Domenica 26 Aprile – Due cuori smarriti fanno ritorno a casa
(discepoli di Emmaus – Lc 24,13-35)
“Due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto”.
Gesù è stato crocifisso. I cuori di coloro che lo hanno seguito sono smarriti. Circolano delle voci. Alcune donne lo hanno incontrato risorto e la tomba è vuota. Cosa sarà successo? Davvero avevano dimenticato le parole di Gesù? O il dolore, la pena eliminano la luce che abita in noi quasi da non essere più lucidi.
Se il Maestro non c’è più che senso ha restare a Gerusalemme? Si ritorna a casa, alla vita di sempre e magari per essere ancora di più derisi e umiliati per il fatto di essere andati dietro ad uno che non c’è più, che alla fine è stato messo in croce. Questo fanno due discepoli. Ritornano ad Emmaus, circa 11 chilometri da Gerusalemme.
Se ci si ferma alla crocifissione è tutto un gran fallimento, una vera sconfitta. Ma, soprattutto, se si pensa come pensa il mondo, tutte le certezze poste in quell’uomo di Nazaret diventano un fallimento. Credi in Gesù? Vai in Chiesa? Sei un fallito. Anche oggi ce lo ricordano.
In questo tempo di pandemia, ho seguito una diretta instragram di due ragazzi di 28 anni. Parlavano con un volto limpido e un sorriso meraviglioso di Gesù e della fede. Qualche altro si era intrufolato per prenderli in giro. E loro hanno continuato. Nessuno – hanno detto – ci può togliere l’amore che abbiamo per Gesù nel nostro cuore.
A volte, anche la nostra fede viene messa alla prova. Gesù sembra assente. È in silenzio. Sta a guardare senza intervenire. Ma poi arriva. Chi sa per quanto tempo avevano percorso la strada da soli e con i loro pensieri i due discepoli? Non è per nulla facile camminare da soli quando si ha un problema. Ad un certo punto si aggrega a loro un viandante che li vede preoccupati e chiede. E loro raccontano tutto. Il Viandante conosce Dio e conosce anche le Scritture. Parla cosi bene che arde il loro cuore. E poi Gesù si fa riconoscere nello spezzare il pane.
Così ristabilisce la fede nei discepoli che non aspettano l’alba per ripartire ma ritornano indietro per raccontare tutto agli Apostoli.
È capitato lungo il nostro cammino che la fede abbia ricevuto dei duri colpi? Come Gesù si è fatto vicino? Come ha rischiarato le tenebre? Oggi, la liturgia della Parola ci insegna che la fede ha bisogno di nutrimento. Di cosa si nutre la fede? Della lettura e meditazione della Parola di Dio quotidiana, della grazia dei sacramenti, della preghiera e del sostegno e confronto fraterno.
Siamo tutti viandanti nella strada della vita, tutti. In alcuni momenti siamo luce per altri fratelli, altre volte riceviamo la luce e insieme siamo nutrimento gli uni per gli altri e camminiamo fino alla meta.
Don Francesco Cristofaro
AUTORE: Don Francesco Cristofaro
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