divino preciso, ma una condizione estatica collettiva, che si esprime, come osservato nei casi simili nella storia di Saul (1Sam 10,5.9-13; 19,20-24), attraverso atti di delirio indescrivibile, di allegria incontenibile e di un parlare incomprensibileยป.
Dono โinutileโ?
Del contenuto di unโeventuale attivitร di natura profetica da parte dei settanta anziani, circoscritta fra lโaltro a un unico episodio, non viene detto alcunchรฉ. Lโimportante รจ lโuniversalitร (โsettantaโ) dei destinatari di un dono strabiliante, che non si considera riservato esclusivamente alle guide del popolo, ma donato tendenzialmente a tutti. Un dono gratuito in partenza e anche in arrivo. Un dono โsenza contenutoโ verbale, didattico o profetico, ma che si esplica in una gioia incontenibile, estatica, โgratuitaโ. Un giubilo gratuito che sale dal deserto della liberazione e della prova, della sete e della fame. Un giubilo che vince il pianto generale con un grido di gioia tendenzialmente generale. Un dono โinutileโ? Cosรฌ sembra. Come โinutileโ รจ il canto e il giubilo per la presenza provvidente di Dio nella vita degli uomini e dei popoliโฆ
Irregolari
Il numero settanta allude probabilmente in maniera simbolica allโuniversalitร della chiamata. Esso corrisponde a quello delle nazioni della terra (cf. Gen 10,1-32) e dei discendenti di Giacobbe (Es 1,5; Dt 10,22). La presenza di una corte di settanta consiglieri del re รจ ben attestata inoltre nel Vicino Oriente antico (cf. anche 2Re 10,6).
Lโuniversalitร della chiamata รจ sottolineata anche dallโepisodio di Eldad e Medad. Pur essendo iscritti nel numero di coloro che dovevano ricevere il dono dello spirito, non si erano recati โ colpevolmente? โ alla tenda, luogo deputato alla preghiera e alla recezione dei doni di YHWH in cui normalmente YHWH manifesta la sua gloria, ma erano rimasti nel luogo โlaicoโ dellโaccampamento. Una situazione irregolare, fuori della norma. Eppure anchโessi ricevono lo spirito e si mettono a profetizzare.
Un ragazzo avvisa Mosรจ dellโirregolaritร della situazione e del comportamento dei due. Lโirruente servitore/attendente di Mosรจ, Giosuรจ, gli era stato vicino fin dalla giovinezza, ma mostra rigiditร e durezza intransigente. Egli chiede con forza a Mosรจ: โImpedisci loro [di continuare]/eb. TM kelฤโฤm/gr. LXX kลlyson autousโ (cf. Mc 9,38.39).
Fosse tutto il popolo profeta!
Mosรจ si mostra largo di vedute e libero di spirito. โFosse tutto il popolo di YHWH profeta!/mรฎ yittฤnkol-โam YHWH nebรฎโรฎmโ (trad. lett.), esclama sereno, ยซdonasse YHWH il suo spirito su di essoยป (v. 29). Il sostantivo โโam/popoloโ รจ un singolare collettivo in ebraico e puรฒ essere concordato sia col singolare che col plurale. Un popolo tutto profetico, quindi, un popolo tutto intriso dello spirito di YHWH!
ร un sogno che Mosรจ, largo di cuore e vero โuomo spiritualeโ, intravede e desidera che si avveri fin da subito. Mosรจ non รจ geloso delle sue prerogative, dono di YHWH anchโesse. ร felice della democratizzazione dello spirito e proclama un dono de facto quale dono de iure. Molto onesti e corretti i sacerdoti responsabili dellโultima stesura del testo nel riconoscere e accettare questo โallargamentoโ di YHWH.
Il profeta Gioele intravede il compimento di questo sogno per gli ultimi tempi. ยซDopo questo, io effonderรฒ il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave in quei giorni effonderรฒ il mio spiritoยป (Gl 3,1-2).
Asceso in cielo, Gesรน risorto ha ricevuto in pienezza lo Spirito e lo ha effuso con larghezza. Questo riconosce Pietro il giorno di Pentecoste: ยซInnalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udireยป (At 2,33). Il sogno inizia a realizzarsi prima per il popolo eletto di Israele (cf. At 2,1-4.16-21) e poi su alcuni rappresentanti dei popoli pagani (cf. At 10,44-48). ยซNella pienezza dei tempi โ recita il Prefazio comune VII โ hai mandato il tuo Figlio, ospite e pellegrino in mezzo a noi, per redimerci dal peccato e dalla morte; e hai donato il tuo Spirito, per fare di tutte le nazioni un solo popolo nuovo che ha come fine il tuo regno, come condizione la libertร dei tuoi figli, come statuto il precetto dellโamoreยป.
Mosรจ vide quel giorno e ne gioรฌ (cf. Gb 8,56)โฆ
Volevamo impedirglielo
A livello testuale รจ appena terminato un profondo insegnamento โ e reprimenda allo stesso tempo โ rivolto da Gesรน ai Dodici circa la loro sete di potere e di primazia nel gruppo (cf. Mc 9,33-37).
Giovanni, perรฒ, uno dei due โfigli del tuonoโ insieme al fratello Giacomo (Mc 3,17), manifesta ancora intatta la violenza repressa dellโintransigente che crede di essere lโunico deputato โ insieme al gruppo dei Dodici invero โ a partecipare (forse, in futuro) della potenza terapeutica ed esorcistica di Gesรน (di fatto dimostratasi mancante nellโepisodio del ragazzo epilettico raccontato poco prima, Mc 9,14-28, cf. soprattutto vv. 28-29!).
La frustrazione per lโincapacitร dei Dodici di guarire il ragazzo epilettico si trasforma in invidia e gelosia per il dono dellโesorcismo goduto invece da un uomo non appartenente al gruppo ed esercitato โnel nome/persona/potenza/en tลi onomatiโ di Gesรน.
Giovanni, quale portavoce anche di altri, afferma che โavrebbero voluto impedirglielo/ekลluomenโ (imperfetto de conatu), dal momento che non apparteneva al gruppo istituzionale dei Dodici. Non seguiva il gruppo โ โnon ci seguiva/ouk ฤkolouthei hฤminโ โ, non seguiva la sua prassi, รจ la giustificazione apportata da Giovanni per il tentativo inibitorio attuato da lui e da altri, senza aver chiesto nulla in precedenza a Gesรน e avendo agito in modo autonomo.
Questo non impedisce che lโuomo potesse seguire Gesรน al di fuori del gruppo, ma agendo nel suo nome, credendo in lui, almeno incoativamente.
Gesรน comanda di โnon impedire/mฤ kลlueteโ (cf. Nm 11,28 greco LXX) allโuomo di continuare a fare del bene (โuna potenza/miracolo/dynaminโ) avvalendosi del nome di Gesรน. Gesรน impedisce di impedire. Come Mosรจ nei confronti dellโirruente Giosuรจ, anche Gesรน non cede alla richiesta โviolentaโ e intransigente di Giovanni e altri. โImpedireโ in questo caso ha una forte valenza giuridica. Ecumenicamente, va accolto il bene ovunque e da chiunque sia fatto, e non va impedito se non ciรฒ che รจ positivamente, volutamente e chiaramente contrario alla persona di Gesรน e al cammino della Chiesa.
Con noi, contro di noi
Lโazione esorcistica puรฒ essere connotata dalla magia e dalla simonia. Si veda lโiniziale atteggiamento magico di Simone il mago in At 8,9-11 e diventato addirittura simoniaco dopo la sua conversione e il suo battesimo in At 8,20-23. Cosรฌ pure si puรฒ avere presente anche il โparalleloโ comportamento infido e ingannatore del mago Elimas, punito a Cipro con la cecitร da Paolo in vista della sua conversione.
Compiuta in buona fede, con animo retto ed esente da interessi personali, rifacendosi al nome/potenza di Gesรน, unโazione esorcistica puรฒ essere invece un dono fatto da Dio Padre anche al di fuori del confine istituzionale del gruppo dei Dodici (ed ecclesiale in genere). Ci puรฒ essere tensione fra confessione cristologica (anche iniziale) e appartenenza ecclesiale. Ma il gruppo non puรฒ โimpedireโ che lโazione benefica di Dio, tramite quella del nome di Gesรน (e dello Spirito) si espanda oltre i confini visibili dellโappartenenza ecclesiale.
Il Nome di Gesรน agisce potentemente per il bene anche oltre i confini del gruppo e Gesรน non si sente minacciato dallโazione del taumaturgo. Se โfa cose potenti/miracolose/poiฤsei dynaminโ nel nome di Gesรน, non potrร subito dopo โparlare male/kakologฤsaiโ di lui.
Il principio ecclesiologico esposto da Gesรน รจ chiaro: ยซChi infatti non รจ contro di noi, รจ per noiยป. A livello ecclesiologico, occorre essere grandi di cuore e di vedute teologiche e spirituali. Il detto, a prima vista parallelo, ยซchi non รจ con me รจ contro di me e chi non raccoglie con me disperdeยป (Mt 12,30 = Lc 11,23) รจ centrato, invece, sul Cristo Gesรน e ยซvuole sottolineare lโassoluta radicalitร della sua scelta. Il testo di Marco ha piรน una portata ecclesiologica e, saggiamente, indica la relativitร di ogni appartenenza a un gruppo con una determinata praticaยป (B. Standaert, corsivo mio). I due detti non si contraddicono.
Certamente, il confine non รจ sempre facile da discernere. Ironico e sarcastico รจ lo sbeffeggio che lo spirito cattivo rivolge agli esorcisti giudei che a Efeso tentano fraudolentemente di servirsi del nome di Gesรน per operare esorcismi: ยซConosco Gesรน e chi รจ Paolo โ afferma โ ma voi chi siete?ยป (At 19,15). Non appartengono nรฉ a Gesรน, nรฉ a Paolo e โ sembra โ nemmeno al principe del maleโฆ Non sono di nessuno. Apprendisti stregoni, insignificanti ciarlatani.
Il bicchier dโacqua e lo scandalo
Collegato alla pericope precedente (vv. 38-39) dalla parola-gancio (mot-crochet) โnome/onomaโ (vv. 38.39.41), nel v. 41 viene promessa una ricompensa escatologica (โnon perderร /mฤ apolesฤi) a chi avrร dato anche solo un bicchiere dโacqua (โacqua fresca/psychrouโ รจ meglio, se possibile, precisa Mt 10,42โฆ) a uno dei discepoli in quanto โappartenenti a Cristoโ (e quindi al โnoiโ del v. 40).
Un piccolo gesto di solidarietร โ molto apprezzato nella calura asfissiante del Medio Oriente โ, anche compiuto da una persona non appartenente al corpo ecclesiale, non andrร perduto ma valorizzato nella vita definitiva.
Segue una pericope intessuta sulla terminologia dellโโinciampo/far inciampare/scandalo/scandalizzare/skandalon/skandalizein (vv. 42.43.45.47) rivolto con severitร a quanti pongono ostacoli gravi e fanno inciampare ยซuno di questi piccoli che credono in meยป (v. 42), cioรจ discepoli di Gesรน ancora ai primi passi e con una fede vacillante e debole a causa della loro precedente vita pagana.
I โpiccoliโ che credono in Gesรน (la presenza di โin me/eis emeโ รจ dibattuta a livello di critica testuale), โsono di Gesรนโ (v. 41), appartengono al โnoiโ ecclesiale menzionato nei versetti precedente (vv. 38.41). I vv. 42-48 sono quindi strettamente collegati a quelli precedenti (vv. 38-30.41).
Nella difesa dei โpiccoliโ, le parole usate da Gesรน sono durissime, e anche quelle concernenti lo โscandalo/inciampoโ che uno puรฒ causare a se stesso sono di una radicalitร assoluta, anche se chiaramente non interpretabili alla lettera.
A differenza del Vangelo di Matteo, dove ci si rivolge ai โfortiโ della comunitร che disprezzano i โdeboliโ e che vogliono estirpare con intransigenza prima del tempo la zizzania dal campo del buon grano costituito dal mondo/Chiesa (cf. Mt18,8-9), il Vangelo di Marco fa un discorso piรน generale, rivolto ad ognuno, anche se in modo sempre piรน stringente.
Tagliare via per trovare
Colui che scandalizza uno dei โpiccoliโ merita di essere impiccato a una macina da mulino girata dagli asini e gettato nel โmareโ, lโabisso del male a cui appartenere per lโeternitร . Oltre ai โpiccoliโ nella fede, Gesรน ha presente senzโaltro anche i piccoli tout court. Chi li โscandalizzaโ non merita davvero pietร .
Il linguaggio si fa quindi piรน stringente e interpellante (Se il tuoโฆ). Anche chi โscandalizzaโ se stesso, lasciando che la propria operativitร (โmano/cheirโ, v. 43), lโimpostazione nel cammino della vita (โpiede/pousโ, v. 45) o la porta visiva attraverso cui il mondo intero entra nel corpo umano (โocchio/ophthalmosโ, v. 47) mettano seriamente in pericolo la propria appartenenza a Cristo Gesรน, deve essere molto deciso.
Occorre โtagliare via/ekkopsonโ lโorgano interessato alla dรฉbรขcle ed entrare cosรฌ, anche mutilato, nella vita in pienezza (โzลฤโ, non bios, v. 43.45), cioรจ nel โregno/basileiaโ (v. 47) di Dio, piuttosto che, integro, andare nella Geenna della vita fallita (vv. 44.46.47), dove il fuoco maligno e il verme vorace divorano per sempre la vita, il suo senso, la sua bellezza, giร rovinata con le proprie mani nei giorni terreni.
Non si tratta di mutilare gli organi umani, ma di vigilare strettamente sui sensi spirituali.
Il โpiedeโ non puรฒ percorrere la strada ampia ma scivolosa che porta allโautodisfacimento.
La โmanoโ non puรฒ arraffare tutto, trasformando il bello e il buono nella cenere di Narciso.
Il cuore/occhio non puรฒ guardare tutto, anche ciรฒ che disprezza la dignitร dellโuomo e del creato.
Il cuore/coscienza non puรฒ diventare una prateria dove scorrazzano bradi i cavalli di ogni ideologia umana.
Il cuore/mente non puรฒ abbracciare tutto e il contrario di tutto, chiamando bene il male e male il bene.
Il cuore/affetto non puรฒ diventare una palude stagnante dove marciscono la bellezza del corpo umano, della sessualitร , lo stupore che ogni persona umana suscita al suo solo comparire.
Il cuore/desiderio ha sete di veritร , di vita piena, di integrazione olistica di tutte le meraviglie che la vita offre nel mondo creato da Dio. Ha sete di affidamento, del luogo in cui far riposare lโโeccedenzaโ che lo abita.
Il Cristo รจ โeccedenzaโ in noi.
Bellezza, via, veritร , vita.
ร la profezia annunciata ancora oggi dalla Chiesa.
Fosse profeta tutto il popolo di Dio!
Commento a cura di padre Roberto Mela scj โ Fonte del commento: Settimana News
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Nm 11, 25-29; Sal.18; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Chi non รจ contro di noi รจ per noi. Se la tua mano ti รจ motivo di scandalo, tagliala.
Mc 9,38-43.45.47-48
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesรน: ยซMaestro, abbiamo visto uno che scacciava demรฒni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguivaยป. Ma Gesรน disse: ยซNon glielo impedite, perchรฉ non cโรจ nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non รจ contro di noi รจ per noi.
Chiunque infatti vi darร da bere un bicchiere dโacqua nel mio nome perchรฉ siete di Cristo, in veritร io vi dico, non perderร la sua ricompensa.
Chi scandalizzerร uno solo di questi piccoli che credono in me, รจ molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti รจ motivo di scandalo, tagliala: รจ meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anzichรฉ con le due mani andare nella Geรจnna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti รจ motivo di scandalo, taglialo: รจ meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anzichรฉ con i due piedi essere gettato nella Geรจnna. E se il tuo occhio ti รจ motivo di scandalo, gettalo via: รจ meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anzichรฉ con due occhi essere gettato nella Geรจnna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingueยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 30 Settembre โ 06 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXVI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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