Il commento alle Letture di domenica 27 agosto 2017 (audio e testo), XXI domenica del Tempo Ordinario, a cura di dom Luigi Gioia.
[powerpress]
File audio prelevato dal sito web di dom Luigi ed il testo del commento è presente nel libro “Mi guida la Tua mano – Omelie sui vangeli domenicali. Anno A” disponibile nelle seguenti librerie:
Una fiducia mai cieca
Nella prima lettura, il profeta Isaia descrive un Dio che cambia i leader del suo popolo, ne rovescia uno e ne mette al suo posto un altro: Ti toglierò la carica e ti rovescerò dal tuo posto. Dio punisce Sebna per aver amministrato il potere iniquamente. E a questo Dio che interviene così attivamente nella storia, il salmo risponde: Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca, cioè le parole, le preghiere di coloro che erano oppressi, perseguitati, subivano le ingiustizie di Sebna senza potersi ribellare. Come può allora la fede non interrogarsi su perché Dio agisca in tale modo, su come mai a volte intervenga per non permettere al male di trionfare, ed in altre circostanze invece non agisca, si assenti, sembri non voler esaudire le nostre preghiere?
La stessa riflessione prosegue con la seconda lettura, tratta dal capitolo 11 della lettera ai Romani. Questo passaggio è l’epilogo di un lungo e tormentato tentativo di Paolo di esprimere tutto il suo dolore e al tempo stesso la sua speranza riguardo ad uno dei più grandi misteri della storia, il destino di Israele. Il popolo che per migliaia di anni il Signore aveva pazientemente costituito ed educato perché da esso germinasse il salvatore dell’umanità, non ha saputo riconoscere questo salvatore in Gesù. Paolo si chiede perché Dio non si sia manifestato al suo popolo più esplicitamente, in modo tale che la fede dovesse prodursi quasi necessariamente. Aveva fatto personalmente l’esperienza di quanto irresistibilmente il Signore potesse rivelarsi. Lui, che aveva perseguitato i cristiani, era stato convertito da un intervento di Dio nella sua vita di una tale potenza che non aveva potuto resistervi. Sulla via di Damasco era stato addirittura folgorato ed accecato da una luce ed aveva ritrovato la vista solo al momento del battesimo. Perché il Signore non aveva fatto altrettanto con tutto il suo popolo o almeno con una maggior parte di esso?
Quanto Paolo si chiede riguardo al destino di Israele, ha una portata più ampia e riguarda il suo modo di agire nella storia. Perché in alcuni casi Dio interviene in modo così diretto e in altri casi no? Perché Dio ad alcuni dà la fede -che è una grazia e un dono che nessuno può meritare o anticipare- e ad altri no? Perché Dio esaudisce alcune preghiere e altre no? A tutti questi altri dilemmi è offerta la conclusione di questo passaggio nella quale Paolo esclama: O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Paolo non disputa la legittimità e anzi la necessità di chiedere, interrogarsi, pregare e a volte anche protestare con il Signore. Tutto però deve alla fine confluire in un atto di fede, nella confessione di quanto insondabile e inaccessibile sia la profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio: Chi mai ha conosciuto il Signore, il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere, e soprattutto chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?
Un tale esito ci insegna che di fronte al mistero dell’agire di Dio nelle nostre vite la confessione di fede deve edificarsi prima di tutto su un atto di memoria: Chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Nessuno ha dato nulla a Dio, ma lui per primo ci ha dato tutto. Non avremmo l’esistenza se Dio non ce l’avesse donata, non avremmo il mondo nel quale viviamo, non avremmo la fede e così via. Una qualsiasi intelligenza del disegno di Dio deve partire dall’inventario di tutte le prove che egli ci ha dato del suo amore. Crediamo in un Dio che ci ha voluti prima della creazione del mondo, ci ha scelti, ci ha chiamati, ci colma della sua tenerezza, delle sue consolazioni e delle sue promesse.
La nostra fiducia nel Signore non è cieca. Le esperienze che abbiamo fatto della sua misericordia nella nostra vita sono eloquenti. Ci testimoniano di un Dio che per amore crea, interviene, salva, esaudisce. Per amore ancora altre volte misteriosamente tace, sembra assentarsi, sembra abbandonarci, come avviene quando Gesù sulla croce giunge a gridare Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?. Ogni volta che potremmo essere tentati di dubitare di questo amore, la Parola di Dio ci conduce a rinnovare questo atto di fede, a riprendere l’esclamazione di Paolo: O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Sì, Signore, non capisco quello che stai facendo nella storia, non capisco quello che stai facendo nella mia vita, però credo in te. Credo perché ho fatto l’esperienza del tuo amore e della tua misericordia. Mi tengo in piedi davanti a te. Continuo a perseverare nella preghiera e nella speranza e so che tu alla fine mi esaudirai. Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 27 agosto 2017 anche qui.
XXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 22, 19-23; Sal.137; Rm 11, 33-36; Mt 16, 13-20
Mt 16, 13-20
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 27 Agosto – 02 Settembre 2017
- Tempo Ordinario XXI, Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO