Fortificato dalla vittoria di Gesรน sulle tentazioni patite e vinte nel deserto
Quadrilateri gnoseologici e dinamici
Durante la schiavitรน degli israeliti in Egitto, un altro faraone se ne va alle porte degli inferi, portando con sรฉ la sua malvagitร necrofila (Es 2,23). Se giร quello che aveva comandato di uccidere tutti i neonati maschi degli ebrei ยซnon aveva conosciuto Giuseppeยป (Es 1,8), tanto meno ci si puรฒ aspettare che il nuovo conosca i figli di Giuseppe e li tratti un poโ meglio.
Dal profondo del loro โservizio di schiavitรน/hฤโฤbลdฤhโ gli israeliti โalzano il loro grido/wayyizโฤqรปโ, la loro โquerela giuridicaโ, verso lโalleato potente. YHWH deve intervenite e soccorrere il suo partner in tragica difficoltร โฆ E YHWH โudรฌ/wayyiลกmaโโ, โsi ricordรฒ/wayyizkลrโ, โvide/wayyarโโ e โseppe/wayyฤdaโโ (Es 2,24-25). Un quadrilatero conoscitivo potente, inattaccabile, incrollabile. Ma sembra un quadrilatero greco, fatto tutto di essenzialitร ontologica fissa e ben definita.
YHWH non aveva parlato la lingua sacra mentre creava? Dovโรจ la sua anima dinamica, il suo spirito โebraicoโ? Come diventerร operativo il quadrilatero gnoseologico? Lโโessereโ di YHWH non coincide forse con il suo โesserci-perโ? Tramite chi YHWH interverrร per liberare gli israeliti?
Il pastore e il roveto ardente
Fuggito dallโEgitto dopo che il suo tentativo di liberare i fratelli ebrei con la violenza era naufragato, Mosรจ si era riparato in Madian dal sacerdote Ietro, che divenne suo suocero dopo che questi gli diede in moglie la figlia Sipporร (Es 2,21). Ma tutte le volte che guardava il volto del suo bimbo, Ghersom/Gฤreลกลm (2,22), a Mosรจ saliva un groppo alla gola perchรฉ gli riapriva la ferita nel cuore, facendogli sentire un ritornello amaro: ยซStraniero residente sono in terra straniera/gฤr hฤyรฎtรฎ beโereแนฃ nokriyyฤhยป. La carne della sua carne gli faceva rivivere ogni giorno la sua situazione precaria, parente prossima giร piรน fortunata della schiavitรน patita dai suoi fratelli in Egitto. Questo rimuginava di continuo Mosรจ mentre era al pascolo con le greggi del suocero. Sovrappensiero, si trova in lande desertiche, ai piedi del monte di Dio, lโOreb. Oreb, Sinai, nomi diversi che ricordano lโincontro con Dio.
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Perchรฉ Mosรจ era arrivato lรฌ? Per cercare una pecora smarrita, risponde un midrash che commenta il libro dellโEsodo. Trovatala, se lโera messa in spalla. Allora Dio gli disse: ยซSiccome tu hai mostrato tanta cura verso una pecora smarrita, hai mostrato di essere pastore fedele e sicuro, tu sarai il pastore del mio popolo Israeleยป (Midrash Shemot Rabbah 2,2). Mosรจ รจ un pastore che guiderร il suo popolo ai pascoli della libertร .
Nel deserto, Mosรจ vede un ยซroveto che bruciava nel fuoco/hasseneh bลโฤr bฤโฤลกยป. Seneh, โrovetoโ ha unโassonanza con Sinay, il monte di Dio. Perchรฉ proprio un roveto? I rabbini hanno una risposta a tutto: il roveto รจ il piรน umile degli alberi, come Israele รจ il piรน umile dei popoli; il roveto รจ la siepe dei giardini e Israele รจ la siepe che protegge il mondo; il roveto รจ lโalbero delle spine e Dio soffre quando Israele soffreโฆ Nella Bibbia il fuoco รจ il segno privilegiato di Dio (cf. Dt 4,24.33; Ger 20,9). Consuma nellโardore del suo calore, ardore di amore dellโInnamorato (cf. Ct 8,6).
Il roveto brucia, ma โnon รจ mangiato/โรชnennรป โukkalโ. โNon mangiatoโ da chi? Il Dio di Israele lo avvolge con la vampa dellโamore, ma non lo consuma fagocitandolo con una fusione narcisistica. Non lo distrugge, anche se talvolta gli fa sentire tutto lโardore dellโamore rifiutato, la sua โiraโ.
Il roveto brucia. Israele brucia soffrendo, ma facendo luce. Brucia testimoniando. Brucia โannientatoโ nella Shoah dellโuomo dominato dal Diabolico, ma non annichilito totalmente e per sempre. Bruciano i forni crematori, ma non lโavranno vinta. Un virgulto rinascerร dallโalbero troncato (cf. Is 11,1)โฆ
Suolo di santitร
Un โangelo di YHWHโ, figura di YHWH invisibile ma presente, lontano ma vicino, disponibile ma non manipolabile, si fa vedere, appare nella fiamma infuocata. YHWH si mostra con una sua presenza personalizzata a Mosรจ, un fuoco che attira e tiene a distanza ad un tempo. Mosรจ avverte il mistero del messaggero divino, quasi vedesse lโinvisibile, non visibile con gli occhi umani. Vuole โdeviare/โฤsurฤh-nnฤโโ di proposito dal suo cammino abituale sulla pista, incerta ma visibile. Vuol uscire dal sentiero giร tracciato dai giorni sempre uguali.
E YHWH โ passaggio molto normale dallโangelo di YHWH a YHWH in persona โ, lo vede e lo chiama per nome due volte, segno che deve chiedergli qualcosa di importante.
Poi gli comanda due gesti. Il primo รจ: ยซNon avvicinarti (fino a) quiยป, perchรฉ io sono il Vicino ma anche il Totalmente Altro, ยซsono Dio e non un uomoยป (Os 11,9c). Mantieni lo spazio dellโalteritร , il respiro dellโalleato, non la fusione impossibile e infausta.
Il secondo รจ: ยซSciogli i tuoi sandali da sopra i tuoi piedi, perchรฉ โil luogo/hammฤqรดm sul quale tu stai (in piedi) รจ suolo santo (โadmat-qลdeลก hรปโ)โยป. Non puoi calpestare/prendere possesso/dominare/manipolare โil luogoโ โ che nel giudaismo rabbinico diventerร uno dei nomi di YHWH โ, perchรฉ esso รจ un suolo di santitร , un suolo santo. โSuolo/โฤdฤmฤhโ dal quale tu sei stato plasmato nellโโฤdฤm dellโโIn principioโ (cf. Gen 2,7), suolo di santitร anche quello, creato dal Santo. Io sono il Dio dei tuoi padri โ Abramo, Isacco e Giacobbe โ, Dio di famiglia e della tenda, ma anche Dio della storia e del cammino verso lโignoto (cf. Gen 12,1ss).
Colui che si nasconde
Mosรจ โnasconde/wayyastฤrโ il suo volto di fronte a YHWH. Egli โha timore/yฤrฤโโ del suo Signore. Non ne ha โpauraโ ma un rispetto ossequioso, religioso, tipico di colui che รจ estremamente piccolo di fronte ad una realtร che lo soverchia da ogni parte. Ne ha โtimore/yirฤhโ, non โpaura/paแธฅadโ.
Mosรจ parla con YHWH e YHWH parla con Mosรจ faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico (cf. Es 33,11). Mosรจ parla al Dio che sempre รจ presente per salvare, ma che talvolta sembra nascondersi nel momento della difficoltร dei suoi fedeli: ยซVeramente tu sei โun Dio che si nasconde/โฤl mistattฤrโ, Dio dโIsraele salvatoreยป, deve riconoscere il profeta Isaia (Is 45,15).
Lโuomo non puรฒ vedere il volto di Dio e restare vivo (cf. Es 33,20). Per questo, quando Mosรจ chiederร a YHWH di mostragli la sua gloria, questi gli risponde che, da un anfratto della roccia, coperto dalla mano provvidente di YHWH, Mosรจ potrร vedere solamente le sue โspalleโ (cf. Es 33,18-23). Le โspalleโ di colui che รจ Gloria infuocata, โColui-Che-ร-Sempre-Davantiโ. LโOltre delle cose, lโInvisibile agli occhi umani, ma sperimentabile alla luce della fede.
Conosco le sofferenze e sono sceso
Questa volta non รจ lโautore biblico a dire qualcosa dellโessere di YHWH (cf. Es 2,23-25), ma รจ egli stesso a rivelare ciรฒ che lo muove nel profondo. Egli ha visto la sofferenza del suo popolo e si รจ messo in moto. ยซHo visto molto bene/rฤโลh rฤโรฎtรฎยป le sofferenze del mio popolo che si trova in Egitto e le sue grida/querele giuridiche a causa di coloro che lo opprimevano โho ascoltato /ลกฤmaโtรฎโ; โconosco/yฤdaโtรฎโ le sue ferite per le botte subรฌte e โsono sceso per liberarlo/wฤโered lehaแนฃแนฃรฎilรดโ dalla mano degli egiziani ยซe per farlo salire/รปlehaโฤlลtรดโ da quella terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra che stilla latte e mieleยป (Es 3,7-8a).
YHWH non sopportava oltre di conoscere senza agire. Non appartiene al suo โessereโ conoscere e stare a guardare, dover accogliere le preghiere e il culto da parte di un popolo che รจ oppresso nellโingiustizia, sottomesso a schiavitรน e lontano dalla propria terra.
YHWH รจ vicino agli schiavi, ma รจ il Dio dei liberi, e certamente non degli schiavisti.
Missione
YHWH chiama Mosรจ per una missione ben precisa. Una vicenda che prende un bel poโ di tempo, fra inviti, invii e rifiuti. Il racconto della chiamata e della missione di Mosรจ si protrae da Es 3,1 a Es 4,17.
YHWH chiama Mosรจ e lo invia per ben tre volte: parti, e vai in Egitto a liberare il mio popolo (cf. Es 3,10.16-22; 4,12). E Mosรจ si sottrae per ben cinque volte alla chiamata, adducendo ogni volta una scusa diversa: ยซChi sono ioโฆ?ยป (3,11); ยซQual รจ il suo nome?ยป, mi chiederanno (3,13); ยซEcco non mi crederannoโฆ Non ti รจ apparso il Signoreยป (4,1); ยซIo non sono uomo di parole/Non so parlareยป (4,10).
Alla fine gli dirร quello che lo blocca nel profondo, che viene prima di tutte le altre obiezioni, lโinconfessabile. ร la quinta e ultima โscusaโ: ยซPer favore, manda chi vuoi mandare (ma non me)/ลกelaแธฅ-nฤโ beyad-tiลกlaแธฅ!ยป (4,13).
Mosรจ dice per ultimo quello che lo spaventa per primo. Rifiuta la chiamata e la missione! Ma YHWH dona a Mosรจ il fratello Aronne come portavoce (ยซsarร la tua boccaยป), mentre per Mosรจ il compito รจ enorme, โdivinoโ: ยซTu sarai per lui come Dio/weโattฤh tihyeh-llรด lฤโlลhรฎmยป (CEI 2008: ยซe tu farai per lui le veci di Dioยป). Il bastone per compiere dei segni che gli consegna sarร inoltre unโattrezzatura potente che lo aiuterร nella sua missione (4,17).
Alla fine Mosรจ cederร a YHWH, con una decisione netta, e lโavventura potrร iniziare: โSe ne andรฒ/partรฌ Mosรจ/wayyฤlek Mลลกehโ (Es 4,18), proprio come fece il suo antenato Abram dopo la sua chiamata a Charran, incamminandosi verso una terra ignota, che YHWH gli avrebbe solo fatto vedere a suo tempo: โPartรฌ Abram (wayyฤlek โAbrฤm)โ (Gen 12,4).
Il Nome, una promessa
Non saranno certamente Aronne e un bastone ad assicurare la riuscita della missione di Mosรจ. Alla sua seconda obiezione-rifiuto, in parte giustificata (3,13 โQual รจ il suo nome?โ), YHWH risponde rivelandogli il suo nome: โโEhyeh โฤลกer โehyehโ.
A questo punto รจ necessaria una breve notazione grammaticale. Spesso tradotta con: โIo sono colui che sonoโ (sulla scorta della traduzione greca dei LXX, โEgล eimi ho ลn, che interpreta la seconda parte della frase rendendola con un participio) lโespressione ebraica rappresenta la prima persona singolare al tempo verbale yiqtol del verbo โhฤyฤh/essereโ, ripetuta due volte, intervallata dal pronome relativo โฤลกer. Lโyiqtol esprime lโidea di unโazione non finita, aperta, in progresso, oppure ripetuta o gnomica, inclusa spesso la sfumatura tipica dei verbi servili o modali volere, potere, dovere. Il tempo yiqtol corrisponde piรน o meno al tempo futuro della lingua italiana. Varie volte, perรฒ, un verbo al tempo yiqtol puรฒ essere tradotto al tempo presente, specialmente quando esso รจ un verbo che esprime uno stato (โverbi stativiโ).
In ebraico il verbo โhฤyฤh/essereโ, a differenza del significato ontologico tipico della lingua greca, ha una connotazione dinamica: โesserci-perโ. Lโespressione di Es 3,14, per quanto riguarda i tempi verbali, puรฒ quindi essere tradotta in vari modi: โSarรฒ chi sarรฒ/Sono chi sono/Sarรฒ chi sono/Sarรฒ chi vorrรฒ essereโฆโ.
YHWH rivela il suo nome a Mosรจ, ma non lo rivela in pienezza. Conoscere il nome di una cosa o di una persona equivale infatti a poter dominare su di essa, averla in pugno, al limite anche manipolarla (cf. i nomi dati da โฤdฤm agli animali, sui quali in seguito egli รจ chiamato a โdominare/rฤdฤhโ: Gen 2,19-20; 1,26).
YHWH rivela parzialmente il suo nome, la propria identitร , volendo perรฒ riservare per sรฉ la titolaritร piena della sua persona, in modo da non poter essere dominato o manipolato da nessuno. Egli vuol conservare la sua piena libertร di espressione, di azione, di modalitร operative legate al suo esserci-per. YHWH รจ un Dio-che-cโรจ-per: โIo sarรฒ con te, e con chi vorrรฒ, nel modo e nel tempo che vorrรฒ; sarรฒ quello che vorrรฒ essereโ.
YHWH, un nome di battaglia. Il nome di un Dio interventista, libero e sovrano. Il nome di YHWH รจ menzionato anche prima della rivelazione al roveto ardente, ma in questo momento YHWH si rivela con maggior ampiezza di contenuto riguardante la sua identitร profonda.
YHWH esiste solo per esser-ciโper, per essere in modalitร operativa estroflessa di presenza, aiuto, assistenza, in vista del bene. Lo รจ in modo efficace, benefico ma libero da pressioni, manipolazioni, appropriazioni indebite.
Questo sarร il nome che Mosรจ dovrร usare per โpresentareโ colui che lo ha inviato a salvare il suo popolo. Egli rimane il Dio dei padri, eponimi dai nomi ben precisi, il Dio della famiglia e del clan, ma ora si impegna piรน attivamente nella storia e nella vicenda di un popolo intero, per liberarlo dalla schiavitรน e per farlo entrare in una terra di libertร e di feconditร sorprendente.
Questo sarร il โnome/ลกฤmโ di YHWH per sempre e questo sarร โ(il nome del) โmio ricordo attualizzante/zikrรฎโ di generazione in generazione. Invocarlo non equivarrร a fare un puro esercizio mnemonico, a evocarne una presenza ormai trascorsa, non attualizzabile nel presente. Al contrario, invocare il nome di YHWH sarร il modo con il quale si rinnoverร nel credente la coscienza di una presenza โrealeโ e attuale del suo Dio liberatore.
Con la rivelazione del nome di YHWH โ parziale e in modalitร โprotettaโ โ, il monoteismo fa un passo in avanti decisivo. Da un enoteismo passa attraverso la monolatria, per giungere al monoteismo โdeboleโ e a uno โforteโ, alla coscienza quindi dellโesistenza di un solo Dio, e allโinesistenza di altri dรจi. Il cammino รจ fatto a ritroso: YHWH ha creato lโuniverso intero perchรฉ prima ha liberato il suo popolo dalla schiavitรน dellโEgitto e gli ha dato una vita di libertร nella terra della promessa. Dio ha creato tutto, perchรฉ in precedenza ha liberato il suo popolo.
YHWH: un nome, una promessa, una realtร , una presenza efficace di bene a favore dellโuomo.
Un Dio che esiste per il suo popolo e per ogni uomo che apre gli occhi alla luce del sole.
Sangue misto
A partire dal capitolo 12,35 lโevangelista Luca riporta una serie di ammonimenti rivolti da Gesรน ai discepoli (cf. 12,22) e alle folle (12,54) riguardanti la necessitร di essere servitori vigilanti e operativi nellโattesa del ritorno del padrone dalle sue nozze (12,35-47), interpretando correttamente i segni dei tempi (Lc 12,54-59).
Nel corso della predicazione โ โin quel tempo/en autลi tลi kairลiโโ alcuni riferiscono a Gesรน il tragico epilogo di una repressione brutale attuata dal prefetto romano Pilato โ al potere dal 26 al 36 d.C. โ nei confronti di alcuni giudei provenienti dalla Galilea. Il prefetto li ha fatti uccidere nella zona templare interna, al di lร del cortile dei sacerdoti, dedicata allโofferta dei sacrifici animali, mentre presentavano ai leviti addetti gli animali che si erano procurati perchรฉ venissero offerti in sacrificio (thysiลn autลn) a Dio.
Non vengono riferiti ulteriori particolari, ma la cosa puรฒ ben essere realistica (conoscendo il personaggio Pilato). Negli anni del suo governo, specialmente allโinizio, si era quasi divertito a provocare il popolo giudaico introducendo nel tempio dapprima i labari dellโesercito romano โ considerato un gesto sacrilego โ e, in unโaltra occasione, gli โscudi doratiโ. Non brillava per tatto e diplomazia. Il filosofo giudeo di Alessandria dโEgitto, Filone (13 a.C. ca โ 54 d.C. ca) lo descrive cosรฌ: ยซUomo per natura inflessibile e, in aggiunta alla sua arroganza, duro, capace solo di concussioni, di violenze, rapine, brutalitร , torture, esecuzioni senza processo e crudeltร spaventose e illimitateยป. Lo storico giudeo Giuseppe Flavio (37 d.C. โ dopo il 100 d.C.) scrive a sua volta che ยซegli amava provocare la nazione a lui affidata, ricorrendo ora a sgarbi, ora a dure repressioniยป.
Una coorte intera di soldati (circa 600 uomini) era stazionata stabilmente nella fortezza Antonia, la caserma che sovrastava in modo perfetto dallโangolo nord-ovest tutta la spianata della zona templare (hieron). In caso di necessitร , dalla fortezza si poteva scendere molto velocemente per la scalinata e arrivare in breve tempo sulla spianata della zona templare (cortile dei gentili, cortile delle donne, cortile degli uomini, cortile dei sacerdoti, cortile con lโaltare dei sacrifici) o nel โtempio/naosโ vero e proprio.
Disordini e sommosse contro il potere politico e militare degli occupanti romani erano possibili in ogni momento, specialmente in occasione delle grandi feste (แธฅฤgรฎm) che richiedevano il pellegrinaggio a Gerusalemme (Pasqua, Settimane, Capanne). In quelle circostanze la cittร poteva lievitare da 50.000 abitanti a circa 200.000 presenze. Il clima poteva diventare in un attimo incandescente, dato che nel I sec. d.C. nel tempio si faceva memoria della pasqua di liberazione dallโEgitto, del dono della Torah sul Sinai/Oreb e del cammino fatto nel deserto dopo lโuscita dallโEgitto.
Un esempio eccellente dellโintervento della truppa della fortezza Antonia โ โsalvificoโ, in questo caso โ si ebbe in occasione del tentato linciaggio popolare nei confronti di Paolo (cf. At 21,30-37). Al comandante della coorte/chiliarchos [lett. โcomandante di mille uomini/chiliarco/tribuno] tฤs speirฤs [coorte, composta da 500-600 uomini, un decimo della โlegioneโ]โ fu riferito che tutta Gerusalemme era in agitazione. Immediatamente egli โcorse giรน/katedramenโ [piรน che โsi precipitรฒโ, CEI 2008] con i soldati e mise in salvo Paolo facendolo portare a spalla su per le scale che conducevano alla fortezza-caserma. Col permesso del tribuno Paolo riuscรฌ persino a parlare in sua difesa: ยซEgli acconsentรฌ e Paolo, โin piedi sui gradini/estลs epi tลn anabathmลnโ, fece cenno con la mano al popolo; si fece un grande silenzioโฆยป (21,40).
Pilato aveva mescolato (emixen < meignymi) sangue di animali e sangue di uomini. Sacrifici di animali per intercedere perdono e vita, sangue di uomini per sacrifici di violenza umana, protervi, allo scopo di mantenere lo statu quo segnato da unโingiustizia oppressiva.
Se non vi convertiteโฆ
Gesรน prende lo spunto dal misfatto di violenza politica e ve ne aggiunge un altro, di cronaca nera: diciotto persone, โvittime innocentiโ del caso, morte travolte dal crollo della torre della piscina di Siloe. โColpevoliโ solo di essersi trovate al posto sbagliato nel momento sbagliato. La nostra stessa terminologia tradisce un linguaggio โcolpevolistaโ. Cosa avevano fatto di male, contro Dio e contro gli uomini? โ pensiamo ancora noi oggi.
Anche Gesรน domanda ai presenti se le persone colpite dalle due tragedie fossero piรน โpeccatrici/hamartลloiโ di fronte a Dio rispetto a tutti gli altri galilei o piรน โdebitrici/peccatrici/colpevoli/opheilaitaiโ rispetto a tutti gli abitanti di Gerusalemme โper aver dovuto soffrire queste cose/hoti tauta poponthasinโ (< paschล = soffrire/morire).
Probabilmente, le persone travolte dalla torre di Siloe erano gente normale, forse anche povera e bistrattata dalla vita. Feriti della storia, probabilmente โscartiโ della societร .
I galilei morti nel tempio potevano addirittura avere forse anche un qualche piccolo โmeritoโ di fronte a Dio e al popolo di Israele per aver pregato e offerto piamente a YHWH il frutto del loro lavoro e per aver tentato di ribellarsi a un potere ingiusto, esasperati dalle continue vessazioni dellโoccupante romanoโฆ Alla fin fine, Israele รจ il popolo appartenente a YHWH, sua โproprietร particolare/segullฤhโ e deve obbedire solo a YHWHโฆ
Per il momento Gesรน condivide โ didatticamente โ la mentalitร della gente. Essa collega sofferenza e morte a una punizione piรน o meno giusta di Dio provocata dai peccati delle persone che la subiscono.
Gesรน non รจ assolutamente dโaccordo con questo collegamento stretto fra una sofferenza/malattia/morte e una colpa responsabile di questo esito. Lo dirร chiaramente in occasione del โsegnoโ della guarigione del cieco nato, inviato da lui a bagnarsi proprio nella piscina di Siloe (cf. Gv 9,1-3). In quel caso egli dirร che la malattia congenita del cieco sussisteva ยซperchรฉ si manifestassero le opere di Dio in luiยป (Gv 9,3).
Nei due casi di cronaca in questione, Gesรน risponde che entrambi gli eventi dolorosi sono occasioni per pentirsi e per rivedere la propria vita alla luce della precarietร dei giorni dellโuomo. โMomenti opportuni/kairoiโ per poter discernere il proprio โtempo/kairosโ (cf. 12,42.56) e vedervi le occasioni gravide di proposte e di avvertimenti per โcorreggere il tiroโ del proprio cammino, โcambiare mentalitร โ (13,3.5) e cercare lโessenziale, la vita, lโosservanza del โcamminoโ proposto da YHWH nella sua Torah/Istruzione.
Lascia!
Subito dopo, a livello letterario, Gesรน propone ai suoi ascoltatori una parabola.
Nella vigna di un uomo un albero di fichi rimane ancora improduttivo dopo ben tre anni da quando ci si aspetta normalmente il raccolto. Da tre anni infatti il padrone viene a cercarvi il โfrutto/karponโ, senza trovarne traccia. A quel punto egli comanda allโoperaio responsabile della vigna โ comprendente probabilmente ulivi, fichi, viti, melograni โ di tagliarlo (ekkopson, come bisogna tagliare lโalbero che non fa frutti buoni [cf. Lc 3,9], la mano destra o il piede che โscandalizzaโ [cf. Mt 5,30; 18,8]), perchรฉ non continui a โdistruggere/annullare/sfruttare/rendere inutile/katargeiโ la terra, dove altri alberi possono forse portare un frutto ancora piรน abbondanteโฆ
Il padrone รจ un esperto, ragiona correttamente, ha pianificato oculatamente i costi, i tempi di investimento, la resa prevista per rientrare con i debiti e aver dei guadagni significativi per continuare nella propria impresa. I rami secchi vanno tagliati, gli assets che non sono nel core del business dellโazienda vanno ceduti al piรน prestoโฆ
Anche lโoperaio รจ un esperto. Scende tutti i giorni nella vigna, ha visto quellโalbero messo male e intuisce โ conoscendo bene il padrone โ che esso comincia ad essere un investimento improduttivo e ad avere ormai i giorni contati. Quando perรฒ โ secco, โgiustoโ, tecnicamente inappuntabile e senza diritto di replica โ arriva il comando del suo โpadrone/signore/Signore/kyriosโ di tagliare lโalbero, si appella a lui, chiedendo tempo, dando โperdonoโ ancora per un anno: โlascialo/perdonalo/aphes autฤnโ. Gli promette di fare della manutenzione straordinaria, dei lavori che normalmente non si fanno mai per un albero di fichi: gli zapperร intorno e lo concimerร . Prospetta una finestra aperta al suo signore. Puรฒ darsi che con degli stimoli eccezionali, lโalbero risponda portando frutto, con una resipiscenza che alla buonโora gli salva la vitaโฆ
Come sempre, la parabola รจ una storia fittizia che possiede una sua logica interna, ferrea, che include una domanda โ implicita o esplicita โ alla quale lโascoltatore/il lettore รจ invitato a rispondere (e non puรฒ non farlo e non puรฒ che farlo in unโunica direzione), per poi applicare alla propria vita la risposta formulata con le proprie labbra. E non si tratta di raccontini. La storia fittizia rimanda al regno dei cieli, al regno di Dio, al Figlio dellโuomo, al destino della propria vita, alla possibilitร o meno che essa si realizzi come vita โpienaโ, felice secondo Dio, ricca di frutti che rendono soddisfattiโฆ
Non sappiamo se il padrone/signore abbia acconsentito alla supplica del suo operaio. E se, in caso positivo, lโalbero abbia reagito dandosi finalmente una mossaโฆ
Certo รจ che, dopo tre anni di attivitร pubblica, Gesรน zappa con la sua croce il terreno dellโumanitร e la concima con il suo sangue di Crocifisso, vero uomo e vero Dioโฆ
A noi interessa, come alberi di fichi improduttivi e neghittosi, di implorare pazienza e perdono al Signore della nostra vita. Dal complesso della โnarrazioneโ che Gesรน Cristo ci fa di Dio, suo e nostro Padre, siamo sicuri che lui โperdonerร /lascerร ancora del tempoโ. โAphes/perdonaโ, supplica Gesรน nella preghiera del Padre nostro che egli insegna ai suoi discepoli che, vedendolo pregare, gli chiedono di insegnare loro a fare lo stesso (cf. Lc 11,4).
Nel complesso del suo messaggio Gesรน ci rende certi che Dio รจ pronto a darci tempo perchรฉ possiamo essere felici, cambiare mentalitร e strade sbagliate, correggere i bersagli mancati e tornare indietro dai sentieri interrotti.
La possibilitร ci รจ data, la pazienza di Dio รจ grande come il suo cuore, il respiro della sua anima.
Grande la compassione di Dio.
Non ne dobbiamo abusare (cf. Sir 5,1-8).
Il suo nome รจ โYHWH/Padre, salvezza sempre pronta per noi in Gesรน mediante lo Spiritoโ.
Il tempo va interpretato, โsfruttatoโ nelle sue occasioni di vita.
La terra, la vita, non va resa sterile e infruttuosa per la nostra neghittositร .
โCambiate mentalitร โ, cercate la libertร , cercate la vita.
Il mio nome รจ โehyeh โฤลกer โehyeh.
Nome facile, lungo come il mio amore:
โIo-ci-sarรฒ-sempre-con-chi-io-vorrรฒ-e-con-chi-vorrร -che-io-ci-sia-per-luiโ.
ยซLa terra รจ piena di cielo, e ogni roveto arde di Dio:
ma soltanto colui che vede si toglie i calzari;
gli altri si siedono intorno e colgono mirtilliยป (E. Barret Browning).
allโinizio della sua vita pubblica (cosรฌ come in tutta la sua vita), al discepolo รจ mostrato giร il traguardo del cammino quaresimale: lโassimilazione a Gesรน trasfigurato sul monte, anticipo della sua Pasqua. La meta รจ quella, il cammino sarร impegnativo ma fattibile, in quella fede che ha animato anche il patriarca Abramo, ยซnostro padre nella fedeยป (Preghiera eucaristica IV).
Dalle tue viscere, un erede!
Abramo, giunto a tarda etร senza aver visto una discendenza uscire dalle sue viscere, รจ sconsolato e per questo si lamenta con YHWH di dover lasciar tutto a un suo domestico, Eliรจzer di Damasco. YHWH gli promette un figlio: ยซNon sarร costui il tuo erede, ma uno nato da te sarร il tuo eredeยป (Gen 15,4). E il โseme/discendenza/zeraโโ non sarร un esile arbusto che solo sโinerpica nel deserto in cerca della sua vita, ma una nuvola di stelle, una pioggia di luce nel buio del futuro.
Abramo รจ nella tenda, รจ โdentroโ. Al chiuso. Al buio dei suoi pensieri, solo con la promessa di YHWH che gli poggia sul cuore. YHWH โlo fa uscire fuori/wayyรดแนฃฤโ โลtรด haแธฅรปแนฃฤhโ, al fresco della notte, alla grazia delle stelle. Sono lรฌ da sempre, brillano dal primo giorno della creazione e dalle loro vedette rispondono โeccociโ con gioia quando il Signore che le ha create le chiama per nome (cf. Bar 3,34). Puoi contare la nuvola delle stelle? Puoi calcolare la grazia? Puoi pesarla, misurarla, pretenderla, rinchiuderla? La luce brillava giร prima che tu aprissi gli occhi. Una luce preveniente, una grazia โoriginaleโ. Solo YHWH puรฒ misurarla (cf. Gen 22,17; 26,4; Es 32,13; Dt 1,10; 10,22; 28,62; 1Cr 27,23; Ne 9,23; Sal 147,4).
E sulla parola della promessa di YHWH, nuda ma potente, Abramo poggia la sua nuda fede di vegliardo disarmato. ร โfuoriโ, in piedi, fuori dalla buia tenda, a bocca aperta, con gli occhi bagnati di stelle. YHWH lo guarda compiaciuto, e ispira allโautore del libro della Genesi una frase che si scolpirร per sempre nella pietra della storia. ยซEgli credette al Signore, che glielo accreditรฒ come giustizia/weheโฤmiin baYHWH wayyaแธฅลกebehฤ lรด แนฃedฤqฤhยป.
Senza dire una parola, Abramo poggia il suo assenso solido, la sua fede inamovibile come la roccia sulla roccia della parola promissoria del suo Signore. ร il primo a farlo nella storia. Egli fa entrare la fede nella storia degli uomini. ร lโinauguratore che non salta nel buio sconosciuto, ma lancia il suo rampone in alto sulla roccia della parola del Promettente Affidabile.
Da sempre, e specialmente da ora in poi, la storia si costruirร sulla grazia di YHWH riconosciuta e accolta. YHWH considera lโatto di fede di Abramo come un atto di giustizia, cioรจ un atto di fedeltร allโalleanza lanciata da una parola dellโAlleato Promettente Affidabile, una Parola di bene, di vita, di futuro. Chi crede come Abramo sarร suo erede, riceverร la vita anche se morto per i suoi sbagli (cf. Gal 3,6-7.26-29; Rm 4,1-5.16-25).
Alleanza unilaterale
YHWH si presenta ad Abramo come colui che lโha fatto uscire da Ur dei Caldei ยซper donargli in possesso ereditario la terra/lฤtฤt lekฤ โet hฤhฤreแนฃ hazzลโt leriลกtฤhยป (v. 7). Terra sulla quale ora egli si trova dopo aver vinto la guerra contro i quattro re, ricuperato i suoi beni e il nipote Lot (cf. Gen 14,1-16) e aver ricevuto la benedizione di Melchรฌsedek re di Salem (cf. Gen 14,17-24). YHWH ยซha fatto uscireยป Abramo da Ur dei Caldei come farร โuscireโ Israele dalla schiavitรน dellโEgitto (cf. Es 20,2; Lv 19,36; 25,38; 26,13; Nm 15,41; Dt 5,6).
Abramo รจ lโantesignano della fede e anche il precursore della liberazione di Israele dallโEgitto. Vive per primo, in anticipo, la vita del suo popolo, dei suoi discendenti, anche dei discepoli di Gesรน (cf. Gal 3,28).
Abramo chiede al suo Signore da che cosa saprร (bammฤh โฤdฤโ) di aver ottenuto in dono ereditario questo ricchissimo bene testamentario. E YHWH gli donerร il segno della sua โgrazia originaleโ, unโalleanza gratuita, immeritata, unilaterale.
YHWH ordina ad Abramo di procurare e di squartare cinque animali menzionati nella liturgia sacrificale della tenda del deserto e del tempio a Gerusalemme, eccetto due uccelli. Abramo diventa cosรฌ lโantesignano della fede, il precursore della libertร esodica e pure della liturgia e del culto ufficiale di Israele.
ร la notte delle stelle, il tramonto della luce. Si stringe un patto di alleanza unilaterale. Un patto di promessa, incondizionata.
I particolari della celebrazione dellโalleanza e le clausole di maledizione connesse agli inadempienti erano ben noti nelle culture coeve ad Abramo e ad esse successive: succeda ai contraenti dellโalleanza come a questi animali squartati se essi verranno meno allโalleanza stipulata proprio servendosi del segno degli animali.
Nel suo commentario a Genesi 12โ50 โ che abbiamo tenuto presente nello stendere queste note โ F. Giuntoli riporta il testo della ยซIscrizione aramaica di Sefire, attribuibile alla metร dellโVIII secolo a.C. o comunque a unโepoca precedente il 740, anno in cui Tiglath-Pileser conquistรฒ Arpร d, il territorio di uno dei contraenti, che rese parte dellโimpero assiro: โ(Come questo) vitello รจ tagliato in due cosรฌ possa Matiโel [uno dei contraenti] essere tagliato in due e possano i suoi nobili essere tagliati in due [se non rispetteranno lโalleanza stipulata]โ (cf. i A,40)ยป.
In questo caso, perรฒ, sarร solo YHWH a correre il rischio e a passare i mezzo agli animali squartati. YHWH si prende la responsabilitร di unโalleanza unilaterale, cioรจ una promessa che accoglie la fede di Abramo ma abbraccia in anticipo anche le tragedie della possibile libertร usata male da parte della sua discendenzaโฆ
Tardฤmฤh e fiaccola infuocata
Era una notte con le stelle, ora รจ il tramonto del sole col torpore divino che scende. Non va cercato un concordismo non necessario. Ci troviamo sempre nella piena dipendenza di Abramo dallโiniziativa sovrana di YHWH.
Nella notte cโรจ la grande tenebra e il terrore del sovrumano che agisce da solo. ร la notte dellโinazione dellโuomo e il โtorpore/tardฤmฤhโ che scende su Abramo รจ simile a quello fatto scendere da YHWH sullโโฤdฤm al momento del prodigio divino della โcostruzioneโ della donna (cf. Gen 1,21-22).
Nellโinazione di Abramo anestetizzato divinamente, compare dal nulla un โforno fumante/tannรปr โฤลกฤnโ e solo una โfiaccola di fuoco/infuocata/lappรฎd โฤลกโ passa attraverso le parti degli animali squartati. Solo YHWH รจ attore dellโalleanza e solo lui si impegna ad osservarla e eventualmente patirne le maledizioni per la sua inosservanza.
Solo YHWH vi rimane obbligato, in un gesto generoso di slancio verso il debole โalleatoโ umanoโฆ Il giudaismo vedrร anche nellโatto di fede di Abramo in occasione del โlegamento di Isaccoโ (Gen 22) unโopera meritoria, avendo un concetto โcorposoโ di fede/โฤmunฤh, in cui la fede implica in sรฉ necessariamente anche unโopera.
Lโalleanza celebrata in Gen 15 precede a livello letterario la stipulazione dellโalleanza secondo la tradizione sacerdotale ricordata in Gen 17, connotata dalla bilateralitร espressa nel segno della circoncisione nella carne. Quindi, ragiona lโebreo molto istruito Paolo, se lโalleanza di Gen 15 viene prima, questo significa โ come รจ normale per tutto il pensiero biblico โ รจ anche piรน antica e piรน importante. Per questo motivo Paolo si guarderร bene dal ricordare la stipulazione dellโalleanza riportata in Gen 17 (tradizione sacerdotale, P) nei suoi ragionamenti circa la giustificazione per fede sotto il segno dellโantesignano Abramo, padre nella fede (cf. Rm 4). Anzi, giunge a parlare di Abramo come incirconciso che si trova nella condizione di peccatore (Rm 4,7-8). Paolo infrange il concetto corposo di fede/โฤmunฤh asserito dal giudaismo. Nel momento iniziale della sua vita di fede e di rapporto con YHWH, Abramo รจ solo recettivo dellโazione divina. Seguirร lโopera che manifesta la sua fede, la circoncisione, lโofferta di Isacco (Gen 17.22).
Alleanza di grazia nel sonno
ยซInvano vi alzate di buon mattino โ afferma il salmista โ e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darร nel sonno. Ecco, ereditร del Signore sono i figli, รจ sua ricompensa il frutto del gremboยป (Sal 127,2-3).
Abramo รจ immerso nel tardฤmฤh divino. Nel sonno prodigioso si unisce โpassivamenteโ allโazione di YHWH. ยซMi sono addormentata, ma veglia il mio cuoreยป (Ct 5,2). Abramo dorme, รจ portato in basso dal sonno (cf. Lc 9,32), ma il suo cuore veglia nella fede professata.
E Abramo riceve lโalleanza unilaterale, la promessa incondizionata: ยซAlla tua discendenza io do questa terra, dal fiume dโEgitto al grande fiume, il fiume Eufrateยป (Gen 15,18). La promessa di un dono, dono incondizionato ma espresso nella lirica che espande la grazia, sfuma i confini, ingigantisce gli spazi, non menziona i โcondominiโโฆ
A livello storico infatti la promessa della terra non si realizzerร mai, in nessun momento, nei termini precisi riportati liricamente in Gen 15,18. E il possesso della terra sarร sempre condizionato in ogni caso ad un altissimo livello di moralitร che Israele deve mantenere, pena la sua perdita (Dt 16,20: ยซLa giustizia e solo la giustizia seguirai, per poter vivere e possedere la terra che il Signore, tuo Dio, sta per dartiยป). Senza la giustizia, prima o poi la terra andrร perdutaโฆ
La terra rimane di YHWH: ยซLa terra รจ miaยป (Lv 25,23).
La terra non รจ santa โ โTerra Santaโ โ, ma la terra รจ del Santoโฆ
Fondante รจ la promessa teologica unilaterale: avrai una discendenza numerosa, una terra spaziosa.
La sua traduzione storica implicherร molti fattori: intelligenza politica, compromessi territoriali, capacitร di convivenza pacifica, grandezza di cuore verso altre genti โcondominiโ, che non sono popoli โinvisibiliโ!
Un volto altro
Passa un giorno in piรน rispetto a una settimana normale dal primo annuncio che Gesรน aveva fatto ai suoi della propria morte e risurrezione (cf. Lc 9,21-22) e aver riferito a loro le impegnative richieste che i suoi discepoli devono sottoscrivere per seguirlo nel suoi cammino (9,23-27).
Gesรน aveva preannunciato che alcuni dei presenti avrebbero visto il regno di Dio prima di โgustareโ la morte (9,27). ร il Regno che viene non con potenza e gloria, ma nella pace della parola, del pane spezzato, della comunione fraterna.
In un tempo โsospesoโ, che โdebordaโ dalla quotidianitร del tempo cronologico per essere tutto tempo pieno di Dio, Gesรน sale su un monte, su โil monteโ dellโincontro con Dio, come avvenne con Mosรจ (cf. Es 19) ed Elia (1Re 19). Gesรน cerca la preghiera, il contatto profondo con la volontร del Padre, come lo fece molto spesso dal giorno del suo battesimo al Giordano. I suoi tre discepoli piรน sensibili alla sua anima saranno testimoni, qui come al Getsemani, della sua volontร di stare sempre unito al Padre nella propria missione.
Quanto piรน Gesรน fa silenzio, quanto piรน ascolta la parola di Dio, accoglie il volto del Padre, apre la sua anima alla sua volontร e al suo amore, tanto piรน la sua umanitร cresce nella somiglianza a Lui. La sua umanitร realizza qui il fine della creazione dellโuomo. ยซDio disse: โFacciamo lโuomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianzaโยป. Di fatto, perรฒ, ยซDio creรฒ lโuomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creรฒโฆยป, mentre la somiglianza rimaneva una meta da raggiungereโฆ
Quanto piรน Gesรน raggiunge la sua identitร profonda di Figlio, tanto piรน la sua umanitร espressa dal volto cambia di aspetto. Essa diventa trasparente alla sua identitร nascosta, conosciuta solo da Dio. Con lโโaspetto altroโ del suo volto potrร testimoniare il Totalmente Altro ed entrare in relazione con i discepoli per far gustare loro non la morte, ma la vita divina.
Il suo aspetto diventa โaltroโ e le sue vesti di un bianco sfolgorante. Le vesti sono il simbolo antropologico della sua persona. Essa รจ striata in profonditร dal mondo di Dio, della sua vita, dal suo amore, dal bianco della risurrezione. Gesรน sperimenta lโanticipo della sua vita pasquale, e tutta la sua persona ne รจ โavvoltaโ (le vesti), ne รจ intrisa.
Mosรจ, Elia e lโesodo
Mosรจ ed Elia parlano con Gesรน. Egli puรฒ comprendere la propria identitร e missione solo alla luce della parola di Dio, dei profeti, che conosce fin da bambino. Mosรจ ed Elia rappresentano la Torah e i Profeti, i due grandi blocchi della Scrittura ebraica che at-testa il cammino di liberazione e di vita fatto da YHWH col suo popolo. Essi perรฒ sono anche due servi di YHWH che sono stati rifiutati dalla loro gente e hanno sofferto per aver visto la parola di Dio rifiutata dal popolo, che aveva abbracciato il vitello dโoro (cf. Es 32) e le seduzioni del Baal di Tiro importato dalla regina pagana Gezabele (cf. 1Re 18,20โ20,8)
Mosรจ ed Elia โsono visti in gloriaโ, nella gloria che รจ partecipazione a quella di Gesรน pienamente in comunione col Padre. Gloria partecipata loro da Dio per la loro fedeltร alla loro missione impegnativa ricevuta e vissuta con fedeltร e impegno. โUominiโ profeti/prophฤtai che hanno parlato/pro-phฤmi a nome di Dio di fronte al popolo.
Solo lโevangelista Luca ricorda lโargomento del dialogo โprofeticoโ. Esso riguarda lโโesodoโ di Gesรน a Gerusalemme. Lโโuscitaโ di Gesรน dalla vita di questo mondo per gustare nella pienezza la libertร del mondo del Padre. Uscita di liberazione, per sรฉ e per il popolo che egli trascina con sรฉ in qualitร di guida (archฤgos) che porta alla vita (cf. At 3,15; 5,31), alla salvezza (cf. Eb 2,10) e alla fede (cf. Eb 12,2).
Esodo di sofferenza, di passione e di morte. Esodo di liberazione, di vita, di frutti colti nella terra che stilla latte e miele, il grappolo dโuva che dร il vino della vita (cf. Nm 13; specialmente 13,23-24; Mt 21,33-44; Gv 19,32,37).
Sono eventi che non devono solo โaccadereโ, che piombano dal di fuori, imposti dal caso o dalla violenza degli uomini. ร Gesรน che sta per compiere lโesodo (hฤn ฤmellen plฤroun). Lui lo porta a pienezza riempiendo fino al colmo (cf. Gv 2, 7) la misura di libertร acquisita nellโesodo dallโEgitto e nel ritorno da Babilonia. ร una pienezza di misura e di finezza di qualitร . Pienezza di libertร umana e di vita divina, vita filiale. Il condottiero precede, il popolo lo seguirร .
Gesรน prega, cerca di scrutare sempre di piรน lโโesodoโ con gli occhi del Padre, intravede chiaramente le profonde e orribili sembianze della violenza umana, ma anche lโesito glorioso dellโassorbimento della morte nella vita (cf. 2Cor 5,4; 1Cor 15,54). Sente in sรฉ che tutto quello che non viene assunto non sarร redento. Non sarร svelenito, svuotato della morte e dalla โmaledettaโ lontananza gelida dal cuore del Padre e riempito della vita portata dalla benedizione di Abramo, la promessa del suo Spirito di Figlio (cf. Gal 3,13-14).
ร bello per noi stare qui
Pietro e i suoi due condiscepoli sono appesantiti dal sonno ma, dopo esser riusciti a rimanere svegli (diagrฤgorฤsantes), nella veglia sospesa fra lโumano e il divino, videro, per la grazia del Padre, la gloria del Figlio. La trasfigurazione, anticipo della Pasqua, รจ un mistero che supera le loro forze umane, รจ un prodigio in cui รจ allโopera solo la potenza del Padre.
Il Padre stipula in anticipo lโalleanza con il suo popolo passando in mezzo al nobile ariete disponibile, dal cuore giร squarciato a mezzo perchรฉ vi passi la fiaccola infuocata dello Spirito. ร un prodigio del mondo di Dio che lโuomo puรฒ solo intravedere (cf. Gen 15,12). Viene nuovamente stipulata lโunica ed eterna alleanza che lega YHWH/Il Padre al suo popolo, Israele, e a tutte le genti della terra (cf. Gen 9,12 lโarcobaleno; Gen 12,3; 18,8; 22,18 la benedizione di tutte le genti in Abramo).
Da parte di Dio lโalleanza รจ unica ed eterna. Da parte degli uomini sono necessari tanti rinnovamenti dellโunica alleanza, dovuti alla loro mancanza di fedeltร . Ma ad ogni tappa della storia il contenuto si approfondisce: dalla discendenza e dalla terra si giunge alla Torah scritta sul cuore (cf. Ger 31,33), un cuore nuovo, un cuore di carne e lo spirito di Dio dentro gli uomini (cf. Ez 26,26-27), alla vita del Figlio nei figli (cf. Gal 6-7; Rm 8,15-17).
Tende di libertร
Gli โuominiโ profetici si allontanano da Gesรน e Pietro vuole celebrare subito, proprio lรฌ, su โil monteโ, la festa delle Capanne. Nelle tende e nelle capanne di frasche costruite sulle terrazze viene ripresentata ogni anno la leggerezza di YHWH, lโimpalpabilitร divina della sua azione di liberazione dalla schiavitรน egiziana, la divinitร della sua vita donata. Si celebra lo zikkฤrรดn dellโesodo, il memoriale che ricorda e rende presente la precarietร della vita umana librata nellโaria della libertร di Dio, ma sorretta dalla salda roccia del Dio redentore. Fra le frasche che coprono il tetto si deve lasciare sempre dello spazio libero. Si deve vedere il Cielo, si deve intravedere il Dio degli oppressi. Il Dio che osserva, ode, conosce le sofferenze del suo popolo e che รจ sceso per liberarlo (cf. Es 3,7-8.14). Un Dio grande, dai tredici nomi (cf. Es 34,5-9). Egli fa uscire i suoi figli dalla fornace della schiavitรน, li fa camminare nel deserto della libertร da imparare e dellโidentitร da costruire, per farli entrare nella terra della promessa.
Pietro vuol giร festeggiare il ricordo del cammino fatto nel deserto della sequela di Gesรน, percorso aspro e infuocato, ma irrigato dallโacqua viva scaturita dalla roccia spirituale del cuore di Gesรน che li ha accompagnati (cf. 1Cor 10,4). Mosรจ voleva vedere il volto di YHWH, la sua gloria. YHWH gli promette che potrร vedere solo le spalle di Colui-Che-ร-Sempre-Avanti (cf. Es 33,18-23).
Pietro e gli altri due discepoli hanno ora visto invece la gloria di Gesรน (Lc 32), il โpesoโ della sua figliolanza vissuta nella fedeltร , trasparente al volto del Padre, debordante sulla loro fragile sequela.
Mio Figlio, lโEletto, ascoltate lui
Una nube divina avvolge il monte, Nube che nasconde e che rivela, come al Sinai. La Torah rinnovata sta per essere donata. Lโombra dello Spirito copre Gesรน, il monte e i discepoli. LโโOmbra che copreโ ha generato nel tempo la Parola definitiva (cf. Lc 1,35, Maria), ora copre la tenda escatologica del corpo di Gesรน (cf. Es 40,34), copre e scopre il popolo rinnovato che solo allora puรฒ mettersi in cammino (Es 40,34ss).
Il mistero di Dio si rivela, la nube copre e scopre, vela e rivela. I discepoli entrano nella nube, nel mondo di Dio. Nuovi Mosรจ, salgono sul monte altissimo per sentire la parola definitiva di YHWH/Il Padre (cf. 19,3 ยซMosรจ salรฌ verso Dio, e il Signore lo chiamรฒ dal monteโฆยป). La Torah escatologica che insegni definitivamente il cammino di Dio e doni il cibo dei forti (cf. Sal 78,25TM), il pane degli angeli (Sal 77,25LXX), per camminarvi con fiducia di figli.
Su โil monteโ YHWH/Il Padre rivela la Torah rinnovata, definitiva, escatologica: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโEletto. Ascoltate luiยป (Lc 9,35). Gesรน รจ tutto quello che il Padre ha da dire e da dare.
Lui รจ il mio insegnamento ultimo, il mio cuore aperto, la mia vita donata. Lui รจ la libertร che vi rende liberi, il Figlio che vi rende figli. ร lโEletto Inclusivo. Ho eletto lui, e in lui ho eletto tutti voi, per farne la mia famiglia, il popolo della mia ereditร , che vive solo dellโereditร che gli dono ogni giorno.
Ascoltate lui, solo lui.
In lui cโรจ la mia alleanza definitiva, il mio impegno ultimo.
Si squarcia lโAgnello, ma voi rimarrete intatti.
Avete intravisto la vita, la gloria, lโAmore nella sua pienezza.
Avete sentito la parola dellโesodo e dellโentrata nel Giardino.
Avete visto un aspetto di volto โaltroโ.
Ascoltate lui. Guardate a lui.
Solo.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News