La pazienza di Dio
โDabit fructum in temporeโ รจ il motto del seminario di Verona nel quale ho passato i 7 anni della mia formazione. Lo stemma del seminario che si vede sopra il portone dโentrata รจ quello di un seminatore che getta il seme nel terreno. La parola โseminarioโ richiama proprio questo tempo di semina e di fiducia che il seme piantato, se ben curato, porterร il suo frutto (โdarร frutto con il tempoโ รจ la traduzione del motto)
Non sono un contadino e non ho la minima esperienza nel coltivare qualcosa sia in vaso che in terra, ma so che la coltivazione di qualsiasi cosa (una pianta, un fiore, degli ortaggi o frutti) richiede una buona dose di fiducia, pazienza e molta cura. Non basta gettare il seme e aspettare, ma ci vuole sia la preparazione del terreno prima che la tenacia di far di tutto perchรฉ quel che รจ seminato cresca e porti il frutto sperato. Coltivare qualcosa anche per solo diletto penso sia davvero una scuola di vita e di fede. Ci vuole pazienza anche nella vita quando iniziamo un progetto e anche quando abbiamo a che fare con le persone (e pure con noi stessi). Senza pazienza e cura, rischiamo di cambiare continuamente, tagliando via le cose che iniziamo solo per il fatto che non si realizzano subito, oppure tagliando via le persone appena esse non sono come ci aspettiamo o ci fanno qualche torto. In questo modo sia i nostri progetti come anche le relazioni interpersonali diventano mutevoli, poco fondate e in continuo cambiamento. Sono la fretta e la poca pazienza i grandi mali della nostra societร moderna, dove tutto deve essere efficiente subito e veloce nel dare risultati, sia nelle cose che con le persone. Anche la fede in Dio entra in questo meccanismo di efficientismo. Se Dio, Gesรน, la Chiesa non sono subito allโaltezza delle attese e non producono i frutti che cerchiamo, allora tagliamo via subito e cerchiamo altrove (anche se non sappiamo bene doveโฆ)
ร stato proprio in seminario che ho imparato ad avere pazienza soprattutto con me stesso, sapendo che ci vuole tempo e cura per crescere sia come cristiano e poi come prete. Se per diventare prete bastano un paio di ore di cerimonia in Cattedrale, per esserlo e portare frutti ci sono voluti tanti anni di formazione prima e anche tanti di formazione dopo, con cadute, rallentamenti, dubbi, periodi di ariditร .
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Gesรน nella sua parabola parla di un padrone esigente che ha piantato un fico nel suo orto ma che non sembra portare frutti. Giustamente lo vorrebbe tagliare e piantare qualcosโaltro. Entra in scena questo paziente vignaiolo che invece frena la fretta del padrone e si impegna a far sรฌ che quellโalbero porti il frutto, prendendosi cura di lui. Nellโottica biblica di Gesรน il fico della parabola rappresenta benissimo il popolo di Israele che Dio ha piantato nel mondo per essere portatore di un frutto di fede, ma sembra proprio che il popolo con tutte le sue durezze รจ diventato incapace di frutti. Gesรน non รจ venuto a tagliare con una condanna veloce ma a prendersi cura in modo che il frutto di salvezza possa venire. Gesรน รจ come un vignaiolo paziente che vede la possibilitร di bene anche nella vita piรน sterile e apparentemente inutile. Andrร in cerca di peccatori, pubblicani, ignoranti, malati, prostitute, poveri, e da loro tirerร fuori il nuovo popolo del Vangelo, con frutti meravigliosi di amore. E proprio dal legno morto piantato sul Calvario, spunterร il frutto eterno dellโamore di Dio.
Ecco il messaggio stupendo per me, per la mia fretta e la mia impazienza. ร un invito a farmi curare dal vignaiolo Gesรน e di farmi coltivare la fede, la vita, le relazioni umane, anche quando tutto questo sembra sterile. Gesรน si impegna con me a farmi fruttare, e nello stesso tempo mi invita a fare lo stesso con il prossimo, cioรจ a prendermi cura dellโaltro, della comunitร , delle persone che mi stanno attorno, delle situazioni difficili e povere e cavarne fuori frutti stupendi di amore, come Lui ha fatto nel Vangelo e nella mia vita.
โDarร frutto nel tempoโ รจ un invito ad avere pazienza e fiducia, e ad assumere uno sguardo di speranza che tocca la fede e tocca la vita.