Vi annuncio una grande gioia: è NATALE
Il Natale di Gesù è sempre stato un giorno di particolare festa, dolcezza e voglia di pace, come se quella notte di Betlemme, con tutto il suo divino fascino, non avesse perso nulla dell’incommensurabile Evento, che vedeva Dio in persona ‘gridarci’ qui, ora, sempre, quanto è profondo, fedele ed immenso il Suo Amore per noi.
È tanta la dolcezza del Natale che quasi la si tocca con mano: è come avere riscoperto in noi la bellezza di essere amati da Chi è Amore ed origine di amore, Dio.
E risuona, come fosse un presente, il canto degli Angeli:
‘Gloria a Dio nel cielo e pace in terra a tutti gli uomini che Dio ama’.
Accostarsi al Natale con fede, meglio ancora ‘vivere’ il S. Natale, è provare la grandissima gioia dei pastori, che obbedirono all’invito dell’Angelo di andare alla grotta, perché là era nato il Salvatore del mondo, Gesù, il Figlio di Dio.
E Dio sa come il nostro tempo abbia davvero bisogno di tornare ad avere fiducia e credere nell’incredibile e meraviglioso Dono, che è Gesù, l’Amore donato, nato tra noi, per stare per sempre con noi.
Sappiamo tutti come nella mente del Padre la creazione dell’uomo avesse un solo scopo: riempire il Cielo di noi, Sue creature e figli, formati a Sua immagine e somiglianza.
Creature che, secondo il progetto del Padre, avrebbero dovuto partecipare alla Sua stessa gioia ed immortalità. E così fece. Ma l’amore è sempre, per sua natura, un dono che viene dato gratuitamente, ma accoglierlo è esercizio di libertà – non può essere che così.
Non si ama né si corrisponde all’amore per forza. Mai. Non sarebbe più amore.
Ed è l’amore – questa vera somiglianza con Dio, se abbiamo conservato l’immagine della nostra creazione, senza farla distruggere dalla superbia, come i nostri progenitori – la grande ed inestinguibile sete di ogni uomo.
Possiamo avere poco o nulla, ma quando si è amati e si ama ci si sente davvero ricchi.
Ma l’amore è anche una ‘conquista’: ha sempre bisogno di ‘fare pulizia’ della nostra grettezza, che si perde in tante cose, che amore non sono.
Il Natale è una grande occasione: è la scoperta sorprendente dell’Evento più stupendo per noi uomini. È Dio che, di fronte all’uomo, che si rende per superbia ‘esule’, privo della vera sua ragione di esistere, l’amore del Padre, fa il primo passo, scioglie la nostra solitudine venendo tra noi, condividendo tutto della nostra povertà senza di Lui, ma ci chiede di incontrare suo Figlio, venuto nella nostra povertà.
C’è nel Vangelo, che tutti conosciamo, una breve frase, che descrive il rischio, che tutti corriamo, di rifiutare Gesù, che continua a venire tra noi, nel povero: ‘Non c’era posto per loro in albergo’.
Come si vorrebbe fosse sempre evitato questo atteggiamento, che causa sofferenza, ma anche ‘impoverisce’ e danneggia chi vive il rifiuto dei fratelli!
Credo sia necessario che Gesù, presentatosi povero tra noi, ritrovi tra noi ‘gli angeli’ che annunziano a chi soffre che Lui è venuto anche per loro.
Dobbiamo davvero riappropriarci del Natale come una rivelazione dell’amore di Dio per tutti e per ciascuno e diventare così ambasciatori di giustizia, di solidarietà, perché nessuno sia escluso dalla gioia di Dio.
Lasciamoci coinvolgere e sorprendere dalla Sua visita!
Quella notte santa, il Natale, non è un fatto storico irrepetibile, come di altri tempi.
È l’Evento divino destinato oggi a noi, forse increduli o forse assetati di una gioia che cerchiamo là dove non può essere, o di cui troviamo un assaggio, quando incontriamo qualcuno o tanti che ci amano ed amiamo, perché si può vivere con poco, ma mai senza amore.
Un segno della necessità di amare, facendosi vicini a chi non è amato.
E’ la grande diffusione di gesti di carità verso i poveri, in tutte le città e chiese.
Più che un augurio, vi auguro, fratelli e sorelle carissimi, che il Natale sia per ciascuno di noi un segno, una certezza di fede, che ogni persona che incontriamo ci è affidata: è Gesù che ci attende.
Voglio assicurare tutti voi, ma proprio tutti, che mi seguite nella ricerca di Gesù, che vi avrò vicini nella preghiera, perché a ciascuno Dio doni la Sua Gioia e tanta Pace.
E grazie di cuore per la vostra amicizia, così a me tanto cara e preziosa!
Antonio Riboldi – Vescovo
www.vescovoriboldi.it
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Natale del Signore, La messa dei Pastori (di Mezzanotte) (Solennità)
- Colore liturgico: viola
- Is 9, 1-3. 5-6; Sal. 95; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14
Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 25 – 31 Dicembre 2016
- Tempo di Natale I, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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