Commento al Vangelo del 29 novembre 2017 – don Mauro Leonardi

In questo Vangelo comprendiamo quanto sia inutile e a volte superbo affannarsi nel difendere i “valori”, la “dottrina”, la “vera Fede”. Gesù ci ha detto che non dobbiamo imbracciare le spade per difenderlo, come tentò di fare Pietro durante la cattura del Signore, né dobbiamo lambiccarci a trovare parole, azioni, per difendere la nostra fede, testimoniarla, diffonderla. Basterà vivere e comportarsi in modo che tutto appaia fatto e vissuto “a causa del suo nome”. Lui allora ci darà parola, sapienza e nemmeno un nostro capello andrà perduto.

Poesia

Le mani addosso.
Non finisce mai la violenza.
Si nasconde anche in una carezza.
Nasce dal cuore.
Finisce nelle mani.
Mani che prendono.
Mani che trascinano.
Mani che portano via.
Li lascerò fare.
Perché tu sei con me.
Sopporterò le loro mani addosso.
Pensando alle tue mani che contano i miei capelli.

Mentre ti aspettavo.
Sono arrivati.
Con le loro mani.
Che prendono, afferrano, trascinano.
Così diverse dalle tue.
Che stringono, accarezzano, abbracciano.
Mentre ti aspettavo.
Sono arrivati.
Per portarmi via, trascinarmi, abbandonarmi, in una prigione, davanti a un re.
Così diversi da te.
Che sei venuto per prendermi con te, per portarmi Dio, per portarmi da Dio, e non lasciarmi più.
Non so cosa dire, non ho parole.
Non so dove andare, non ho più nessuno.
Né parenti, né amici.
So solo desiderare te.
So solo aspettare te.

Davanti alla violenza delle mani.
Davanti alla violenza delle parole.
Davanti a chi mi trascina.
Davanti a chi mi consegna.
Davanti a chi mi tradisce.
Davanti a chi mi odia.
Ho in mente solo te.
Ho in mente solo la carezza delle tue mani.
Ho in mente solo la dolcezza delle tue parole, della tua bocca.
Ho in mente solo te da seguire, da desiderare, da aspettare.
Sempre fedele.
Sempre amata.
Fino all’ultimo capello.
Ti amo da morire.
Ti aspetto da morire.

Salvata dalle mani che toccano, che strappano, che portano via, che consegnano.
Salvata.
Non per quello che ho saputo dire.
Ma per quello che ho saputo attendere da te.
Salvata.
Non per la pienezza delle mie parole.
Ma per il vuoto che hai riempito tu.
Vuoto nella bocca.
Vuoto nel cuore.
Riempito di te.
Salvata dal tradimento e dall’odio.
Non perché ho saputo amare.
Ma perché ho saputo aspettare, aspettare, credere, credere.
La tua mano tra i miei capelli mi ha dato ogni forza.
Aspetto.
Aspetto.
Credo.
Credo.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 21, 12-19
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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