Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo
La festa di Dio, comunità di amore (Trinità), è l’occasione per riflettere sulla nostra fede nell’unico Dio, nell’essere suoi figli in Gesù Cristo, nella familiarità con lo Spirito Santo.
“Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro”, dichiarava solennemente Mosè al suo popolo. Oggi, nella festa della Trinità, queste parole sono per noi molto più della semplice richiesta di credere in un solo Dio. Mosè, infatti, ci invita a “sapere” che è molto di più e molto diverso dal conoscere come nozione. “Sapere” significa provare il gusto di questa presenza. È il sapere che non nasce dai libri, ma dal dono dello Spirito Santo. Sapere se per noi Dio è uno solo possiamo scoprirlo meditando bene nel nostro cuore, cioè con calma, in profondità, con umiltà. Infatti, sapere che c’è un solo Dio non è facile, perché ogni giorno altri dei cercano il nostro culto. Li consociamo bene: il denaro, la carriera, e tanti altri interessi monopolizzatori. Se non vigiliamo, potremmo ritrovarci addirittura a pregare il solo Dio di aiutarci a raggiungere gli altri dei, falsi e bugiardi, ma molto attraenti. Guardiamo bene nel cuore, nell’intimo di noi stessi dove possono arrivare soltanto gli occhi nostri e quelli di Dio, e verifichiamo se credere in un solo Dio ci dà pace, serenità, gioia. L’unico Dio, infatti, non ci schiaccia con la sua grandezza, ma ci sta vicino nelle nostre battaglie come ha fatto con il popolo ebreo.
Meditiamo!
Cosa comporta per la nostra vita credere che lassù nei cieli e quaggiù sulla terra c’è un solo Dio? È una verità che accettiamo razionalmente insieme a tante altre, oppure è ciò che dà l’impronta alla nostra vita?
“Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio”, scriveva Paolo ai cristiani di Roma. Oggi lo scrive a noi. Ci verrebbe da dare per scontata anche questa verità: “Certo che siamo figli di Dio, è lui che ci ha creati!”. Non è così, perché come accade nei confronti dei nostri genitori, è vero che figli si nasce, ma lo si diventa in pienezza soltanto quando si accetta di essere figli e la figliolanza diventa fiducia, rispetto, affetto, onore. Siamo figli di Dio perché da lui proveniamo, ma lo diventiamo realmente e in pienezza così da poterlo chiamare: «Abbà! Padre!», se accogliamo lo Spirito di Dio che ci rende figli adottivi in Cristo.
Meditiamo!
Quanto è presente nella nostra fede e nella nostra preghiera l’invocazione allo Spirito Santo, perché alimenti e rinnovi continuamente il nostro essere figli di Dio nel Figlio?
“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, dice Gesù anche a noi. Figli di Dio in Gesù, coeredi della sua gloria, dobbiamo essere coeredi anche delle sue sofferenze. Quali sofferenze? La parola ci porta subito a pensare a penitenze da compiere, a malattie e dolori da sopportare, a rinunce di tutto ciò che ci piace, a privazioni… Gesù non ci chiede questo, ma di andare ad annunciare la sua parola per fare discepoli tutti i popoli, rivelando con le parole e con la testimonianza che c’è un unico Dio che è Padre, che per farsi conoscere è Figlio, che per farci diventare suoi figli in pienezza è Spirito Santo. Questo impegno può comportare e comporta sicuramente privazioni, rinunce, fatica, sofferenze. Basta ricordare quelle affrontate da san Paolo (2Cor 11,26-27). Da affrontare, però, non per offrirle al Signore per acquistare meriti, o per scontare i propri peccati, ma per andare e fare discepoli.
Meditiamo!
Quanto e come realizziamo la consegna di Gesù di andare a fare suoi discepoli? Se la cosa ci sembra superiore alle nostre forze, ricordiamoci che un bel segno di croce fatto prima di iniziare un’attività, magari in casa o al ristorante o in ufficio o passando davanti a una chiesa, è alla portata di tutti.
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IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Domenica della Santissima Trinità – ANNO B
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- Colore liturgico: Bianco
- Dt 4, 32-34. 39-40; Sal.32; Rm 8, 14-17; Mt 28, 16-20
Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
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