Prima domenica di Avvento, anno di Luca
Ger 33,14-16/salmo 24/1Ts 3,12-4,2/ Lc 21,25-28.34-36
Convertirsi al Natale
Scherza e ridi siamo di nuovo qui a parlare del Natale.
Sarร colpa della crisi, ma mi sembra che, questโanno, i pubblicitari abbiano deciso di fare una tregua: non si inizia a parlare di panettoni a fine novembre, forse addirittura torneremo a mettere le luminarie a metร dicembre, come รจ logico.
Sรฌ, la crisi si sente, eccome: per molte famiglie sarร un Natale di tenebra, con la crisi che adesso sta licenziando (con buona pace per i proclami ottimistici dei nostri politici che fanno, ovviamente, i politici). Penso a Marco che ho incontrato oggi, che non va piรน a lavorare nella sua piccola officina perchรฉ dopo i debiti รจ arrivata la depressione e le crisi di panico, aggiungendo disastro a disastro. Penso a Luisa che per il decimo anno (!) sgobberร per un assegno di ricerca di settecento euro lordi. Cosa dirร il Natale a queste persone? Come sopravviveranno alla retorica buonista dei buoni sentimenti, della festa rigurgitante famiglie felici (che pochi anno) e splendidi abeti addobbati?
Non cโรจ che un modo: per salvare il Natale dobbiamo riaprire i vangeli.
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Si tratta di passare dal Natale finto, festa di compleanno senza festeggiato, al Natale vero, attraverso quel gesto destabilizzante che i Vangeli chiamano conversione.
Coraggio, allora, devo superare il disagio che ogni anni mi provoca il Natale per cercare, assieme a voi, con voi, per voi, qualche scia di luce.
Natali e sangue
Il primo disagio che provo scaturisce dal fatto che per molti di voi Natale sarร un bruttissimo giorno, il peggiore dellโanno. Per chi รจ rimasto solo, o vive accanto a qualcuno e comunque รจ solo, per chi, anziano, andrร a dormire presto, per i tanti non soddisfatti dalla vita, Natale รจ un pugno nello stomaco: dagli schermi televisivi ci invadono con schiere di famigliole Mulino Bianco intorno allโalbero e al panettone. Il peggior giorno dellโanno. Assurdo.
Questo mi ferisce e ferisce Dio: Natale vero รจ la notizia di un Dio che si fa povero, diviene ultimo, che occupa lโultimo posto perchรฉ nessuno possa dire โDio non saโ, proprio per riempire di tenerezza ogni ultimo.
E se proprio i poveri hanno una fitta al cuore, amici cattolici, abbiamo โ come minimo โ un problema di comunicazione.
Il secondo disagio deriva dalla terribile sensazione di scippo che mi prende guardandomi attorno. Occhei: Dio si รจ fatto dono, perciรฒ ci facciamo dei doni, il buon vecchio san Nicola, amico dei bambini, dopo avere fatto un restiling ci รจ stato riproposto nei panni abbondanti del ciccione Babbo Natale, tutti si scordano che lโabete, simbolo magico, รจ stata โbattezzatoโ aggiungendo le palline di cristallo che ricordano le ostie, la tredicesima รจ nata apposta per essere spesa, ma a tutto cโรจ un limite! Questo imperante gossip natalizio, questo buonismo di facciata mi ammazza, credetemi.
Semplificare
Necessitiamo, urgentemente, di riappropriarci del Natale. E questo puรฒ avvenire soltanto con lโinterioritร e la teologia, con la preghiera e la meditazione. Un mese รจ poco, lo so, ma possiamo farcela.
La mission รจ una sola: vivere il Natale, finalmente, da cattolici.
Convertirci, a partire da noi stessi.
Paure
Non viviamo tempi facili, lo scoraggiamento รจ alle stelle, la violenza pure. Tra finanziarie, lavori saltuari e una dilagante povertร , tra affetti frantumati e paure di amare rischiamo di crollare e di arrenderci. La paura e lโapatia a volte inquinano le nostre vite e le nostre comunitร : sembra prevalere il forte e lโarrogante, ci sentiamo come pesci fuor dโacqua.
E Gesรน (tenero!) ci dice: quando accade tutto questo, alzate lo sguardo.
Le fatiche e le prove della vita, sembra dirci il Signore, sono lรฌ apposta per farci crescere, possono diventare un trampolino di lancio, devono aiutarci a conoscere il senso segreto delle cose, il mistero nascosto nei secoli.
Come il grano caduto in terra feconda la terra, cosรฌ lโAvvento feconda la nostra vita per sbocciare a Natale in una festa di luce.
Pericoli
Ma occorre vigilare, ammonisce Gesรน nel Vangelo di oggi. Le dissipazioni, le ubriachezze e gli affanni della vita possono impedirci di vedere, impedirci di vivere.
Le dissipazioni: in un mondo in cui siamo costretti alla frenesia, ritrovare un ritmo di interioritร richiede una forza di carattere notevole. Perchรฉ non approfittare di questi giorni per riprendere un quotidiano ritmo di preghiera?
Le ubriachezze: il nostro mondo ci invita a fare esperienza di tutto, a osare, a sperimentare. E alla fine ci ritroviamo a pezzi. Attenti, amici, a non cadere nellโinganno che le sirene del nichilismo ci propongono: abbiamo bisogno di unitร , non di frantumazione. E questa scelta compiamola non in rispetto ad una ipotetica scelta morale, ma nella consapevolezza che Dio solo conosce la veritร dellโessere.
Gli affanni della vita che esistono e non possiamo eliminare ma solo controllare mettendo al centro la ricerca di Dio e del mio vero io.
Possiamo farcela, Dio ci sostiene, buon percorso di conversione al Natale.