Commento al Vangelo del 27 novembre 2016 – Paolo Curtaz

Il commento al Vangelo di domenica 27 novembre 2016 (il brano del Vangelo è a fine articolo) prima domenica di Avvento – Anno A, a cura di Paolo Curtaz.

Presi e lasciati

Ci mancava l’Avvento.

Siamo onesti: alzi la mano chi ha voglia, sul serio, di festeggiare il Natale.

Non quelli che hanno vissuto l’ennesimo anno in cerca di lavoro o in mobilità e che vedono la fine della crisi ancora molto lontana.

Non i tanti amici sfollati dell’Umbria e delle Marche, che passeranno un Natale colmo di tristezza.

Non i rifugiati in attesa di un futuro impossibile, che non sanno andare avanti e non possono più tornare indietro, nei loro paesi rasi al suolo dalla guerra o dalla povertà.

Forse nemmeno fra molti preti, intenti a combattere la stanchezza dell’anima, che vedono comunità assottigliarsi, deprimersi, sfaldarsi, litigare.

Eppure arriva, l’Avvento. E il Natale.

Come uno schiaffo in pieno volto, per ridestare l’attesa, per invogliare il desiderio, per costruire futuro.

Per nascere. Per rinascere. Per farlo nascere ancora e ancora questo Cristo, questo Dio, questo atteso.

Sì, è venuto. Ha solcato la Storia. L’ha cambiata.

E tornerà, quando saremo pronti, quando capiremo il fine della Storia.

Ma chiede ancora di nascere. In ciascuno di noi. In noi che da tanti anni lo accogliamo e che rischiamo di abituarci allo stupore. In chi vi ha rinunciato, travolto dal dolore o dal peccato. In chi crede di credere e ancora non ha incontrato il Dio bellissimo di Gesù.

Sì, abbiamo bisogno di una scrollata. Di una profezia.

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Profezie

L’arte della guerra si è fatta precisa e scientifica, Isaia.

E preferiamo forgiare armi, fondendo gli aratri.

E deponiamo le falci, per affilare le lance.

Dopo tanti anni di odio e di guerra, nonostante tutto, nonostante le cataste di cadaveri dell’ultimo secolo, l’uomo non cambia. Le diversità diventano divisione, le opinioni altrui una minaccia, il modo di vedere le cose un ostacolo. L’altro è avversario, nemico, pericolo.

In Siria come in Libia, nell’agone politico come sugli spalti degli stadi, come, che tristezza sconfinata, fra i cattolici. Diversità non come opportunità ma come sfida e aggressività.

Cosa vede Isaia? Non il futuro, ma interpreta il presente. Accogliere Dio, accogliere questo Dio, il nostro Dio, il Dio di Israele definitivamente manifestatosi in Gesù, vediamo oltre, non dopo. Oltre le nostre divisioni, oltre le nostre piccole battaglie, oltre l’evidenza.

È una sfida, certo.

Ma come ricorda Paolo ai Romani: la notte è avanzata, indossiamo le armi della luce.

Più è buio, più splendo della luce del Vangelo.

Come Noè

Capita come ai tempi di Noè.

Non c’è più profezia. Solo quotidianità. Si tira a campare, si sopravvive.

Travolti dalla quotidianità, ci spegniamo giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.

Rimpiccioliamo i sogni, li allontaniamo, li cancelliamo.

Il sogno di una vita felice. Di un mondo diverso. Di una Chiesa gioiosa e accogliente.

Come Noè guardiamo qualche originale che costruisce l’Arca, commentiamo, postiamo un giudizio sui social, e sprofondiamo nel nulla. Assuefatti dalle piccole soddisfazioni, rassegnati al presente, non ci aspettiamo più niente. Più nulla. Più Dio.

Dio viene quando meno ce lo aspettiamo. Quando pensiamo di non averne più bisogno. Dio viene quando pensiamo di averlo capito fino in fondo.

Viene dove siamo, viene ora, quest’anno, nella concretezza del nostro vissuto.

Pronti o sbadati, tristi o allegri, ottimisti o rassegnati.

Egli viene per salvarci.

Uno preso, uno lasciato

Gesù avverte: uno è preso, l’altro lasciato.

Uno incontra Dio, l’altro no.

Uno è riempito, l’altro non si fa trovare.

Dio è discreto, modesto, quasi timido, non impone la sua presenza, come la brezza della sera è la sua venuta. A noi è chiesto di spalancare il cuore, di aprire gli occhi, di lasciar emergere il desiderio.

Viene come un ladro, perché sa che siamo preziosi. Sa che dentro la cassaforte del nostro cuore brilla il diamante del desiderio e dell’amore ancora da scoprire, ancora da donare.

Prende, rapisce, svuota. Perché, come ci siamo ripetuti nelle ultime domeniche, solo dalla consapevolezza del nulla scaturisce il desiderio, si innesca la ricerca.

Ci lasceremo prendere?

Vegliamo, dunque, spalanchiamo il cuore, prendiamo consapevolezza.

Io cerco di farlo ritagliandomi uno spazio quotidiano alla preghiera, per meditare la Parola. Alcuni tra voi riescono a prendersi una domenica pomeriggio per fare un paio d’ore di silenzio e di preghiera, altri fanno una piccola deviazione andando al lavoro per entrare in una chiesa. Se vissuti bene, aiutano anche i simboli del Natale cristiano: preparare un presepe, addobbare un albero, partecipare alla novena. Facciamo qualcosa, una piccola cosa, per chiederci se Cristo è nato in noi, per non lasciarci travolgere dal diluvio di parole e cose che ognuno vive.

Come dice splendidamente Bonhoeffer: «Nessuno possiede Dio in modo tale da non doverlo più attendere. Eppure non può attendere Dio chi non sapesse che Dio ha già atteso lungamente lui».

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Prima domenica di Avvento

Mt 24, 37-44
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 27 Novembre – 03 Dicembre 2016
  • Tempo di Avvento I, Colore viola
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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