La parabola della zizzania e del buon grano annuncia qualcosa della volontà di Dio sul mondo. Il buon seme e l’erbaccia crescono inestricabilmente intrecciati. Ai nostri occhi, come agli occhi dei servi della parabola, questa commistione è un enigma: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Il male – fisico, psichico, morale – è talmente parte della nostra esperienza quotidiana, che pensiamo sia inscritto nella creazione. Perciò la risposta del Signore della parabola ci sorprende: “Un nemico ha fatto questo!”. Questa commistione di bene e male non è volontà di Dio. Non è volontà di Dio che il campo del mondo sia così inestricabilmente abitato dal male. La zizzania, che abita in noi e tra di noi, non è stata seminata dal Signore! L’enigma resta, ma non è l’ultima parola: Dio non si compiace di tormentare la sua creazione. L’enigma del male non si elimina con un giudizio prematuro; solo il tempo lungo della pazienza di Dio trasforma l’incomprensibile in mistero di salvezza.
Questa conoscenza del mistero è bastata a Gesù per vivere nell’amore e nella libertà fino alla morte; basterà anche a noi se viviamo in comunione con lui. Con questa parola Gesù contraddice radicalmente il pensiero religioso, tanto comune quanto perverso, che fa coincidere la volontà di Dio con ciò che avviene. Dio non è l’impersonale divinità del caso o della necessità. La volontà di Dio interpella la nostra risposta alla situazione che incontriamo, nel tempo della vita che ci è concesso.
L’esistenza della zizzania non è stata voluta da Dio. Ma il Signore chiede di non strappare la zizzania, per non rischiare di estirpare anche il grano.
Spesso siamo noi a non saper discernere tra grano e zizzania: vediamo il difetto del fratello ma non il nostro; pensiamo che la situazione dell’altro sia senza speranza, che non valga più la pena continuare la nostra relazione con lui; giudichiamo severamente i comportamenti altrui e siamo ciechi quando guardiamo noi stessi.
Solo la misericordia è il criterio sicuro per non sbagliare, per non sradicare il grano buono seminato da Dio in ogni uomo. Per amore di pochissimi giusti, ascoltando l’intercessione di Abramo, Dio avrebbe fatto misericordia all’intera città empia di Sodoma. Per amore dei poveri che vivono nell’amore, il Signore è disposto a perdonare tutti gli altri. È una lezione che non abbiamo ancora imparato: per noi lo scandalo è che l’empio sfugga al castigo, non la sofferenza dell’innocente.
Con la parabola della zizzania Gesù ci ridice che chi vive nell’amore e nella giustizia è causa della misericordia fatta da Dio anche a tutti gli altri. Il giudizio non appartiene a noi, nemmeno agli angeli, ma solo a Dio, che alla fine della storia raccoglierà il suo grano nei granai e brucerà la zizzania. Noi stessi non siamo sicuri del confine inestricabile tra grano e zizzania che attraversa il nostro cuore, che separerà misteriosamente ciascuna delle nostre azioni.
Sì alla fine il giudizio sarà solo di Dio. Ma Dio ha rimesso ogni giudizio al Figlio e nella misericordia del Signore Gesù sta anche la speranza di salvezza per la nostra vita.
sorella Ilaria della comunità monastica di Bose
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Mt 13, 24-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.