Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
PONTEFICI
Ogni uomo può mettersi in ascolto di Dio, ma il peccato ostacola questa capacità. L’origine di tutti i peccati è la pretesa di bastare a se stessi e di essere padroni del proprio destino. L’uomo da sempre è tentato di credere di non avere la necessità di un riferimento trascendente come se bastassero le sue conoscenze e capacità. È evidente che un simile atteggiamento costituisce una chiusura totale, spesso aggravata dalle mille distrazioni che ci bombardano e ci anestetizzano. Il Signore però non ci ha creati per la morte, ma per la vita. Dunque non ci abbandona a noi stessi e cerca di superare il muro della nostra indifferenza inviando dei portavoce: i profeti. Sono uomini che collegano la terra con il cielo, pontefici, cioè costruttori di ponti verso l’Infinito. Anche i profeti però sono soggetti alle tentazioni, tanto che il Deuteronomio dice che è possibile che qualcuno di loro annunci qualcosa che non viene da Dio, ma dalla sua vanagloria. Il rimedio a questo male è la dedizione alla vocazione. È quanto afferma San Paolo nella seconda lettura presentando i vantaggi della verginità. Non bisogna confondere però. Il matrimonio non vale meno della vita consacrata: semplicemente è una vocazione diversa. Si parla infatti di castità anche nel legame tra coniugi, che non significa l’astenersi dai rapporti, ma la vigilanza sul proprio cuore, perché l’amore per il coniuge non sia inquinato dall’egoismo o dall’interferenza di altre passioni. Come un uomo che si lega ad una donna non deve dividere il suo cuore con amori diversi, così chi si dedica a Dio deve essere tutto per Lui, senza compromessi. Verginità diventa allora sinonimo di dedizione e la Madonna ne è il più grande esempio. Gesù insegna con autorità perché domina il male e non si allontana mai dalla volontà del Padre. La sua parola è in tutto parola di Dio. Egli è il Pontefice per eccellenza, che rende visibile il volto del Padre e che fa udire la Sua voce. I miracoli che compie vanno nella direzione di rafforzare e confermare i suoi insegnamenti. A Cafarnao guarisce l’indemoniato scacciando lo spirito impuro per dimostrare che non è come gli altri profeti che devono lottare contro il male, ma al contrario egli vince il male che lotta contro di lui. Noi tutti dobbiamo, sul suo esempio, diventare pontefici, testimoni di Dio nella vita di ogni giorno, impegnandoci a scacciare il male che chiude il nostro cuore
Mc 1, 21-28
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!» La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.