Commento al Vangelo del 3 Aprile 2017 โ€“ don Antonello Iapicca

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PER CANCELLARLI E DONARCI LA VITA NUOVA E LIBERA, GESUโ€™ SCRIVE I NOSTRI PECCATI NELLA SUA CARNE CROCIFISSA RIDOTTA A POLVERE

Lunediฬ€ della V settimana del Tempo di Quaresima

Una โ€œdonnaโ€, senza nome, puoi mettere il tuo, posso mettere il mio. Un peccato, lโ€™adulterio, il mio e il tuo. Sembrava amore e invece era solo passione, gli ormoni a dettare legge per fuggire da un matrimonio che non aveva piรน nulla da dire; magari il marito รจ da un secolo che la stava trascurando, chiuso nella sua banale superficialitร . E una โ€œdonnaโ€, si sa, ha bisogno dโ€™essere considerata, corteggiata, ne va della sua femminilitร . Forse lโ€™aveva tradita, e non poteva sopportarlo, doveva fargliela pagare. O forse era stata solo una sbandata, un fremito, di quelli che ti prendono quando qualcuno ti fa sentire importante; quelle parole che nessuno le aveva mai detto, e sembrava capire tutto di lei, sโ€™era accorto addirittura che aveva cambiato rossetto.

Lโ€™occasione aveva bussato, e lโ€™aveva trovata indifesa, incapace di resistere. Quel volto, e quella voce dโ€™uomo, proprio in quel momento, proprio sulla soglia della depressione, una vita spesa tra lavoro, fornelli e bucati; e lo dicono anche gli psicologi, e poi i film, le canzoni, la televisione, non si puรฒ perdere cosรฌ la dignitร , da troppo tempo aveva dimenticato dโ€™essere una โ€œdonnaโ€, di quelle vere, autodeterminate; non era mica nata per fare solo la madre e la moglie, altro che sottomissioneโ€ฆ Ecco, quellโ€™uomo che le si avvicinava le aveva improvvisamente incendiato lโ€™orgoglio.

Eโ€™ lรฌ, nel fondo melmoso del cuore, dove sโ€™agita il demone piรน feroce, che sempre tutto ha inizio. Di colpo sโ€™era trovata dinanzi allโ€™albero, come la prima delle โ€œdonneโ€, con un futuro di libertร  e felicitร  da cogliere senza pensarci troppo. Eโ€™ vero che qualcosa le diceva che no, non era proprio cosรฌ, che sโ€™era sposata perchรฉ lo aveva desiderato e deciso, che, pur tremando, la fedeltร  lโ€™aveva promessa felice per tutti i giorni della sua vita; che quei bambini erano la luce dei suoi occhi, e che era orgogliosa che portassero il nome di suo marito, che le piaceva perfino che gli assomigliassero.

Ma sottomessa no; quello sguardo dolce, quelle parole a pranzo, quella presenza improvvisa le stavano finalmente indicando la ragione del sottile malessere che lโ€™aveva afferrata da tempo: il limite, il sacrificio, lโ€™obbedienza e il dono di sรฉ, tutto era troppo, si sentiva frustrata, quanto era che non usciva con unโ€™amica per fare shopping? In fondo lui non era neanche bello; intelligente e comprensivo si dice, ma nulla di piรน. Non era di lui che sโ€™era invaghita accidenti, non era passione per un uomo, checchรจ ne dicesse la sua collega.

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Di se stessa sโ€™era innamorata, e questo si chiama superbia. Lui era solo uno sguardo e una voce prestate al serpente; lei desiderava unโ€™altra se stessa, perchรฉ quegli occhi e quelle parole che lโ€™avevano turbata, i complimenti e le gentilezze che le scompensavano gli ormoni, in fondo la stavano disprezzando senza pietร . Quellโ€™uomo stava stracciando e buttando nella spazzatura ciรฒ che lei era stata sino a quel momento: donna, sposa e madre. Insinuandole una menzogna la stava spingendo a tradire se stessa, perchรฉ ciรฒ che era non valeva, non serviva. Doveva essere la sua amante per valere. Come fece con Eva, il demonio le stava dipingendo il quadro della โ€œdonnaโ€ che non sarebbe mai stata: servita, obbedita, valorizzata, rispettata, amata, non perchรฉ โ€œdonnaโ€, e sposa, e madre, non perchรฉ immagine della Chiesa per la quale Cristo ha offerto se stesso, ma perchรฉ sarebbe divenuta come dio.

A questa menzogna aveva legato il suo cuore, e ogni abbraccio, ogni bacio, ogni amplesso, ogni parola e ogni istante passato con lโ€™amante era un frammento di morte che si impadroniva di lei. E ora era lรฌ, come Eva, โ€œsorpresa in flagrante adulterioโ€; e โ€œMosรจ, nella Legge, ha comandato di lapidare donne come questaโ€. Era giusto cosรฌ, perchรฉ la pioggia di pietre le avrebbe solo dato pubblicamente la morte che il suo cuore e la sua carne avevano scelto e consumato nel segreto. Per questo era lรฌ โ€œnel mezzoโ€, come un esempio per quanti avevano in animo di peccare. Gli โ€œscribi e i fariseiโ€, del resto, avevano giร  condannato lโ€™adultera; ma avevano bisogno di lei per condannare il Signore. Il suo adulterio, infatti, sarebbe servito per โ€œmettere alla prova Gesรน e avere di che accusarloโ€. Ma proprio qui appare la Pasqua, il mistero che ci stiamo preparando a celebrare.

La Pasqua che stravolge tutto: proprio il desiderio di accusare Gesรน avrebbe salvato quella donna! Gesรน stava โ€œinsegnandoโ€ la Torah, la Legge sulla quale venivano a metterlo alla prova: โ€œtu che ne dici?โ€. Forse stava spiegando perchรฉ in Galilea aveva predicato che bastava uno sguardo di concupiscenza per commettere adulterio con una donna nel proprio cuore. Che รจ da lรฌ che iniziamo a tradire Dio, noi stessi e gli altriโ€ฆ Ma ora, misteriosamente, non dice nulla, โ€œsi chinaโ€, e comincia a โ€œscrivere in terra con il ditoโ€. Fa un segno, e nessuno lo capisce. Il suo dito sembra sfiorare cosรฌ la debolezza di quella donna, fatta di โ€œterraโ€ come tutti quelli che erano lรฌ, il popolo giustiziere, gli scribi sapienti e i farisei integerrimi. Il suo dito era una carezza che annunciava la veritร : la Legge, la libertร , lโ€™amore, il cammino della vita, tutto รจ scritto sulla polvere che รจ il cuore di ogni uomo.

Un poโ€™ di vento cavalcato dalla tentazione, e la vita scappa via. Per questo Gesรน ci dice oggi: โ€œchi di voi รจ senza peccato, getti per primo la pietra contro di leiโ€. Tutti hanno peccato. Tutti hanno commesso adulterio con il demonio separandosi da Dio. Tutti hanno creduto alla menzogna e hanno pensato di poter essere diversi, come Dio. E tutti sono morti. Allora, che fate? Vi cominciate a prendere a sassate fino a che non vi ammazzate tutti? Eโ€™ questo che diceva Mosรจ? No, perchรฉ la Torah parla di me, in ogni sua pagina. Annuncia che davvero i vostri peccati sarebbero stati la mia accusa e la mia condanna, scritti tutti sulla Croce. Annuncia il perdono per ogni peccato, lโ€™unico giudizio capace di estirpare il male e scrivere la Legge nel cuore. Guardiamoci dentro allora, e non potremo far altro che โ€œtornare a casaโ€, a cominciare dai piรน โ€œvecchiโ€, arrugginiti nei peccati.

E convertirci e chiedere perdono a quanti abbiamo giudicato, anche alla moglie adultera, anche al marito assente che ha tradito. โ€œDove sono gli accusatori?โ€ Dovโ€™รจ il documento che ci condanna? Quando, ogni giorno, vibra nel cuore il giudizio inclemente verso se stessi e verso gli altri, emerge il giudizio di Dio che รจ la misericordia. Dove tutti ci abbandonano, dove tutto, giustamente e ragionevolmente, ci condanna, il suo amore รจ lโ€™ultima Parola. Gesรน, il comandamento del Padre scritto sulla terra della nostra esistenza, il Cielo inciso sul nostro cuore, la misericordia nella nostra debolezza; Gesรน, che ci ripete oggi: โ€œneanche io ti condannoโ€.

Chi ha incontrato lโ€™amore gratuito di Cristo, chi ha sperimentato che โ€œnessunoโ€ lโ€™ha condannato, โ€œva, cammina nella Chiesa in una vita nuova, la vita di Cristo, e per questo non pecca piรนโ€; guarda lโ€™altro con gli occhi e il cuore di Cristo, e gli ripete le stesse parole: neanche io ti condanno. Una โ€œdonnaโ€ che incontra Cristo cesserร  di tradire Dio, se stessa, suo marito e suoi figli. In Lui che consegna se stesso per lei ha, infatti, trovato lo Sposo che la ama cosรฌ come รจ. In Lui puรฒ essere โ€œdonnaโ€, moglie e madre sino in fondo, sottomessa per amore a Cristo al marito che non sa piรน condannareโ€ฆ

E come lei ciascuno di noi in questa Pasqua, perdonati per accogliere tutti nella misericordia.

don Antonello Iapicca

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Dal Vangelo secondo Giovanni 8, 9-11

In quel tempo, Gesรน si avviรฒ verso il monte degli Ulivi.
Ma allโ€™alba si recรฒ di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: ยซMaestro, questa donna รจ stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosรจ, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?ยป.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesรน, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nellโ€™interrogarlo, alzรฒ il capo e disse loro: ยซChi di voi รจ senza peccato, scagli per primo la pietra contro di leiยป.
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Ma quelli, udito ciรฒ, se ne andarono uno per uno, cominciando dai piรน anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesรน con la donna lร  in mezzo.
Alzatosi allora Gesรน le disse: ยซDonna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?ยป. Ed essa rispose: ยซNessuno, Signoreยป. E Gesรน le disse: ยซNeanchโ€™io ti condanno; va e dโ€™ora in poi non peccare piรนยป.

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