Saper guardare le persone, i fatti, le cose che ci accadono, senza fede, privi di Speranza, attaccati solo alle cose materiali. E’ questa la condanna dell’uomo che non conosce Cristo. Non ha rapporto con Dio, non riesce a vedere oltre i suoi preconcetti, giudica senza credere che con Dio tutto possa cambiare. Un uomo senza Speranza.
Così accade a Gesù quando a Nazareth rivela che le promesse si stavano avverando con Lui: con Cristo iniziava un tempo nuovo, il tempo della Misericordia e del Perdono. Ma i suoi contemporanei non ci credono, sono convinti che nulla possa cambiare, attaccati a quello che hanno visto: il figlio del falegname.
Quante volte chiudiamo così il Cielo: non crediamo nemmeno che noi possiamo cambiare, ricevere la Grazia dal Signore, e ancor di più davanti ad una persona che cambia vita, che si converte, siamo spesso scettici e increduli. In qualche modo, come i concittadini di Gesù, vogliamo uccidere la Speranza.
Dio sceglie i più deboli e imperfetti proprio per confondere i cosiddetti “bravi”, i moderni dottori della sinagoga che portano Gesù sul ciglio del monte per gettarlo giù: ma Cristo, come nel Vangelo di Luca, non se ne cura e continua ad operare miracoli e prodigi con i più poveri.
Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma)
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QUARTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 4, 21-30 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.Fonte: LaSacraBibbia.net
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