Commento al Vangelo a cura di don Giovanni Berti
Natale del Signore, La messa dei Pastori
- Colore liturgico: bianco
- Is 9, 1-3. 5-6; Sal. 95; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14
Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 20 – 26 Dicembre 2015
- Tempo di Avvento IV, Colore viola
- Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
In questi giorni prossimi al Natale mi è capitato di vedere un video della diocesi di Padova sul quale il neo vescovo mons. Claudio Cipolla manda a tutti i propri auguri e fa una breve riflessione legata alla celebrazione della nascita di Gesù. Quello che mi ha colpito oltre al linguaggio semplice e i contenuti profondi, è il luogo scelto dal vescovo per mandare ai fedeli il proprio video messaggio. Non ha scelto la cattedra della sua Cattedrale, e nemmeno il suo studio nella Curia vescovile, luoghi sicuramente di particolare bellezza e solennità, ma ha scelto di apparire seduto alla tavola in una normalissima cucina, così anonima e ordinaria che potrebbe essere di chiunque. Quando avrò occasione, chiederò a quale amico padovano di svelarmi dove si trova questa cucina e a chi appartiene. Potrebbe essere addirittura quella del vescovo stesso in Vescovado, dove ogni giorno si ritrova nei momenti meno ufficiali del suo ministero, ma da un certo punto di vista non voglio nemmeno saperlo, immaginando che sia la cucina e il tavolo di una famiglia qualsiasi, non necessariamente una famiglia della città ma di qualche paese sperduto della provincia, magari nemmeno una famiglia italiana e chissà magari nemmeno cattolica. Il luogo scelto per parlare del Natale è così anonimo che forse è il contesto ideale per dare spessore e senso al messaggio evangelico della nascita di Gesù.
Gesù nasce da una coppia di sposi che provengono da Nazareth, una sconosciuta città della Galilea, periferia del mondo ebraico, lontano dal centro religioso di Gerusalemme. Sono lì per un censimento di tutta la terra, che rappresenta il tentativo del potere centrale romano di avere i numeri e quindi il massimo controllo della popolazione ad esso soggetta. Maria, Giuseppe e il bambino che nasce, sono solo dei piccoli numeri dentro l’elenco infinito di umanità che il censimento vuole stilare. Sono contati ma non contano nulla, anche perché vengono da una città semi sconosciuta che è da tutt’altra parte rispetto ai centri religiosi e politici.
Il Figlio di Dio sceglie di entrare nella storia dalla porta di servizio del mondo, e sceglie i luoghi ordinari della vita, proprio come quella cucina anonima nel video del vescovo di Padova.
Gesù in questo modo rende ogni angolo della terra luogo della sua presenza.
Ovunque ci sono esseri umani che vivono e muoiono, amano e si scontrano, crescono, soffrono e gioiscono, comunicano, e anche sbagliano, proprio lì Dio si fa uomo, e lì lo dobbiamo cercare.
[ads2]In parrocchia come presepe abbiamo scelto di allestire in maniera simbolica proprio una cucina con un tavolo e tre sedie, per collocarvi la Natività.
Il tavolo, al centro della scena, rivela la vita di una famiglia un po’ di oggi e un po’ di altri tempi, ma sempre attuale.
La mamma è a sinistra con il grembiule adagiato sulla sedia e con il lavoro della maglia e un libro aperto sul tavolo…
Il papà è a destra con la sua giacca sulla sedia dopo aver staccato dal lavoro nel campo…
Il bimbo con il quaderno di scuola, le scarpine di quando era più piccino e qualche gioco è al centro della cura e dell’amore dei suoi genitori. Le sedie sono lasciate vuote perché ognuno di noi potrebbe prendere il posto come mamma, come papà, come figlio, come famiglia.
La casa, e in particolare la tavola diventano il luogo dell’amore, del dialogo, delle sofferenze, della crescita, del lavoro, del gioco e anche della fede di tutti i giorni. La Sacra famiglia narrata dai Vangeli è composta anch’essa da una mamma che si mette al servizio di Dio, da un papà che con generosità custodisce la sua sposa e il suo figlio, e da un bambino, che è Dio fatto uomo per entrare nel mondo.
La famiglia di Maria, Gesù e Giuseppe si rispecchia ed entra in questa famiglia di oggi e in tutte le nostre famiglie riunite attorno al tavolo e che vivono la vita quotidiana.
Il Giubileo che si è aperto in questo Avvento-Natale 2015 è un invito ad aprire le porte delle nostre famiglie per far entrare la Misericordia di Dio.
La famiglia di Gesù è un esempio di come vivere la misericordia tra le pareti domestiche per trasformare i nostri gesti quotidiani di lavoro e tempo libero in gesti di vero amore.
Giovanni don