Oggi celebriamo la memoria di san Giacomo figlio di Zebedeo: la sua storia condivisa con Gesù e narrata nei vangeli è per noi insegnamento sulla sequela di Gesù. Giacomo è salito a Gerusalemme, ha condiviso le tensioni inerenti alla vicenda profetica di Gesù e, cammin facendo, si è lasciato trasformare fino a bere il calice con lui: il re Erode lo fece uccidere di spada (cf. At 12,2). Ma prima di arrivare al dono della sua vita, Giacomo, soprannominato da Gesù “figlio del tuono” come Giovanni suo fratello, è stato preda della sua indole impulsiva e della dura cervice, condizione umana condivisa con tutti i discepoli.
Il nostro brano racconta proprio la fatica del camminare dietro a Gesù e di capirlo. Gesù è schietto e non nasconde alla sua comunità le difficoltà a venire. Li aveva prevenuti: “Chi non prende la propria croce e non mi segue non è degno di me” (Mt 10,38).
Sono in cammino, salgono nella città che uccide i profeti e Gesù li prende in disparte e si consegna a loro, consegna la sua angoscia davanti alla realtà intuita, la crocifissione, e confessa la sua fede: “Il terzo giorno risorgerà”. Gesù non separa mai la realtà dalla fede, una fede che è attaccamento al “mondo” del Padre suo. Ed è a questo punto che vediamo il contrasto narrato da questo episodio della vita dei discepoli.
C’è una preghiera, quella della madre e dei suoi figli a Gesù, una preghiera piena di fede (tanto che lei si prostra). Tutti e tre sanno che la parola di Gesù compie quello che dice: “Di’ che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Però è una fede priva di ascolto, cioè che tiene conto solo dal proprio desiderio, lontana dalla realtà che Gesù aveva appena condiviso con loro: il figlio dell’uomo sarà condannato a morte! Una realtà, quella di Gesù, che lo vedrà finire appeso a una croce con un ladro alla sua destra e un altro alla sua sinistra.
Il sogno di vanitosa gloria nascosto nel cuore della madre e dei suoi figli è rivelato dalla loro preghiera. È un invito per noi: quello di ascoltare le nostre preghiere più sincere alla luce della realtà di Cristo per non sentirci dire: “Voi non sapete quello che chiedete”. Come potrebbe esaudire una nostra volontà se non è adeguata alla volontà del Padre? Ci ha insegnato a pregare: “Sia fatta la tua volontà”. Se vogliamo essere i suoi discepoli dobbiamo passare attraverso la porta stretta della fede secondo la volontà del Padre, consapevoli che la realtà mondana, ostile al regno di Dio, porta a bere un calice amaro. Allora possiamo capire la parola di Gesù: “Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome io la farò” (Gv 14,13-14).
Questo brano ci mostra quanto la preghiera di Gesù verso i suoi sia fedele, anche verso Giacomo colto in flagrante delitto di egocentrismo fuori realtà, perché l’adesione di Gesù alla realtà del Padre, che gli aveva affidato questi discepoli, ha permesso loro di poter prendere posto accanto a Cristo nella sua vera gloria: quella di dare la vita per i fratelli in nome dell’amore.
sorella Sylvie della comunità monastica di Bose
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Mt 20, 20-28
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.