Commento al Vangelo del 24 Marzo 2019 โ€“ p. Roberto Mela scj

1283

Fortificato dalla vittoria di Gesรน sulle tentazioni patite e vinte nel deserto

Quadrilateri gnoseologici e dinamici

Durante la schiavitรน degli israeliti in Egitto, un altro faraone se ne va alle porte degli inferi, portando con sรฉ la sua malvagitร  necrofila (Es 2,23). Se giร  quello che aveva comandato di uccidere tutti i neonati maschi degli ebrei ยซnon aveva conosciuto Giuseppeยป (Es 1,8), tanto meno ci si puรฒ aspettare che il nuovo conosca i figli di Giuseppe e li tratti un poโ€™ meglio.

Dal profondo del loro โ€œservizio di schiavitรน/hฤโ€˜ฤƒbลdฤhโ€ gli israeliti โ€œalzano il loro grido/wayyizโ€˜ฤqรปโ€, la loro โ€œquerela giuridicaโ€, verso lโ€™alleato potente. YHWH deve intervenite e soccorrere il suo partner in tragica difficoltร โ€ฆ E YHWH โ€œudรฌ/wayyiลกmaโ€˜โ€, โ€œsi ricordรฒ/wayyizkลrโ€, โ€œvide/wayyarโ€™โ€ e โ€œseppe/wayyฤ“daโ€˜โ€ (Es 2,24-25). Un quadrilatero conoscitivo potente, inattaccabile, incrollabile. Ma sembra un quadrilatero greco, fatto tutto di essenzialitร  ontologica fissa e ben definita.

YHWH non aveva parlato la lingua sacra mentre creava? Dovโ€™รจ la sua anima dinamica, il suo spirito โ€œebraicoโ€? Come diventerร  operativo il quadrilatero gnoseologico? Lโ€™โ€œessereโ€ di YHWH non coincide forse con il suo โ€œesserci-perโ€? Tramite chi YHWH interverrร  per liberare gli israeliti?

Il pastore e il roveto ardente

Fuggito dallโ€™Egitto dopo che il suo tentativo di liberare i fratelli ebrei con la violenza era naufragato, Mosรจ si era riparato in Madian dal sacerdote Ietro, che divenne suo suocero dopo che questi gli diede in moglie la figlia Sipporร  (Es 2,21). Ma tutte le volte che guardava il volto del suo bimbo, Ghersom/Gฤ“reลกลm (2,22), a Mosรจ saliva un groppo alla gola perchรฉ gli riapriva la ferita nel cuore, facendogli sentire un ritornello amaro: ยซStraniero residente sono in terra straniera/gฤ“r hฤyรฎtรฎ beโ€™ereแนฃ nokriyyฤhยป. La carne della sua carne gli faceva rivivere ogni giorno la sua situazione precaria, parente prossima giร  piรน fortunata della schiavitรน patita dai suoi fratelli in Egitto. Questo rimuginava di continuo Mosรจ mentre era al pascolo con le greggi del suocero. Sovrappensiero, si trova in lande desertiche, ai piedi del monte di Dio, lโ€™Oreb. Oreb, Sinai, nomi diversi che ricordano lโ€™incontro con Dio.

- Pubblicitร  -

Perchรฉ Mosรจ era arrivato lรฌ? Per cercare una pecora smarrita, risponde un midrash che commenta il libro dellโ€™Esodo. Trovatala, se lโ€™era messa in spalla. Allora Dio gli disse: ยซSiccome tu hai mostrato tanta cura verso una pecora smarrita, hai mostrato di essere pastore fedele e sicuro, tu sarai il pastore del mio popolo Israeleยป (Midrash Shemot Rabbah 2,2). Mosรจ รจ un pastore che guiderร  il suo popolo ai pascoli della libertร .

Nel deserto, Mosรจ vede un ยซroveto che bruciava nel fuoco/hasseneh bลโ€˜ฤ“r bฤโ€™ฤ“ลกยป. Seneh, โ€œrovetoโ€ ha unโ€™assonanza con Sinay, il monte di Dio. Perchรฉ proprio un roveto? I rabbini hanno una risposta a tutto: il roveto รจ il piรน umile degli alberi, come Israele รจ il piรน umile dei popoli; il roveto รจ la siepe dei giardini e Israele รจ la siepe che protegge il mondo; il roveto รจ lโ€™albero delle spine e Dio soffre quando Israele soffreโ€ฆ Nella Bibbia il fuoco รจ il segno privilegiato di Dio (cf. Dt 4,24.33; Ger 20,9). Consuma nellโ€™ardore del suo calore, ardore di amore dellโ€™Innamorato (cf. Ct 8,6).

Il roveto brucia, ma โ€œnon รจ mangiato/โ€™รชnennรป โ€™ukkalโ€. โ€œNon mangiatoโ€ da chi? Il Dio di Israele lo avvolge con la vampa dellโ€™amore, ma non lo consuma fagocitandolo con una fusione narcisistica. Non lo distrugge, anche se talvolta gli fa sentire tutto lโ€™ardore dellโ€™amore rifiutato, la sua โ€œiraโ€.

Il roveto brucia. Israele brucia soffrendo, ma facendo luce. Brucia testimoniando. Brucia โ€œannientatoโ€ nella Shoah dellโ€™uomo dominato dal Diabolico, ma non annichilito totalmente e per sempre. Bruciano i forni crematori, ma non lโ€™avranno vinta. Un virgulto rinascerร  dallโ€™albero troncato (cf. Is 11,1)โ€ฆ

Suolo di santitร 

Un โ€œangelo di YHWHโ€, figura di YHWH invisibile ma presente, lontano ma vicino, disponibile ma non manipolabile, si fa vedere, appare nella fiamma infuocata. YHWH si mostra con una sua presenza personalizzata a Mosรจ, un fuoco che attira e tiene a distanza ad un tempo. Mosรจ avverte il mistero del messaggero divino, quasi vedesse lโ€™invisibile, non visibile con gli occhi umani. Vuole โ€œdeviare/โ€™ฤsurฤh-nnฤโ€™โ€ di proposito dal suo cammino abituale sulla pista, incerta ma visibile. Vuol uscire dal sentiero giร  tracciato dai giorni sempre uguali.

E YHWH โ€“ passaggio molto normale dallโ€™angelo di YHWH a YHWH in persona โ€“, lo vede e lo chiama per nome due volte, segno che deve chiedergli qualcosa di importante.

Poi gli comanda due gesti. Il primo รจ: ยซNon avvicinarti (fino a) quiยป, perchรฉ io sono il Vicino ma anche il Totalmente Altro, ยซsono Dio e non un uomoยป (Os 11,9c). Mantieni lo spazio dellโ€™alteritร , il respiro dellโ€™alleato, non la fusione impossibile e infausta.

Il secondo รจ: ยซSciogli i tuoi sandali da sopra i tuoi piedi, perchรฉ โ€œil luogo/hammฤqรดm sul quale tu stai (in piedi) รจ suolo santo (โ€™admat-qลdeลก hรปโ€™)โ€ยป. Non puoi calpestare/prendere possesso/dominare/manipolare โ€œil luogoโ€ โ€“ che nel giudaismo rabbinico diventerร  uno dei nomi di YHWH โ€“, perchรฉ esso รจ un suolo di santitร , un suolo santo. โ€œSuolo/โ€™ฤdฤmฤhโ€ dal quale tu sei stato plasmato nellโ€™โ€™ฤdฤm dellโ€™โ€œIn principioโ€ (cf. Gen 2,7), suolo di santitร  anche quello, creato dal Santo. Io sono il Dio dei tuoi padri โ€“ Abramo, Isacco e Giacobbe โ€“, Dio di famiglia e della tenda, ma anche Dio della storia e del cammino verso lโ€™ignoto (cf. Gen 12,1ss).

Colui che si nasconde

Mosรจ โ€œnasconde/wayyastฤ“rโ€ il suo volto di fronte a YHWH. Egli โ€œha timore/yฤrฤ“โ€™โ€ del suo Signore. Non ne ha โ€œpauraโ€ ma un rispetto ossequioso, religioso, tipico di colui che รจ estremamente piccolo di fronte ad una realtร  che lo soverchia da ogni parte. Ne ha โ€œtimore/yirฤhโ€, non โ€œpaura/paแธฅadโ€.

Mosรจ parla con YHWH e YHWH parla con Mosรจ faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico (cf. Es 33,11). Mosรจ parla al Dio che sempre รจ presente per salvare, ma che talvolta sembra nascondersi nel momento della difficoltร  dei suoi fedeli: ยซVeramente tu sei โ€œun Dio che si nasconde/โ€™ฤ“l mistattฤ“rโ€, Dio dโ€™Israele salvatoreยป, deve riconoscere il profeta Isaia (Is 45,15).

Lโ€™uomo non puรฒ vedere il volto di Dio e restare vivo (cf. Es 33,20). Per questo, quando Mosรจ chiederร  a YHWH di mostragli la sua gloria, questi gli risponde che, da un anfratto della roccia, coperto dalla mano provvidente di YHWH, Mosรจ potrร  vedere solamente le sue โ€œspalleโ€ (cf. Es 33,18-23). Le โ€œspalleโ€ di colui che รจ Gloria infuocata, โ€œColui-Che-รˆ-Sempre-Davantiโ€. Lโ€™Oltre delle cose, lโ€™Invisibile agli occhi umani, ma sperimentabile alla luce della fede.

Conosco le sofferenze e sono sceso

Questa volta non รจ lโ€™autore biblico a dire qualcosa dellโ€™essere di YHWH (cf. Es 2,23-25), ma รจ egli stesso a rivelare ciรฒ che lo muove nel profondo. Egli ha visto la sofferenza del suo popolo e si รจ messo in moto. ยซHo visto molto bene/rฤโ€™ลh rฤโ€™รฎtรฎยป le sofferenze del mio popolo che si trova in Egitto e le sue grida/querele giuridiche a causa di coloro che lo opprimevano โ€œho ascoltato /ลกฤmaโ€˜tรฎโ€; โ€œconosco/yฤdaโ€˜tรฎโ€ le sue ferite per le botte subรฌte e โ€œsono sceso per liberarlo/wฤโ€™ered lehaแนฃแนฃรฎilรดโ€ dalla mano degli egiziani ยซe per farlo salire/รปlehaโ€˜ฤƒlลtรดโ€ da quella terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra che stilla latte e mieleยป (Es 3,7-8a).

YHWH non sopportava oltre di conoscere senza agire. Non appartiene al suo โ€œessereโ€ conoscere e stare a guardare, dover accogliere le preghiere e il culto da parte di un popolo che รจ oppresso nellโ€™ingiustizia, sottomesso a schiavitรน e lontano dalla propria terra.

YHWH รจ vicino agli schiavi, ma รจ il Dio dei liberi, e certamente non degli schiavisti.

Missione

YHWH chiama Mosรจ per una missione ben precisa. Una vicenda che prende un bel poโ€™ di tempo, fra inviti, invii e rifiuti. Il racconto della chiamata e della missione di Mosรจ si protrae da Es 3,1 a Es 4,17.

YHWH chiama Mosรจ e lo invia per ben tre volte: parti, e vai in Egitto a liberare il mio popolo (cf. Es 3,10.16-22; 4,12). E Mosรจ si sottrae per ben cinque volte alla chiamata, adducendo ogni volta una scusa diversa: ยซChi sono ioโ€ฆ?ยป (3,11); ยซQual รจ il suo nome?ยป, mi chiederanno (3,13); ยซEcco non mi crederannoโ€ฆ Non ti รจ apparso il Signoreยป (4,1); ยซIo non sono uomo di parole/Non so parlareยป (4,10).

Alla fine gli dirร  quello che lo blocca nel profondo, che viene prima di tutte le altre obiezioni, lโ€™inconfessabile. รˆ la quinta e ultima โ€œscusaโ€: ยซPer favore, manda chi vuoi mandare (ma non me)/ลกelaแธฅ-nฤโ€™ beyad-tiลกlaแธฅ!ยป (4,13).

Mosรจ dice per ultimo quello che lo spaventa per primo. Rifiuta la chiamata e la missione! Ma YHWH dona a Mosรจ il fratello Aronne come portavoce (ยซsarร  la tua boccaยป), mentre per Mosรจ il compito รจ enorme, โ€œdivinoโ€: ยซTu sarai per lui come Dio/weโ€™attฤh tihyeh-llรด lฤ“โ€™lลhรฎmยป (CEI 2008: ยซe tu farai per lui le veci di Dioยป). Il bastone per compiere dei segni che gli consegna sarร  inoltre unโ€™attrezzatura potente che lo aiuterร  nella sua missione (4,17).

Alla fine Mosรจ cederร  a YHWH, con una decisione netta, e lโ€™avventura potrร  iniziare: โ€œSe ne andรฒ/partรฌ Mosรจ/wayyฤ“lek Mลลกehโ€ (Es 4,18), proprio come fece il suo antenato Abram dopo la sua chiamata a Charran, incamminandosi verso una terra ignota, che YHWH gli avrebbe solo fatto vedere a suo tempo: โ€œPartรฌ Abram (wayyฤ“lek โ€™Abrฤm)โ€ (Gen 12,4).

Il Nome, una promessa

Non saranno certamente Aronne e un bastone ad assicurare la riuscita della missione di Mosรจ. Alla sua seconda obiezione-rifiuto, in parte giustificata (3,13 โ€œQual รจ il suo nome?โ€), YHWH risponde rivelandogli il suo nome: โ€œโ€™Ehyeh โ€™ฤƒลกer โ€™ehyehโ€.

A questo punto รจ necessaria una breve notazione grammaticale. Spesso tradotta con: โ€œIo sono colui che sonoโ€ (sulla scorta della traduzione greca dei LXX, โ€™Egล eimi ho ลn, che interpreta la seconda parte della frase rendendola con un participio) lโ€™espressione ebraica rappresenta la prima persona singolare al tempo verbale yiqtol del verbo โ€œhฤyฤh/essereโ€, ripetuta due volte, intervallata dal pronome relativo โ€™ฤƒลกer. Lโ€™yiqtol esprime lโ€™idea di unโ€™azione non finita, aperta, in progresso, oppure ripetuta o gnomica, inclusa spesso la sfumatura tipica dei verbi servili o modali volere, potere, dovere. Il tempo yiqtol corrisponde piรน o meno al tempo futuro della lingua italiana. Varie volte, perรฒ, un verbo al tempo yiqtol puรฒ essere tradotto al tempo presente, specialmente quando esso รจ un verbo che esprime uno stato (โ€œverbi stativiโ€).

In ebraico il verbo โ€œhฤyฤh/essereโ€, a differenza del significato ontologico tipico della lingua greca, ha una connotazione dinamica: โ€œesserci-perโ€. Lโ€™espressione di Es 3,14, per quanto riguarda i tempi verbali, puรฒ quindi essere tradotta in vari modi: โ€œSarรฒ chi sarรฒ/Sono chi sono/Sarรฒ chi sono/Sarรฒ chi vorrรฒ essereโ€ฆโ€.

YHWH rivela il suo nome a Mosรจ, ma non lo rivela in pienezza. Conoscere il nome di una cosa o di una persona equivale infatti a poter dominare su di essa, averla in pugno, al limite anche manipolarla (cf. i nomi dati da โ€™ฤdฤm agli animali, sui quali in seguito egli รจ chiamato a โ€œdominare/rฤdฤhโ€: Gen 2,19-20; 1,26).

YHWH rivela parzialmente il suo nome, la propria identitร , volendo perรฒ riservare per sรฉ la titolaritร  piena della sua persona, in modo da non poter essere dominato o manipolato da nessuno. Egli vuol conservare la sua piena libertร  di espressione, di azione, di modalitร  operative legate al suo esserci-per. YHWH รจ un Dio-che-cโ€™รจ-per: โ€œIo sarรฒ con te, e con chi vorrรฒ, nel modo e nel tempo che vorrรฒ; sarรฒ quello che vorrรฒ essereโ€.

YHWH, un nome di battaglia. Il nome di un Dio interventista, libero e sovrano. Il nome di YHWH รจ menzionato anche prima della rivelazione al roveto ardente, ma in questo momento YHWH si rivela con maggior ampiezza di contenuto riguardante la sua identitร  profonda.

YHWH esiste solo per esser-ciโ€“per, per essere in modalitร  operativa estroflessa di presenza, aiuto, assistenza, in vista del bene. Lo รจ in modo efficace, benefico ma libero da pressioni, manipolazioni, appropriazioni indebite.

Questo sarร  il nome che Mosรจ dovrร  usare per โ€œpresentareโ€ colui che lo ha inviato a salvare il suo popolo. Egli rimane il Dio dei padri, eponimi dai nomi ben precisi, il Dio della famiglia e del clan, ma ora si impegna piรน attivamente nella storia e nella vicenda di un popolo intero, per liberarlo dalla schiavitรน e per farlo entrare in una terra di libertร  e di feconditร  sorprendente.

Questo sarร  il โ€œnome/ลกฤ“mโ€ di YHWH per sempre e questo sarร  โ€œ(il nome del) โ€œmio ricordo attualizzante/zikrรฎโ€ di generazione in generazione. Invocarlo non equivarrร  a fare un puro esercizio mnemonico, a evocarne una presenza ormai trascorsa, non attualizzabile nel presente. Al contrario, invocare il nome di YHWH sarร  il modo con il quale si rinnoverร  nel credente la coscienza di una presenza โ€œrealeโ€ e attuale del suo Dio liberatore.

Con la rivelazione del nome di YHWH โ€“ parziale e in modalitร  โ€œprotettaโ€ โ€“, il monoteismo fa un passo in avanti decisivo. Da un enoteismo passa attraverso la monolatria, per giungere al monoteismo โ€œdeboleโ€ e a uno โ€œforteโ€, alla coscienza quindi dellโ€™esistenza di un solo Dio, e allโ€™inesistenza di altri dรจi. Il cammino รจ fatto a ritroso: YHWH ha creato lโ€™universo intero perchรฉ prima ha liberato il suo popolo dalla schiavitรน dellโ€™Egitto e gli ha dato una vita di libertร  nella terra della promessa. Dio ha creato tutto, perchรฉ in precedenza ha liberato il suo popolo.

YHWH: un nome, una promessa, una realtร , una presenza efficace di bene a favore dellโ€™uomo.

Un Dio che esiste per il suo popolo e per ogni uomo che apre gli occhi alla luce del sole.

Sangue misto

A partire dal capitolo 12,35 lโ€™evangelista Luca riporta una serie di ammonimenti rivolti da Gesรน ai discepoli (cf. 12,22) e alle folle (12,54) riguardanti la necessitร  di essere servitori vigilanti e operativi nellโ€™attesa del ritorno del padrone dalle sue nozze (12,35-47), interpretando correttamente i segni dei tempi (Lc 12,54-59).

Nel corso della predicazione โ€“ โ€œin quel tempo/en autลi tลi kairลiโ€โ€“ alcuni riferiscono a Gesรน il tragico epilogo di una repressione brutale attuata dal prefetto romano Pilato โ€“ al potere dal 26 al 36 d.C. โ€“ nei confronti di alcuni giudei provenienti dalla Galilea. Il prefetto li ha fatti uccidere nella zona templare interna, al di lร  del cortile dei sacerdoti, dedicata allโ€™offerta dei sacrifici animali, mentre presentavano ai leviti addetti gli animali che si erano procurati perchรฉ venissero offerti in sacrificio (thysiลn autลn) a Dio.

Non vengono riferiti ulteriori particolari, ma la cosa puรฒ ben essere realistica (conoscendo il personaggio Pilato). Negli anni del suo governo, specialmente allโ€™inizio, si era quasi divertito a provocare il popolo giudaico introducendo nel tempio dapprima i labari dellโ€™esercito romano โ€“ considerato un gesto sacrilego โ€“ e, in unโ€™altra occasione, gli โ€œscudi doratiโ€. Non brillava per tatto e diplomazia. Il filosofo giudeo di Alessandria dโ€™Egitto, Filone (13 a.C. ca โ€“ 54 d.C. ca) lo descrive cosรฌ: ยซUomo per natura inflessibile e, in aggiunta alla sua arroganza, duro, capace solo di concussioni, di violenze, rapine, brutalitร , torture, esecuzioni senza processo e crudeltร  spaventose e illimitateยป. Lo storico giudeo Giuseppe Flavio (37 d.C. โ€“ dopo il 100 d.C.) scrive a sua volta che ยซegli amava provocare la nazione a lui affidata, ricorrendo ora a sgarbi, ora a dure repressioniยป.

Una coorte intera di soldati (circa 600 uomini) era stazionata stabilmente nella fortezza Antonia, la caserma che sovrastava in modo perfetto dallโ€™angolo nord-ovest tutta la spianata della zona templare (hieron). In caso di necessitร , dalla fortezza si poteva scendere molto velocemente per la scalinata e arrivare in breve tempo sulla spianata della zona templare (cortile dei gentili, cortile delle donne, cortile degli uomini, cortile dei sacerdoti, cortile con lโ€™altare dei sacrifici) o nel โ€œtempio/naosโ€ vero e proprio.

Disordini e sommosse contro il potere politico e militare degli occupanti romani erano possibili in ogni momento, specialmente in occasione delle grandi feste (แธฅฤgรฎm) che richiedevano il pellegrinaggio a Gerusalemme (Pasqua, Settimane, Capanne). In quelle circostanze la cittร  poteva lievitare da 50.000 abitanti a circa 200.000 presenze. Il clima poteva diventare in un attimo incandescente, dato che nel I sec. d.C. nel tempio si faceva memoria della pasqua di liberazione dallโ€™Egitto, del dono della Torah sul Sinai/Oreb e del cammino fatto nel deserto dopo lโ€™uscita dallโ€™Egitto.

Un esempio eccellente dellโ€™intervento della truppa della fortezza Antonia โ€“ โ€œsalvificoโ€, in questo caso โ€“ si ebbe in occasione del tentato linciaggio popolare nei confronti di Paolo (cf. At 21,30-37). Al comandante della coorte/chiliarchos [lett. โ€œcomandante di mille uomini/chiliarco/tribuno] tฤ“s speirฤ“s [coorte, composta da 500-600 uomini, un decimo della โ€œlegioneโ€]โ€ fu riferito che tutta Gerusalemme era in agitazione. Immediatamente egli โ€œcorse giรน/katedramenโ€ [piรน che โ€œsi precipitรฒโ€, CEI 2008] con i soldati e mise in salvo Paolo facendolo portare a spalla su per le scale che conducevano alla fortezza-caserma. Col permesso del tribuno Paolo riuscรฌ persino a parlare in sua difesa: ยซEgli acconsentรฌ e Paolo, โ€œin piedi sui gradini/estลs epi tลn anabathmลnโ€, fece cenno con la mano al popolo; si fece un grande silenzioโ€ฆยป (21,40).

Pilato aveva mescolato (emixen < meignymi) sangue di animali e sangue di uomini. Sacrifici di animali per intercedere perdono e vita, sangue di uomini per sacrifici di violenza umana, protervi, allo scopo di mantenere lo statu quo segnato da unโ€™ingiustizia oppressiva.

Se non vi convertiteโ€ฆ

Gesรน prende lo spunto dal misfatto di violenza politica e ve ne aggiunge un altro, di cronaca nera: diciotto persone, โ€œvittime innocentiโ€ del caso, morte travolte dal crollo della torre della piscina di Siloe. โ€œColpevoliโ€ solo di essersi trovate al posto sbagliato nel momento sbagliato. La nostra stessa terminologia tradisce un linguaggio โ€œcolpevolistaโ€. Cosa avevano fatto di male, contro Dio e contro gli uomini? โ€“ pensiamo ancora noi oggi.

Anche Gesรน domanda ai presenti se le persone colpite dalle due tragedie fossero piรน โ€œpeccatrici/hamartลloiโ€ di fronte a Dio rispetto a tutti gli altri galilei o piรน โ€œdebitrici/peccatrici/colpevoli/opheilaitaiโ€ rispetto a tutti gli abitanti di Gerusalemme โ€œper aver dovuto soffrire queste cose/hoti tauta poponthasinโ€ (< paschล = soffrire/morire).

Probabilmente, le persone travolte dalla torre di Siloe erano gente normale, forse anche povera e bistrattata dalla vita. Feriti della storia, probabilmente โ€œscartiโ€ della societร .

I galilei morti nel tempio potevano addirittura avere forse anche un qualche piccolo โ€œmeritoโ€ di fronte a Dio e al popolo di Israele per aver pregato e offerto piamente a YHWH il frutto del loro lavoro e per aver tentato di ribellarsi a un potere ingiusto, esasperati dalle continue vessazioni dellโ€™occupante romanoโ€ฆ Alla fin fine, Israele รจ il popolo appartenente a YHWH, sua โ€œproprietร  particolare/segullฤhโ€ e deve obbedire solo a YHWHโ€ฆ

Per il momento Gesรน condivide โ€“ didatticamente โ€“ la mentalitร  della gente. Essa collega sofferenza e morte a una punizione piรน o meno giusta di Dio provocata dai peccati delle persone che la subiscono.

Gesรน non รจ assolutamente dโ€™accordo con questo collegamento stretto fra una sofferenza/malattia/morte e una colpa responsabile di questo esito. Lo dirร  chiaramente in occasione del โ€œsegnoโ€ della guarigione del cieco nato, inviato da lui a bagnarsi proprio nella piscina di Siloe (cf. Gv 9,1-3). In quel caso egli dirร  che la malattia congenita del cieco sussisteva ยซperchรฉ si manifestassero le opere di Dio in luiยป (Gv 9,3).

Nei due casi di cronaca in questione, Gesรน risponde che entrambi gli eventi dolorosi sono occasioni per pentirsi e per rivedere la propria vita alla luce della precarietร  dei giorni dellโ€™uomo. โ€œMomenti opportuni/kairoiโ€ per poter discernere il proprio โ€œtempo/kairosโ€ (cf. 12,42.56) e vedervi le occasioni gravide di proposte e di avvertimenti per โ€œcorreggere il tiroโ€ del proprio cammino, โ€œcambiare mentalitร โ€ (13,3.5) e cercare lโ€™essenziale, la vita, lโ€™osservanza del โ€œcamminoโ€ proposto da YHWH nella sua Torah/Istruzione.

Lascia!

Subito dopo, a livello letterario, Gesรน propone ai suoi ascoltatori una parabola.

Nella vigna di un uomo un albero di fichi rimane ancora improduttivo dopo ben tre anni da quando ci si aspetta normalmente il raccolto. Da tre anni infatti il padrone viene a cercarvi il โ€œfrutto/karponโ€, senza trovarne traccia. A quel punto egli comanda allโ€™operaio responsabile della vigna โ€“ comprendente probabilmente ulivi, fichi, viti, melograni โ€“ di tagliarlo (ekkopson, come bisogna tagliare lโ€™albero che non fa frutti buoni [cf. Lc 3,9], la mano destra o il piede che โ€œscandalizzaโ€ [cf. Mt 5,30; 18,8]), perchรฉ non continui a โ€œdistruggere/annullare/sfruttare/rendere inutile/katargeiโ€ la terra, dove altri alberi possono forse portare un frutto ancora piรน abbondanteโ€ฆ

Il padrone รจ un esperto, ragiona correttamente, ha pianificato oculatamente i costi, i tempi di investimento, la resa prevista per rientrare con i debiti e aver dei guadagni significativi per continuare nella propria impresa. I rami secchi vanno tagliati, gli assets che non sono nel core del business dellโ€™azienda vanno ceduti al piรน prestoโ€ฆ

Anche lโ€™operaio รจ un esperto. Scende tutti i giorni nella vigna, ha visto quellโ€™albero messo male e intuisce โ€“ conoscendo bene il padrone โ€“ che esso comincia ad essere un investimento improduttivo e ad avere ormai i giorni contati. Quando perรฒ โ€“ secco, โ€œgiustoโ€, tecnicamente inappuntabile e senza diritto di replica โ€“ arriva il comando del suo โ€œpadrone/signore/Signore/kyriosโ€ di tagliare lโ€™albero, si appella a lui, chiedendo tempo, dando โ€œperdonoโ€ ancora per un anno: โ€œlascialo/perdonalo/aphes autฤ“nโ€. Gli promette di fare della manutenzione straordinaria, dei lavori che normalmente non si fanno mai per un albero di fichi: gli zapperร  intorno e lo concimerร . Prospetta una finestra aperta al suo signore. Puรฒ darsi che con degli stimoli eccezionali, lโ€™albero risponda portando frutto, con una resipiscenza che alla buonโ€™ora gli salva la vitaโ€ฆ

Come sempre, la parabola รจ una storia fittizia che possiede una sua logica interna, ferrea, che include una domanda โ€“ implicita o esplicita โ€“ alla quale lโ€™ascoltatore/il lettore รจ invitato a rispondere (e non puรฒ non farlo e non puรฒ che farlo in unโ€™unica direzione), per poi applicare alla propria vita la risposta formulata con le proprie labbra. E non si tratta di raccontini. La storia fittizia rimanda al regno dei cieli, al regno di Dio, al Figlio dellโ€™uomo, al destino della propria vita, alla possibilitร  o meno che essa si realizzi come vita โ€œpienaโ€, felice secondo Dio, ricca di frutti che rendono soddisfattiโ€ฆ

Non sappiamo se il padrone/signore abbia acconsentito alla supplica del suo operaio. E se, in caso positivo, lโ€™albero abbia reagito dandosi finalmente una mossaโ€ฆ

Certo รจ che, dopo tre anni di attivitร  pubblica, Gesรน zappa con la sua croce il terreno dellโ€™umanitร  e la concima con il suo sangue di Crocifisso, vero uomo e vero Dioโ€ฆ

A noi interessa, come alberi di fichi improduttivi e neghittosi, di implorare pazienza e perdono al Signore della nostra vita. Dal complesso della โ€œnarrazioneโ€ che Gesรน Cristo ci fa di Dio, suo e nostro Padre, siamo sicuri che lui โ€œperdonerร /lascerร  ancora del tempoโ€. โ€œAphes/perdonaโ€, supplica Gesรน nella preghiera del Padre nostro che egli insegna ai suoi discepoli che, vedendolo pregare, gli chiedono di insegnare loro a fare lo stesso (cf. Lc 11,4).

Nel complesso del suo messaggio Gesรน ci rende certi che Dio รจ pronto a darci tempo perchรฉ possiamo essere felici, cambiare mentalitร  e strade sbagliate, correggere i bersagli mancati e tornare indietro dai sentieri interrotti.

La possibilitร  ci รจ data, la pazienza di Dio รจ grande come il suo cuore, il respiro della sua anima.

Grande la compassione di Dio.

Non ne dobbiamo abusare (cf. Sir 5,1-8).

Il suo nome รจ โ€œYHWH/Padre, salvezza sempre pronta per noi in Gesรน mediante lo Spiritoโ€.

Il tempo va interpretato, โ€œsfruttatoโ€ nelle sue occasioni di vita.

La terra, la vita, non va resa sterile e infruttuosa per la nostra neghittositร .

โ€œCambiate mentalitร โ€, cercate la libertร , cercate la vita.

Il mio nome รจ โ€™ehyeh โ€™ฤƒลกer โ€™ehyeh.

Nome facile, lungo come il mio amore:

โ€œIo-ci-sarรฒ-sempre-con-chi-io-vorrรฒ-e-con-chi-vorrร -che-io-ci-sia-per-luiโ€.

ยซLa terra รจ piena di cielo, e ogni roveto arde di Dio:

ma soltanto colui che vede si toglie i calzari;

gli altri si siedono intorno e colgono mirtilliยป (E. Barret Browning).

allโ€™inizio della sua vita pubblica (cosรฌ come in tutta la sua vita), al discepolo รจ mostrato giร  il traguardo del cammino quaresimale: lโ€™assimilazione a Gesรน trasfigurato sul monte, anticipo della sua Pasqua. La meta รจ quella, il cammino sarร  impegnativo ma fattibile, in quella fede che ha animato anche il patriarca Abramo, ยซnostro padre nella fedeยป (Preghiera eucaristica IV).

Dalle tue viscere, un erede!

Abramo, giunto a tarda etร  senza aver visto una discendenza uscire dalle sue viscere, รจ sconsolato e per questo si lamenta con YHWH di dover lasciar tutto a un suo domestico, Eliรจzer di Damasco. YHWH gli promette un figlio: ยซNon sarร  costui il tuo erede, ma uno nato da te sarร  il tuo eredeยป (Gen 15,4). E il โ€œseme/discendenza/zeraโ€˜โ€ non sarร  un esile arbusto che solo sโ€™inerpica nel deserto in cerca della sua vita, ma una nuvola di stelle, una pioggia di luce nel buio del futuro.

Abramo รจ nella tenda, รจ โ€œdentroโ€. Al chiuso. Al buio dei suoi pensieri, solo con la promessa di YHWH che gli poggia sul cuore. YHWH โ€œlo fa uscire fuori/wayyรดแนฃฤ“โ€™ โ€™ลtรด haแธฅรปแนฃฤhโ€, al fresco della notte, alla grazia delle stelle. Sono lรฌ da sempre, brillano dal primo giorno della creazione e dalle loro vedette rispondono โ€œeccociโ€ con gioia quando il Signore che le ha create le chiama per nome (cf. Bar 3,34). Puoi contare la nuvola delle stelle? Puoi calcolare la grazia? Puoi pesarla, misurarla, pretenderla, rinchiuderla? La luce brillava giร  prima che tu aprissi gli occhi. Una luce preveniente, una grazia โ€œoriginaleโ€. Solo YHWH puรฒ misurarla (cf. Gen 22,17; 26,4; Es 32,13; Dt 1,10; 10,22; 28,62; 1Cr 27,23; Ne 9,23; Sal 147,4).

E sulla parola della promessa di YHWH, nuda ma potente, Abramo poggia la sua nuda fede di vegliardo disarmato. รˆ โ€œfuoriโ€, in piedi, fuori dalla buia tenda, a bocca aperta, con gli occhi bagnati di stelle. YHWH lo guarda compiaciuto, e ispira allโ€™autore del libro della Genesi una frase che si scolpirร  per sempre nella pietra della storia. ยซEgli credette al Signore, che glielo accreditรฒ come giustizia/weheโ€™ฤ•miin baYHWH wayyaแธฅลกebehฤ lรด แนฃedฤqฤhยป.

Senza dire una parola, Abramo poggia il suo assenso solido, la sua fede inamovibile come la roccia sulla roccia della parola promissoria del suo Signore. รˆ il primo a farlo nella storia. Egli fa entrare la fede nella storia degli uomini. รˆ lโ€™inauguratore che non salta nel buio sconosciuto, ma lancia il suo rampone in alto sulla roccia della parola del Promettente Affidabile.

Da sempre, e specialmente da ora in poi, la storia si costruirร  sulla grazia di YHWH riconosciuta e accolta. YHWH considera lโ€™atto di fede di Abramo come un atto di giustizia, cioรจ un atto di fedeltร  allโ€™alleanza lanciata da una parola dellโ€™Alleato Promettente Affidabile, una Parola di bene, di vita, di futuro. Chi crede come Abramo sarร  suo erede, riceverร  la vita anche se morto per i suoi sbagli (cf. Gal 3,6-7.26-29; Rm 4,1-5.16-25).

Alleanza unilaterale

YHWH si presenta ad Abramo come colui che lโ€™ha fatto uscire da Ur dei Caldei ยซper donargli in possesso ereditario la terra/lฤtฤ“t lekฤ โ€˜et hฤhฤreแนฃ hazzลโ€™t leriลกtฤhยป (v. 7). Terra sulla quale ora egli si trova dopo aver vinto la guerra contro i quattro re, ricuperato i suoi beni e il nipote Lot (cf. Gen 14,1-16) e aver ricevuto la benedizione di Melchรฌsedek re di Salem (cf. Gen 14,17-24). YHWH ยซha fatto uscireยป Abramo da Ur dei Caldei come farร  โ€œuscireโ€ Israele dalla schiavitรน dellโ€™Egitto (cf. Es 20,2; Lv 19,36; 25,38; 26,13; Nm 15,41; Dt 5,6).

Abramo รจ lโ€™antesignano della fede e anche il precursore della liberazione di Israele dallโ€™Egitto. Vive per primo, in anticipo, la vita del suo popolo, dei suoi discendenti, anche dei discepoli di Gesรน (cf. Gal 3,28).

Abramo chiede al suo Signore da che cosa saprร  (bammฤh โ€™ฤ“dฤโ€˜) di aver ottenuto in dono ereditario questo ricchissimo bene testamentario. E YHWH gli donerร  il segno della sua โ€œgrazia originaleโ€, unโ€™alleanza gratuita, immeritata, unilaterale.

YHWH ordina ad Abramo di procurare e di squartare cinque animali menzionati nella liturgia sacrificale della tenda del deserto e del tempio a Gerusalemme, eccetto due uccelli. Abramo diventa cosรฌ lโ€™antesignano della fede, il precursore della libertร  esodica e pure della liturgia e del culto ufficiale di Israele.

รˆ la notte delle stelle, il tramonto della luce. Si stringe un patto di alleanza unilaterale. Un patto di promessa, incondizionata.

I particolari della celebrazione dellโ€™alleanza e le clausole di maledizione connesse agli inadempienti erano ben noti nelle culture coeve ad Abramo e ad esse successive: succeda ai contraenti dellโ€™alleanza come a questi animali squartati se essi verranno meno allโ€™alleanza stipulata proprio servendosi del segno degli animali.

Nel suo commentario a Genesi 12โ€“50 โ€“ che abbiamo tenuto presente nello stendere queste note โ€“ F. Giuntoli riporta il testo della ยซIscrizione aramaica di Sefire, attribuibile alla metร  dellโ€™VIII secolo a.C. o comunque a unโ€™epoca precedente il 740, anno in cui Tiglath-Pileser conquistรฒ Arpร d, il territorio di uno dei contraenti, che rese parte dellโ€™impero assiro: โ€œ(Come questo) vitello รจ tagliato in due cosรฌ possa Matiโ€˜el [uno dei contraenti] essere tagliato in due e possano i suoi nobili essere tagliati in due [se non rispetteranno lโ€™alleanza stipulata]โ€ (cf. i A,40)ยป.

In questo caso, perรฒ, sarร  solo YHWH a correre il rischio e a passare i mezzo agli animali squartati. YHWH si prende la responsabilitร  di unโ€™alleanza unilaterale, cioรจ una promessa che accoglie la fede di Abramo ma abbraccia in anticipo anche le tragedie della possibile libertร  usata male da parte della sua discendenzaโ€ฆ

Tardฤ“mฤh e fiaccola infuocata

Era una notte con le stelle, ora รจ il tramonto del sole col torpore divino che scende. Non va cercato un concordismo non necessario. Ci troviamo sempre nella piena dipendenza di Abramo dallโ€™iniziativa sovrana di YHWH.

Nella notte cโ€™รจ la grande tenebra e il terrore del sovrumano che agisce da solo. รˆ la notte dellโ€™inazione dellโ€™uomo e il โ€œtorpore/tardฤ“mฤhโ€ che scende su Abramo รจ simile a quello fatto scendere da YHWH sullโ€™โ€™ฤdฤm al momento del prodigio divino della โ€œcostruzioneโ€ della donna (cf. Gen 1,21-22).

Nellโ€™inazione di Abramo anestetizzato divinamente, compare dal nulla un โ€œforno fumante/tannรปr โ€˜ฤลกฤnโ€ e solo una โ€œfiaccola di fuoco/infuocata/lappรฎd โ€™ฤ“ลกโ€ passa attraverso le parti degli animali squartati. Solo YHWH รจ attore dellโ€™alleanza e solo lui si impegna ad osservarla e eventualmente patirne le maledizioni per la sua inosservanza.

Solo YHWH vi rimane obbligato, in un gesto generoso di slancio verso il debole โ€œalleatoโ€ umanoโ€ฆ Il giudaismo vedrร  anche nellโ€™atto di fede di Abramo in occasione del โ€œlegamento di Isaccoโ€ (Gen 22) unโ€™opera meritoria, avendo un concetto โ€œcorposoโ€ di fede/โ€™ฤ•munฤh, in cui la fede implica in sรฉ necessariamente anche unโ€™opera.

Lโ€™alleanza celebrata in Gen 15 precede a livello letterario la stipulazione dellโ€™alleanza secondo la tradizione sacerdotale ricordata in Gen 17, connotata dalla bilateralitร  espressa nel segno della circoncisione nella carne. Quindi, ragiona lโ€™ebreo molto istruito Paolo, se lโ€™alleanza di Gen 15 viene prima, questo significa โ€“ come รจ normale per tutto il pensiero biblico โ€“ รจ anche piรน antica e piรน importante. Per questo motivo Paolo si guarderร  bene dal ricordare la stipulazione dellโ€™alleanza riportata in Gen 17 (tradizione sacerdotale, P) nei suoi ragionamenti circa la giustificazione per fede sotto il segno dellโ€™antesignano Abramo, padre nella fede (cf. Rm 4). Anzi, giunge a parlare di Abramo come incirconciso che si trova nella condizione di peccatore (Rm 4,7-8). Paolo infrange il concetto corposo di fede/โ€™ฤ•munฤh asserito dal giudaismo. Nel momento iniziale della sua vita di fede e di rapporto con YHWH, Abramo รจ solo recettivo dellโ€™azione divina. Seguirร  lโ€™opera che manifesta la sua fede, la circoncisione, lโ€™offerta di Isacco (Gen 17.22).

Alleanza di grazia nel sonno

ยซInvano vi alzate di buon mattino โ€“ afferma il salmista โ€“ e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darร  nel sonno. Ecco, ereditร  del Signore sono i figli, รจ sua ricompensa il frutto del gremboยป (Sal 127,2-3).

Abramo รจ immerso nel tardฤ“mฤh divino. Nel sonno prodigioso si unisce โ€œpassivamenteโ€ allโ€™azione di YHWH. ยซMi sono addormentata, ma veglia il mio cuoreยป (Ct 5,2). Abramo dorme, รจ portato in basso dal sonno (cf. Lc 9,32), ma il suo cuore veglia nella fede professata.

E Abramo riceve lโ€™alleanza unilaterale, la promessa incondizionata: ยซAlla tua discendenza io do questa terra, dal fiume dโ€™Egitto al grande fiume, il fiume Eufrateยป (Gen 15,18). La promessa di un dono, dono incondizionato ma espresso nella lirica che espande la grazia, sfuma i confini, ingigantisce gli spazi, non menziona i โ€œcondominiโ€โ€ฆ

A livello storico infatti la promessa della terra non si realizzerร  mai, in nessun momento, nei termini precisi riportati liricamente in Gen 15,18. E il possesso della terra sarร  sempre condizionato in ogni caso ad un altissimo livello di moralitร  che Israele deve mantenere, pena la sua perdita (Dt 16,20: ยซLa giustizia e solo la giustizia seguirai, per poter vivere e possedere la terra che il Signore, tuo Dio, sta per dartiยป). Senza la giustizia, prima o poi la terra andrร  perdutaโ€ฆ

La terra rimane di YHWH: ยซLa terra รจ miaยป (Lv 25,23).

La terra non รจ santa โ€“ โ€œTerra Santaโ€ โ€“, ma la terra รจ del Santoโ€ฆ

Fondante รจ la promessa teologica unilaterale: avrai una discendenza numerosa, una terra spaziosa.

La sua traduzione storica implicherร  molti fattori: intelligenza politica, compromessi territoriali, capacitร  di convivenza pacifica, grandezza di cuore verso altre genti โ€œcondominiโ€, che non sono popoli โ€œinvisibiliโ€!

Un volto altro

Passa un giorno in piรน rispetto a una settimana normale dal primo annuncio che Gesรน aveva fatto ai suoi della propria morte e risurrezione (cf. Lc 9,21-22) e aver riferito a loro le impegnative richieste che i suoi discepoli devono sottoscrivere per seguirlo nel suoi cammino (9,23-27).

Gesรน aveva preannunciato che alcuni dei presenti avrebbero visto il regno di Dio prima di โ€œgustareโ€ la morte (9,27). รˆ il Regno che viene non con potenza e gloria, ma nella pace della parola, del pane spezzato, della comunione fraterna.

In un tempo โ€œsospesoโ€, che โ€œdebordaโ€ dalla quotidianitร  del tempo cronologico per essere tutto tempo pieno di Dio, Gesรน sale su un monte, su โ€œil monteโ€ dellโ€™incontro con Dio, come avvenne con Mosรจ (cf. Es 19) ed Elia (1Re 19). Gesรน cerca la preghiera, il contatto profondo con la volontร  del Padre, come lo fece molto spesso dal giorno del suo battesimo al Giordano. I suoi tre discepoli piรน sensibili alla sua anima saranno testimoni, qui come al Getsemani, della sua volontร  di stare sempre unito al Padre nella propria missione.

Quanto piรน Gesรน fa silenzio, quanto piรน ascolta la parola di Dio, accoglie il volto del Padre, apre la sua anima alla sua volontร  e al suo amore, tanto piรน la sua umanitร  cresce nella somiglianza a Lui. La sua umanitร  realizza qui il fine della creazione dellโ€™uomo. ยซDio disse: โ€œFacciamo lโ€™uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianzaโ€ยป. Di fatto, perรฒ, ยซDio creรฒ lโ€™uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creรฒโ€ฆยป, mentre la somiglianza rimaneva una meta da raggiungereโ€ฆ

Quanto piรน Gesรน raggiunge la sua identitร  profonda di Figlio, tanto piรน la sua umanitร  espressa dal volto cambia di aspetto. Essa diventa trasparente alla sua identitร  nascosta, conosciuta solo da Dio. Con lโ€™โ€œaspetto altroโ€ del suo volto potrร  testimoniare il Totalmente Altro ed entrare in relazione con i discepoli per far gustare loro non la morte, ma la vita divina.

Il suo aspetto diventa โ€œaltroโ€ e le sue vesti di un bianco sfolgorante. Le vesti sono il simbolo antropologico della sua persona. Essa รจ striata in profonditร  dal mondo di Dio, della sua vita, dal suo amore, dal bianco della risurrezione. Gesรน sperimenta lโ€™anticipo della sua vita pasquale, e tutta la sua persona ne รจ โ€œavvoltaโ€ (le vesti), ne รจ intrisa.

Mosรจ, Elia e lโ€™esodo

Mosรจ ed Elia parlano con Gesรน. Egli puรฒ comprendere la propria identitร  e missione solo alla luce della parola di Dio, dei profeti, che conosce fin da bambino. Mosรจ ed Elia rappresentano la Torah e i Profeti, i due grandi blocchi della Scrittura ebraica che at-testa il cammino di liberazione e di vita fatto da YHWH col suo popolo. Essi perรฒ sono anche due servi di YHWH che sono stati rifiutati dalla loro gente e hanno sofferto per aver visto la parola di Dio rifiutata dal popolo, che aveva abbracciato il vitello dโ€™oro (cf. Es 32) e le seduzioni del Baal di Tiro importato dalla regina pagana Gezabele (cf. 1Re 18,20โ€“20,8)

Mosรจ ed Elia โ€œsono visti in gloriaโ€, nella gloria che รจ partecipazione a quella di Gesรน pienamente in comunione col Padre. Gloria partecipata loro da Dio per la loro fedeltร  alla loro missione impegnativa ricevuta e vissuta con fedeltร  e impegno. โ€œUominiโ€ profeti/prophฤ“tai che hanno parlato/pro-phฤ“mi a nome di Dio di fronte al popolo.

Solo lโ€™evangelista Luca ricorda lโ€™argomento del dialogo โ€œprofeticoโ€. Esso riguarda lโ€™โ€œesodoโ€ di Gesรน a Gerusalemme. Lโ€™โ€œuscitaโ€ di Gesรน dalla vita di questo mondo per gustare nella pienezza la libertร  del mondo del Padre. Uscita di liberazione, per sรฉ e per il popolo che egli trascina con sรฉ in qualitร  di guida (archฤ“gos) che porta alla vita (cf. At 3,15; 5,31), alla salvezza (cf. Eb 2,10) e alla fede (cf. Eb 12,2).

Esodo di sofferenza, di passione e di morte. Esodo di liberazione, di vita, di frutti colti nella terra che stilla latte e miele, il grappolo dโ€™uva che dร  il vino della vita (cf. Nm 13; specialmente 13,23-24; Mt 21,33-44; Gv 19,32,37).

Sono eventi che non devono solo โ€œaccadereโ€, che piombano dal di fuori, imposti dal caso o dalla violenza degli uomini. รˆ Gesรน che sta per compiere lโ€™esodo (hฤ“n ฤ“mellen plฤ“roun). Lui lo porta a pienezza riempiendo fino al colmo (cf. Gv 2, 7) la misura di libertร  acquisita nellโ€™esodo dallโ€™Egitto e nel ritorno da Babilonia. รˆ una pienezza di misura e di finezza di qualitร . Pienezza di libertร  umana e di vita divina, vita filiale. Il condottiero precede, il popolo lo seguirร .

Gesรน prega, cerca di scrutare sempre di piรน lโ€™โ€œesodoโ€ con gli occhi del Padre, intravede chiaramente le profonde e orribili sembianze della violenza umana, ma anche lโ€™esito glorioso dellโ€™assorbimento della morte nella vita (cf. 2Cor 5,4; 1Cor 15,54). Sente in sรฉ che tutto quello che non viene assunto non sarร  redento. Non sarร  svelenito, svuotato della morte e dalla โ€œmaledettaโ€ lontananza gelida dal cuore del Padre e riempito della vita portata dalla benedizione di Abramo, la promessa del suo Spirito di Figlio (cf. Gal 3,13-14).

รˆ bello per noi stare qui

Pietro e i suoi due condiscepoli sono appesantiti dal sonno ma, dopo esser riusciti a rimanere svegli (diagrฤ“gorฤ“santes), nella veglia sospesa fra lโ€™umano e il divino, videro, per la grazia del Padre, la gloria del Figlio. La trasfigurazione, anticipo della Pasqua, รจ un mistero che supera le loro forze umane, รจ un prodigio in cui รจ allโ€™opera solo la potenza del Padre.

Il Padre stipula in anticipo lโ€™alleanza con il suo popolo passando in mezzo al nobile ariete disponibile, dal cuore giร  squarciato a mezzo perchรฉ vi passi la fiaccola infuocata dello Spirito. รˆ un prodigio del mondo di Dio che lโ€™uomo puรฒ solo intravedere (cf. Gen 15,12). Viene nuovamente stipulata lโ€™unica ed eterna alleanza che lega YHWH/Il Padre al suo popolo, Israele, e a tutte le genti della terra (cf. Gen 9,12 lโ€™arcobaleno; Gen 12,3; 18,8; 22,18 la benedizione di tutte le genti in Abramo).

Da parte di Dio lโ€™alleanza รจ unica ed eterna. Da parte degli uomini sono necessari tanti rinnovamenti dellโ€™unica alleanza, dovuti alla loro mancanza di fedeltร . Ma ad ogni tappa della storia il contenuto si approfondisce: dalla discendenza e dalla terra si giunge alla Torah scritta sul cuore (cf. Ger 31,33), un cuore nuovo, un cuore di carne e lo spirito di Dio dentro gli uomini (cf. Ez 26,26-27), alla vita del Figlio nei figli (cf. Gal 6-7; Rm 8,15-17).

Tende di libertร 

Gli โ€œuominiโ€ profetici si allontanano da Gesรน e Pietro vuole celebrare subito, proprio lรฌ, su โ€œil monteโ€, la festa delle Capanne. Nelle tende e nelle capanne di frasche costruite sulle terrazze viene ripresentata ogni anno la leggerezza di YHWH, lโ€™impalpabilitร  divina della sua azione di liberazione dalla schiavitรน egiziana, la divinitร  della sua vita donata. Si celebra lo zikkฤrรดn dellโ€™esodo, il memoriale che ricorda e rende presente la precarietร  della vita umana librata nellโ€™aria della libertร  di Dio, ma sorretta dalla salda roccia del Dio redentore. Fra le frasche che coprono il tetto si deve lasciare sempre dello spazio libero. Si deve vedere il Cielo, si deve intravedere il Dio degli oppressi. Il Dio che osserva, ode, conosce le sofferenze del suo popolo e che รจ sceso per liberarlo (cf. Es 3,7-8.14). Un Dio grande, dai tredici nomi (cf. Es 34,5-9). Egli fa uscire i suoi figli dalla fornace della schiavitรน, li fa camminare nel deserto della libertร  da imparare e dellโ€™identitร  da costruire, per farli entrare nella terra della promessa.

Pietro vuol giร  festeggiare il ricordo del cammino fatto nel deserto della sequela di Gesรน, percorso aspro e infuocato, ma irrigato dallโ€™acqua viva scaturita dalla roccia spirituale del cuore di Gesรน che li ha accompagnati (cf. 1Cor 10,4). Mosรจ voleva vedere il volto di YHWH, la sua gloria. YHWH gli promette che potrร  vedere solo le spalle di Colui-Che-รˆ-Sempre-Avanti (cf. Es 33,18-23).

Pietro e gli altri due discepoli hanno ora visto invece la gloria di Gesรน (Lc 32), il โ€œpesoโ€ della sua figliolanza vissuta nella fedeltร , trasparente al volto del Padre, debordante sulla loro fragile sequela.

Mio Figlio, lโ€™Eletto, ascoltate lui

Una nube divina avvolge il monte, Nube che nasconde e che rivela, come al Sinai. La Torah rinnovata sta per essere donata. Lโ€™ombra dello Spirito copre Gesรน, il monte e i discepoli. Lโ€™โ€œOmbra che copreโ€ ha generato nel tempo la Parola definitiva (cf. Lc 1,35, Maria), ora copre la tenda escatologica del corpo di Gesรน (cf. Es 40,34), copre e scopre il popolo rinnovato che solo allora puรฒ mettersi in cammino (Es 40,34ss).

Il mistero di Dio si rivela, la nube copre e scopre, vela e rivela. I discepoli entrano nella nube, nel mondo di Dio. Nuovi Mosรจ, salgono sul monte altissimo per sentire la parola definitiva di YHWH/Il Padre (cf. 19,3 ยซMosรจ salรฌ verso Dio, e il Signore lo chiamรฒ dal monteโ€ฆยป). La Torah escatologica che insegni definitivamente il cammino di Dio e doni il cibo dei forti (cf. Sal 78,25TM), il pane degli angeli (Sal 77,25LXX), per camminarvi con fiducia di figli.

Su โ€œil monteโ€ YHWH/Il Padre rivela la Torah rinnovata, definitiva, escatologica: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™Eletto. Ascoltate luiยป (Lc 9,35). Gesรน รจ tutto quello che il Padre ha da dire e da dare.

Lui รจ il mio insegnamento ultimo, il mio cuore aperto, la mia vita donata. Lui รจ la libertร  che vi rende liberi, il Figlio che vi rende figli. รˆ lโ€™Eletto Inclusivo. Ho eletto lui, e in lui ho eletto tutti voi, per farne la mia famiglia, il popolo della mia ereditร , che vive solo dellโ€™ereditร  che gli dono ogni giorno.

Ascoltate lui, solo lui.

In lui cโ€™รจ la mia alleanza definitiva, il mio impegno ultimo.

Si squarcia lโ€™Agnello, ma voi rimarrete intatti.

Avete intravisto la vita, la gloria, lโ€™Amore nella sua pienezza.

Avete sentito la parola dellโ€™esodo e dellโ€™entrata nel Giardino.

Avete visto un aspetto di volto โ€œaltroโ€.

Ascoltate lui. Guardate a lui.

Solo.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News