Commento al Vangelo del 3 Giugno 2018 โ€“ p. Fernando Armellini

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 3 Giugno 2018.

Corpus Domini: Lโ€™alleanza รจ lโ€™anello della sposa

Nellโ€™Antico Testamento il termine alleanza ricorre ben 286 volte e questo dร  lโ€™idea dellโ€™importanza che Israele ha attribuito a questa istituzione. Lโ€™ha impiegata come immagine per esprimere il suo rapporto con il Signore. Ma che significa fare alleanza con Dio?

Parlare di contratto bilaterale รจ approssimativo e anche deviante. La prima alleanza, stipulata con Noรจ e, attraverso di lui, con lโ€™umanitร  intera e โ€œcon ogni essere vivente, con uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali usciti dallโ€™arcaโ€ (Gn 9,8-11), fu unilaterale, solo il Signore si assunse impegni e non pretese nulla in cambio; promise che non ci sarebbero piรน state le acque del diluvio, malgrado sapesse che lโ€™uomo avrebbe continuato a essere infedele, โ€œperchรฉ lโ€™istinto del cuore umano รจ incline al male fin dallโ€™adolescenzaโ€ (Gn 8,21).

Chiamรฒ Abramo dalla Mesopotamia per dargli una terra benchรฉ Abramo non avesse fatto nulla per meritare questo dono: gli era stato solo chiesto di credere allโ€™amore gratuito. Per convincerlo, Dio fece con lui unโ€™alleanza e la sancรฌ con un rito (Gn 15). Il patriarca non doveva temere, sarebbe entrato in possesso della terra, perchรฉ il patto del Signore era inviolabile: era fondato su una sua parola, solenne, confermata da un giuramento.

La gratuitร  e lโ€™impegno unilaterale caratterizzano le alleanze di Dio. Lungo la sua travagliata storia, Israele ne mantenne il ricordo e, anche nei momenti piรน drammatici, non perse mai la speranza, cosciente che la predilezione del Signore per lui non sarebbe mai venuta meno. Avrebbe potuto peccare fin che voleva, il Signore non avrebbe mai revocato la sua alleanza, perchรฉ, senza chiedere alcuna contropartita, aveva promesso di benedire il suo popolo. Le alleanze di Dio non hanno nulla di contrattuale, sono pura grazia.

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Eppure il Signore si aspetta una risposta dallโ€™uomo: non gli chiede di sottoscrivere un patto, ma di accogliere la sua proposta di mutua appartenenza, come avviene fra lo sposo e la sposa. Lโ€™eucaristiaโ€ฆ รจ lo scambio degli anelli.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œLa celebrazione eucaristica รจ il banchetto di nozze con il Signoreโ€

Prima Lettura (Es 24,3-8)

3 Mosรจ andรฒ a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose insieme e disse: โ€œTutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!โ€.
4 Mosรจ scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzรฒ di buon mattino e costruรฌ un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribรน dโ€™Israele. 5 Incaricรฒ alcuni giovani tra gli israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
6 Mosรจ prese la metร  del sangue e la mise in tanti catini e ne versรฒ lโ€™altra metร  sullโ€™altare.
7 Quindi prese il libro dellโ€™alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: โ€œQuanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!โ€.
8 Allora Mosรจ prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: โ€œEcco il sangue dellโ€™alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!โ€.

รˆ un bisogno dellโ€™uomo convalidare con qualche gesto gli impegni che si assume. Nella tribรน africana in cui per alcuni anni sono vissuto, il patto viene ratificato in modo molto semplice: i due contraenti prendono un lungo stelo dโ€™erba, lo rompono e ognuno getta dietro le spalle il pezzo che ha in mano. Cosรฌ dichiarano il reciproco impegno a gettare lontano da sรฉ ogni divisione, divergenza, conflitto.

Erano solenni e anche molto complicati i riti con cui, nellโ€™antichitร , i grandi sovrani sancivano lโ€™alleanza con i loro vassalli. La Bibbia ne riferisce alcuni, impiegati anche dagli israeliti. Il piรน cruento consisteva nello squartare in due parti un vitello e nel far passare i contraenti fra le sue metร , dichiarando di essere disposti a subire la sorte toccata allโ€™animale se avessero infranto il patto (Ger 34,18). รˆ a questo rito che fa riferimento lโ€™alleanza stipulata da Dio con Abramo (Gn 15), ma va notato che, nellโ€™occasione, fu solo il Signore a passare, in una fiamma ardente, fra gli animali divisi.

Lโ€™inviolabilitร  di un patto poteva essere stabilita anche attraverso il gesto di consumare insieme pane e sale o sale soltanto. Questo accordo era detto โ€œalleanza di saleโ€ (2 Cr 13,5), perchรฉ, come il sale, doveva essere mantenuto incorruttibile.

Il brano di oggi fa riferimento a un altro rito: quello con cui Israele sigillรฒ la sua alleanza con il Signore. Il fatto accadde al terzo mese dallโ€™uscita dallโ€™Egitto (Es 19,1).

Il popolo era radunato ai piedi del Sinai e Mosรจ, dopo essere ripetutamente salito sul monte per dialogare con il Signore, riferรฌ agli israeliti le parole che aveva ascoltato da Dio.

Il popolo non ebbe esitazioni e, convinto e risoluto, per due volte ripetรจ il suo impegno: โ€œTutti i comandi che ha dati il Signore, noi li eseguiremo!โ€ (v. 3.7).

Mosรจ mise per iscritto le parole di Dio. Poi preparรฒ lโ€™occorrente per la celebrazione: costruรฌ un altare e attorno collocรฒ dodici blocchi di pietra. Quando tutto fu pronto, incaricรฒ alcuni giovani di offrire animali in sacrificio al Signore (vv. 4-5), prese il sangue delle vittime e ne versรฒ metร  sopra lโ€™altare e metร  sopra le dodici pietre (vv. 6-8).

Per comprendere questo rito va ricordato che per i semiti il sangue era la sede della vita (Lv 17,11-14). Versare il sangue dellโ€™uomo, cioรจ uccidere, era assolutamente proibito (Gn 9,5-6); quello degli animali spettava a Dio, signore di ogni vita, per questo, nei sacrifici cruenti del tempio, il sangue veniva sparso sullโ€™altare, che rappresentava Dio.

Ora diviene chiaro il significato della celebrazione dellโ€™alleanza ai piedi del Sinai. Versando il sangue, metร  sullโ€™altare e lโ€™altra metร  sul popolo, simboleggiato dalle dodici stele, Mosรจ stabilรฌ un intimo legame di comunione fra Israele e il Signore. Da quel momento, Dio e il popolo divennero partecipi di una stessa vita, erano come membra di un unico corpo, legati da un unico destino. Le vicissitudini, le sofferenze, le gioie dellโ€™uno coinvolgevano anche lโ€™altro, toccare il popolo equivaleva a colpire Dio, perchรฉ, dice il Signore: โ€œCome la cintura aderisce ai fianchi di un uomo, cosรฌ io volli che aderisse a me tutta la casa di Israele e tutta la casa di Giuda, perchรฉ fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloriaโ€ (Ger 13,11).

Per essere felice, per rimanere libero, Israele avrebbe dovuto mantenere la promessa fatta al Sinai, avrebbe dovuto credere che le Dieci parole che aveva ascoltato non erano precetti ingiustificati, ma un dono del Signore che gli indicava il cammino della vita.

Israele fece lโ€™esperienza che โ€œlโ€™uomo non รจ padrone della sua via, non รจ in potere di chi cammina il dirigere i suoi passiโ€ (Ger 10,23). Infranse il patto, tradรฌ gli impegni presi, ma Dio non si arrese e decise di stringere una nuova alleanza, non una riedizione di quella del Sinai, ma una qualitativamente nuova: โ€œEcco verranno giorni โ€“ dice il Signore โ€“ nei quali io concluderรฒ unโ€™alleanza nuova. Non come lโ€™alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese dโ€™Egitto, unโ€™alleanza che essi hanno violato. Porrรฒ la mia legge nel loro animo, la scriverรฒ sul loro cuore. Allora io sarรฒ il loro Dio ed essi il mio popoloโ€ (Ger 31,31-33). โ€œVi darรฒ un cuore nuovo, metterรฒ dentro di voi uno spirito nuovo, toglierรฒ da voi il cuore di pietra e vi darรฒ un cuore di carneโ€ (Ez 36,26-27).

Anche per sancire questa alleanza sarร  necessario del sangue, non quello degli animali che si รจ dimostrato inefficace, ma quello di colui che offrirร  se stesso in sacrificio โ€œper la nuova ed eterna alleanzaโ€.

Seconda Lettura (Eb 9,11-15)

11 Cristo, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda piรน grande e piรน perfetta, non costruita da mano di uomo, cioรจ non appartenente a questa creazione, 12 non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrรฒ una volta per sempre nel santuario, procurandoci cosรฌ una redenzione eterna.
13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, 14 quanto piรน il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrรฌ se stesso senza macchia a Dio, purificherร  la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente?
15 Per questo egli รจ mediatore di una nuova alleanza, perchรฉ, essendo ormai intervenuta la sua morte per la rendenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano lโ€™ereditร  eterna che รจ stata promessa.

Espiare il proprio peccato significa, nellโ€™accezione comune, scontare una colpa subendone la punizione. Nelle religioni pagane lโ€™espiazione avveniva mediante sacrifici e offerte che avevano lo scopo di placare la divinitร  offesa.

Nella Bibbia lโ€™espiazione ha un altro significato. Non intende calmare Dio adirato e nemmeno punire lโ€™uomo per il male che ha fatto, ma agire su ciรฒ che ha interrotto il loro rapporto.

Questo modo diverso di intendere lโ€™espiazione deriva da un modo diverso di concepire Dio e il peccato. Il Dio dโ€™Israele non si scaglia mai contro il suo popolo, anche se รจ stato infedele, vuole che si converta, che ritorni alla vita, per questo chiede un cambiamento di pensieri e di azioni.

Lโ€™uomo ha perรฒ bisogno di manifestare, anche attraverso riti, il suo ripudio del peccato. รˆ per questo che, allโ€™inizio di ogni nuovo anno, Israele celebrava il grande giorno del perdono, lo Yom Kippur, dedicato interamente al digiuno, alla preghiera, alla lettura della parola di Dio e ai riti espiatori. Le cerimonie e i sacrifici si svolgevano nel tempio e culminavano nel rito dellโ€™aspersione col sangue degli animali โ€“ comโ€™era accaduto ai piedi del Sinai โ€“ del coperchio dellโ€™arca dellโ€™alleanza che si trovava nel Santo dei Santi e che indicava la presenza del Signore. Con questo gesto, il sommo sacerdote intendeva ristabilire la comunione di vita fra Dio e il popolo, che era stata sancita da unโ€™alleanza e che il peccato aveva distrutto.

Lโ€™autore della Lettera agli ebrei si richiama a questo rito dello Yom Kippur per stabilire un confronto fra gli antichi sacrifici espiatori e lโ€™opera redentrice di Cristo.

Nellโ€™antica alleanza veniva usato il sangue dei capri e dei vitelli. Come avrebbe potuto il sangue di animali ottenere lโ€™effetto sperato? Il sommo sacerdote doveva ripetere ogni anno lo stesso rito, proprio a causa della sua inefficacia.

Cristo, invece, non รจ entrato in un santuario di pietra, ma in cielo e ha offerto, una volta per tutte, il proprio sangue, un sangue che espia davvero, cioรจ ristabilisce per sempre e in modo definitivo i rapporti fra Dio e lโ€™uomo.

รˆ per questo che gli evangelisti notano che, nel momento della morte di Gesรน in croce, โ€œil velo del tempio si squarciรฒ in due, dallโ€™alto in bassoโ€ (Mc 15,38). Non avvenne la rottura materiale della cortina che separava il Santo dal Santo dei Santi, nel tempio di Gerusalemme, ma della barriera che separava gli uomini da Dio e che era stata eretta dal peccato: questa รจ stata abbattuta per sempre.

Non cโ€™รจ piรน bisogno del sangue degli animali, che รจ sempre stato inefficace. รˆ il sangue di Cristo che oggi viene offerto a chi partecipa alla celebrazione dellโ€™eucaristia. Chi si accosta per riceverlo ottiene il perdono dei peccati e in lui รจ ristabilito il legame di vita con Dio.

Vangelo (Mc 14,12-16.22-26)

12 Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: โ€œDove vuoi che andiamo a preparare perchรฉ tu possa mangiare la Pasqua?โ€. 13 Allora mandรฒ due dei suoi discepoli dicendo loro: โ€œAndate in cittร  e vi verrร  incontro un uomo con una brocca dโ€™acqua; seguitelo 14 e lร  dove entrerร  dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dovโ€™รจ la mia stanza, perchรฉ io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 15 Egli vi mostrerร  al piano superiore una grande sala con i tappeti, giร  pronta; lร  preparate per noiโ€. 16 I discepoli andarono e, entrati in cittร , trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
22 Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loro, dicendo: โ€œPrendete, questo รจ il mio corpoโ€. 23 Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24 E disse: โ€œQuesto รจ il mio sangue, il sangue dellโ€™alleanza versato per molti. 25 In veritร  vi dico che io non berrรฒ piรน del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrรฒ nuovo nel regno di Dioโ€.
26 E dopo aver cantato lโ€™inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo   anno B

Leggendo la prima parte del brano (vv. 12-16) si percepisce che ci si sta avvicinando a un momento drammatico, si ha la sensazione che Gesรน e il gruppo dei discepoli si muovano con circospezione, perchรฉ sono in pericolo a causa dellโ€™odio e delle minacce dei sommi sacerdoti. Si trovano a Betania e, per celebrare la cena pasquale, devono recarsi a Gerusalemme, lโ€™unico luogo in cui si puรฒ mangiare lโ€™agnello. Cโ€™รจ un segno di riconoscimento, concordato โ€“ pare โ€“ da Gesรน con il proprietario di una casa, situata nella parte alta della cittร , quella dove risiedono i ricchi, e questo segno particolare accentua lโ€™aura di mistero che avvolge tutta la scena. Due discepoli precedono il gruppo per preparare, al piano superiore dellโ€™abitazione, unโ€™ampia sala per la cena.

Per cogliere il messaggio che lโ€™evangelista vuole trasmettere, bisogna andare oltre quello che, a prima vista, pare un semplice resoconto stenografico e il primo dettaglio che va rilevato รจ che lโ€™iniziativa di celebrare la Pasqua non parte da Gesรน, ma dai discepoli (v. 12). Sono loro che vogliono fare memoria della liberazione dallโ€™Egitto, liberazione da cui ha avuto inizio la loro storia. Non immaginano ciรฒ che accadrร  quella stessa sera durante la cena: come rappresentanti delle dodici tribรน dโ€™Israele verranno coinvolti nella nuova Pasqua.

Un secondo particolare: lโ€™incaricato di accompagnare i discepoli nella sala del banchetto รจ un servo che svolge un servizio riservato alle donne. Non รจ un dettaglio banale, ma il segno del cambiamento dei rapporti sociali. รˆ la percezione di questo capovolgimento a guidare i discepoli verso il luogo della festa, quella cui Gesรน sta per dare inizio. Nella sala del banchetto entra chi sa vedere le persone in modo diverso, chi si lascia guidare dai segni sorprendenti dati da Cristo: i ricchi che si fanno poveri, i grandi che scelgono di divenire piccoli, gli uomini che si assumono i servizi umili imposti, fino ad allora, alle donne.

Anche lโ€™accurata descrizione della sala รจ importante: รจ spaziosa perchรฉ รจ destinata ad accogliere molte persone, รจ situata in alto, come il monte in cima al quale risuonava la parola del Signore (Es 24,1-4), ed รจ arredata con divani, perchรฉ chiunque entra, anche se povero, misero o schiavo, acquista la libertร . Questi particolari alludono, in modo evidente, alla santa Cena celebrata nelle comunitร  cristiane.

Calata la sera i Dodici si ritrovano con Gesรน per mangiare lโ€™agnello pasquale. Pensano di celebrare la liberazione dallโ€™Egitto e lโ€™alleanza del Sinai, divengono invece testimoni della nuova alleanza annunciata dai profeti e ricevono come alimento il vero Agnello.

Alla seconda parte (vv. 22-26) ci accostiamo con trepidazione perchรฉ si tratta del testo liturgico usato nelle prime comunitร  cristiane per la celebrazione dellโ€™eucaristia, testo composto nei primi anni di vita della chiesa e conservatoci da Marco, autore del primo vangelo.

Nel racconto non cโ€™รจ alcuna allusione alla pasqua giudaica. I Dodici che hanno preparato lโ€™agnello vedono la cena pasquale ebraica trasformarsi nella cena di Gesรน, nel banchetto eucaristico.

โ€œMentre mangiavano, egli prese il pane e, pronunciata la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loroโ€ (v. 22). Fin qui nulla di nuovo rispetto al rito tradizionale. Come capotavola, Gesรน ha fatto precedere la distribuzione del pane dalla preghiera: โ€œSii lodato, Signore, nostro Dio, re del mondo, che fai scaturire il pane dalla terraโ€.

Inconsueti sono invece lโ€™invito rivolto ai discepoli: โ€œPrendete e mangiateโ€ e, soprattutto, il valore attribuito al pane: โ€œQuesto รจ il mio corpoโ€, cioรจ, โ€œQuesto sono ioโ€.

I discepoli sono in grado di capire il significato del gesto e delle parole. Il Maestro ha fatto di tutta la sua vita un dono, รจ divenuto pane spezzato per lโ€™uomo, ora vuole che i suoi discepoli condividano la sua scelta, entrino in comunione, divengano una persona sola con lui, cosรฌ saranno partecipi della sua stessa vita.

Ora รจ chiaro, anche per noi, cosa significa accostarsi allโ€™eucaristia: non si tratta di un incontro devozionale con Gesรน, ma della decisione di essere, come lui, in ogni momento, pane spezzato a disposizione dei fratelli.

Al termine della cena, Gesรน beve il calice di vino.

Il suo gesto รจ carico di simbolismo perchรฉ รจ lโ€™ultima coppa, quella del commiato dallโ€™antica alleanza, infatti dichiara: โ€œNon berrรฒ piรน del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrรฒ, nuovo, nel regno di Dioโ€ (v. 25).

A differenza del Battista, Gesรน mangiava, beveva (Mt 11,18-19) e accettava inviti a cena. A un gruppo di farisei e di seguaci del Battista, che gli avevano chiesto la ragione per cui non digiunava, aveva risposto: โ€œPossono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo รจ con loro? Finchรฉ hanno lo sposo con loro non possono digiunare. Ma verranno giorni in cui sarร  tolto lo sposo e allora digiunerannoโ€ (Mc 2,19-20). Prevedeva, per la comunitร  dei suoi discepoli, un tempo di lutto, di mestizia, di astensione dalle bevande inebrianti. Il messaggio รจ chiaro: ovunque รจ assente lui, lo sposo, manca il vino, non cโ€™รจ la gioia della festa. I segni di trionfo del male e della morte sono presenti nel mondo e questo rattrista i discepoli, ma il โ€œbanchetto di grasse vivande, di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinatiโ€ (Is 25,6) avrร  luogo e Gesรน sarร  presente alla festa e offrirร  a tutti il suo vino: โ€œLo berrรฒ (con voi), nuovo, nel regno di Dioโ€.

Il calice รจ quello del suo sangue, โ€œil sangue dellโ€™alleanza, versato per tuttiโ€.

Lโ€™alleanza stipulata al Sinai non aveva raggiunto lโ€™obiettivo di mantenere il popolo in comunione con il Signore: era stata sancita con il sangue che, essendo di animali, non possedeva alcuna forza vivificante. Lโ€™alleanza di Gesรน รจ celebrata con sangue, il suo, in cui รจ presente la vita divina, offerta a chiunque la voglia accogliere.

Il sangue della nuova alleanza รจ versato per molti, che significa per tutti.

Lโ€™eucaristia non รจ stata istituita per i singoli, per permettere a ognuno di incontrare personalmente Cristo, per favorire il fervore individuale o qualche forma di isolazionismo spirituale. Lโ€™eucaristia รจ lโ€™alimento della comunitร , รจ pane spezzato e condiviso fra fratelli (non meno di due!), perchรฉ รจ la comunitร  il segno dellโ€™umanitร  nuova, nata dalla resurrezione di Cristo.

La porta della grande sala, che si trova in alto, รจ sempre spalancata, perchรฉ tutti possano entrare. Il banchetto del regno di Dio, annunciato dai profeti, รจ preparato โ€œper tutti i popoliโ€ (Is 25,6), tutti devono essere accolti, nessuno escluso. Per Dio non ci sono uomini puri e uomini impuri, gente degna e gente indegna; di fronte allโ€™eucaristia tutti sono sullo stesso piano, tutti sono peccatori, indegni, ma invitati a entrare in comunione con Cristo.

Il pane che รจ Cristo e il calice del suo sangue creano una comunitร  di โ€œconsanguineiโ€ con Cristo e tra loro, cosรฌ da costituire il popolo nuovo che ha come unica legge il servizio ai fratelli fino a donare in โ€œalimentoโ€ la propria vita, per saziare ogni forma di fame dellโ€™uomo.

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[accordion title=โ€Chi รจ Fernando Armelliniโ€ load=โ€hideโ€]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร  Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโ€™Universitร  di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโ€™estero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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