TU LO DICI: IO SONO RE
In quel tempo 33. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: “Sei tu il re dei Giudei?”.
È l’ultima domenica dell’anno liturgico. È la solennità di Cristo Re dell’universo. Ci viene proposto il brano del Vangelo di Giovanni, dal momento che, nel Vangelo di Marco, non ci sono brani specifici per parlare della regalità di Cristo.
Gesù si trova davanti a Ponzio Pilato, autorità civile romana. I capi dei giudei l’avevano condannato a morte, ma non potevano eseguire la sentenza e l’avevano portato dal governatore romano. Essi rimangono fuori dal pretorio, luogo pagano, proibito ai giudei, per non contaminarsi in vista della festa di pasqua. Gesù è solo davanti al governatore, senza testimoni. Questa modalità era lecita in un processo ufficiale, in quanto Gesù non era cittadino romano e Pilato poteva risolvere la questione da solo.
“Pilato”: è stato governatore romano della Palestina dal 26 al 36 d.C. Gli storici parlano di lui come di un uomo autoritario e crudele, deposto poi da Vitellio. Sembra un uomo forte e duro contro i giudei, tuttavia si dimostra incapace di resistere ai loro ricatti.
“Sei tu il re dei Giudei?”: Pilato entra nel pretorio e pone questa domanda a Gesù. Forse pensa di trovarsi davanti ad uno zelota, un capo rivoluzionario, una persona con l’intenzione di soppiantare le autorità locali ammesse dai Romani.
Gesù non si è mai fatto chiamare “re” per evitare equivoci politici, perché il suo è un regno ben diverso.
34. Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”.
Come di solito, Gesù risponde con una contro domanda, chiedendo a Pilato di formulare la sua opinione personale, non per sentito dire.
35. Pilato disse: “Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?”.
Pilato risponde a una domanda con un’altra domanda. È indifferente nei confronti di una questione che ritiene interna al mondo ebraico. Afferma che sono le autorità giudaiche le sole responsabili delle accuse contro Gesù e della sua condanna a morte.
“Che cosa hai fatto?”: il Vangelo risponde a questa domanda, presentando i segni del suo amore: dona il vino per la festa, perdona i peccati, risuscita i morti, rialza il paralitico, cammina sulle acque, ridona la vista ai ciechi, l’udito ai sordi: è re perché, come unico e vero sovrano, dà la vita all’uomo.
36. Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”.
Nel dialogo, Gesù afferma che la sua regalità è spirituale, non terrena; infatti, nessuno è venuto a difenderlo, come avrebbero fatto per un re del mondo. Il suo potere viene dal Cielo e si esercita sulla terra, ma agendo nel cuore degli uomini.
“I miei servitori avrebbero combattuto”: Gesù contrappone alla logica del mondo, alla violenza e alla sopraffazione, la mitezza, l’umiltà, il perdono a tutta prova.
37. Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”. Rispose Gesù: “Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.
Pilato riporta il discorso sulla concretezza della domanda, e chiede nuovamente se Egli sia re.
“Per dare testimonianza alla verità”: per Giovanni la regalità di Gesù è come quella di Jahwè che, nell’Antico Testamento, ha dato la Legge: anche Gesù dà la legge della verità e dell’amore. È venuto a dare testimonianza al Padre e alla verità, a portare a tutti gli uomini il dono della comunione con Dio, ad estendere a tutto l’universo il comandamento dell’amore.
“Tu lo dici”: rimane l’ambiguità della risposta. Gesù si dichiara re, ma in modo diverso da quello che intende Pilato e da come si intende comunemente. L’umanità cerca il riferimento in persone importanti, prende come modello chi ha successo. Gesù si fa servo, affronta il martirio crudele e cruento, fidandosi del Padre, che l’avrebbe risuscitato.
“Io sono re”: è la dichiarazione che Gesù intende come regalità universale, come portatore della verità di Dio. È un re al contrario: senza potere mondano, senza gloria terrena, privo di ogni trionfo.
Se accettiamo la signoria di Gesù, accogliamo che Egli ci indichi la via della verità e dell’amore. La nostra sudditanza consisterà nel volere quello che Egli vuole. Nello stesso tempo, contiamo non su di noi, ma sul fatto che Egli ci dà la forza di vivere secondo il suo esempio.
Egli è passato dalla croce, non è scappato, non ha fatto valere le sue prerogative divine, non ha fatto proclami altisonanti, è rimasto in silenzio, inchiodato e immolato. La sua gloria consiste nell’amare fino alla fine, nel dare la vita, nel rimanere nell’amore, nella fedeltà al Padre in modo dichiarato e vissuto.
Ha regnato sul dolore e sulla morte ed ha trionfato con la risurrezione. In questo modo ha dimostrato la sua regalità e noi siamo fieri di appartenere al nostro Re.
Chiediamo al Signore Gesù, nostro Re, che ci faccia comprendere che servire è regnare, che donare è gioia, che morire è risorgere.
Suor Emanuela Biasiolo
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO – Solennità
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 25 Novembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Dn 7, 13-14; Sal.92; Ap 1, 5-8; Gv 18, 33-37
Tu lo dici: io sono re.
Gv 18, 33-37
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 25 Novembre – 01 Dicembre 2018
- Tempo Ordinario XXXIV
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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