Questo brano compare solamente nel terzo Vangelo e, a una prima lettura, ci lascia l’amaro in bocca, con un retrogusto apocalittico, dissonante tra le parole del Vangelo della Misericordia.
Sembra porsi controcorrente rispetto l’opera salvifica di Gesù e di un Dio che è Padre e, in quanto tale, misericordioso, ma qui non c’è alcuna misericordia, nessuna comprensione; sembra quasi di leggere alcuni episodi dell’Antico Testamento. Il passo lucano segue un modello antitetico che trova la sua sintesi e acquisisce significato al versetto 31 con una forte connessione a Gv 12,10-11.
I versetti finali ci aprono allora gli occhi al vero messaggio, all’appello di Dio che ci invita a una vera conversione dei cuori prima che sia troppo tardi, prima che la luce scompaia (cfr. Gv 12,35-36). Ecco allora che attraverso gli occhi del ricco rinchiuso nel suo mondo di lusso, vuoto di preoccupazioni si accende uno spiraglio; nonostante la cecità del ricco, Dio è presente anche per lui in Lazzaro (‘El ‘Azar – in ebraico Dio ha soccorso).
Dio, infatti, si presenta ai nostri occhi ogni giorno, affinché possiamo aprirci e accogliere la sua Parola, la sua rivelazione che è la via per innescare il processo di conversione che conduce alla fede, quella fede che può operare cambiamenti significativi nella nostra vita. Chiudendo i nostri cuori all’altro, non permettendo che vengano toccati da Dio, ma facendoli rimanere duri come pietre (cfr. Ez 36,26-27) corriamo il rischio di piombare in quell’abisso (vv. 26) di solitudine, angoscia, tristezza e paura.
Signore Gesù, tu ci riveli il Dio ricco di misericordia che non
ha esitato a consegnarti nelle nostre mani. O uomo dei dolori,
fratello da tutti abbandonato, hai preso su di te l’iniquità del
mondo e ti sei fatto per ognuno avvocato di perdono, riparando
il nostro peccato col tuo amore. Rendici partecipi della tua
dedizione, capaci di sentire compassione per l’uomo ferito e
umiliato dal male. Accogli nel tuo cuore l’umanità lacerata e
rinnovala con la vita del tuo Spirito. Amen.
(Cfr. Atto di oblazione del Tempo di Passione, SCJ)
Letture della
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.
Dal libro del profeta Amos
Am 6,1a.4-7
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 145 (146)
R. Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.
Seconda Lettura
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 6,11-16
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Parola del Signore