Commento al Vangelo del 3 Febbraio 2019 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 3 febbraio 2019

Il profeta, un personaggio scomodo

Ci sono tribolazioni che giungono improvvise e non volute, ma ce ne sono altre che sono la conseguenza di scelte fatte. Il prezzo da pagare per chi accetta di svolgere la missione difficile e poco gratificante del profeta รจ la persecuzione.

Anche le persone piรน simpatiche, quando si fanno interpreti del messaggio del Cielo, per quanto possa sembrare strano, possono diventare irritanti, fastidiose, insopportabili e venire emarginate.

Il profeta non รจ mai osannato a lungo dalle folle e meno ancora da chi detiene il potere, sia politico che religioso.

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In un primo momento puรฒ anche essere apprezzato per la sua preparazione, intelligenza, integritร  morale, ma presto รจ guardato con sospetto, osteggiato e perseguitato.

Gesรน non ha illuso i suoi discepoli, non ha promesso una vita facile, non ha assicurato lโ€™approvazione ed il consenso degli uomini.

Con insistenza ha ripetuto che lโ€™adesione a lui avrebbe comportato persecuzioni: โ€œEโ€™ sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto piรน i suoi familiari!โ€ (Mt 10,24-25). โ€œAnzi โ€“ ha aggiunto โ€“ verrร  lโ€™ora in cui chiunque vi ucciderร  crederร  di rendere culto a Dioโ€ (Gv 16,2).

Rievocando con rammarico il suo passato, Paolo riconoscerร : โ€œIo non sono neppure degno di essere chiamato apostolo, perchรฉ ho perseguitato la chiesa di Dioโ€ (1 Cor 15,9). Tuttavia dichiarerร  anche di averlo fatto โ€œmosso da santo zeloโ€ (Fil 3,6), convinto di difendere Dio e la vera religione.

Potrebbe accadere di nuovo oggi.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œSei tu, Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezzaโ€.

Prima Lettura (Ger 1,4-5.17-19)

Nei giorni del re Giosia 4 mi fu rivolta la parola del Signore:
5 โ€œPrima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni.
17 Tu, poi, cingiti i fianchi,
alzati e dรฌ loro tutto ciรฒ che ti ordinerรฒ;
non spaventarti alla loro vista,
altrimenti ti farรฒ temere davanti a loro.
18 Ed ecco oggi io faccio di te
come una fortezza,
come un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
19 Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
perchรฉ io sono con te per salvartiโ€.

Siamo nel 627 a.C. e Geremia forse non ha ancora ventโ€™anni quando รจ chiamato dal Signore ad essere profeta. Eโ€™ un giovane buono, sensibile, intelligente che desidera formarsi una famiglia e vivere tranquillo in Anatot, il villaggio dei suoi padri. Invece, prima ancora di essere concepito nel grembo di sua madre (v.4-5), รจ scelto per una missione difficile e rischiosa: รจ chiamato ad annunciare un messaggio contrario alle attese dei suoi connazionali. In un tempo in cui โ€œdal piรน piccolo al piรน grande, tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote tutti praticano la menzognaโ€ฆ e tutti sono convinti che cosรฌ va beneโ€ (Ger 8,10-11), Geremia รจ inviato a proclamare ad alta voce: โ€œCosรฌ invece non va bene!โ€. La sua vita sarร  un susseguirsi di drammi e dโ€™insuccessi.

Il profeta รจ colui che vede il mondo con gli occhi di Dio. Eโ€™ dotato di una spiccata sensibilitร  spirituale che lo porta a rendersi immediatamente conto della distanza che separa il progetto del Signore dalle opere dellโ€™uomo. Prova una profonda amarezza quando il popolo sceglie cammini di morte, quando nella societร  si istituzionalizzano rapporti ingiusti, quando coloro che dovrebbero proteggere i deboli, difendere lโ€™orfano e la vedova si schierano dalla parte dei potenti.

Allora non riesce piรน a reprimere lo sdegno, non puรฒ tacere.

Una forza divina, incontrollabile si scatena in lui e lo spinge ad alzare la voce per denunciare il peccato, le oppressioni, i soprusi, le violenze, lโ€™inettitudine di chi conduce il popolo alla rovina. A questa difficile missione รจ chiamato Geremia, il ragazzo timido e mite, destinato a divenire โ€œoggetto di litigio e di contrasto per il paeseโ€ (Ger 15,10).

Nella seconda parte della lettura (vv.17-18) Dio annuncia a Geremia ciรฒ che gli accadrร . Non lo illude, non gli promette una vita facile. Sarร  โ€“ dice โ€“ come un soldato braccato dai nemici, come una fortezza assediata da un esercito assetato di sangue.

Come mai Dio lo invia se sa giร  che il suo profeta andrร  incontro alla sconfitta e sarร  vittima dellโ€™odio dei suoi avversari? La lettura si conclude con parole di speranza e di conforto. Il Signore annuncia a Geremia: โ€œTi muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perchรฉ io sono con te per salvartiโ€ (v.19).

Seconda Lettura (1 Cor 12,31-13,13)

Fratelli, 31 aspirate ai carismi piรน grandi! E io vi mostrerรฒ una via migliore di tutte.

13,1 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la caritร , sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
2 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede cosรฌ da trasportare le montagne, ma non avessi la caritร , non sono nulla.
3 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la caritร , niente mi giova.
4 La caritร  รจ paziente, รจ benigna la caritร ; non รจ invidiosa la caritร , non si vanta, non si gonfia, 5 non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6 non gode dellโ€™ingiustizia, ma si compiace della veritร . 7 Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8 La caritร  non avrร  mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserร  e la scienza svanirร . 9 La nostra conoscenza รจ imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10 Ma quando verrร  ciรฒ che รจ perfetto, quello che รจ imperfetto scomparirร . 11 Quandโ€™ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciรฒ che era da bambino lโ€™ho abbandonato. 12 Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerรฒ perfettamente, come anchโ€™io sono conosciuto.
13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la caritร ; ma di tutte piรน grande รจ la caritร !

A Corinto โ€“ come abbiamo rilevato nelle passate domeniche โ€“ cโ€™erano dissensi e invidie a causa dei carismi. Dopo aver affermato che tutti i doni provengono dallo Spirito e sono destinati alla costruzione della comunitร , Paolo indica ai cristiani una via superiore a tutte: la caritร . Eโ€™ curioso: sta parlando di carismi โ€“ e la caritร  รจ certamente un carisma โ€“ e, invece di continuare sullo stesso tono, introduce unโ€™immagine nuova, quella della via: โ€œVi mostrerรฒ โ€“ dice โ€“ una via migliore di tutteโ€.

La caritร , il maggiore dei doni di Dio, viene accolta dallโ€™uomo in modo progressivo. Solo il Padre รจ caritร  (1 Gv 4,8) in pienezza; lโ€™uomo โ€“ essere limitato โ€“ puรฒ solo incamminarsi verso questa meta. La caritร  รจ una via, un lungo cammino da percorrere con fatica.

Il brano inizia con un elogio dellโ€™amore (vv.1-3). Dice che la caritร  รจ superiore a tutti gli altri doni: a quello delle lingue, alla profezia, alla fede, allโ€™assistenza caritativa e addirittura allโ€™immolazione del proprio corpo nel fuoco, gesto questo che, in quel tempo, era considerato la massima espressione di coraggio.

Questo amore non va confuso con la passione egoistica che cerca soltanto il proprio interesse ed il proprio piacere. Noi chiamiamo amore il desiderio di possedere un bene che giร  esiste oppure anche la semplice attrattiva fisica. Eโ€™ in questo senso che parliamo dellโ€™amore di un giovane per una bella ragazza. Ma, in realtร , questo spesso non si riduce ad altro che a brama di possederla, di averla tutta per sรฉ.

Lโ€™amore di cui parla Paolo รจ invece come quello di Dio: non trova il bene, ma lo crea. Eโ€™ in questโ€™ottica che va compresa la frase che Gesรน ripete spesso: โ€œGli ultimi saranno primi e i primi ultimiโ€ (Mt 20,16). Per noi i primi sono i buoni e gli ultimi i malvagi. Dio rovescia questa graduatoria. Le sue preferenze vanno per i peccatori, perchรฉ piรน bisognosi del suo amore: quando si lasciano invadere dal suo amore divengono i primi.

Si possono avere tante belle qualitร , si possono portare avanti splendide iniziative, ma se non si รจ mossi dallโ€™amore completamente gratuito e disinteressato, se si coltivano la vanitร  e il desiderio di affermare se stessi, non si possiede la โ€œcaritร โ€.

Nella seconda parte della lettura (vv.4-7) Paolo parla della caritร  come se fosse una persona. La presenta con una serie di quindici verbi. Dice che essa รจ paziente, sopporta lโ€™ingiustizia, domina il risentimento. Eโ€™ amabile, รจ sempre disposta a fare del bene a tutti. Non รจ invidiosa. Non รจ orgogliosa, non manca di rispetto. Eโ€™ disinteressata, si preoccupa dei problemi degli altri. Non cede alle provocazioni e trionfa sempre sul male.

Nella terza parte (vv.8-13) la caritร  รจ paragonata agli altri carismi. Questi passeranno, non saranno piรน necessari, verranno dimenticati, saranno come i giochi dellโ€™infanzia che, ad un certo punto, non divertono piรน e vengono abbandonati; la caritร  invece sarร  eterna, non finirร  mai.

Vangelo (Lc 4,21-30)

In quel tempo, 21 Gesรน cominciรฒ a dire nella sinagoga: โ€œOggi si รจ adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchiโ€. 22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: โ€œNon รจ il figlio di Giuseppe?โ€. 23 Ma egli rispose: โ€œDi certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fร llo anche qui, nella tua patria!โ€. 24 Poi aggiunse: โ€œNessun profeta รจ bene accetto in patria. 25 Vi dico anche: cโ€™erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27 Cโ€™erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siroโ€.
28 Allโ€™udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della cittร  e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro cittร  era situata, per gettarlo giรน dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andรฒ.

Il brano di oggi riprende lโ€™ultimo versetto di quello della scorsa domenica e racconta ciรฒ che รจ accaduto nella sinagoga di Nazareth dopo che Gesรน ha proclamato lโ€™inizio dellโ€™anno di grazia (v.21).

Le difficoltร  di questo testo non sono poche e anche le interpretazioni che ne vengono date sono molteplici.

Non si capisce bene il motivo per cui gli abitanti di Nazareth improvvisamente passano dallโ€™ammirazione per Gesรน agli insulti e poi al tentativo di linciarlo. Non ha detto nulla di provocatorio, come mai reagiscono in questo modo?

Non รจ chiara neppure la ragione per cui egli cita i due proverbi: โ€œMedico cura te stessoโ€ e โ€œNessun profeta รจ ben accolto nella sua patriaโ€. Questโ€™ultimo, in modo particolare, sembra fuori posto: perchรฉ parla cosรฌ se โ€“ a quanto pare โ€“ lo stanno elogiando?

Marco dice che non riuscรฌ a operare nessun prodigio a causa della loro incredulitร  (Mc 6,5). Luca invece fa supporre che essi lo credano capace di compiere miracoli. Perchรฉ allora non li fa?

Infine desidereremmo sapere anche come รจ riuscito a sfuggire a tanta gente inferocita. Si รจ miracolosamente volatilizzato? Ma allora avrebbe compiuto il prodigio che i compaesani gli chiedevano. Non puรฒ essere.

Quando, leggendo il Vangelo, ci si imbatte in particolari che appaiono strani e inverosimili cโ€™รจ da rallegrarsi: sono segnali preziosi, sono un invito ad andare oltre il puro dato di cronaca e a ricercare il significato piรน profondo dellโ€™episodio.

Cโ€™รจ un fatto che, piรน o meno esplicitamente, viene riferito da tutti gli evangelisti: gli abitanti di Nazareth e gli stessi parenti non hanno creduto in Gesรน (Cf. Mc 3,21; Gv 7,5). Matteo e Marco collocano questo rifiuto al termine della predicazione in Galilea (Mc 6,1-6; Mt 13,53-58). Luca invece lo anticipa allโ€™inizio della vita pubblica per un motivo teologico e pastorale.

Ciรฒ che รจ accaduto nella sinagoga di Nazareth รจ unโ€™ouverture di tutta la missione di Gesรน. In questo preludio vengono accennati i temi principali del suo messaggio (la salvezza dei poveri, dei deboli, degli oppressi), lโ€™accoglienza inizialmente favorevole, poi lโ€™incomprensione, il rifiuto e la condanna a morte.

Il tentativo di linciaggio messo in atto a Nazareth ha il suo parallelo nella scena della passione, quando Gesรน viene condotto fuori della cittร  per essere giustiziato. E lโ€™espressione: โ€œMedico cura te stesso!โ€ richiama lo scherno rivoltogli ai piedi della croce: โ€œHa salvato gli altri, salvi se stessoโ€ (Lc 23,35).

Analizzato lโ€™obiettivo teologico dellโ€™evangelista, vediamo quali sono le ragioni per cui i compaesani di Gesรน reagiscono in modo cosรฌ aggressivo alle sue parole.

Apparentemente il brano inizia con unโ€™approvazione unanime del discorso pronunciato da Gesรน nella sinagoga: โ€œTutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua boccaโ€ (v.22). In realtร  il significato del testo non puรฒ che essere diverso, altrimenti diventa difficile spiegare il seguito del racconto.

La reazione degli ascoltatori รจ motivata soltanto se Gesรน ha detto o fatto qualcosa che ha urtato la loro sensibilitร . E una ragione dellโ€™ostilitร  forse puรฒ essere scoperta.

รˆ costume durante la celebrazione che chi proclama il secondo testo biblico legga almeno tre versetti del libro di un profeta. Nella povera sinagoga di Nazareth probabilmente non ci sono tutti i libri dei profeti, ma solo quello di Isaia. Eโ€™ probabile che โ€“ letto e riletto ogni sabato โ€“ tutti lo conoscano ormai a memoria. Il brano scelto da Gesรน, tra lโ€™altro, รจ uno dei piรน noti.

Lโ€™irritazione degli ascoltatori potrebbe essere stata determinata dal fatto che Gesรน ha bruscamente interrotto la lettura dopo un versetto e mezzo. Perchรฉ non รจ andato oltre?

Se si legge il seguito, si intuisce la ragione. Dopo โ€œSono stato inviatoโ€ฆ ad annunciare un anno di grazia del Signoreโ€ il testo prosegue: โ€œe a predicare un giorno di vendetta per il nostro Dioโ€ (Is 61,2).

Era questa la frase che tutti volevano sentire.

Gli abitanti di Nazareth, come tutti gli israeliti agognavano questa vendetta, desideravano ansiosamente lโ€™intervento punitivo di Dio contro i pagani che per tanti secoli li avevano oppressi.

Ora che finalmente sembrava giunto il momento della resa dei conti, ecco che, al posto della vendetta, Gesรน annuncia un โ€œanno di graziaโ€, il condono di tutti i debiti, la benevolenza incondizionata di Dio verso tutti.

Le sue โ€œparole di graziaโ€ contengono un messaggio inaccettabile, inaudito. Tutti nella sinagoga sono testimoni della faziositร  del suo modo di accostarsi ai libri santi. Chi crede di essere? Non รจ forse il figlio di Giuseppe, il carpentiere?

Il contrasto fra la mentalitร  tradizionale che si aspetta un messia glorioso, vincitore e vendicatore e le parole di grazia pronunciate da Gesรน รจ radicale e si riproporrร  durante tutta la vita pubblica.

Eโ€™ il conflitto predetto da Simeone: โ€œEgli รจ qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuoriโ€ (Lc 2,34-35).

Gesรน non cerca di allentare la tensione, di ammorbidire le divergenze spiegando che tutto รจ nato da un banale malinteso. No, acuisce la tensione con due proverbi: โ€œMedico cura te stessoโ€ e โ€œnessun profeta รจ ben accetto nella sua patriaโ€ (vv.23-24) che provocano una seconda, cocente delusione nei suoi compaesani. Hanno sentito parlare dei prodigi compiuti a Cafarnao e si sono illusi di poter assistere a quei miracoli che segnerebbero lโ€™inizio dellโ€™era messianica.

I due proverbi sono una smentita delle loro attese, una presa di distanza dalle loro convinzioni, un rifiuto dei loro sogni, una condanna delle loro illusioni.

Nella seconda parte del Vangelo di oggi (vv.25-27) la discussione sale ulteriormente di tono e diviene provocazione.

Gesรน spiega la ragione per cui non ripete nel suo villaggio le opere compiute a Cafarnao: si comporta come Elia ed Eliseo che hanno soccorso stranieri invece di aiutare la gente bisognosa del loro popolo.

Questo รจ davvero troppo! Gli abitanti di Nazareth capiscono dove vuole arrivare: Israele non รจ lโ€™unico destinatario delle promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza. Giร  non hanno gradito la scelta che Gesรน ha fatto di abbandonare il suo villaggio per trasferirsi a Cafarnao, una cittร  commerciale piena di pagani dove la vita non รจ sempre condotta in conformitร  alle norme della puritร  legale. Ora si rendono conto che il suo non era un gesto isolato, ma il segno chiaro che la salvezza di Dio veniva estesa a tutti i popoli.

Le sue parole di grazia irritano lโ€™assemblea: sono una sfida alla meschinitร  e grettezza delle loro convinzioni religiose.

A questo punto non meraviglia piรน la reazione dei suoi ascoltatori: tutti sono presi da sdegno, si alzano, lo cacciano fuori dalla cittร  e cercano di buttarlo giรน dal precipizio (v.29).

Lโ€™ultimo versetto: โ€œMa Gesรน, passando in mezzo a loro, se ne andรฒโ€ (v.30) non si riferisce a una sua sparizione miracolosa. Eโ€™ un messaggio di consolazione e di speranza che Luca vuole dare ai cristiani delle sue comunitร  i quali si trovano a dover affrontare opposizione, incomprensioni, dissidi, ostilitร . Il rischio che corrono รจ di dimenticare che si sta ripetendo in loro ciรฒ che รจ accaduto a tutti i profeti e al loro Maestro.

Protetti da Dio โ€“ assicura Luca โ€“ passeranno anchโ€™essi in mezzo alla persecuzione e continueranno sicuri, come lui, lungo la loro strada, fino alla meta.

Fonte