Commento al Vangelo del 30 aprile 2017 – P. Marko Ivan Rupnik – Congregazione per il Clero

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III Domenica di Pasqua – Anno A

Questo brano del tempo pasquale sembra fotografare abbastanza realisticamente quella che potrebbe essere probabilmente la situazione ecclesiale di ogni tempo. Luca dice infatti il nome di uno dei discepoli, ma lascia in sospeso il secondo nome. Il secondo discepolo potrebbe allora rappresentare anche lui stesso e la sua storia personale, perché Luca non ha conosciuto il Cristo pre-pasquale, ma è stato raggiunto dal Cristo risorto, proprio come Paolo. Ma il secondo discepolo senza nome lascia spazio anche al nostro nome.

Prima di tutto colpisce la loro tristezza, frutto di un’amara delusione. Sono delusi perché nel loro ragionamento arrivano fino alla morte del loro “presunto” Messia. È già accaduto che è venuto qualcuno suscitando grandi speranze messianiche, ma poi è morto. Allora se ne attendeva un altro. Questo fallimento nutre nei due discepoli la tristezza e li fa sospettare di aver sbagliato la persona in cui riporre le loro speranze. Ma c’è di più, perché la loro delusione arriva addirittura a inquinare il messaggio delle donne, che annunciava che il Cristo era risorto.

E perché loro sarebbero delusi anche se Cristo è risorto? Il punto è proprio questo: la delusione per un Messia che non ha restaurato il regno di Davide. Tanto è vero che Luca, ancora all’inizio degli Atti, annota la domanda dei discepoli: “Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?” (At 1,6b). Con ciò si vede come l’attesa del Messia condizioni radicalmente l’immaginario, i desideri e la mentalità. Si vede che ancora pensavano ad un regno stabile e definitivo, invincibile secondo questo mondo. Questa ottica diventa ancora più esplicita per il fatto che stanno andando verso Emmaus, dove secondo 1Mac 3,38-60; 4,3; 9,50, Giuda Maccabeo stravinse una battaglia con i pagani, mentre ora ripensano e parlano di una sconfitta, di un fallimento.

Tanto è vero che il loro parlare arriva al litigare (syzētein). Mentre i due sono totalmente immersi nel dramma, che hanno vissuto con un Messia che ha deluso le loro attese, non si rendono conto che con loro sta già camminando Cristo. “I loro occhi erano impediti a riconoscerlo”. Perché i loro occhi erano incapaci di vederlo? Perché erano sommersi dalla loro mentalità. Vedevano ciò che pensavano. La loro attesa del restauro dello splendore di un regno, della loro importanza, del loro successo nella storia dopo tutte le umiliazioni subite come popolo ha impedito loro di lasciarsi sorprendere dalla presenza del Signore. Non solo.

Quando Cristo comincia a fare domande, lo chiamano “l’unico forestiero a Gerusalemme”, dicendo con questo una grande verità, dato che Lui come mandato dal Padre non fu riconosciuto a Gerusalemme, ma allo stesso tempo affermando una cosa ridicola, perché, se qualcuno conosce ciò che è accaduto, è proprio Lui, che è il protagonista di questi eventi.

Qui non è possibile non vedere fotografata la nostra realtà, dove tante volte si fanno dei progetti e poi non accade ciò che si attendeva. Allora grandi discussioni, i perché, la ricerca del colpevole, ecc., mentre non si ha il minimo senso per la presenza e per ciò che il Signore ci sta dicendo. Sembra quasi tragico poter dire che alle volte tra di noi, nella Chiesa, cioè nei nostri consigli, raduni, luoghi dove si progetta, dove si programma, dove si fanno le analisi e le proposte, ecc., è difficile scoprire la presenza del Signore.

Senza uno sguardo di fede, cioè di accoglienza del dono del Padre, senza esperienza di questo dono che è il Figlio, non si capisce la via dell’amore, cioè la via della pasqua che vale anche per la Chiesa. I discepoli non potevano accettare la croce. E questa rimane una tentazione permanente per la Chiesa, soprattutto se è troppo abituata a godere del prestigio e del rispetto del mondo.

P. Marko Ivan Rupnik – Fonte

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III Domenica del Tempo di Pasqua

Lc 24, 13-35
Dal Vangelo secondo Luca

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.

21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».

27E, cominciando da Mosé e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista.

32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 30 Aprile – 06 Maggio 2017
  • Tempo di Pasqua III, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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