Commento al Vangelo del 28 marzo 2010 โ€“ Paolo Curtaz

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Domenica delle Palme

La morte di Dio

Lettura della Passione dal Vangelo secondo Luca

Dio non รจ uno che ti manda le disgrazie. Non รจ un padrone che ti castra e ti impedisce di volare. Non รจ un despota che ti fa stare buono e zitto sennรฒ ti castiga e allora lavora. Non รจ uno che brandisce la Legge e aspetta di lapidarti.

Ci vuole il deserto e la veritร , la fame di senso e la Parola per riuscire ad arrendersi allโ€™evidenza di Dio. Un Dio che lascia crescere i suoi figli, che ha fatto bene ogni cosa e fa piovere sui giusti e gli ingiusti: un Dio che, come un Padre, scruta lโ€™orizzonte e accoglie con dignitร  il figlio che lo voleva morto, ed esce a spiegare le sue ragioni allโ€™altro figlio offeso; un Dio che, unico giusto, potrebbe condannarmi e non lo fa, chiedendomi di uscire dalla mediocritร  del peccato, falsa libertร .

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Siamo alla fine del deserto, amici: ora vediamo allโ€™orizzonte il Tabor. Inizia la grande settimana, la piรน grande. La settimana piena di stupore e di sangue, di amore e di emozioni.

Inizia la settimana Santa.

Osanna!

Gesรน entra a Gerusalemme trionfalmente. La gente applaude, agita in alto i rami strappati dalle palme e dagli ulivi, stende i propri mantelli al passaggio del Rabbรฌ di Galilea. Piccola gloria prima del disastro, fragile riconoscimento prima del delirio. Gesรน sa, sente, conosce ciรฒ che sta per accadere.

Troppo instabile il giudizio dellโ€™uomo, troppo vaga la sua fede, troppo ondivaga la sua volontร .

Ma che importa? Sorride, ora, il Nazareno e ascolta la lode rivolta a lui e che egli rivolge al Padre.

Messia impotente e mite, energico e tenero, affaticato e deciso.

Non entra a Gerusalemme a cavallo di un puledro bianco, non ha soldati al suo fianco che lo proteggono, nessuna autoritร  lo riceve: entra in cittร  cavalcando un ridicolo ciuchino, ricordando a noi, malati di protagonismo, che il potere รจ tale solo se non si prende troppo sul serio, che la gloria degli uomini รจ inutile e breve.

Osanna, figlio di Davide, Osanna nostro incredibile Dio, nostro magnifico re.

Osanna dai tuoi figli poveri e illusi, feriti e mendicanti, Osanna re dei poveri, protettore dei falliti, Osanna!

Innalza a te il grido di lode la tua Chiesa, santa e peccatrice, riconosce in te lโ€™unica ragione di vivere, lโ€™unica ricerca, lโ€™unico annuncio, Osanna maestro amato.

La passione

Luca racconta la sua passione lasciando trasparire tutto il bene che ha ricevuto da Cristo. Lo ama il Dio di Gesรน, ama il Signore che egli ha conosciuto attraverso le parole vibranti di Paolo. E racconta le ultime ore di battaglia, racconta dello scontro titanico tra il Dio rifiutato e la tenebra incombente che suggerisce (a ragione?) a Gesรน di abbandonare lโ€™uomo al suo destino. La battaglia, lโ€™agonia รจ, in Luca, tutta concentrata in nella preghiera sanguinante del Getsemani.

Capiranno, gli uomini? O anche quel gesto passerร  inosservato e inutile come tanti altri?

Altro รจ predicare e guarire, altro morire, nudi, appesi alla croce.

Gesรน sceglie: consapevolmente, drammaticamente, dolorosamente.

Andrร  fino in fondo, si immergerร  nella volontร  degli uomini (di morte), sperando che essi scoprano la volontร  di Dio (di dono di sรฉ).

Accetta di morire il Nazareno, il Figlio di Dio, perchรฉ nessuno possa dire che ciรฒ che egli annuncia รจ fantasia o delirio.

Dopo, tutto diventa miracolo.

Al servo viene riattaccato lโ€™orecchio, Pilato ed Erode diventano amici, Pietro piange il suo tradimento, Gesรน viene riconosciuto โ€œgiustoโ€ dal procuratore pagano, le donne vengono consolate e scosse, il ladro appeso alla croce perdonato e la folla torna a casa percuotendosi il petto.

รˆ piena di inattesa dolcezza la morte di Dio.

Amato amore

Cosรฌ sei amato, fratello, cosรฌ sei accolta, sorella.

Meditando la passione restiamo anche noi allibiti, costernati. Assistiamo allo spettacolo della morte di Dio, del dono totale di sรฉ.

Ecco Dio: pende dalla croce, morto per amore.

Dio muore dโ€™amore.

Quando accogliamo il dolore e lo affidiamo, quando, nonostante la violenza, siamo resi capaci di perdonare e donarci, anche la nostra vita produce inattesi miracoli, prodigi e conversioni, senza che neppure ce ne accorgiamo.

Buon cammino fratelli e sorelle. Lasciamoci trascinare dalla narrazione, riviviamo in noi gli odori, i suoni, le luci e i colori di quei tre giorni in cui Dio morรฌ donando se stesso.

Paolo Curtaz

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