Commento al Vangelo del 26 Maggio 2019 โ€“ Ileana Mortari (Teologa)

 โ€œLo Spirito santo vi insegnerร  ogni cosaโ€

Il brano del vangelo di Giovanni fa parte dei โ€œdiscorsi di addioโ€ pronunciati da Gesรน prima della Passione, talora intercalati da interrogativi degli Undici e imperniati su due motivi dominanti: il distacco dai discepoli e lโ€™annuncio del suo ritorno.

Il v.23 che apre la pericope รจ la risposta di Gesรน alla domanda di Giuda Taddeo: โ€œSignore, come รจ accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?โ€(v.22); in essa lโ€™evangelista sintetizza le attese messianiche dei Giudei, compresi i parenti di Gesรน e i discepoli: una manifestazione del Messia in termini di trionfo, che avrebbe clamorosamente smentito i suoi nemici e si sarebbe imposta potentemente ovunque e a chiunque.

Invece Gesรน aveva detto: โ€œAncora un poco e il mondo non mi vedrร  piรน; voi invece mi vedrete, perchรฉ io vivo e voi vivreteโ€(v.19), distinguendo chiaramente tra i discepoli e il mondo, e preannunciando la situazione postpasquale in cui si sarebbe manifestato, anzi letteralmente โ€œsi sarebbe fatto vedereโ€, solo a chi aveva fede in lui. Come sappiamo, si tratta delle apparizioni di Cristo risorto, ma le parole citate valgono anche per tutti coloro che, nel corso del tempo, avrebbero creduto in Gesรน.

Nel contesto biblico, infatti, โ€œvedereโ€ non indica un banale constatare con gli occhi, ma uno sguardo attento, scrutatore, interessato, capace di penetrare profondamente una realtร  e di andare oltre ciรฒ che รจ visibile.

Le parole con cui Gesรน risponde a Giuda, un poโ€™ enigmatiche come spesso nei โ€œdiscorsi di addioโ€, fanno riferimento proprio a questa nuova forma di conoscenza e comunione con Dio che si puรฒ avere solo dopo la resurrezione di Gesรน. Si tratta di qualcosa di assolutamente inedito: la possibilitร  di fare esperienza del divino non nel modo esteriore, comune e tradizionale (Dio che si manifesta in fenomeni potenti della natura), ma intimo e personale; non un fatto oggettivo, automatico, come il vedere una nube o un roveto ardente, ma unโ€™esperienza possibile solo se cโ€™รจ una sintonia, una medesima lunghezza dโ€™onda tra Dio e la sua creatura.

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โ€œSe uno mi amaโ€ฆโ€ฆโ€ฆ.โ€ dice Gesรน. Lโ€™amore รจ lโ€™unica realtร  che non si puรฒ comandare o imporre o carpire con lusinghe o allettamenti; sorge spontaneamente e si alimenta della presenza dellโ€™amato. Lโ€™esperienza storica di Gesรน di Nazareth ha comportato un incontro, un appello, la proposta di dialogo a persone che, poste di fronte a Lui, o lโ€™hanno capito e amato, o lโ€™hanno rifiutato.

โ€œSe uno mi ama, osserverร  la mia parolaโ€ (v.23). Qual รจ la conseguenza dellโ€™amare Gesรน? Eโ€™ ancora qualcosa di assolutamente nuovo ed inedito: la possibilitร  di incontrarlo e di continuare a vivere la comunione con Lui grazie alla sua Parola. Anche in questo caso il termine greco โ€œtereinโ€- generalmente tradotto con โ€œosservareโ€ โ€“ non significa solo obbedire, essere fedeli, mettere in pratica (certo, anche questo ovviamente!), ma innanzitutto custodire la Parola di Gesรน, considerarla come lโ€™unica cosa preziosa, la perla della parabola per cui il mercante vende tutto.

E allora lโ€™osservanza non sarร  solo esteriore, ma nascerร  dallโ€™accordo profondo della volontร , dallโ€™adesione spontanea dello spirito e del cuore a questa Parola, scoperta, vissuta e amata come il senso della propria vita.

โ€œLa parola che voi ascoltate โ€“ leggiamo ancora nel brano โ€“ non รจ mia, ma del Padre che mi ha mandatoโ€ฆโ€ฆIl Consolatore, lo Spirito santo che il Padre manderร  nel mio nome, egli vi insegnerร  ogni cosa e vi ricorderร  tutto ciรฒ che ho dettoโ€ (vv.24.26).

Siamo di fronte a una delle pagine piรน profonde del Nuovo Testamento, una pagina che ci apre al mistero della Trinitร , ancora qualcosa di assolutamente nuovo e inedito: il massimo dei misteri cristiani, la โ€œcarta di identitร โ€ che distingue il cristianesimo da tutte le altre religioni.

โ€œIl Padre รจ piรน grande di meโ€ (v.28). Il Padre รจ piรน grande perchรฉ tutto quanto avviene proviene da lui e da lui viene condotto al fine, anche lโ€™invio del Figlio e la sua glorificazione; e tutto il ministero di Gesรน non tende ad altro che a far conoscere il Padre (cfr. Giov.1,18) e a glorificarlo.

Il Figlio รจ il Verbo incarnato, che era presso Dio e che รจ stato mandato agli uomini per rivelare loro lโ€™amore del Padre.

Lo Spirito, che il Padre invia tramite del Figlio, รจ Colui che โ€œinsegna ogni cosaโ€ e โ€œricorda tutto ciรฒ che Gesรน ha dettoโ€; cioรจ fa comprendere il senso e la portata delle parole di Gesรน, permette di interiorizzarle e di attualizzarle in ogni tempo.

Eโ€™ grazie al dono dello Spirito che lo stesso evangelista Giovanni ha potuto percepire la profonditร  della Persona e del messaggio di Gesรน, che costituiscono lโ€™oggetto del suo racconto, e la straordinaria possibilitร  che ci descrive in questa pagina: โ€œSe uno mi amaโ€ฆโ€ฆil Padre mio lo amerร  e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di luiโ€. (v.23)

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