Commento al Vangelo del 29 giugno 2016 – Paolo Curtaz

Il commento al Vangelo di domenica 26 giugno 2016 (il brano del Vangelo è a fine articolo) XIII Domenica del Tempo Ordinario, a cura di Paolo Curtaz.

Cercasi discepoli

Chi è Gesù per me?

Abbiamo iniziato le vacanze con questa domanda fissa nel cuore.

E oggi, coì, per gradire, una intensa liturgia della Parola rilancia. Chi sono io per Gesù?

Siamo amati, forse lo abbiamo scoperto. Di un amore adulto, luminoso, complesso, concreto, fecondo. Questo anno dedicato alla misericordia ci mette di fronte al vero volto di Dio, quello raccontato da Gesù, non quello imbronciato e scuro in volto che, spesso, ci raccontano e raccontiamo.

Scoprire questo amore ci cambia la vita. Ci rende discepoli.

Col desiderio crescente di seguire tanta luce, di lasciarci portare dallo Spirito, di abbandonare ogni tristezza e fatica, ogni compromesso e peccato, per essere come Dio ci sogna.

Gesù ci vede così, in cammino verso una pienezza, suoi collaboratori nel diffondere gioia.

Ma per farlo bisogna avere il coraggio di vedere anche le ombre che ci abitano e che dobbiamo lasciare illuminare. Ecco.

[ads2] Il desiderio del Maestro

Diventare discepoli del Dio di Gesù è un impegno che dura tutta la vita, che richiede molta energia e molta verità con noi stessi.

La posta in gioco è alta: il senso stesso della vita, scoprire la ragione del nostro esistere e il disegno nascosto dietro gli eventi della Storia.

Gesù non è un rabbì bramoso di discepoli, né abbassa il tiro per raccogliere la folla, né cede a compromessi per suscitare consensi: diversamente dai guru di ieri e di oggi non desidera essere famoso, né di avere attorno a sé folle plaudenti, né essere votato, né avere tanti like sul profilo, né comandare. È libero, vertiginosamente libero.

Egli vuole solo annunciare il Regno, mostrare lo splendido e inatteso volto del Padre. Anche quando questo costa fatica e sangue.

Contrariamente a quanto avveniva con i rabbini del suo tempo, Gesù non si fa scegliere, ma sceglie i discepoli e pone loro condizioni tutt’altro che scontate…

Fermezza

Le condizioni per diventare discepoli di Gesù sono motivate dal livello della sfida: egli vuole discepoli disposti a mettersi in gioco totalmente, non soltanto nel momento mistico della vita.

La pagina di oggi è introdotta dal fatto che Gesù risolutamente s’incammina verso Gerusalemme, luogo dove l’annuncio del Vangelo verrà messo alla prova. Dove, già lo intuisce, lo scontro potrebbe portalo alla morte.

Gesù indurisce il volto, assume pienamente la sfida: si incammina senza indugio verso la città che uccide i profeti, che massacra ogni opinione, che annienta ogni novità creduta pericolosa. Verso le nostre città.

Gesù è disposto a morire per raccontare il vero volto di Dio.

Dai suoi discepoli pretende la stessa convinzione.

Attenti ai mistici

Una convinzione che non può mai diventare violenza, anche solo verbale, anche per una buona causa. La sconfortante figuraccia di Giovanni il mistico ammonisce i fratelli che, nel percorso di fede, hanno avuto la gioia di sperimentare la dolcezza della preghiera e della meditazione, del silenzio e della contemplazione, raggiungendo vette spirituali non abituali.

L’avere ricevuto enormi grazie non ci mette al riparo da clamorosi errori, tanto peggiori quanto motivati da presunte rivelazioni interiori.

Il discepolo è un amante della pace, un pacifista pacificato, uno che sa che la scelta del Vangelo è – appunto – una scelta, uno che sa valutare il fallimento del proprio annuncio nella paziente logica del Vangelo.

Non basta una bella esperienza di fede per avere un cuore convertito, né un’intensa vita di preghiera per non cadere nel rischio del fanatismo e dell’intolleranza.

Quante volte misuriamo la nostra pastorale dai risultati, convinti, in teoria, che ciò che a noi è chiesto è solo di seminare, depressi, in realtà, se non ne raccogliamo i frutti.

La logica del Regno ci ricorda che solo Dio suscita la fede. Il discepolo dimora nella pace, perché sa che è il Maestro che annuncia e conosce, e noi a corrergli dietro…

I discepoli

Il discepolo che segue colui che non ha dove posare il capo, non cerca Dio per placare la propria insicurezza. Tanti, troppi cristiani, hanno un rapporto con Dio intimista e rassicurante, si rivolgono a Dio per avere certezze, fanno della propria fede una cuccia, un nido, sono spaventati dal “mondo”, che vedono sempre come un luogo pieno di pericoli, non escono dalla propria parrocchia, dal proprio movimento, perché intimoriti da una logica anti-evangelica che non riescono ad accogliere con serenità e criticità.

Il Maestro Gesù, invece, non ha dove posare il capo, non ha un comodo nido in cui nascondere i propri discepoli.

Il discepolo che segue il Signore della vita, colui che è più di ogni affetto, più di ogni relazione, più di ogni emozione, chiede di ridimensionare anche i rapporti famigliari, di appartenenza al clan, nella logica del Vangelo, sapendo che anche l’amore più assoluto, più intenso è sempre e solo penultimo rispetto alla totalità assoluta di Dio.

Perciò il discepolo di Gesù abbandona i sentimenti mortiferi, le relazioni all’apparenza splendide ma che, a volte, nascondono ambiguità e schiavitù.

Il discepolo vive l’amore, ogni amore, i rapporti, ogni rapporto, come un riflesso adulto e maturo dell’amore che Dio riversa nel proprio cuore, sapendo che anche i rapporti famigliari rischiano di diventare mortiferi, se cadono nella trappola del ruolo senza nutrirsi dell’autenticità e del rispetto. Non basta avere generato un bambino per essere padre, non basta allattare un neonato per essere madre. Gesù sa che i rapporti di discepolato, talora, sono più intensi e veri degli stanchi rapporti famigliari. E ci invita a lasciare i morti seppellire i morti e a giocare la nostra vita nella totalità del dono di sé.

Il discepolo che segue Gesù, sempre proteso al futuro, non resta inchiodato al proprio passato, non resta tassellato alle proprie abitudini, non si nasconde dietro il “si è sempre fatto così”, guarda avanti, punta la fine del campo, è più attento a tenere in profondità l’aratro che a verificare ciò che ha fatto, voltandosi indietro. Troppe volte le nostre comunità sono più preoccupate a conservare, che a far vivere il Vangelo. Troppe volte la logica soggiacente alle nostre scelte di Chiesa è quella della tutela di un privilegio, del mantenimento disperato di uno status quo che, però ci allontana dal Maestro.

Così

Un po’ urticante, lo ammetto.

Ma vero e autentico. Gesù è così esigente perché vuole uomini e donne autentici, non animali impauriti da sacrestia o evangelizzatori fanatici. Uomini e donne riempiti dalla gioia della ricerca, dal fascino del Rabbì, che mettono le proprie energie a servizio del Regno.

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XIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 9, 51-62
Dal Vangelo secondo Luca

[ads2]Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 26 Giugno – 02 Luglio 2016
  • Tempo Ordinario XIII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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