LA SOLITUDINE CHE SPESSO SPERIMENTIAMO Eโ IL LUOGO DOVE INCONTRARE SOLI A SOLO LO SPOSO
Quanti anni hai? E da quanti sei paralizzato in quel peccato? Sรฌ quello che riappare ogni volta e sembra invincibile. Un giudizio? Lโira? Lโavarizia? La vanagloria? Forse sei schiavo della sessualitร ? Per il paralitico del vangelo erano โtrentotto anniโ, una vita paralizzata sul ciglio della vita, deposta alla โporta delle pecoreโ come sulla soglia degli inferi, confusa nella sofferenza di storpi, ciechi, zoppi. E โun sabatoโ che non era festa per quellโuomo schiacciato sul giaciglio dellโimpotenza, scivolando nella morte insieme alle pecore destinate alla macellazione. Ma non รจ soave lโodore di quelle membra sacrificate, piuttosto fumo acre di carni strappate al destino di pace e felicitร , rattrappite come le nostre, vorresti muoverle e non ti rispondono, desideri amare e ne sei incapace. La paralisi ci ha reso irrilevanti; distesi sul โlettuccioโ dei nostri giorni grigi, tiepidi e sterili, siamo come una mano di vernice trasparente e inodore spalmata su qualche parete, chi puรฒ accorgersi di noi? Quante giornate trafelate per correre dietro a mille cose, e poi la cena, e i bimbi a letto che non vogliono dormire, e arriva lui, nervoso, neanche ti guarda, si getta sulla cena e poi sprofonda sul sofร . Quante volte ci siamo trovati sul bordo di quella โpiscinaโ, accatastando desideri e progetti come legna da ardere tra le fiamme della delusione. E il cinismo a farti la corte, perchรฉ non cedere alle sue lusinghe? in fondo รจ lโunico con cui ci intendiamo. E questa solitudine acida che corrode ogni speranza: โLa vita dellโuomo si svolge laggiรน, tra le case, nei campi. Davanti al fuoco e in un letto. E ogni giorno che spunta ti mette davanti la stessa fatica e le stesse mancanze. Eโ un fastidio alla fine, Melete. Cโรจ una burrasca che rinnova le campagne โ nรจ la morte nรจ i grandi dolori scoraggiano. Ma la fatica interminabile, lo sforzo di star vivi dโora in ora, la notizia del male degli altri, del male meschino, fastidioso come le mosche dโestate โ questโรจ il vivere che taglia le gambe. Meleteโ (Cesare Pavese, Dialoghi con Leucรฒ). Siamo soli, con la fatica di parlare e discutere ancora una volta con chi non ci ha mai aiutato perchรฉ non poteva essendo debole come noiโฆ E il fastidio di non riuscire mai ad immergersi nellโoccasione giusta. Proprio nel momento in cui โlโangelo agita le acqueโ, quando la predicazione, la preghiera, unโispirazione sembrano โsmuovereโ lโapatia dei giorni, la routine mesta del matrimonio, lโabitudine ai silenzi con figli e colleghi, โqualcun altro arriva primaโ, con una menzogna, unโillusione, la paura e il peso del passato, e niente, non ce la facciamo, e le acque tornano alle stesse mancanze. Ma cโรจ questo tempo che ci consegna lโannuncio della svolta: digiuno, elemosina, preghiera, ovvero fame, povertร e speranze, la Quaresima ci proietta la clip della nostra vita, sino a questo istante. Giusto โtrentotto anniโ, o cinquanta, o diciotto; non un giorno in piรน, non un anno in meno. Oggi, perchรฉ รจ qui che la clip ha un sussulto, un volto di luce e una parola. Qualcuno ti ha โvistoโ, si รจ accorto e si preoccupa di te perchรฉ โsa che stai cosรฌ da molto tempoโ: โVuoi guarire?โ. Sei paralitico, ma non รจ per questo che sei nato; lโincapacitร di avvicinarti allโaltro e donarti a lui รจ una malattia, si puรฒ guarire.
Benedetta domanda che libera la speranza dalle catene del cinismo! Cosรฌ oggi Gesรน ti dichiara il suo amore, innescando in te il desiderio di Lui ormai seccato come le tue membra. Di colpo si illumina tutto il passato, e non era quello che il demonio ci ha raccontato. Se il paralitico avesse avuto โqualcuno ad immergerloโ, non avrebbe incontrato il Signore. Non avrebbe ascoltato la sua voce. Si sarebbe immerso, forse sarebbe guarito, avrebbe trovato lavoro, una casa, un fidanzato, un bel matrimonio, un poโ di salute, uno stipendio adeguato, non avrebbe perso il padre da piccolo, niente violenze, avrebbe studiato e si sarebbe laureato, sarebbe un pochino piรน bello e presentabile, la sua famiglia non sarebbe stata cosรฌ povera, non avrebbe subito lโombra del fratello maggiore. Non sarebbe stato crocifisso trentotto anni. Non avrebbe conosciuto il Signore. E non sarebbe stato felice. La Croce, il lettuccio dove hai disteso sino ad ora la tua vita, proprio tutta la tua storia che ti รจ sembrata cosรฌ grigia ed inutile, con le frustrazioni, la solitudine, il fastidio e la fatica di vivere, tutto รจ stato per incontrare Lui, la โportaโ attraverso la quale entrare e trovare il pascolo della vita eterna. Il lettuccio roso dai tarli del giudizio, dellโinvidia, della concupiscenza e di ogni peccato รจ il talamo preparato alla misericordia di Dio. Il fallimento umano, infatti, รจ il corteggiamento di Gesรน: per vincere orgoglio e resistenze, riconoscere che siamo paralitici perchรฉ abbiamo creduto al demonio che ci ha schiacciati nella paura, e lasciarci amare da Lui. Eโ Gesรน la piscina dove non รจ necessario che qualcuno ci immerga; le sue ferite sono per te, nessuno puรฒ passarti avanti. โAlzati, risorgi, prendi il tuo lettuccio e camminaโ: รจ qui la novitร , il segreto, la rivoluzione. Gesรน ci guarisce per โincominciare a camminareโ in una vita nuova, in un percorso di conversione quotidiano per โnon peccare piรนโ, aggrappati nella comunione della Chiesa alla Parola e ai sacramenti. Chi ha conosciuto la gratuitร dellโamore di Dio sa che tornare a dar credito al demonio e peccare, sarebbe lโaccadere di โqualcosa di peggioโ della paralisi, ovvero precipitare allโinferno. Per questo Gesรน ci invia nella storia facendo ogni istante memoria del suo amore, per non dimenticare da dove ci ha tratto. I cristiani non elaborano il passato come fosse un lutto, anzi, vivono il presente come il frutto della misericordia di Dio che ha irrorato misteriosamente ogni istante sino ad oggi, e โprendendo il lettuccioโ dove hanno sperimentato la Gloria della sua vittoria sul peccato. La vita diviene cosรฌ una missione, per testimoniare lโamore gratuito di Cristo a chiunque รจ chiuso nellโorgoglio e crede che la salvezza sia un peccato, e che per questo tenterร di strapparci alla Grazia per schiacciarci con i moralismi; ad annunciare a tutti che Cristo ha compiuto il โsabatoโ e ogni iota della Legge deposto con noi nella tomba per farci risorgere e cosรฌ imparare a camminare nella fatica e nel fastidio di vivere, portando la Croce che tutti rifiutano. Forse saremo soli, senza nessuno che si accorga di noi per aiutarci, perchรฉ, senza esigere e aspettarci nulla, saremo noi ad immergere ogni paralitico che ci รจ accanto, nella misericordia di Cristo incarnata in noi.
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Dal Vangelo secondo Giovanni 5, 1-3. 5-16
Era un giorno di festa per Giudei e Gesรน salรฌ a Gerusalemme. Vi รจ a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzeta, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lร un uomo che da trentotto anni era malato. Gesรน vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava cosรฌ, gli disse: ยซVuoi guarire?ยป. Gli rispose il malato: ยซSignore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando lโacqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di meยป. Gesรน gli disse: ยซAlzati, prendi il tuo lettuccio e camminaยป. E sullโistante quellโuomo guarรฌ e, preso il suo lettuccio, cominciรฒ a camminare.
Quel giorno perรฒ era un sabato. Dissero dunque i Giudei allโuomo guarito: ยซEโ sabato e non ti รจ lecito prender su il tuo lettuccioยป.
Ma egli rispose loro: ยซColui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e camminaยป. Gli chiesero allora: ยซChi รจ stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?ยป. Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesรน infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
Poco dopo Gesรน lo trovรฒ nel tempio e gli disse: ยซEcco che sei guarito; non peccare piรน, perchรฉ non ti abbia ad accadere qualcosa di peggioยป. Quellโuomo se ne andรฒ e disse ai Giudei che era stato Gesรน a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesรน, perchรฉ faceva tali cose di sabato
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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