CHARLES DE FOUCAULD
IV DOMENICA DELTEMPO ORDINARIO – ANNO C
MEDITAZIONE NUM. 271
LC 4, 21-30
Nostro Signore predica a Nazareth ed è cacciato.
Come sei buono, mio Dio, ad aver subito per noi tanti lavori, fatiche, disprezzi, oltraggi, violenze, persecuzioni!… Oh! mio Dio, l’amore che Ti riempie, che sei, che è la Tua essenza, ti ha fatto discendere dal cielo e Ti ha fatto scegliere, per condurla in mezzo a noi, la vita più sofferente, la più abbassata, che mai ci fosse… Hai giudicato questa vita ammirevolmente adatta a santificare gli uomini, ecco perché la Tua bontà l’ha scelta… Avresti potuto scegliere una vita di dolcezza «proposito sibi gaudio 1», ma hai giudicato che la sofferenza avrebbe santificato di più gli uomini; e una vita di sofferenza conveniva meglio al Tuo amore, poiché l’Amore ama donare, donarsi, sacrificarsi… Come sei buono, mio Dio, Tu che, così grande, hai trovato il modo di sacrificarTi a tal punto per noi!
Ci doni qui, o mio Dio, l’esempio di molte virtù: non agisci se non per obbedienza; non prevenendo la volontà divina, ma seguendola non appena Ti chiama; non agisci per il Tuo spirito umano, per quanto sublime sia, ma Ti lasci condurre dalla «virtù dello Spirito Santo», agisci non da Te stesso, ma secondo «l’unzione» che hai ricevuto, la «missione», che Ti è stata data…
Ma tanto è grande l’umiltà con la quale per 30 anni Ti sei tenuto oscuro e nascosto, pronto a ricevere o a non ricevere da Dio qualsiasi missione, tanto è grande l’ardore con il quale Ti precipiti per compiere la missione che Dio Ti ha dato, non appena l’hai ricevuta; come abbracci subito tutte le fatiche, i lavori, i pericoli del Santo ministero!… Ci dai una lezione di coraggio: con quale coraggio parli ai Giudei di Nazareth, e come la loro collera non Ti impedisce di rivolgere loro le severe parole che hai da dire a loro! Con quale coraggio affronti le loro offese, le loro minacce, le loro violenze, e il pericolo di morte in cui Ti trovi!… Ci insegni anche l’amore dell’abiezione: se sei stato così disprezzato, respinto, perseguitato, Tu nostro Dio, Tu nostro Beneamato, con quale amore e quale sollecitudine dobbiamo ricevere e desiderare ogni disprezzo, ogni violenza, ogni persecuzione, per assomigliarTi, o Beneamato Gesù!
Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte
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QUARTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 4, 21-30 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.Fonte: LaSacraBibbia.net
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