Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2019 – p. Raniero Cantalamessa

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Un’antica consuetudine prevede per la festa di Natale tre Messe, dette rispettivamente “della notte”, “dell’aurora” e “del giorno”. In ognuna, attraverso le letture che variano, viene presentato un aspetto diverso del mistero, in modo da avere di esso una visione per così dire tridimensionale. La Messa della notte ci descrive il fatto della nascita di Cristo e le circostanze in cui avvenne. La Messa dell’aurora, con i pastori che vanno a Betlemme, ci indica quale deve essere la nostra risposta all’annuncio del mistero: andare senza indugio anche noi ad adorare il Bambino. La Messa del giorno, con al centro il Prologo di Giovanni, ci rivela chi è in realtà colui che è nato: il Verbo eterno di Dio esistente prima della creazione del mondo.
La Messa della notte, dicevo, si concentra sull’evento, sul fatto storico. Questo è descritto con sconcertante semplicità, senza apparato alcuno. Tre o quattro righe fatte di parole umili e consuete, per descrivere l’avvenimento, in assoluto, più importante nella storia del mondo e cioè la venuta di Dio sulla terra:

“Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”.

Il compito di mettere in luce il significato e la portata di questo avvenimento è affidato, dall’evangelista, al canto che gli angeli intonano, dopo aver dato l’annuncio ai pastori:

“Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama”.

A questo breve canto angelico furono aggiunte, fin dal II secolo, alcune acclamazioni a Dio (“Ti lodiamo, ti benediciamo…”), seguite, un po’ più tardi, da una serie di invocazioni a Cristo (“Signore Dio, agnello di Dio…”). Così ampliato, il testo fu introdotto, prima nella Messa di Natale e poi in tutte le Messe dei giorni festivi, come avviene anche oggi. Il Gloria cantato o recitato all’inizio della Messa costituisce perciò un richiamo del Natale presente in ogni Eucaristia, quasi a significare la continuità vitale che c’è tra la nascita e la morte di Cristo, la sua incarnazione e il suo mistero pasquale.
L’acclamazione angelica è composta di due membri, in cui i singoli elementi si corrispondono tra loro in perfetto parallelismo. Abbiamo tre coppie di termini in contrasto tra di loro: gloria – pace; a Dio – agli uomini; nell’alto dei cieli – in terra.
Si tratta di una proclamazione all’indicativo, non all’ottativo; gli angeli proclamano una notizia, non esprimono solo un desiderio e un voto. Il verbo sottinteso non è sia, ma è: non ”sia pace”, ma “è pace”. In altre parole, con il loro canto gli angeli esprimono il senso di ciò che è accaduto, dichiarano che la nascita del Bambino realizza la gloria di Dio e la pace per gli uomini. Così interpreta le parole degli angeli la liturgia che nel canto di ingresso di questa Messa ripete: “Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo”.

Vediamo ora di cogliere il significato dei singoli termini del cantico. “Gloria” (doxa) non indica qui solo lo splendore divino che fa parte della sua stessa natura, ma anche e più ancora la gloria che si manifesta nell’agire personale di Dio e che suscita glorificazione da parte delle sue creature. Non si tratta della gloria oggettiva di Dio, che esiste sempre e indipendentemente da ogni riconoscimento, ma della conoscenza, o della lode, della gloria di Dio da parte degli uomini. San Paolo parla, in questo stesso senso, della “conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2 Corinzi 4, 6).

“Pace” (eirene) indica, secondo il senso pregnante della Bibbia, l’insieme dei beni messianici attesi per l’era escatologica; in particolare, il perdono dei peccati e il dono dello Spirito di Dio. Il termine è assai vicino a quello di grazia, al quale è quasi sempre affiancato nel saluto che si legge all’inizio delle lettere degli apostoli: “Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre” (cfr. Romani 1, 7). Esso indica assai più che l’assenza o l’eliminazione di guerre e di contrasti umani; indica il ristabilito, pacifico e filiale rapporto con Dio, cioè, in una parola, la salvezza. “Giustificati per la fede, noi siamo in pace con Dio” (Romani 5, 1). Su questa linea, la pace verrà identificata con la persona stessa di Cristo: “Egli è, infatti, la nostra pace” (Efesini 2, 14).
Infine il termine “beneplacito” (eudokia) indica la sorgente di tutti questi beni e il motivo dell’agire di Dio che è il suo amore. In passato il termine veniva tradotto con “buona volontà”, (pax hominibus bonae voluntatis), intendendo con ciò la buona volontà degli uomini, o gli uomini di buona volontà. Con questo significato l’espressione è entrata nel canto del Gloria ed è diventata corrente nel linguaggio cristiano. Dopo il concilio Vaticano II si usa indicare con questa espressione tutti gli uomini onesti, che ricercano il vero e il bene comune, siano essi credenti o non credenti.

Ma è una interpretazione inesatta, oggi riconosciuta da tutti come tale. Nel testo biblico originale si tratta degli uomini che sono benvoluti da Dio, che sono oggetto della buona volontà divina, non che sono essi stessi dotati di buona volontà. In questo modo l’annuncio risulta ancora più consolante. Se la pace fosse accordata agli uomini per la loro buona volontà, allora essa sarebbe limitata a pochi, a quelli che la meritano; ma siccome è accordata per la buona volontà di Dio, per grazia, essa è offerta a tutti. Il Natale non è un appello alla buona volontà degli uomini, ma annuncio radioso della buona volontà di Dio per gli uomini.
La parola chiave per capire il senso della proclamazione angelica è dunque l’ultima, quella che parla del “benvolere” di Dio verso gli uomini, come fonte e origine di tutto quello che Dio ha cominciato a realizzare a Natale. Ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi “secondo il beneplacito della sua volontà”, scrive l’Apostolo; ci ha fatto conoscere il mistero del suo volere, secondo quanto aveva prestabilito “nella sua benevolenza (eudokia)” (Efesini 1, 5.9). Natale è la suprema epifania di quella che la Scrittura chiama la filantropia di Dio, cioè il suo amore per gli uomini:

“Si sono manifestati la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini” (Tito 3, 4).

Vi sono due modi di manifestare a un altro il proprio amore. Il primo consiste nel fare doni alla persona amata. Dio ci ha amato così nella creazione. La creazione è tutta un dono: dono è l’essere che possediamo, dono i fiori, l’aria, il sole, la luna, le stelle, il cosmo in cui la mente umana si perde. Ma c’è un secondo modo di manifestare a un altro il proprio amore, molto più difficile del primo, ed è dimenticarsi di sé stessi e soffrire per la persona amata. E questo è l’amore con cui Dio ci ha amati nella sua incarnazione. San Paolo parla dell’incarnazione come di una kenosi, di uno spogliamento di sé, che il Figlio ha realizzato nel prendere la forma di servo (cfr. Filippesi 2, 7). Dio non si è accontentato di amarci con amore di munificenza, ma ci ha amati anche con amore di sofferenza.

Per comprendere il mistero del Natale bisogna avere il cuore dei santi. Essi non si fermavano alla superficie del Natale, ma penetravano nell’intimo del mistero. “L’incarnazione, scriveva la Beata Angela da Foligno, compie in noi due cose: la prima è che ci riempie di amore; la seconda che ci rende certi della nostra salvezza. O carità che nessuno può comprendere! O amore al di sopra del quale non c’è amore maggiore: il mio Dio si è fatto carne per farmi Dio! O amore sviscerato: hai disfatto te per fare me. L’abisso del tuo farti uomo strappa alle mie labbra parole così sviscerate. Quando tu, Gesù, mi fai capire che sei nato per me, com’è pieno di gloria per me il capire un tale fatto!”. Durante le festività del Natale, in cui avvenne il suo transito da questo mondo, questa insuperata scrutatrice degli abissi di Dio, una volta, rivolta ai figli spirituali che la circondavano, esclamò: “Il Verbo si è fatto carne!”. E dopo una lunga ora in cui era rimasta assorta in questo pensiero, quasi tornando da molto lontano, aggiunse: “Ogni creatura viene meno. Tutta l’intelligenza degli angeli non basta!”. E ai presenti che le chiedevano in che cosa ogni creatura viene meno e a che cosa l’intelligenza degli angeli non basta, rispose: “A comprendere!”.

Solo dopo aver contemplato la “buona volontà” di Dio verso di noi, possiamo occuparci anche della “buona volontà” degli uomini, cioè della nostra risposta al mistero del Natale. Questa buona volontà si deve esprimere mediante l’imitazione del mistero dell’agire di Dio. E l’imitazione è questa: Dio ha fatto consistere la sua gloria nell’amarci, nel rinunciare alla sua gloria per amore: anche noi dobbiamo fare lo stesso. Scrive l’Apostolo:

“Fatevi imitatori di Dio come figli carissimi e camminate nell’amore” (Efesini 5, 1-2).

Imitare il mistero che celebriamo significa abbandonare ogni pensiero di farci giustizia da soli, ogni ricordo di torto ricevuto, cancellare dal cuore ogni risentimento anche giusto, verso tutti. Non ammettere volontariamente nessun pensiero ostile, contro nessuno: né contro i vicini, né contro i lontani, né contro i deboli, né contro i forti, né contro i piccoli, né contro i grandi della terra, né contro alcuna creatura che esiste al mondo. E questo per onorare il Natale del Signore, perché Dio non ha serbato rancore, non ha guardato il torto ricevuto, non ha aspettato che altri facesse il primo passo verso di lui. Se questo non è possibile sempre, tutto l’anno, facciamolo almeno nel tempo natalizio. Non c’è modo migliore di esprimere la propria gratitudine a Dio che imitandolo.

Abbiamo visto all’inizio che il Gloria a Dio non esprime un desiderio, un voto, ma una realtà; non suppone un sia, ma un è. Noi però possiamo e dobbiamo farne anche un desiderio, una preghiera. Si tratta infatti di una delle più belle e complete preghiere che esistano. “Sia gloria a Dio nell’alto dei cieli” racchiude la migliore preghiera di lode e “sia pace in terra agli uomini amati dal Signore” racchiude la migliore preghiera di intercessione.
Nel cantico degli angeli l’evento si fa presente, la storia si fa liturgia. Ora e qui, perciò, viene proclamato ed è a noi che viene proclamato, da parte di Dio: Pace agli uomini che egli ama! Che dai penetrali della Chiesa questo annuncio dolcissimo giunga oggi al mondo intero a cui è destinato: Pace in terra agli uomini amati dal Signore!


NATALE DEL SIGNORE (Messa vespertina della vigilia) – Solennità

Prima Lettura

Il Signore troverà in te la sua delizia.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 62,1-5

Per amore di Sion non tacerò,

per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,

finché non sorga come aurora la sua giustizia

e la sua salvezza non risplenda come lampada.

Allora le genti vedranno la tua giustizia,

tutti i re la tua gloria;

sarai chiamata con un nome nuovo,

che la bocca del Signore indicherà.

Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,

un diadema regale nella palma del tuo Dio.

Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,

né la tua terra sarà più detta Devastata,

ma sarai chiamata Mia Gioia

e la tua terra Sposata,

perché il Signore troverà in te la sua delizia

e la tua terra avrà uno sposo.

Sì, come un giovane sposa una vergine,

così ti sposeranno i tuoi figli;

come gioisce lo sposo per la sposa,

così il tuo Dio gioirà per te.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 88 (89)

R. Canterò per sempre l’amore del Signore

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,

ho giurato a Davide, mio servo.

Stabilirò per sempre la tua discendenza,

di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.

Beato il popolo che ti sa acclamare:

camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;

esulta tutto il giorno nel tuo nome,

si esalta nella tua giustizia. R.

«Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,

mio Dio e roccia della mia salvezza.

Gli conserverò sempre il mio amore,

la mia alleanza gli sarà fedele». R.

Seconda Lettura

Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.

Dagli Atti degli Apostoli
At 13,16-17.22-25

Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse: «Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là.

Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.

Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.

Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».

Parola di Dio.

Vangelo

Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,1-25

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Parola del Signore.

Forma breve:

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-25

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Parola del Signore.

NATALE DEL SIGNORE (Messa del giorno) – Solennità

Prima Lettura

Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 52,7-10

 

Come sono belli sui monti

i piedi del messaggero che annuncia la pace,

del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,

che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».

 

Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,

insieme esultano,

poiché vedono con gli occhi

il ritorno del Signore a Sion.

 

Prorompete insieme in canti di gioia,

rovine di Gerusalemme,

perché il Signore ha consolato il suo popolo,

ha riscattato Gerusalemme.

 

Il Signore ha snudato il suo santo braccio

davanti a tutte le nazioni;

tutti i confini della terra vedranno

la salvezza del nostro Dio.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)

R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo. R.

 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

 

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra,

gridate, esultate, cantate inni! R.

 

Cantate inni al Signore con la cetra,

con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.  R.

Seconda Lettura

Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 1,1-6 

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Parola di Dio

Vangelo

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
 

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

 

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

 

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

 

Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

 

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

 

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

 

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

 

Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

 

Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

 

Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

 

Parola del Signore.

 

Forma breve:

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-5.9-14

 

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

 

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

 

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

 

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

 

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

 

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

NATALE DEL SIGNORE (Messa dell’aurora) – Solennità

Prima Lettura

Ecco, arriva il tuo Salvatore

Dal libro del proefta Isaia
Is 62,11-12

Ecco ciò che il Signore fa sentire
all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion:
Ecco, arriva il tuo salvatore;
ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Li chiameranno Popolo santo,
Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata,
Città non abbandonata».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 96 (97)

R. Oggi la luce risplende su di noi

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. R.

Seconda Lettura

Ci ha salvati per la sua misericordia.Dalla lettera di san paolo apostolo a Tito
Tt 3,4-7

Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Parola di Dio

Vangelo

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,15-20

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Parola del Signore

NATALE DEL SIGNORE (Messa della notte) – Solennità

Prima Lettura

Ci è stato dato un figlio.

Dal libro del profeta Isaia
Is 9,1-6

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 95 (96)

R. Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome. R.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie. R.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.

Seconda Lettura

E’ apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Tt 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Parola di Dio

Vangelo

Oggi è nato per voi il Salvatore.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Parola del Signore