Commento al Vangelo del 30 ottobre 2017 – don Mauro Leonardi

Quando è giusto dare la dignità ad un essere umano? La risposta è: sempre. Quando la creazione si è compiuta, non è terminata, ma è iniziato quello sguardo di contemplazione d’amore che il Padre ha riservato a tutto il creato, come Gesù ha fatto con questa donna.

Poesia

Che cosa è mai la legge senza amore?
È vergogna.
Che cosa fa mai la legge senza amore?
Fa che un bue e un asino possano bere e una donna non possa guarire.
Fate bene a vergognarvi.
Ma io esulto, perché diciotto anni sono tanti.
Con Satana anche un secondo è troppo.
Senza di te anche un secondo è troppo.
Fate bene a vergognarvi.
Gesù mio grazie.
Grazie che mi ami.
Lo sai.
Ti amo.
E il resto lo sai.

Solo tu puoi sciogliere la mia vita.
E legarla per sempre alla tua.
Solo tu puoi liberare la mia vita.
E ridarmela. Ridarmela anche in giorno di sabato.
Perché tutto è tuo.
Perché sempre è il tuo tempo.
E io sono tua.
Sempre.

Le tue mani finiscono le tue frasi.
Parli con parole che accarezzano.
Perché il corpo si salva con il corpo.
Si guarisce con il corpo.
Si ama con il corpo.
Perché il tuo cuore posso vederlo solo nelle tue carezze.
Non posso baciarlo ma posso baciare le tue mani.
Posso baciare te.

Tu mi ami.
Lo so.
Non perché me lo dici quando me lo dici.
E nemmeno perché sei l’amore.
Tu mi ami.
Lo so.
Perché per stare con me.
Non ti importa che il giorno non è quello giusto.
Non ti importa che io sia prigioniera, inferma, storta, nel corpo, nell’anima, nella vita.
Da tanto tempo.
Non ti spaventa quello che di me spaventa.
Non ti spaventa quello che di me spaventa anche me.
Non ti spaventa da quanto tempo, troppo, troppo, io non alzi il viso, non alzi lo sguardo.
Basta la tua mano.
Basta una tua carezza.
Basta un tuo abbraccio.
A rialzare la mia vita.
A riportarmi davanti al tuo sguardo.
Sotto la tua mano.
A riprendere fiato.
A riprendere anima.
A riprendere cuore.
A sentire nuovamente la vita.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 13, 10-17
Dal Vangelo secondo  Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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