Commento al Vangelo del 25 febbraio 2018 โ€“ p. Roberto Mela scj

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Trasfigurato

Dopo la partenza, si intravede giร  il traguardo. La Chiesa ci presenta nel vangelo di questa domenica il destino ultimo della vita di Gesรน, il termine della sua corsa nel dono generoso di sรฉ. La trasfigurazione su un alto monte mostra ai tre fidati discepoli lโ€™interioritร  piรน vera del Messia, ciรฒ che nella Pasqua si mostrerร  in tutto il suo splendore.

Fra lโ€™alto monte della prova di Abramo e quello della gloria di Gesรน si snoda il percorso che la Chiesa intende far compiere ai suoi figli nel tempo sacramentale di salvezza della Quaresima. Un traguardo di trasfigurazione, esito di grazia e di fede, di abbandono alla volontร  di Dio espressa nella sua pienezza.

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La prova

Rimasto col solo figlio Isacco, dopo il rinvio di Agar e di Ismaele, Abramo avverte nella sua coscienza religiosa di dover ridonare a YHWH il dono grande ricevuto in vecchiaia, il figlio della promessa, il figlio del sorriso, il figlio della pura grazia. Egli รจ nato da un uomo molto anziano e da una donna anziana e sterile. La promessa di YHWH, al di lร  dellโ€™ansia di Sara di voler affrettare il suo compimento attraverso lโ€™escamotage dellโ€™intervento di Agar, si รจ compiuta secondo la grazia e la promessa fatta dallโ€™ospite alle querce di Mamre (Gen 18,10).

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YHWH ora โ€œmette alla prova/nissฤhโ€ Abramo, una โ€œprovaโ€ mediata dalla sua delicata coscienza religiosa. รˆ una prova diagnostica, per far emergere quello che cโ€™รจ nel profondo del cuore di Abramo, il meglio del suo cuore. La sua fede passerร  attraverso il crogiuolo del fuoco, diventerร  incandescente e ancor piรน solida. Sta di fatto che Abramo รจ lโ€™unica persona singola che nellโ€™AT viene messa alla prova direttamente da YHWH. Giobbe lo fu da Satana, seppur con il consenso divino (Gb 1,12).

Alla chiamata per nome, Abramo risponde prontamente con la risposta della presenza disponibile e allโ€™erta. YHWH/la sua coscienza gli chiede di prendere con sรฉ il figlio, (ora) lโ€™unico, che gli appartiene, che lui ama, dal nomeโ€ฆ Isacco! Il nome arriva alla fine, come una stilettata dopo lโ€™elenco prezioso delle perle che compongono la collana costituita dal ragazzo, figlio della promessa. รˆ quello che ha ricevuto nel passato, dopo essere uscito da Harran verso una terra sconosciuta. รˆ tutto quello che ha per il futuro. Lui rappresenta la promessa, lui contiene la discendenza, la benedizione per tutti i popoli. Lui รจ tutto per Abramo. Lui รจ YHWH stesso! Che cosa dovrร  fare di lui dopo averlo preso?

Offrirlo in olocausto! Questo gli suggerisce la sua coscienza, il suo ambiente religioso piรน attento e coltivato. Abramo non ci aveva pensato prima, ma ora che il ragazzo รจ cresciuto, la voce รจ arrivata! La chiamata รจ imperiosa, non ammette repliche. Non รจ un male, รจ il massimo bene che posso dare a YHWH.

Abramo non sa di essere sottoposto solo a una prova diagnostica, lo sanno solo YHWH e i lettori. Noi seguiamo con angoscia tutte le mosse di Abramo, perchรฉ, se sappiamo piรน di lui nelle intenzioni di YHWH, ne sappiamo meno di lui di quel che gli passa nel cuore. Sono le sue azioni a mostrarci la sua fede e la sua obbedienza a YHWH. La sua angoscia di padre ci รจ nascosta, ma la avvertiamo chiaramente.

Il monte Mรฒria

Stavolta la meta non รจ avvolta nel vago (cf. Gen 12,1); gli รจ indicata chiaramente. รˆ il monte Mรฒria (cf. solo 2Cr 3,1 nellโ€™AT), che la tradizione identificherร  poi col monte Sion, il monte dove Salomone costruirร  il tempio al Signore (Giubilei 18,13; Flavio Giuseppe, Antichitร  giudaiche 1,13,2 [&226]; cf. lโ€™allusione in Genesi Rabbah 55,2).

Abramo compie velocemente, di buon mattino, tutte le azioni necessarie per compiere un olocausto, il sacrificio che brucia completamente la vittima, il cui profumo รจ pensato salire gradito a Dio.

Durante il cammino, il silenzio regna pesante. Isacco sembra essere un robusto adolescente o un giovane uomo di etร  variabile: sedici anni secondo Giubilei 15,1; 16,16; 17,1.15; venticinque anni secondo Flavio Giuseppe, Ant. 1,13,2 (&227); trentasette anni, secondo il targum Pseudo-Jonathan 22,1. Lโ€™etร  che cresce รจ un segno che la tradizione attribuisce anche a Isacco la piena disponibilitร  cosciente a essere offerto in sacrificio a Dio.

Al terzo giorno i due servi e lโ€™asino sono lasciati per strada ad attendere il ritorno dei due padroni dalla loro adorazione sul monte. โ€œIl terzo giornoโ€ รจ quello della svolta, il momento in cui accade sempre un evento di una qualche importanza (cf. Gen 31,22; 34,25; 40,20; 42,18; Mt 16,21; 17,23; 20,19; Lc 9,22, 13,32; 18,33; 24,7.46; At 10,40; 1Cor 15,4).

Ora padre e figlio sono soli e se vanno tutte e due insieme (vv. 6.8). Abramo se ne va col figlio โ€œunico/unitoโ€ (secondo una proposta di A. Wรฉnin), ma sono fra loro isolati, rinchiusi nei propri pensieri.

La domanda del figlio โ€œIsacco/Sorriderร /Sorrideโ€ sullโ€™assenza dellโ€™agnello sacrificale ferisce mortalmente al cuore il padre, che se lโ€™aspettava. Sul monte Mรฒria (Mลriyyฤh < rฤโ€™ฤh/vedere), YHWH โ€œvedrร  per lui/provvederร /yireh-llรดโ€, risponde Abramo col cuore stretto nellโ€™angoscia che possiamo ben immaginare (v. 8). Lui โ€œyฤ“rฤeh/si farร -fa vedereโ€ (CEI; Reggi; Wรฉnin)/si รจ provveduto (F. Giuntoli) (v. 14).

Questo sarร  il nome con il quale il monte sarร  denominato da allora in poi, fino al presente dello scrittore.

Lo legรฒ

Abramo โ€œmette addossoโ€ al figlio la legna necessaria per lโ€™olocausto, come a Gesรน imposero il duro legno della croce (cf. Lc 23,26 epethฤ“kan auatลi ton stauron pherein; Mt 27,32 ฤ“ggareusan hina arฤ“i ton stauron autou ) che ยซegli si portรฒ da soloยป (cf. Gv 19,17 bastazลn heuatลi ton stauron). Abramo tiene invece per sรฉ โ€œil fuoco/la pietra focaiaโ€ e il terribile โ€œcoltelloโ€ impiegato per โ€œscannare ritualmente/ลกaแธฅeแนญโ€ la vittima sacrificale (v. 10).

Il luogo รจ raggiunto. Abramo costruisce con le proprie mani lโ€™altare per YHWH, vi dispone accuratamente la legna come su una tavola imbandita (โ€˜ฤrak). (Shulแธฅan โ€˜Aruk [โ€œTavola imbanditaโ€] sarร  il titolo di un testo medievale contenente diposizioni giuridico-religiose osservate tuttโ€™oggi nellโ€™ebraismo).

Immaginiamo Abramo trattenere respiro e lacrime (che invece caddero copiose secondo la tradizione ebraica) mentre lega/wayyฤƒqลd Isacco, che il testo ricorda per lโ€™ennesima volta essere โ€œsuo figlio (lโ€™amato, lโ€™unico, tuo)โ€ (vv. 2.3.6.7.8.9.10.12.13.16).

Padre e figlio non dicono una parola, mentre per la tradizione Isacco invoca il padre di legarlo strettamente, perchรฉ, per la paura, non abbia a slegarsi e impedire in tal modo il compiersi del sacrificio da lui accettato liberamente.

Dal verbo โ€œlegare/โ€˜ฤqadโ€, impiegato nel v. 9, la tradizione ha ricavato il titolo della pericope/parashah: โ€œLa legatura di Isacco/โ€˜ฤƒqฤ“dat Yแนฃแธฅฤqโ€ (e non โ€œLa prova di Abramo/Il sacrificio di Isaccoโ€ come nella tradizione cristiana).

Il testo aveva giร  notato che, implicitamente, Isacco aveva assecondato con obbedienza silenziosa e confidente ยซnelle azioni paterne, a quanto ormai non poteva che presentarsi ai suoi occhi come una realtร  disperatamente inequivocabileยป (F. Giuntoli).

Non hai risparmiato

Lโ€™angelo di YHWH interviene prontamente per impedire ciรฒ che YHWH non vuole โ€“ a differenza delle divinitร  delle popolazioni coeve e circostanti โ€“ e che non ha mai comandato di compiere al suo popolo: i sacrifici umani, compiuti invece dai popoli circostanti Israele, dedicati soprattutto a Moloc (cf. Lv 18,21; 20,2-5; Dt 12,31; 18,10). Ma molti in Israele li offrirono, da Iefte ad Acaz e a Manasse (Gdc 1,39; 1Re 16,34; 2Re 3,27; 16,3; 17,17; 21,6; 23,10; 2Cr 28,3; 33,6; Sal 106,37s; Ger 7,31, 19,5; Ez 16,20-22; 20,31) .

Abramo ha giร  mostrato la sua fede obbediente. Lโ€™angelo di YHWH/YHWH riconosce che egli รจ โ€œun timorato di Dio/yerฤ“โ€™ โ€™ฤ”lลhรฎmโ€. ยซLโ€™ossequio adorante della piccola creatura di fronte al trascendente suo โ€œDio creatore/ yirโ€™at โ€™ฤ”lลhรฎmโ€ fa di Abramo il primo dei sapienti, dei saggi di Israele. La tradizione sapienziale di Israele ripeterร  con insistenza che il โ€œtimore di YHWHโ€ รจ il punto di partenza del cammino di conoscenza di Dio (cf. Pr 1,7; 2,5; 9,10; 15,33; 19,23; Qo 12,13; Sir 1,16.24; 19,18; 21,11; 25,11; 40,26). รˆ a questo traguardo che mira lโ€™educazione che Dio impartisce ad Abramo lungo tutta la narrazione genesiacaยป (cf. A. Wรฉnin, Abramo e lโ€™educazione divina. Lettura narrativa e antropologica della Genesi. II. Gen 11,27โ€“18, EDB, Bologna 2017).

YHWH ha fatto percepire ad Abramo, attraverso la sua coscienza religiosa segnata dalla cultura del tempo, la necessitร  e la dolorosa bellezza della disponibilitร  piena al Signore, affidando e ridonando a lui il proprio passato e anche il proprio futuro. Tutto รจ stato grazia e tutto sarร  grazia, e quindi da tutto bisogna educarsi a sapersi distaccare, nel dono generoso di tutto se stesso.

Lโ€™angelo di YHWH/YHWH riconosce ad Abramo: ยซNon hai risparmiato tuo figlio, lโ€™unico tuo/LXX gr.: ouk epheisล tou huiou tou tou agapฤ“tou)ยป. Non tanto nel senso che โ€œnon hai guardato in faccia a nessuno, nemmeno a tuo figlioโ€, ma nel senso che โ€œnon hai tenuto per te/non ti hai trattenutoโ€ nemmeno tuo figlio. Un limite che il Padre supererร  nella pienezza dei tempi nel dono generoso del Figlio suo, lโ€™Unigenito (Gv 1,14.18; 3,16 ยซDio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenitoยป; 3,18), lโ€™Amato/il Figlio amato (Mt 3,17; 12,18; 17,5; Mc 1,11; 9,7; 12,6; Lc 3,22; 20,13). Afferma Paolo: ยซEgli che non ha risparmiato/ouk epheisato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi/paredลken auton hyper hฤ“mลn pantลn, come non ci donerร  ogni cosa insieme con lui?ยป.

Il Padre non ha tenuto per sรฉ il Figlio, a cui ha donato di assumere liberamente la volontร  amorosa di poter dimostrare agli uomini chi รจ veramente Dio, cioรจ quanto egli ami lโ€™umanitร  e il creato tutto. La Passione รจ un dono del Padre a Gesรน, perchรฉ possa mostrare chi รจ lui e chi รจ colui che lo ha inviato: ยซGesรน allora disse a Pietro: โ€œRimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato/to potฤ“rion ho dedลken moi ho patฤ“r?โ€ยป (Gv 18,11).

Sacrificare il sacrificio

Abramo scorge un ariete oppure ยซed ecco, vide da dietro un ariete impigliato per le corna nella boscagliaโ€ฆ e lo offrรฌ in olocausto in vece del figlioยป (F. Giuntoli). YHWH non gradisce sacrifici umani e Abramo offre per primo sul monte โ€“ che sarร  poi identificato come quello su cui fu costruito il tempio โ€“ un sacrificio animale (differenza di Abele in Gen 4,4 e di Noรจ in Gen 8,20). Per lโ€™autore di questo brano sacerdotale, Gerusalemme รจ lโ€™unico luogo in cui possono essere offerti i sacrifici animali.

ยซSul monte il Signore si รจ provveduto/ si farร -fa vedereยป (v. 14). Il racconto รจ anche una spiegazione eziologica popolare del significato del nome attribuito a quel monte. Il denso brano di Gen 22,1-19 puรฒ aver avuto origine storica per uno o lโ€™altro dei due motivi. Sta di fatto che, per noi, lโ€™educazione della coscienza di Abramo allo spossessamento di sรฉ, rispetto al narcisismo egocentrico delle prime figure genesiache, รจ una grande opera di YHWH, che giร  fa intravedere il dono generoso del suo figlio Gesรน. Egli sarร  la discendenza numerosa e fonte di benedizione di cui lโ€™angelo, in un brano di espansione successiva, descrive i contorni esaltanti (vv. 15-19).

Oggi siamo avvertiti che non si deve esaltare il sacrificio, ma โ€œsacrificare il sacrificoโ€ (cf. M. Recalcati, Contro il sacrificio. Al di lร  del fantasma sacrificale, Milano 2017). Non siamo sotto il giogo di una religione del do ut des, che sacrifica il desiderio, ma nel regime del dono generoso di sรฉ, non avviluppato nel narcisismo che si sacrifica per essere certo che qualcuno lo ricompenserร  (fantasma sacrificale).

Abramo giunge alla maturitร  del suo cammino di fede, attraverso una prova che non sapeva provenire dal Signore. Ma vi giunge non perchรฉ in vista e nella certezza di una ricompensa, ma grazie allo spossessamento di sรฉ al quale viene progressivamente educato da YHWH. Questo sembra essere il fine per il quale la Genesi รจ stata messa per iscritto: lโ€™educazione divina della coscienza di Abramo (e dellโ€™uomo) da parte di YHWH (A. Wรจnin).

Il Regno in potenza

Al primo insegnamento/didaskein (Mc 8,31; non โ€œprofezia/annuncio/predizioneโ€) circa la sua sorte dolorosa a cui seguirร  la risurrezione (8,31) e al severo rimprovero nei confronti di Pietro recalcitrante alla prospettiva, Gesรน espone una serie di condizioni radicali richieste a chi voglia essere suo discepolo e seguirlo (8,34โ€“9,1).

Gesรน conclude le sue parole con una misteriosa affermazione. Diceva loro: ยซIn veritร  vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenzaยป (9,1). G. Perego tenta una spiegazione: minaccia contro ยซgli antagonisti del Vangelo (e della comunitร  di Marco), che rimarranno spiazzati alla venuta del Regno in tutta la sua potenzaยป?; ยซpromessa rivolta a quanti seguono il Maestro (e sono membri della comunitร ) che si propone di incoraggiarli di fronte alle radicali conseguenze della sequela appena pronunciateยป?; ยซriferimento alla parusia, ritenendola, come molti suoi contemporanei, imminente e legata alla sua morteยป (cf. il nesso tra 9,1 e 13,26; 14,62)?; ยซprefigurazione della caduta di Gerusalemme del 70 d.C.ยป?; ยซin un modo o nellโ€™altro, la dichiarazione punta sul fatto che alcuni contemporanei avranno modo di constatare la venuta del Regno in potenza e questo sarร  motivo di giudizio per alcuni e conforto per altri. Non รจ da escludere un nesso con la scena successiva, nella quale Pietro, Giacomo e Giovanni sperimentano in prima persona la gloria del Figlio (9,2-13), o con la scena del primo giorno dopo il sabato (16,1-8) di cui la trasfigurazione รจ una prefigurazione (in fondo, รจ solo nel momento in cui la morte viene sconfitta che i discepoli avranno modo di constatare la presenza del Regno โ€œin potenzaโ€)ยป.

Trasfigurato

Sei giorni dopo, Gesรน prende con sรฉ i tre discepoli fidati (che chiamerร  a sรฉ anche nel Getsemani, Mc 14,33) e, salito su un monte alto, ยซfu trasfigurato davanti a loro/metemorphลthฤ“ emprosthen autลn)ยป, con le vesti che divennero bianche come nessun lavandaio potrebbe renderle sulla terra.

Sullโ€™alto monte Gesรน incontra il Padre nella solitudine e nella preghiera. Raggiunge fino al parossismo lโ€™unitร  della sua volontร  umana col disegno dโ€™amore del Padre e con ciรฒ che Gesรน stesso ha voluto fin dallโ€™inizio della sua vita. Tutta la sua persona (โ€œvestiโ€), a partire dal suo volto, viene trasformata di struttura/forma, resa trasparente dal Padre alla sua realtร  profonda di Figlio di Dio che vive tuttโ€™uno con il disegno dโ€™amore e di salvezza del Padre.

Gesรน mostra per un momento allโ€™esterno la dimensione infuocata della sua figliolanza divina tutta tesa a compiere il disegno della salvezza dei suoi fratelli. Parla con Elia e Mosรจ, rappresentanti dei Profeti e della Torah, scelti forse perchรฉ entrambi personaggi rifiutati dai nemici e dal loro stesso popolo (M. Gilbert).

Nella preghiera (anche se non nominata) dialogica intessuta delle Scritture sacre di Israele raccolte in quel tempo, Gesรน legge il compimento doloroso ma salvifico della propria esistenza, una pro-esistenza fin dallโ€™inizio. Vi aderisce completamente; per questo รจ reso dal Padre e si rende personalmente โ€œtrasparenteโ€ alla veritร  profonda della sua persona e della sua missione.

La piena comunione con Dio rende โ€œbianchiโ€, โ€œtrasparentiโ€, col volte dolce e abbandonato di Teresa del Bambin Gesรน, di Charles di Foucauld, di Giovanni XXIII, di Madre Teresa di Calcutta, di Giuseppe Dossetti e di Giorgio La Pira.

Ascoltatelo

Pietro vuol bloccare il momento magico con un selfie che eternizzi nel freezer della mente e del cuore โ€œil peso/la gloria/kฤbรดdโ€ di Gesรน, di cui ha intravisto la profonditร  abissale della sua figliolanza divina. La nube divina vela nel mentre che svela. La voce di Dio rivela quello che i discepoli avevano solo cominciato a intravedere: Gesรน รจ il Figlio di Dio, lโ€™Amato come Isacco/ โ€œEgli sorride-sorriderร โ€ (sempre!).

 ยซAscoltate lui/Akouete autouยป, fa rimbombare la Voce. Solo lui!

E i discepoli, guardandosi attorno, ยซnon videro piรน nessuno, se non Gesรน solo con loroยป.

Solo Gesรน. Con loro.
Solo Gesรน, il Maestro del cuore.
Con loro, con noi.
Il cammino.
Il traguardo e il fine.
Das Ziel. To telos.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj โ€“ Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della II Domenica del Tempo di Quaresima โ€“ Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 25 Febbario 2018 anche qui.

Mc 9, 2-10
Dal Vangelo secondo Marco

2Sei giorni dopo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cosรฌ bianche. 4E apparve loro Elia con Mosรฉ e conversavano con Gesรน. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซRabbรฌ, รจ bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosรฉ e una per Eliaยป. 6Non sapeva infatti che cosa dire, perchรฉ erano spaventati. 7Venne una nube che li coprรฌ con la sua ombra e dalla nube uscรฌ una voce: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: ascoltatelo!ยป. 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro piรน nessuno, se non Gesรน solo, con loro.
9Mentre scendevano dal monte, ordinรฒ loro di non raccontare ad alcuno ciรฒ che avevano visto, se non dopo che il Figlio dellโ€™uomo fosse risorto dai morti.10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 25 Febbraio โ€“ 03 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima II
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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