Il corpo glorioso e consacrato del Signore è in mani che attendevano la sua venuta. Uno spirito che attendeva la salvezza, ora lo può guardare e la morte è sconfitta per sempre.
Poesia
Con accanto Giuseppe.
Con in braccio Dio.
Sei la donna più ricca di umiltà.
Più ricca di purezza.
La madre più grande.
La sposa più amata.
E te ne vai a Gerusalemme.
Come una donna qualunque.
Come una madre qualunque.
Che donna che sei.
Insegnami ad essere donna, sposa, madre.
Insegnami te.
E te ne vai a Gerusalemme.
Dopo i giorni prescritti.
Per la purificazione.
E sei la tutta pura.
Secondo la legge di un uomo.
E hai in braccio Dio.
Sono venuti gli angeli a parlarti.
Ad inchinarti a te.
E ora ti fermi per un uomo, in attesa da anni.
E lo ascolti ugualmente.
Pazientemente.
E poi taci.
Insegnami il tuo silenzio.
Il tuo parlare.
Il tuo andare.
Insegnami te.
Sei vero Dio.
E vero bambino.
Solo Dio sta in cammino in braccio a sua madre.
Anche se l’ha creata lui.
Solo Dio rispetta le leggi dettate da chi ha creato.
Anche se lui è Signore del mondo.
Solo Dio ha un padre e una madre che possono permettersi solo due colombi.
Anche se lui è il Re dell’Universo e tutto Gli appartiene.
Solo Dio ascolta le lodi di un uomo anziano che lo benedice.
Anche se Lui ha schiere di angeli che gli danno gloria.
Solo Dio ha per padre due che si amano e che si stupiscono di ciò che l’amore fa nelle loro vite.
Anche se Lui è l’amore e ha mandato gli angeli e il suo Spirito a dire, a fare.
Amore mio.
Voglio chiudere gli occhi e ascoltare.
E far finta di averti tra le braccia.
E imparare a essere piccola.
A essere donna.
Aiutami.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 2, 22-35
Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).
A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù“
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