Serve respiro alla nostra fede
In questo tempo, come cristiani abbiamo il fiato corto. Per carità, è da dire che il momento non è dei più semplici: le nostre comunità arrancano, fanno fatica a reggere una mole di strutture e di attività divenuta elefantiaca. Per di più molti sono indifferenti, se non sottilmente diffidenti verso il Vangelo, cosa che complica non di poco l’annuncio. La risultante è una fede che fatica a respirare.
Il rischio di essere cristiani dal fiato corto è di stare sulla difensiva. Di ripiegarci sui nostri schemi e sulle nostre categorie, al punto di non gioire più per le meraviglie che il Signore opera anche al di fuori dei nostri chiari confini. Di dimenticare che accogliere Gesù è più che entrare nell’istituzione Chiesa: accogliere Gesù è vita che germoglia, a volte nei luoghi e nei tempi più impensati.
Mi fanno paura i supercattolici, quelli che si chiudono a riccio dietro riti demodé e dottrine rigorose, che non hanno l’umiltà di ascoltare le gioie e le sofferenze degli uomini. No, il Signore non è una nostra proprietà privata: in ogni gesto d’amore, egli si fa presente.
Questa sana teologia traspare in un dipinto del Seicento, custodito a Bassano del Grappa, che raffigura le sette opere di misericordia corporale. Nella metà inferiore dell’opera sono raffigurate queste sette scene, e dietro ogni scena di carità è dipinto Gesù, nella veste rossa dell’amore. Bene, l’autore, di cui purtroppo non conosciamo il nome, ha ritratto, tra le persone che compiono o ricevono gesti di misericordia, anche dei musulmani: li si riconosce dal turbante. Quell’artista sapeva che lì dove l’amore è all’opera, il Signore è presente. Anche se i diretti interessati non se ne accorgono o non lo sanno: e infatti il Gesù in vesti rosse è in secondo piano. Ma è presente.
Il Signore non è nostra proprietà privata. In secondo piano, egli è all’opera quando uomini e donne si tendono la mano, lottano per la giustizia, creano fraternità. Custodire questa consapevolezza: ecco cosa dà slancio e respiro alla nostra fede.
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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Nm 11, 25-29; Sal.18; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.
Mc 9,38-43.45.47-48
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 30 Settembre – 06 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXVI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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